Citazioni di Simone De Beauvoir

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Mentire, è offendere Dio.
Esistere è osare gettarsi nel mondo.
La vecchiaia è la parodia della vita.
Non s’arriva mai a possedere il mondo.
In tutte le lacrime indugia una speranza.
La fatalità trionfa non appena si crede in lei.
Che cos’è un adulto? Un bambino gonfio di anni.
La bellezza si racconta ancora meno della felicità.
Invecchiare è definirsi e stabilire i propri limiti.
Una donna che non ha paura degli uomini, fa loro paura.
Davanti a un ostacolo insormontabile, ostinarsi è idiota.
Ero fatto per un altro pianeta, ho sbagliato destinazione.
L'uomo serio è pericoloso; è naturale che diventi tiranno.
Il senso di un avvenimento del passato è sempre revocabile.
Una donna libera è l’assoluto contrario di una donna leggera.
Non si trasforma la propria vita senza trasformare se stessi.
Per entrare nel segreto delle cose, prima bisogna darsi a esse.
Quello che c'è di scandaloso nello scandalo, è che ci si abitua.
Non si finisce mai di imparare perché non si finisce mai di ignorare.
Invidiai un cuore capace di battere all’unisono con l’intero universo.
La società non si cura dell’individuo che nella misura in cui esso renda.
Si vede bene come l’ingenuità maschile sia talvolta addirittura disarmante.
La gente simpatizza più volentieri con l'infelicità anziché con la felicità.
Lo scrittore originale,fintanto che non è morto del tutto,è sempre scandaloso.
Se vivi abbastanza a lungo, vedrai che ogni vittoria si muta in una sconfitta.
Loro si accontentano di ammazzare il tempo in attesa che il tempo ammazzi loro.
L’atroce contraddizione della collera che nasce dall’amore e distrugge l’amore.
Se tu mi ami come io ti amo, perché perdere tre quarti della vita ad aspettarci?
Mi dicevo che, finché ci sarebbero stati dei libri, la mia felicità era garantita.
Quali che siano le lacrime che si piangono, si finisce sempre per soffiarsi il naso.
Un libro è un oggetto collettivo. I lettori contribuiscono quanto l’autore a crearlo.
La parola a volte non rappresenta che un modo, più scaltro del silenzio, di stare zitti.
La coppia è una comunità i cui membri hanno perso la loro autonomia senza liberarsi della solitudine.
Nessuno è di fronte alle donne più arrogante,aggressivo e sdegnoso dell'uomo malsicuro della propria virilità.
Nessuno è di fronte alle donne più arrogante, aggressivo e sdegnoso dell'uomo malsicuro della propria virilità.
Gli presi una mano e dissi la frase di tutte le donne che cercano di essere tenere: mi piacciono le vostre mani.
Mi è stato più facile pensare un mondo senza creatore, che un creatore pieno di tutte le contraddizioni del mondo.
D’improvviso, l’avvenire esisteva; mi avrebbe cambiata in un’altra che avrebbe detto io e non sarebbe piú stata me.
Riporre la propria salvezza su qualcuno che non sia noi stessi è il piú sicuro mezzo di correre alla propria perdita.
La vecchiaia non può essere compresa se non nella sua totalità; non è soltanto un fatto biologico, ma un fatto culturale.
Questa è ciò che considero vera generosità. Dai tutta te stessa e tuttavia ti senti sempre come se non ti fosse costato nulla.
Tra le donne l'amore è contemplativo, non v'è lotta né vittoria, né sconfitta, ognuna è soggetto e oggetto, schiava e padrona.
Una donna può dedicarsi alle donne perché l’uomo l’ha delusa, ma talvolta l’uomo la delude perché essa cercava in lui una donna.
La vecchiaia da lontano la si prende per una istituzione, ma in realtà si tratta di giovani che all’improvviso si ritrovano vecchi.
L'umanità è maschile e l'uomo definisce la donna non in quanto tale,ma in relazione a se stesso;non è considerata un essere autonomo.
Non sono gli individui a essere responsabili del fallimento del matrimonio: è la sua stessa istituzione a essere originariamente perversa.
È proprio di ogni morale considerare la vitaumana come una partita che si può o vincere o perdere, e insegnare all’uomo il modo di vivere.
Finché la famiglia e il mito della famiglia e il mito della maternità e l'istinto materno non saranno soppressi, le donne saranno oppresse.
E’ facile pensare di essere un sovrano quando sei da solo, considerarti forte mentre eviti con la massima cura di sollevare qualsiasi peso.
Mi sono dimenticata senza problemi di Dio e se ho usato il suo nome, è stato per designare un vuoto che davanti ai miei occhi brillava di pienezza.
Se un dolore viene tenuto temporaneamente lontano, non si può dire che abbia cessato di esistere; è presente persino nella cura con cui si cerca di evitarlo.
Spingendo le mie repulsioni fino al vomito, e i miei desideri fino all’ossessione, un abisso separava le cose che mi piacevano da quelle che non mi piacevano.
Ciò che si cerca negli oggetti di valore non è un godimento immediato: essi servono da tramite col prossimo; il loro prestigio deriva da quello di chi li valuta.
