Citazioni su Motivazioni

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Più amici e meno nemici, più inferiori e meno superiori, è ciò che ogni umano, consciamente o inconsciamente, desidera.
 
Il problema di noi umani è che abbiamo bisogno gli uni degli altri, anche di coloro che non amiamo e che non ci amano.
 
Ciò che più conta non è ciò che uno dice o come lo dice, ma perché lo dice.
 
Si fa tutto per piacere, o per paura del dolore.
 
Un'entità (cosa, persona, idea ecc.) può essere percepita (consciamente o inconsciamente) come soggetto e/o oggetto di bisogni, cioè come qualcosa che ha bisogni propri e/o che può soddisfare bisogni altrui.
 
Diciamo spesso "perché" senza specificare il significato di questo avverbio (o congiunzione). Infatti esso può avere due significati molto diversi: causalità o finalità. Se, ad esempio, chiedo ad una persona "perché hai fatto questo?" potrei intendere (1) cosa ha causato l'azione che hai compiuto? oppure (2) a quale scopo hai voluto compiere questa azione? Nel secondo caso si dà per scontato che l'azione era consapevole e volontaria, nel primo no.
 
I desideri sono la parte superficiale dei bisogni.
 
Tutto ciò che facciamo, lo facciamo per soddisfare dei bisogni. Questo vale per tutti gli esseri viventi e i loro organi, a cominciare dalle cellule.
 
Quando si tratta di spiegare le proprie motivazioni, non credo a nessuno, nemmeno a me stesso.
 
Il lato positivo della fame è che ti motiva a cercare cibo e ti fa contento quando lo trovi. Senza bisogni, nessuna soddisfazione.
 
Gli esseri umani sentono il bisogno "etico" di giustificare il loro comportamento rispetto agli altri, e lo fanno normalmente falsificando, mistificando o nascondendo le loro vere motivazioni, essendo queste quasi sempre politicamente scorrette.
 
Dacci oggi il nostro like quotidiano.
 
Ho bisogno di un ostacolo da superare, di un nemico da combattere, di una sfida a cui rispondere, di un padrone a cui ribellarmi, di un problema da risolvere, di un bisogno da soddisfare.
 
Ciò che l'uomo segretamente più desidera è che gli altri obbediscano ai suoi voleri, cioè che pensino come lui vuole e facciano ciò che lui vuole.
 
Ognuno ha bisogno di qualcuno.
 
L'uomo ha un incontenibile bisogno di condividere spazio, tempo, massa, energia e informazone con altri umani.
 
Abbiamo tutti, chi più, chi meno, bisogno e paura degli altri. In alcuni prevale generalmente il bisogno, in altri la paura. In una stessa persona a volte prevale il bisogno, altre volte la paura.
 
I bisogni di un essere umano possono essere contrastanti, cioè antagonisti, sia tra di loro che rispetto ai bisogni altrui. Le miserie dell'umanità, sia a livello individuale che sociale, sono dovute principalmente a tali antagonismi.
 
Credo che si abbia nelle cose a vedere il fine e non il mezzo.
 
Su ogni bisogno si può fondare una psicologia.
 
Il mondo è un'ecologia di bisogni.
 
L'uomo fa ciò che fa perché sente il bisogno o il desiderio di farlo, non per una scelta razionale. La ragione cosciente serve a giustificare le proprie motivazioni e azioni, che sono in realtà il risultato di logiche e meccanismi inconsci (innati e appresi) che la psicologia dovrebbe indagare.
 
I nostri bisogni comandano e noi obbediamo.
 
Un essere umano, per concedere i suoi favori ad un altro vuole sempre qualcosa in cambio, qualcosa che soddisfi qualche suo bisogno o desiderio, compresi i bisogni di dare, di aiutare, di accudire, di servire, di partecipare, di appartenere ecc.
 
Non fare una cosa perché non si può fare completamente o perfettamente è una scusa tipica dei pigri e degli incapaci.
 
