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Perché, nella complessa catena di sistemi ecologici della biosfera, ogni vita dipende dipende da un'altra che distrugge? Perché ogni vita si nutre di un'altra vita che mortifica? Perché la sofferenza e la morte degli individui di una specie è essenziale per la vita di quelli di un'altra? Perché questo pianeta è sempre stato un'enorme fossa comune, dove la vita e la morte sono così strettamente intrecciate che, a parte la nostra stessa morte, tutte le altre ci sembrano appartenere a un processo normale? Perché accettiamo di vedere il lupo mangiare l'agnello, il pesce grande mangiare il piccolo, l'uccello mangiare il grano e, dal cacciatore, la colomba uccisa? Ma anche, perché vivere e perché morire?
 
Ogni giorno che passa è un giorno in più da ricordare e un giorno in meno da vivere.
 
Ama la vita più della sua logica, solo allora ne capirai il senso.
 
La vita è dare e ricevere, cooperazione e competizione, simbiosi e antibiosi, conservazione ed evoluzione, ripetizione e cambiamento.
 
La vita è una trappola cui è possibile sfuggire gettandovisi dentro.
 
Biologicamente, la vita non è mantenimento o ripristino dell'equilibrio, ma è essenzialmente mantenimento dei disequilibri, come rivela la dottrina dell'organismo come sistema aperto. Raggiungere l'equilibrio significa morte e conseguente decadimento. Psicologicamente, il comportamento non solo tende a liberare le tensioni ma anche a costruire tensioni; se questo cessa, il paziente è un cadavere mentale in decomposizione nello stesso modo in cui un organismo vivente diventa un corpo in decomposizione quando le tensioni e le forze che lo trattengono dall'equilibrio sono cessate.
 
La vita, vale la pena di essere vissuta? Dipende tutto da chi la vive.
 
La vita di un individuo è causata dei suoi geni e serve alla loro riproduzione.
 
Io penso che una caratteristica essenziale della vita di un essere vivente sia il fatto di essere soggetto e oggetto allo stesso tempo, in una interazione circolare (basata sul feedback) tra il ruolo di soggetto e quello di oggetto.
 
La vita, per mantenersi e riprodursi, ha bisogno di particolari interazioni tra l'essere vivente e il mondo esterno, cioè il suo ambiente. Da tale bisogno fondamentale derivano tutte le motivazioni ovvero le strategie di sopravvivenza e riproduzione di ogni essere essere vivente e le associate relazioni ecologiche e sociali. I desideri sono infatti trasformazioni di bisogni e tutti loro fanno capo ad un bisogno primario, che è quello dei geni, di riprodursi. In tale contesto, il piacere e il dolore sono gli strumenti con cui la vita, ovvero la natura, costringe gli animali capaci di sentimenti (tra cui l'uomo) a vivere e a riprodursi attraverso la soddisfazione dei propri bisogni.
 
La vita è sempre creazione, imprevedibilità e, nello stesso tempo, conservazione integrale e automatica dell'intero passato.
 
La vita è un dramma di cui siamo al tempo stesso protagonisti e spettatori.
 
È il libero amore l'essenziale della vita, come anche la libera conoscenza. Sbarazzarsi dell'inessenziale, questo è essenziale per l'uomo.
 
La mia vita è un esperimento di cui sono la cavia.
 
Invece di viverla, passò la vita cercando di capirla.
 
Ogni organismo vivente è il mezzo, lo strumento, il metodo, il progetto, il sistema, la strategia con cui i suoi geni si riproducono, e non il contrario.
 
Ogni progetto particolare, qualunque esso sia, ha senso soltanto in quanto è parte di un progetto più generale. Tutti gli adattamenti funzionali degli esseri viventi, al pari di tutti gli artefatti di loro produzione, realizzano progetti particolari che si possono considerare come aspetti o frammenti di un unico progetto primitivo, cioè la conservazione e la moltiplicazione della specie.
 
