Forse la natura, prevedendo che l'eternità sarebbe stata insopportabile, ha voluto escogitare, con la morte, un ricambio di attori sulla scena del mondo
Ciò che simboleggia meglio la vanità di tutte le cose, fama letteraria compresa, è il fiore di zucca: dura appena lo spazio di un giorno, poi appassisce e muore.
Il Danubio scorre in silenzio. Sono i ruscelli o i rigagnoli che fanno rumore. Così sono anche gli uomini: il saggio tace, l'ometto imbecille si agita e strepita.
Il ciuffetto d'erba che affiora tra gli interstizi di un muro a secco e l'uomo che arranca sullo scosceso sentiero della vita sono spinti dalla stessa forza metafisica.
Tutti gli animali, asini compresi, fanno quello che Venere comanda, però hanno il buon gusto di non parlarne. L'animale uomo, invece, ci scrive sopra montagne di romanzi.
Quando sento parlare di cultura m'irrigidisco. Ho sempre il sospetto che quelli che si riempiono la bocca di cultura siano dei ciarlatani. Le Muse sono discrete e non amano il proscenio.
A proposito di Cristo in croce: e se egli, anziché i peccati dell'uomo, avesse espiato quelli di suo padre? Creare un mondo come questo, comunque lo si consideri, non sembra davvero un atto di bontà.
Se i tedeschi sono goffi e pesanti, gli italiani sono soltanto goffi e ricorrono ai tedeschi per zavorrarsi lo spirito. Come? Masticando il chewing-gum filosofico dei vari Hegel e Heidegger, oppure facendo gli strilloni e i muezzin di Nietzsche.
L'artiglieria dei preti: le campane. Uno dei più grossi calibri di tale artiglieria, se non addirittura il più grosso, è la campana del duomo di Santo Stefano qui a Vienna. La chiamano Pummerin e pesa 22 tonnellate. Fu fatta con il bronzo dei cannoni presi ai turchi. La stretta parentela tra cannoni e campane è dunque provata.
Tutti parlano dell'imprinting delle oche a opera di Konrad Lorenz. Ma i preti che imprimono i loro dogmi metafisici nel tenero cervello dei bambini fanno forse qualche cosa di diverso? L'unica differenza sta nella qualità dell'imprinting, perché le oche imprintate da Lorenz si mettono al seguito di un'intelligenza geniale, mentre i bambini imprintati dai preti diventano più oche delle oche.
Ma come si spiega l'accanimento della Chiesa contro il frate di Nola? La risposta va cercata nella filosofia stessa di Bruno, la quale teorizza non solo che l'universo è infinito, ma che è eterno, cioè che è sempre esistito e sempre esisterà. Tutto questo rende superfluo un dio creatore, che infatti non si saprebbe dove piazzare. Ma se non c'è posto per un dio, non c'è neppure per i chierici, suoi ministri: tutti disoccupati!
L'amore, la più tirannica e violenta delle passioni umane, viene simboleggiato da un angioletto con l'aria coglioncella e con una freccina in mano. Che errore! Dovrebbe essere invece simboleggiato dalla scala Mercalli, perché l'amore, nei gradi più alti della sua intensità, fa più danni e lascia dietro di sé più macerie di una scossa tellurica. Per fortuna non dura a lungo, altrimenti rimarremmo tutti sepolti sotto quella passione.
Certo che sulle rive del Gange nessuno avrebbe perseguitato un filosofo per le sue idee. Là risuona l'alta filosofia delle Upaniṣad, della Bhagavad-Gītā e dei discorsi di Buddha, il cui insegnamento non è latte per bambini ed è cosa ben diversa dalla favoletta di un dio personale che crea il mondo dal nulla e poi lo amministra a proprio piacimento, servendosi di preti quali luogotenenti. Una cosa del genere farebbe semplicemente ridere un buddhista. E che dire delle guerre di religione e dei roghi in nome del buon Dio? Bruciare viva una persona per eresia è una specialità tutta particolare dell'Europa cristianizzata.