Il piacere nasce dalla soddisfazione di un bisogno o desiderio. Perciò non ci può essere piacere se prima non vi è un bisogno o desiderio da soddisfare.
 
In ogni momento ognuno desidera ottenere qualcosa dal resto del mondo.
 
Il nostro bisogno di comunità ci induce ad amare tutto ciò che ci accomuna agli altri, mentre il nostro bisogno di competizione ci induce ad amare tutto ciò che ci avvantaggia rispetto agli altri.
 
O natura, fammi capire di cosa ho bisogno e cosa devo evitare.
 
Viviamo perché abbiamo bisogno di vivere; moriamo perché abbiamo bisogno di morire. Non siamo noi a decidere di cosa abbiamo bisogno, ma qualcosa dentro di noi.
 
Conoscere se stessi significa conoscere la natura umana, i propri bisogni e le proprie logiche di soddisfazione. Il rischio è che sia i bisogni che le logiche di soddisfazione possono essere incompatibili con quelli altrui o censurati dalla comunità di appartenenza.
 
Ogni umano desidera appartenere, con uno status adeguato al proprio valore, ad un insieme sociale avente uno status adeguato al proprio valore.
 
Ho bisogno di sapere di cosa ho bisogno.
 
Conosciamo i nostri bisogni attraverso il piacere e il dolore che proviamo quando sono, rispettivamente, soddisfatti e insoddisfatti.
 
Un essere umano si comporta in un certo modo perché si aspetta di ricavarne un piacere o un vantaggio, oppure perché ha paura di ricavare un dolore o uno svantaggio non comportandosi in quel modo.
 
Tutto ciò che un essere umano fa ha uno o più motivi, anche se non riusciamo a comprenderli, anche se nemmeno chi agisce li comprende, anche se sono nocivi per la propria persona.
 
Tra emozione e motivazione c'è un rapporto molto stretto nel senso che l'una condiziona l'altra. Infatti l'emozione consiste in piacere e dolore, e la motivazione consiste nella ricerca del piacere e nell'evitamento del dolore. D'altra parte proviamo piacere quando riusciamo a soddisfare una motivazione, e soffriamo quando non vi riusciamo.
 
La soddisfazione di ciascun bisogno umano facilita la soddisfazione di ogni altro bisogno. In altre parole, i bisogni umani si aiutano reciprocamente.
 
Perseguire un obiettivo che cambia continuamente e che non è mai raggiunto è forse l’unico rimedio all’abitudine, all’indifferenza, alla sazietà. E’ tipico della condizione umana ed è l’elogio della fuga, non per indietreggiare ma per avanzare. E’ l’elogio dell’immaginazione, di un’immaginazione mai attuata e mai soddisfacente. E’ la rivoluzione permanente, ma senza uno scopo obiettivo, consapevole di certi meccanismi e capace di adoperare mezzi sempre più perfezionati ed efficaci, in grado di utilizzare leggi strutturali senza mai accettare una struttura chiusa, uno scopo da raggiungere.
 
I più non si chiedono perché fanno ciò che fanno, né se, né come, potrebbero far meglio.
 
Un bisogno importante di ogni essere umano è quello di sentirsi dire, ogni giorno, dal maggior numero di persone: "Tu sei giusto".
 
Quanto è più saggio dell'uomo l'animale, che conosce la misura del suo bisogno, mentre l'uomo la ignora.
 
Solo quando il grado di un disturbo supera una certa soglia si innesca la motivazione ad eliminare le cause.
 
Dato che siamo geneticamente uguali ai nostri antenati di 20000 anni fa, si può affermare che i nostri bisogni innati siano gli stessi dell'uomo di allora, e che tutti gli altri bisogni dell'uomo odierno siano indotti dalla cultura in cui vive.
 
Spesso, nei rapporti con gli uomini, è necessario fingere benevolmente di non indovinare i motivi delle loro azioni.
 
Quando non so dove andare sento il bisogno di essere guidato.
 