Vivi come se dovessi morire domani e pensa come se non dovessi morire mai.
 
La finalità di una struttura vivente è mantenere la propria struttura, struttura complessa in un ambiente meno complesso. Un'altra finalità immediata non è pensabile altrimenti non sarebbero mai esistite strutture viventi perché sarebbero state interamente soggette all'entropia.
 
Quando sei nato eri esistenza allo stato puro; se quando morirai sarai un dottore, un ingegnere o un professore, vuol dire che nella vita sei stato un perdente.
 
Chi ama la vita non vuole cambiarla.
 
La vita è uno sforzo che sarebbe degno di miglior causa.
 
Siamo tutti figli e servi dello stesso padrone: la logica della specie. Col piacere e col dolore ci usa per riprodursi e, finito il nostro gioco più o meno creativo e più o meno felice, di noi non resta che qualche idea per qualcun altro.
 
Nella vita come in tram quando ti siedi è il capolinea.
 
La "vita" e la "mente" sono processi sistemici.
 
Di norma, gli esseri non viventi sono formati e regolati solo da energie; quelli viventi, da informazioni connesse con energie. I computer sono un'eccezione, in quanto sono regolati da informazioni connesse con energie, ma non sono viventi. O meglio, sono quasi viventi essendo (per ora) incapaci di riprodursi.
 
Non possiamo vivere senza padroni reali o virtuali. Nel migliore dei casi possiamo sceglierli o modificarne qualche aspetto.
 
La vita è come una commedia: non è importante quanto è lunga ma come è recitata.
 
Noi non viviamo che per mantenere la nostra struttura biologica, siamo programmati per questo unico fine da quando l'uovo è stato fecondato, e ogni struttura vivente non ha altra ragione d'essere, che di essere.
 
La nostra vita è il risultato di un enorme numero di eventi microscopici e macroscopici che avvengono simultaneamente, in ogni momento, nel nostro organismo e al di fuori di esso. Alcuni di tali eventi sono casuali, altri seguono logiche innate o apprese di cui siamo per lo più inconsapevoli.
 
La vita si svolge a vari livelli di organizzazione: molecolare, cellulare, tessuti, organi, corpi, gruppi, società, ecologia, biosfera. All'interno di ogni livello, e tra diversi livelli, avvengono interazioni determinate da leggi fisiche, da logiche e dal caso.
 
Ho sempre amato la vita. Chi ama la vita non riesce mai ad adeguarsi, subire, farsi comandare.
 
La vita è una malattia trasmessa per via sessuale.
 
Le gioie di questa vita non sono le sue, ma sono la nostra paura di ascendere a una vita superiore; i tormenti di questa vita non sono i suoi, ma sono i tormenti che infliggiamo a noi stessi per via di quella paura.
 
Spera per il meglio ma aspettati il peggio. La vita è una commedia. Nessuno ha fatto le prove.


 
La vita è un lungo malinteso.
 
Non si vive neppure una volta.
 
Si vis vitam, para mortem (se vuoi la vita, preparati alla morte).
 
Nessun essere vivente viene creato. Ognuno nasce come risultato di una riproduzione, cioè come copia (perfetta o con qualche errore) di un altro essere, o come miscuglio casuale delle copie di altri due.
 
Pregare è pensare al senso della vita.
 
Non ci si angoscia per «questo» o per «quello», ma per il nulla che ci precede e che ci attende.
 
Nella vita siamo tutti di passaggio.
 
Una vita non è importante che per l'impatto che ha nella vita degli altri.
 
Non credo che esistano dei fini, se non nelle menti degli esseri viventi. Il fine ultimo di una mente è quello di vivere per vivere. IN altre parole, la vita è fine a se stessa.
 
Le informazioni sono la base non solo delle funzioni cognitive e logiche consce e inconsce di noi umani, ma della stessa vita animale e vegetale a tutti i livelli.
 