Son sicura che salirò più in alto di tutti loro. È orgoglio? Se non ho genio, sì, ma se ne ho – come a volte credo, come a volte son sicura – è soltanto lucidità.
Chi ha interesse a perpetuare il presente, versa sempre qualche lacrima sul magnifico passato che sta per scomparire, senza accordare un sorriso al giovane avvenire.
Sono un’intellettuale. E mi fa rabbia che si faccia di questa parola un insulto: la gente ha l’aria di credere che tanto meno s’ha cervello, tanto più s’hanno coglioni.
Non è sempre il rifiuto a farsi oggetto che porta la donna all’omosessualità; la maggior parte delle lesbiche cerca al contrario di impadronirsi dei tesori della propria femminilità.
Pochi compiti sono simili alla tortura di Sisifo più del lavoro domestico, con le sue infinite ripetizioni: il pulito diventa sporco, lo sporco viene pulito, più e più volte, giorno dopo giorno.
Il marito quando viene a casa, dopo una giornata in cui ha provato la difficoltà di rapporti con gli uguali o la subordinazione ai superiori, ama sentirsi un capo assoluto e dispensare verità incontestate.
Di per se stessa, l’omosessualità è limitante quanto l’eterosessualità: l’ideale sarebbe essere capaci di amare una donna o un uomo; indifferentemente, un essere umano, senza provare paura, limiti, od obblighi.
La donna infliggendo all’uomo qualche minuto di attesa, protesta contro quella lunga attesa che è la sua vita. In un certo modo tutta la sua vita è un’attesa… poiché la sua giustificazione è sempre nelle mani di un altro.
I complessi, le ossessioni, le nevrosi di cui soffrono gli adulti hanno la loro radice nel passatofamiliare; i genitori che hanno i loro conflitti, i loro problemi, i loro drammi, sono la compagnia meno desiderabile per il bambino.
Ciò che dà alle donne chiuse nell'omosessualità un carattere virile non è la loro vita erotica, che, al contrario, le confina in un universo femminile; è l'insieme delle responsabilità che sono costrette ad assumere in quanto fanno a meno degli uomini.
Non ho mai nutrito l'illusione di trasformare la condizione femminile, essa dipende dall'avvenire del lavoro nel mondo e non cambierà seriamente che a prezzo di uno sconvolgimento della produzione. Per questo ho evitato di chiudermi nel cosiddetto "femminismo".
La suprema felicità per una donna innamorata è quella di venire riconosciuta dall’uomo amato come una parte di se stesso; quando egli dice “noi” lei partecipa al prestigio di lui e con lui regna sul resto del mondo; non si stancherebbe mai di ripeterlo, fino alla noia, quel delizioso “noi”
Il principio del matrimonio è osceno perché trasforma in diritti e doveri uno scambio che dovrebbe essere fondato su uno slancio spontaneo; il marito è spesso reso gelido dall’idea che sta compiendo un dovere e la donna ha orrore di essere consegnata a qualcuno che esercita su di lei un diritto.
V'è quasi sempre un'ambivalenza nel lavoro, che è al tempo stesso un asservimento, una fatica, ma anche una fonte d'interesse, un elemento di equilibrio, e un fattore di integrazione alla società. Quest'ambiguità si riflette nella pensione, che si può considerare come una specie di grande vacanza, o come una caduta tra gli scarti.
Le donne non hanno un passato, una storia, una religione, non hanno come i proletari una solidarietà di lavoro e di interessi, tra loro non c’è neanche quella promiscuità nello spazio che fa dei negri d’America, degli ebrei dei ghetti, degli operai di Saint-Denis o delle officine Renault una comunità. Le donne vivono disperse in mezzo agli uomini, legate ad alcuni uomini – padre o marito – più strettamente che alle altre donne; e ciò per i vincoli creati dalla casa, dal lavoro, dagli interessi economici, dalla condizione sociale.
Si può dire ancora che vi siano delle 'donne'? Certo la teoria dell'eterno femminino conta numerosi adepti [...]; altri sospirano: 'La donna si perde, la donna è perduta.'. Non è più chiaro se vi siano ancora donne, se ve ne saranno sempre, se bisogna augurarselo o no, che posto occupano nel mondo, che posto dovrebbero occuparvi. 'Dove sono le donne?'[...]. Ma innanzi tutto: cos'è una donna? 'Tota mulier in utero: è una matrice', dice qualcuno. Tuttavia parlando di certe donne, gli esperti decretano 'non sono donne', benché abbiano un utero come le altre.
Scrivere [...] è un'attività complessa: è, insieme, preferire l'immaginario e voler comunicare; in queste due scelte si manifestano tendenze assai diverse e a prima vista contrastanti. Per pretendere di sostituire un universo inventato al mondo esistente, bisogna rifiutare aggressivamente quest'ultimo: chiunque vi stia dentro come un pesce nell'acqua e pensi che tutto va bene, non si metterà certo a scrivere. Ma il desiderio di comunicazione presuppone che ci si interessi agli altri; anche se nel rapporto dello scrittore con l'umanità entra dell'inimicizia e del disprezzo.
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