Una persona insoddisfatta costituisce un pericolo per la società.
 
Ognuno ha bisogno della società ma la società non ha bisogno di nessuno in particolare.
 
Ognuno di noi vorrebbe che gli altri cambino o facciano qualcosa per meglio soddisfare i nostri bisogni.
 
L'arte di vivere consiste nel conciliare il bisogno di appartenenza con quello di libertà.
 
Come si fa agile la mente quando si tratta di trovare delle ragioni che
giustifichino ciò che ci piace!
 
Per star bene è necessario soddisfare i propri bisogni. Per soddisfare i propri bisogni bisogna conoscerli. Quindi, per stare bene è necessario conoscere i propri bisogni.
 
Nessun cosa è sufficiente, abbiamo bisogno di tante cose diverse.
 
La vita è causa ed effetto di attrazioni e repulsioni.
 
Gli esseri umani sono portatori. più o meno consapevoli. di bisogni, di strategie per la loro soddisfazione e di sentimenti che corrispondono al loro grado di soddisfazione.
 
Cosa cerco dagli altri? Cosa cercano gli altri da me? Cosa cercano gli uni dagli altri? La soddisfazione dei propri bisogni.
 
Ogni essere vivente è soggetto e oggetto di attrazioni e repulsioni nei confronti di altri esseri (viventi e non viventi). Tra due esseri viventi ci possono essere attrazioni e repulsioni più o meno intense, più o meno reciproche e più o meno consapevoli.
 
Abbiate cura dei mezzi, e i fini si realizzeranno da soli.
 
La tecnologia ha eliminato tanti bisogni, troppi, al punto che oggi siamo a corto di motivazioni.
 
Ogni umano ha il potere e la responsabilità di contribuire a soddisfare o a frustrare i bisogni di ogni altro umano.
 
I commercianti sono le persone più realiste e pragmatiche che ci siano, perché sono abituati a fornire ai clienti solo ciò che i clienti chiedono, e propongono solo merci e servizi capaci di soddisfare i bisogni dei clienti.
 
Da tutte queste considerazioni risulta dunque che noi non ci rivolgiamo con interesse verso una qualche cosa ‐ né la vogliamo, o la desideriamo istintivamente, o la desideriamo consapevolmente ‐ perché giudichiamo che essa sia buona; ma, al contrario, noi giudichiamo buona una cosa perché essa risveglia il nostro interesse, o perché la vogliamo, o perché la desideriamo, istintivamente o consapevolmente.
 
Sperare in cose impossibili sottrae tempo, energie, attenzione e intelligenza a progetti fattibili.
 
Una madre non nutre i suoi piccoli perché li ama, ma perché ha bisogno di nutrirli e, come per tutti i bisogni, prova piacere quando lo può soddisfare e dolore quando non può. Dietro ciò che viene chiamato amore c'è sempre un bisogno, innato o acquisito, di dare e/o ricevere.
 
Tutto deve essere ripensato e rivalutato in funzione dei reali bisogni umani.
 
Io faccio quel che faccio perché sento "automaticamente" il bisogno di farlo.
 
Chi ha bisogno di chi? Per cosa?
 
Il cosiddetto libero arbitrio consiste nello scegliere, ma la scelta è sempre orientata verso la migliore, maggiore e più facile soddisfazione dei nostri bisogni. Solo in caso di indecisione o di indifferenza la scelta può essere casuale, e in tal senso libera.
 
Chi non ha uno scopo non prova quasi mai diletto in nessuna operazione.
 
Nessuna cosa è buona sempre. Ciò che oggi è buono, domani sarà noioso o insufficiente, e perciò non sarà ripetuto nella stessa forma o quantità, fatta eccezione per i riti, i comandamenti morali e le tradizioni popolari, in quanto forme imposte dalla comunità. Siamo dunque condannati a cercare continuamente nuove forme o maggiori quantità di bontà e di piacere.
 