La vita è una somma di tutte le tue scelte.
 
Vita: per rischi ed effetti collaterali, chiedere al vostro filosofo di fiducia.
 
Alla fine della vita il bilancio consisterà in cosa ho dato agli altri, cosa ho avuto da loro e cosa abbiamo fatto insieme.
 
Voglio fare della mia vita un’opera d’ingegno.
 
La vita è per lo più una prigione e una schiavitù. Siamo infatti tutti prigionieri e schiavi dei nostri corpi, dei nostri schemi mentali e delle nostre comunità, con pochi margini di libertà, come la possibilità di trasformare o sostituire schemi e comunità. Anche la sensazione di indipendenza che a volte proviamo è un effetto della nostra cattività, come ogni altra illusione.
 
Ogni essere vivente (compreso l'uomo) è il risultato dell'interazione tra le parti che lo compongono.
 
La vita è un gioco d'azzardo.
 
Le prime forme di vita erano costituite essenzialmente solo degli apparati digerenti. L'evoluzione dei sistemi nervosi, fino alla coscienza umana, può essere considerata come lo sviluppo di tecniche, metodi e strategie per favorire l'ottenimento del cibo, la sopravvivenza e la riproduzione degli individui.
 
Una vita mancata è un rimpianto; una vita inutile è un rimorso.
 
La vita è lunga se è piena.
 
La vita è terribile. È lei che ci governa, non noi che la governiamo.
 
La vita di un umano è un continuo incontro/scontro con altri umani.
 
Nonostante tutte le perdite e le privazioni che ho subito, io amo ardentemente la vita, amo la vita per la vita e, davvero, è come se tuttora io mi accingessi in ogni istante a dar inizio alla mia vita [...] e non riesco tuttora assolutamente a discernere se io mi stia avvicinando a terminare la mia vita o se sia appena sul punto di cominciarla: ecco il tratto fondamentale del mio carattere; ed anche, forse, della realtà.
 
La vita è questo, una scheggia di luce che finisce nella notte.
 
Le strutture viventi possono essere soltanto se divengono; possono esistere soltanto se mutano. Trasformazione e crescita sono qualità inerenti al processo vitale.
 
La vita, a mio parere, può essere definita (anche) come continue trasformazioni e riproduzioni di aggregati di materie organiche e di informazioni, regolate da informazioni consce o inconsce.
 
Tutto sarebbe più semplice se nascessimo con le istruzioni per l'uso e la data di scadenza.
 
Il pericolo maggiore che possa temere l'umanità non è una catastrofe che venga dal di fuori, non è né la fame né la peste, è invece quella malattia spirituale, la più terribile, perché il più direttamente umano dei flagelli, che è la perdita del gusto di vivere.
 
I nostri organismi interagiscono con i loro ambienti per conservarsi e riprodursi, finché non si disgregano.
 
Per una volta chiediamoci, in tutta serenità, visto che ormai non abbiamo più nulla da perdere: perché vivere?
 
La vita è una malattia ereditaria.
 
La mia vita non mi appartiene, io le appartengo.
 
Per capire quale sia il senso della vita bisogna prima stabilire cosa sia la vita, cosa sia il senso e cosa sia il capire.
 
La vita è bella e brutta, dipende dal punto di vista e dall'inquadratura.
 
La vita è interazione, e la qualità della vita dipende dalla qualità delle interazioni. Perciò è importante che queste siano indagate e studiate. Tale è lo scopo della filosofia sistemica.
 
Amo ferocemente, disperatamente la vita. E credo che questa ferocia, questa disperazione mi porteranno alla fine. Amo il sole, l’erba, la gioventù. L’amore per la vita è divenuto per me un vizio più micidiale della cocaina. Io divoro la mia esistenza con un appetito insaziabile. Come finirà tutto ciò? Lo ignoro.
 
