Zitate über Gerechtigkeit

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Il giusto secondo natura corrisponde a ciò che si rivela utile a non danneggiare gli altri e a non essere da essi danneggiati.
 
Dinanzi alla legge tutti i cittadini erano uguali, ma non tutti erano, appunto, cittadini.
 
Molto è dato a pochi, e poco è dato a molti. L'ingiustizia si è divisa il mondo e niente è distribuito equamente tranne il dolore.
 
L'ingiustizia è una maestra rigida ma impareggiabile.
 
È meglio correre il rischio di salvare un colpevole piuttosto che condannare un innocente.
 
L'italiano è mosso da un bisogno sfrenato di ingiustizia.
 
Il senso della giustizia fa sentire in colpa i più fortunati.
 
Se subisci un'ingiustizia, consolati: la vera infelicità consiste nel commetterla.
 
Piove sul giusto e piove anche sull’ingiusto; ma sul giusto di più, perché l’ingiusto gli ruba l’ombrello.
 
Per la maggior parte degli uomini l'amore della giustizia è soltanto paura di patire l'ingiustizia.
 
L'ingiustizia ci deve essere, altrimenti non si finisce mai.
 
Ciò che era giusto ieri potrebbe non esserlo oggi, ciò che è giusto in questo momento potrebbe non esserlo il momento successivo.
 
Il vero giusto è colui che si sente sempre a metà colpevole dei misfatti di tutti.
 
La giustizia deve essere congiunta al potere, così che ciò che è giusto possa anche aver potere, e che ciò che ha potere possa essere giusto.
 
La voce della maggioranza non è garanzia di giustizia.
 
Togliere al mondo un individuo perché ha fatto del male è come abbattere un albero perché uno dei suoi frutti è marcio.
 
La giustizia non è qualcosa che esiste di per sé, ma solo nei rapporti reciproci, e in quei luoghi nei quali si sia stretto un patto circa il non danneggiare e il non essere danneggiati.
 
Chi commette ingiustizia è più infelice di chi la subisce.
 
Nulla si vede di giusto o di ingiusto che non muti col mutare di clima. Tre gradi di latitudine
sovvertono tutta la giurisprudenza; un meridiano decide della verità [...] Singolare giustizia che ha
come confine un fiume! Verità di qua dei Pirenei, errore di là. [...] Il furto, l'incesto, l'uccisione dei
figli o dei padri, tutto ha trovato posto tra le azioni virtuose. Si può dar cosa più spassevole di
questa: che un uomo abbia il diritto di ammazzarmi solo perché abita sull'altra riva del fiume e il
suo sovrano è in lite con il mio, sebbene io non lo sia con lui?
 
La vigliaccheria chiede: è sicuro? L'opportunità chiede: è conveniente? La vana gloria chiede: è popolare? Ma la coscienza chiede: è giusto?
 
Libertà e giustizia sono inversamente proporzionali.
 
Tacere di fronte a un’ingiustizia significa divenirne complici.
 
Una cosa non è giusta sempre, dovunque e comunque, ma solo al momento giusto, ovvero nelle circostanze in cui soddisfa un bisogno senza frustrarne altri, in una o più persone.
 
Di quanto prendo, prendo di più o di meno, non prendo il giusto. Il giusto non mi serve.
 
Un'ingiustizia condivisa appare giusta a chi la condivide.
 
Se noi riconosciamo [...] che errare è dell'uomo, non è crudeltà sovrumana la giustizia?
 
Supponete ancora che parecchie società distinte mantengano dei rapporti per il vantaggio e l'utilità che essi potrebbero reciprocamente derivare; i confini della giustizia si allargherebbero ancora, in proporzione alla larghezza delle vedute umane ed alla forza delle connessioni reciproche. La storia, l'esperienza, la ragione ci istruiscono abbastanza su questo naturale progresso dei sentimenti umani e sul graduale allargarsi della nostra considerazione per la giustizia, in proporzione alla conoscenza che acquistiamo dell'ampia utilità di questa virtù.
 
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