Certi bisogni elementari possono aggregarsi per costituire bisogni di livello più alto.
 
Uno dei bisogni umani più importanti è quello di essere compresi, almeno da una persona. Infatti l'amore è basato sulla reciproca comprensione. Il bisogno di essere compresi è tanto più frustrato quanto più si è diversi dalla normalità ed è talmente forte che i più hanno paura di differenziarsi rispetto ai tipi di persona più comuni. Succede così che molti, non riuscendo ad essere compresi, e soffrendone, tendano inconsciamente a trasformarsi in persone più comprensibili, ovvero più normali, rinunciando ad affermare le loro peculiarità più originali.
 
Nessuna virtù può eguagliare il bisogno.
 
Siamo condannati ad avere bisogni e desideri, e a volerli soddisfare.
 
Ogni elemento di ogni organismo ha dei bisogni che necessitano di essere soddisfatti pena la morte dell'elemento stesso.
 
Da un bel po’ infatti, il filosofo Arthur Schopenhauer ha fatto vedere agli uomini in qual misura tutte le loro azioni e aspirazioni sono determinate da desideri sessuali.
 
Non solo l'uomo agisce per interesse; egli pensa, crede e prova emozioni e sentimenti per interesse.
 
Ognuno è favorevole alle persone, alle cose e alle idee che ritiene (consciamente o inconsciamente) favorevoli alla soddisfazione dei propri bisogni, desideri e interessi (consci e inconsci).
 
La soddisfazione dei bisogni è sempre temporanea e va rinnovata periodicamente.
 
Tante volte, la gente non sa cosa vuole finché non glielo mostri.
 
I nostri principali desideri sono appartenenza, status e libertà. Soddisfarli tutti insieme è impossibile.
 
La vita umana oggi: otto miliardi di portatori di bisogni e desideri. Bisogni e desideri da comprendere, conciliare, regolare e soddisfare per quanto possibile.
 
Il nostro bisogno di condivisione è talmente forte che condividiamo anche le cose più stupide.
 
Sapere in ogni momento cosa ci manca e cosa ci è di troppo, ovvero di cosa abbiamo bisogno e cosa abbiamo in eccesso, è essenziale per una vita soddisfacente.
 
Suppongo che il grande successo di Facebook sia dovuto al fatto che è uno strumento di condivisione, che promette condivisione, della quale l'Uomo ha un forte e insopprimibile bisogno.
 
Siamo doppiamente alienati. Prima perché rinunciamo a soddisfare i nostri bisogni fondamentali per conformarci a norme sociali che non li riconoscono, poi perché rimuoviamo tale alienazione per conformarci a norme che ci impongono di essere felicemente normali.
 
Ogni essere vivente è schiavo dei propri bisogni.
 
Siamo tutti schiavi delle nostre motivazioni involontarie.
 
All'uomo interessa sapere quali pensieri, sentimenti, motivazioni e intenzioni gli altri hanno nei suoi confronti, e poter influenzare a proprio favore quei pensieri, quei sentimenti, quelle motivazioni e quelle intenzioni.
 
I bisogni sono condizionati.
 
Noi conosciamo i nostri bisogni non per mezzo della ragione, ma attraverso i nostri sentimenti.
 
Se non avessimo bisogno e paura gli uni degli altri non saremmo possessivi, né vili, né violenti, né falsi.
 
Chi non ha idee non si batte per la libertà di esprimerle.
 
L'Uomo ha bisogno di bisogni, perché senza bisogni da soddisfare non c'è piacere né dolore, né emozioni né sentimenti, né valori, né motivazioni.
 
Alla domanda «Di cosa ho veramente bisogno?» si può rispondere con la ragione e/o col sentimento, e le risposte possono essere molto diverse tra i due casi.
 
Pragmatismo in sintesi: Non importa ciò che siamo, ma ciò che facciamo, ovvero come interagiamo col resto del mondo, e come soddisfiamo i bisogni e i desideri della nostra persona e quelli altrui.
 