Abbiamo due doveri ai quali non possiamo sottrarci: vivere e morire.
 
I sistemi viventi sono unità di interazione; essi esistono in un ambiente. Da un punto di vista puramente biologico non possono essere compresi indipendentemente da quella parte dell'ambiente con cui interagiscono: la nicchi; né la nicchia può essere definita indipendentemente dai sistemi viventi che la specificano
 
Ognuno può dare un senso alla propria vita come crede. Il senso della vita è soggettivo. Tuttavia ognuno è responsabile, nei confronti degli altri, del senso che dà alla propria vita.
 
La vita è un compromesso con la mediocrità.
 
Moriremo senza aver capito cos'è la vita.
 
La vita costituisce entropia negativa.
 
Noi non viviamo, ma siamo (veniamo) vissuti. Non siamo soggetti, ma oggetti, vettori e replicatori di vita. Non siamo nati per nostra scelta, e cesseremo di vivere quando le leggi della natura lo determineranno. Possiamo decidere se accettare o rifiutare il nostro destino, ma si tratta di una scelta obbligata dal dolore che il rifiuto non farebbe che aumentare.
 
La mia incompetenza a vivere sfiora il sublime.
 
Spesso il vivere a lungo non è un lungo vivere ma è un lungo morire.
 
Siamo come gli attori della commedia dell'arte, che improvvisano su un canovaccio scritto dalla Natura.
 
La sola cosa che si dovrebbe insegnare ai giovani è che non c'è niente, diciamo quasi niente, da aspettarsi dalla vita. Sogniamo una Carta delle Delusioni che elenchi tutti i disinganni riservati ad ognuno, da affiggere nelle scuole.
 
Ogni vita si nutre di altre vite.
 
La vita è come la tua prima partita di scacchi. Quando inizi a capire come funziona hai già perso.
 
La vita dona raramente ciò che ci si aspetta da essa.
 
Alla base dell'assunzione delle droghe, di tutte le droghe, anche del tabacco e dell'alcol, c'è da considerare se la vita offre un margine di sensosufficiente per giustificare tutta la fatica che si fa per vivere. Se questo senso non si dà, se non c'è neppure la prospettiva di poterlo reperire, se i giorni si succedono solo per distribuire insensatezza e dosi massicce di insignificanza, allora si va alla ricerca di qualche anestetico capace di renderci insensibili alla vita.
 
È interessante la diversità di opinioni sul senso della vita da parte di noti intellettuali e artisti. Non ci preoccupiamo dunque se non abbiamo idee chiare in proposito.
 
La vita è una donna sdraiata, con seni accostati e rigonfi, con una gran pancia liscia e molle fra i fianchi sporgenti, con braccia sottili, cosce piene e occhi socchiusi, che nella sua provocazione splendida e beffarda esige il nostro più fervido ardore.
 
Esistere significa cambiare, cambiare significa maturare, maturare significa continuare a creare se stessi incessantemente.
 
Nella vita, una tragedia ridimensiona tante commedie.
 
Il modo più semplice e sicuro per ridurre il numero delle morti è ridurre il numero delle nascite.
 
Gli uomini somigliano a orologi che vengono caricati e camminano, senza sapere il perché; ed ogni volta che un uomo viene generato e partorito, è l'orologio della vita umana di nuovo caricato, per ripetere ancora una volta, fase per fase, battuta per battuta, con variazioni insignificanti, la stessa musica già infinite volte suonata.
 
Un tempo, davanti a un morto, mi chiedevo: "A che gli è servito nascere?". Ora mi faccio la stessa domanda davanti a ogni vivo.
 
Ciò che importa non è la vita eterna, ma l'eterna vivacità.
 
La via che percorriamo nel tempo è cosparsa dei frammenti di tutto ciò che cominciavamo ad essere, di tutto ciò che avremmo potuto diventare.
 
È bene organizzare la vita come una serie di rischiose avventure condotte a partire da una base sicura.
 
… vivisezione, che per me è un crimine orrendo. L'uomo, l'uomo: ma dove sta scritto che l'uomo abbia più diritto a vivere del cane o dello stambecco?
 
La vita è una scuola di separazione.
 
La vita, più è vuota e più pesa.
 
È davvero incredibile, come insignificante e priva di senso, vista dal di fuori e, come opaca e riflessiva, sentita dal di dentro, trascorra la vita di quasi tutta l’umanità. è un languido aspirare e soffrire, un sognante traballare attraverso le quattro età della vita fino alla morte, con accompagnamento d’una fila di pensieri triviali.
 
Considera ogni giornata come una vita a se stante.
 
Per infiniti anni non sono esistito, per infiniti anni non esisterò. Rispetto all'eternità la mia vita è infinitamente breve, insignificante e di nessuna importanza. E allora di cosa dovrei preoccuparmi? Di soffrire il meno possibile. Ogni altro scopo è ridicolmente inutile, effimero e illusorio.
 
La vita e la morte dell'individuo sono entrambe necessarie per la conservazione della sua specie.
 
Vivere improvvisando significa fare cambiamenti causali nel proprio comportamento e osservarne gli effetti, mantenendo i cambiamenti che hanno avuto un effetto piacevole e smettendo quelli che hanno avuto un effetto spiacevole.
 
La vita dei più non è che una diurna battaglia per esistenza, con la certezza della sconfitta finale. Ma ciò che li fa perdurare in questa sì travagliata battaglia non è tanto l’amore della vita, quanto la paura della morte, la quale nondimeno sta inevitabile nello sfondo, e può a ogni minuto sopravvenire. La vita stessa è un mare pieno di scogli e di vortici, cui l’uomo cerca di sfuggire con la massima prudenza e cura; pur sapendo, che quand’anche gli riesca, con ogni sforzo e arte, di scamparne, perciò appunto si accosta con ogni suo passo, ed anzi vi drizza in linea retta il timone, al totale, inevitabile e irreparabile naufragio: alla morte.
 
Ogni giorno vissuto è un giorno in meno da vivere.
 
Sono vivo, anche se vivere non è la mia specialità.
 
Esistiamo fintanto che siamo ricordati.
 
Nessuno ha il diritto di non soffrire e di non morire.
 
Irresponsabile della mia nascita, ho un alibi di ferro: non c'ero.
 
La vita è interazione e consumo.
 
La vita è una metafora del teatro, e viceversa.
 
Mente, psiche, anima, spirito, sono la stessa cosa, ovvero sinonimi. Sono il software della vita. Esso può essere in tutto o in parte copiato da un vivente ad un altro e scritto in opere letterarie e artistiche, le quali non sono altro che simulazioni parziali della vita e dei rapporti umani. Lo scopo di tali opere è quello di facilitare la costruzione di paradigmi di interazione.
 
La prima disgrazia di un essere umano, il suo primo incontro con l'ingiustizia del mondo, è il fatto di non poter scegliere i propri genitori, e di non poterli nemmeno giudicare, almeno nei primi anni di vita.
 
La vita è un compromesso.
 
Voglio fare della mia vita un romanzo.
 
La vita ideale: fare solo cose indispensabili.
 
La vita è teatro, ma non sono ammesse le prove.
 
La vita è un conflitto di interessi.
 
Se una lezione ho imparato riguardo a questa cosa strana che è la vita, è che conviene viverla come se... Come se fossero reali tutte le larve che ci siamo inventate (amore, amicizia, famiglia, gloria, Dio...), di cui si maschera il niente.
 
Tutto può essere utile, nulla sufficiente.
 
La vita interiore e quella esteriore sono interdipendenti e non puoi comprendere l'una senza comprendere l'altra.
 
La vita è un compromesso temporaneo.
 