Una «vita soddisfacente» è una riposta positiva alla domanda «Sei soddisfatto della tua vita? Accettersti di continuare a vivere così come la vivi oggi, senza sperare in alcun miglioramento, né in questa vita, né dopo la morte?»
 
Ciò che sto pensando, facendo e subendo, che conseguenze avrà nella soddisfazione dei miei bisogni e nelle mie interazioni con gli altri? Su questa domanda, per lo più inconscia, si fonda la struttura e il funzionamento della psiche.
 
Il bisogno di conoscenza non è prioritario, in quanto è strumentale alla soddisfazione di altri bisogni.
 
L'interesse, la volontà, il desiderio, il bisogno, la paura, orientano e deformano la percezione della realtà.
 
È triste avere bisogno di persone che disprezziamo.
 
Perché dovremmo fare certe cose, in un certo modo, in certe situazioni? A volte facciamo le cose perché ci sentiamo in dovere di farle a causa dell'abitudine, mentre non ce n'è alcun bisogno, né qualcuno ce lo chiede.
 
L'uomo non ha bisogno di libertà dalle regole, ma di regole che soddisfino i suoi bisogni.
 
Così come l'organismo distrugge i neuroni inutilizzati, la psiche rimuove i bisogni la cui continua frustrazione è eccessivamente dolorosa.
 
Difficilmente è amato chi ha molto bisogno di essere amato.
 
Secondo me esiste un bisogno di potenza (tra altri bisogni) innato, più o meno intenso in ogni essere umano che può essere esaltato o inibito dall'educazione, dalle esperienze e dall'interplay con gli altri bisogni.
 
Il punto di partenza di ogni indagine economica è dato dai bisogni umani. Senza bisogni non esisterebbe nessuna economia, nessuna economia sociale, nessuna scienza relativa ad esse. I bisogni sono la causa fondamentale; l'importanza che la loro soddisfazione ha per noi, la misura fondamentale ; la sicurezza della loro sodisfazione, lo scopo finale di ogni economia umana.
 
Ogni essere umano, per sopravvivere e per soddisfare i suoi bisogni, ha bisogno della cooperazione (volente o nolente) di un certo numero di altri esseri umani, e di tutto ciò che può essere utile per ottenerla e mantenerla Allo stesso tempo ha bisogno di evitare tutto ciò che può ostacolare o diminuire tale cooperazione.
 
Chi studia psicologia e filosofia non può non "criticare" i bisogni che gli esseri umani hanno o dicono di avere. La psicologia, e la psicoanalisi in particolare, ci insegnano a non credere a ciò che la gente afferma quando parla di sé. Questo vale ovviamente anche per lo stesso studioso. Io infatti non mi fido nemmeno di me stesso, di ciò che dico e di ciò che penso. Quando dico qualcosa non sono mai sicuro di dire la verità. Ho imparato la lezione dei "maestri del sospetto" (Nietzsche, Marx, Freud).
 
Il sapere non rende felici, non è un valore in sé, ma ci fa conoscere strumenti e vie utili per soddisfare i nostri bisogni.
 
Si vive (a tutti i livelli, a cominciare dalle proprie cellule) a causa dei propri bisogni e al fine di soddisfarli.
 
L'uomo tende ad obbedire ai suoi simili, ovvero a fare quanto gli viene richiesto. Il motivo di questa tendenza, a mio parere, si trova nel bisogno di interazione. In quanto animali sociali, ovvero interdipendenti, abbiamo bisogno (un bisogno primario, ovvero genetico) di interagire frequentemente con altri umani e l'obbedienza è un ottimo tipo di interazione.
 
Schopenhauer ha identificato la vera struttura portante della psiche umana nelle pulsioni sessuale e aggressive. A lui è mancato il materiale clinico per giustificare le sue teorie. L'inconscio non l'ho inventato io, l'ha inventato Schopenhauer. Io ho definito le regole per governarlo, anzi, per averne ragione.
 