La vita è essenzialmente un fatto riproduttivo. Infatti si può dire che è vitale ciò che si riproduce, non solo in senso genetico, ma anche in senso culturale. Intendo il caso in cui le idee o il comportamento di un individuo vengono appresi (ovvero riprodotti) da un altro. Attraverso questa riproduzione culturale il comportamento di un individuo influenza la vita di un altro.
 
Ogni organismo deve essere trattato come un tutto; in altre parole, un organismo non è una somma algebrica, una funzione lineare dei suoi elementi, ma sempre qualcosa di più. Sembra che attualmente non ci si renda conto che questa semplice e innocente affermazione comporta una completa revisione strutturale del nostro linguaggio...
 
La vita potrebbe essere divisa in tre fasi: Rivoluzione, Riflessione e Televisione.Si comincia con il voler cambiare il mondo e si finisce col cambiare i canali. 
 
Si vive una sola volta. E qualcuno neanche una.
 
Mangiare è uno dei quattro scopi della vita... quali siano gli altri tre, nessuno lo ha mai saputo.
 
Vivere, in generale, significa essere in pericolo.
 
Questa è la legge della vita: chi non è adatto ad un certo ambiente deve (1) emigrare in un ambiente più favorevole, (2) cambiare l'ambiente per adattarlo a sé, (3) cambiare se stesso per adattarsi all'ambiente, (4) estinguersi, o (5) praticare una combinazione di tali strategie.
 
A mio avviso, la vita consiste in continue trasformazioni organizzate (ordinate e casuali) di materie, energie e informazioni nello spazio/tempo.
 
Ogni forma di vita è una strategia di riproduzione.
 
La vita è una donna sdraiata, con seni accostati e rigonfi, con una gran pancia liscia e molle fra i fianchi sporgenti, con braccia sottili, 
 
Un essere umano è come una foglia dell’albero della sua specie, che deve essere sostituita periodicamente da una nuova affinché l’albero sopravviva. Lo stesso vale per ogni altro essere vivente.
 
Essendoci il nulla all'ingresso e all'uscita della nostra vita, insopprimibile sorge la domanda che chiede il senso del nostro esistere.
 
La vita è uno stato mentale. (Dal film "Oltre il giardino" --- "Being there")
 
La sopravvivenza dipende da due fenomeni o processi contrastanti, due modi di raggiungere l'adattamento. Come Giano, l'evoluzione deve sempre guardare in due direzioni: all'interno, verso la regolarità dello sviluppo e la fisiologia delle creature viventi, e all'esterno, verso i capricci e le esigenze dell'ambiente.
 
Noi dobbiamo la nostra esistenza innanzitutto al DNA e alla biosfera. Senza di essi non saremmo mai nati né avremmo mai vissuto.
 
La vita non ha senso a priori. Prima che voi la viviate la vita di per sé non è nulla; sta a voi darle un senso e il valore non è altro che il senso che scegliete.
 
Se vivi abbastanza a lungo, vedrai che ogni vittoria si muta in una sconfitta.
 
L'interazione è funzionale alla vita, la comunicazione è funzionale all'interazione, il pensiero è funzionale alla comunicazione, il pensiero è dunque funzionale all'interazione e alla vita.
 
Ognuno è quello che è, in parte per necessità e in parte per caso (sia in senso genetico che culturale).
 
Quel che tutti i viventi occupa e tiene in molto è la fatica per esistenza. Ma dell’esistenza, una volta che sia loro assicurata, non sanno cosa fare: perciò il secondo impulso, che li fa muovere, è lo sforzo di alleggerirsi dal peso dell’essere, di renderlo insensibile, di “ammazzare il tempo”, ossia di sfuggire alla noia. Quindi vediamo, che quasi tutti gli uomini al riparo dei bisogni e delle cure, quand’abbiano alla fine rimosso da sé tutti gli altri pesi, si trovano esser di peso a se stessi, e hanno per tanto di guadagnato ogni ora che passi, ossia ogni sottrazione fatta a quella vita appunto, per la cui conservazione il più possibile lunga avevano fino allora impiegate tutte le forze.
 
Non è la specie più intelligente a sopravvivere e nemmeno quella più forte. E’ quella più predisposta ai cambiamenti.
 
Della vita, metà è desiderio, e metà insoddisfazione. La vita è un atroce burletta.
 
Non mi sono mai abituato alla vita.
 
Esistere è osare gettarsi nel mondo.
 
La vita è quello che succede mentre tu stai facendo altri progetti.
 
Conviene, a chi nasce, molta oculatezza nella scelta del luogo, dell'anno, dei genitori.
 
La vita è basata sull'interazione e la riproduzione.
 
In ogni istante miliardi di esseri viventi vengono distrutti da miliardi di altri esseri viventi, e non possiamo evitarlo. Anche noi umani siamo tra i distruttori. Più precisamente, siamo generatori e distruttori di vite.
 
Chiedersi quale sia il senso della vita non ha senso.
 
La vita o la si vive o la si scrive.
 
Non abbiamo scelto di nascere e, tranne in rari casi, non sceglieremo di morire.
 
Solo i poveri riescono ad afferrare il senso della vita, i ricchi possono solo tirare a indovinare.
 
La vita è involontaria.
 
Gran parte della vita di un essere umano consiste nell'immaginare o nel credere di vivere una vita diversa da quella reale.
 
La vita di un individuo serve a mantenere quella della sua specie. La vita di una specie serve a mantenere se stessa.
 
Nessuna vita è sicura.
 
Un essere vivente vive grazie alle particolari interazioni tra le sue parti, le cui regole sono determinate dal particolare codice genetico e dal particolare codice culturale acquisito attraverso le particolari esperienze.
 
La "creatura" (il mondo vivente) dipende dal "pleroma" (il mondo non vivente); il pleroma, invece, non dipende dalla creatura anche se può essere trasformato da essa.
 
Cerca la tua strada, e se non la trovi, costruiscila.
 
Ogni essere vivente è un esemplare di una specie biologica. Ogni specie è caratterizzata da un insieme di bisogni particolari la cui insoddisfazione prolungata causa la sofferenza, la malattia e la morte dell'esemplare insoddisfatto.
 
Le cose buone della vita sono illegali, immorali o fanno ingrassare.
 
L'uomo riproduce e si riproduce, con variazioni accidentali.
 
L’uso migliore della vita è di spenderla per qualcosa di più duraturo della vita stessa.
 
La vita è come andare in bicicletta: se vuoi stare in equilibrio devi muoverti.
 
Il ciuffetto d'erba che affiora tra gli interstizi di un muro a secco e l'uomo che arranca sullo scosceso sentiero della vita sono spinti dalla stessa forza metafisica.
 
La vita, per chi la vive, è fatta di piaceri e dolori, desideri e paure, che la mente (conscia e inconscia) cerca di gestire come meglio può.
 
La vita in se stessa è una tela vuota; diventa ciò che tu dipingi su di essa. Puoi dipingere infelicità, puoi dipingere estasi. Questa è la tua gloria.
 
Tutti muoino, ma non tutti vivono veramente.
 
Chi sono? Una vita tra tante che cerca di evitare il dolore e di godere di gioie non troppo costose.
 
Chi si risparmia fa spreco della propria vita.
 
Invece di chiemermi perché vivo, mi chiedo per chi vivo.
 
È di primaria importanza che la nostra risposta all'enigma della Sfinge sia coerente con il modo in cui non conduciamo la nostra civiltà, e questo dovrebbe a sua volta essere coerente con l'effettivo funzionamento dei sistemi viventi.
 
La domanda fondamentale è infatti: qual è lo scopo della vita? Diventare più umani o produrre di più?
 
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