Ci manca di più ciò che non abbiamo mai avuto o ciò che non abbiamo più?
 
È l'insoddisfazione di bisogni che spinge l'uomo a superare se stesso e/o gli altri.
 
L'io cosciente serve ad arbitrare i conflitti tra bisogni quando nessuno di essi riesce a prevalere in modo automatico.
 
Il bisogno di essere accettati e il desiderio di essere amati ci fanno percorrere strade che il nostro sentimento ci fa avvertire come non nostre, e così l'animo si indebolisce e si ripiega su se stesso nell'inutile fatica di compiacere agli altri. Alla fine l'anima si ammala, perché la malattia, lo sappiamo tutti, è una metafora, la metafora della devianza dal sentiero della nostra vita.
 
La vita di qualsiasi essere vivente è basata sull'immanenza di certi bisogni nell'essere stesso, e sulla loro soddisfazione. In altre parole, per vivere, un essere ha bisogno di bisogni da soddisfare e di soddisfarli, a tutti i livelli del suo organismo, da quello molecolare e cellulare, fino a quello, nell'uomo, dell'io cosciente. La morte è infatti assenza di bisogni.
 
Dire ad una persona "non ho bisogno di te" è insultarla.
 
Chi vuole tutto o niente, niente avrà.
 
Un essere umano è costituito e costruito dai suoi bisogni. La vita è fondata sui bisogni. I bisogni non sono un aspetto della vita, sono l'origine e il motore della vita.
 
Siamo tutti in cerca di servi, padroni e alleati, e stiamo male se non li troviamo.
 
Ad ogni bisogno corrispondono un piacere e un dolore: il piacere della sua soddisfazione e il dolore della sua frustrazione.
 
Lo stesso sentimento di estraneità, di gioco inutile, ovunque io vada: fingo di interessarmi a ciò che mi è indifferente, mi dimeno per automatismo o per carità, senza essere mai partecipe, senza essere mai da nessuna parte. Ciò che mi attira è altrove, e questo altrove non so cosa sia.
 
Ogni essere umano è portatore di bisogni e di una certa capacità di soddisfare o frustrare quelli propri e altrui.
 
Se non conosciamo i bisogni nostri né quelli altrui, non possiamo soddisfare né gli uni né gli altri in modo razionale.
 
La società crea soltanto falsi bisogni, che ci provocano tanta più ansia e sofferenza quanto più non riusciamo ad avere quello che vediamo ottenere dagli altri.
 
Non siamo "noi" a decidere cosa vogliamo, ma un insieme di cose dentro di noi che interagiscono automaticamente con un insieme di cose al di fuori di noi.
 
Le motivazioni sono le logiche strategiche e tattiche della vita.
 
Se al momento non possiamo interagire e cooperare con qualche altro umano di nostro gusto realmente e direttamente, cioè in persona, corpo a corpo, intimamente, lo facciamo virtualmente, indirettamente, col pensiero, con l'immaginazione, con la scrittura, con un simulacro, attraverso i media (letteratura, giornali, arte, cinema, musica, internet ecc.) o spettacoli e rituali di gruppo o di massa. Perché tra i bisogni umani quello di interazione e cooperazione, di intimità, è il più forte, importante e insopprimibile, indispensabile per il benessere psicofisico. Tuttavia l'interazione virtuale è di gran lunga meno soddisfacente e sana di quella reale.
 
Nessuno sa perché gli piace ciò che gli piace e gli dispiace ciò che gli dispiace. Tuttavia ognuno trova una giustificazione razionale e morale per i suoi piaceri e i suoi dispiaceri.
 
Il pensiero di Vilfredo Pareto (in particolare i concetti di “Azioni non logiche”, “Residui” e “Derivazioni”) corrisponde bene alle mie opinioni sul divario tra le "vere" motivazioni umane (normalmente censurate e rimosse in senso psicoanalitico) e quelle "dichiarate" che sono, a mio avviso, razionalizzazioni e giustificazioni (normalmente mistificate, più o meno fantasiose e vaghe) di quelle vere.
 
A volte facciamo con piacere certi sforzi perché ci aspettiamo che ci porteranno dei vantaggi o dei piaceri. Se poi i risultati anziché positivi sono negativi, ci sentiamo triplamente infelici: perché siamo delusi e frustrati, perché ci siamo sforzati inutilmente (non ne valeva la pena) e perché ne abbiamo ricavato una sofferenza o uno svantaggio. Per evitare questa tripla sconfitta, conviene, quando ci accingiamo a fare qualcosa di impegnativo, essere realisti nel prevedere le conseguenze dei nostri sforzi.
 
Che fare? Perché? Per chi? Con chi? Contro chi?
 
La maggior parte delle interazioni umane consiste in rituali di approvazione reciproca, il cui scopo è soddisfare il profondo bisogno di essere approvati presente in ogni umano. Questi rituali si basano su un tacito accordo per cui io approvo te e in cambio tu approvi me. Infatti in questi rituali ogni gesto costituisce una implicita dimostrazione di approvazione.
 
Ciò che trovo interessante nei resoconti storici è l'umanità delle persone di allora, è scoprire in loro gli stessi bisogni e desideri delle persone attuali, sebbene in forme e modi diversi, data la differenza delle circostanze. In altre parole mi colpisce l'universalità, nel tempo e nello spazio, delle motivazioni umane.
 
Un individuo che non riesce a soddisfare i suoi bisogni soffre. Chi si occupa della soddisfazione dei miei bisogni? In quale misura mi occupo della soddisfazione dei bisogni altrui? Se io non mi occupo della soddisfazione dei bisogni altrui, perché qualcuno dovrebbe occuparsi della soddisfazione dei miei? I conti non tornano e per questo la sofferenza è molto diffusa.
 
La vita, per mantenersi e riprodursi, ha bisogno di bisogni.
 
Le pressioni sociali a cui siamo sottoposti possono indurci a simulare (anche a noi stessi) bisogni non nostri, ma osservati negli altri e ritenuti giusti o necessari dalla comunità di appartenenza. Sono ciò che chiamiamo "bisogni indotti". Chi può dire di non avere bisogni indotti?
 
Abbiamo bisogno che qualcuno abbia bisogno di noi.
 
Per comprendere il comportamento di qualunque essere umano occorre chiedersi:
- quali sono i suoi bisogni?
- quali sono le sue logiche (metodi, tattiche e strategie) per soddisfare i suoi bisogni?
- con chi si relaziona e interagisce per soddisfare i suoi bisogni?
- quali bisogni non riesce a soddisfare?
- quanto è consapevole dei suoi bisogni e delle sue logiche di soddisfazione?
 
Dio, fammi capire di cosa ho bisogno e di cosa non ho bisogno.
 
Le persone sono più o meno diverse in quanto hanno bisogni più o meno diversi, quantitativamente e qualitativamente.
 
Si impara a non avere bisogno, avendo bisogno.
 
Ogni motivazione è finalizzata alla soddisfazione di una motivazione di livello superiore.
 
I bisogni si rinforzano e si indeboliscono secondo le situazioni e col passare del tempo.
 
L'uomo ha bisogno di condividere con altri le sue visioni.
 
I bisogni sono i principi e i motori della vita.
 
Dato che per sopravvivere e soddisfare i nostri bisogni abbiamo bisogno della cooperazione degli altri, abbiamo bisogno di adattarci ad essi in qualche modo e misura.
 
La vita ha bisogno di bisogni, nel senso che consiste nella soddisfazione di bisogni e non potrebbe riprodursi se non avesse bisogno di farlo.
 
... intendono suscitare e moltiplicare quei bisogni che essi sono in grado di soddisfare.
 
La passione è una cosa piuttosto terrificante perché se hai una passione non sai dove ti porterà.
 
Dai bisogni scaturiscono le pulsioni, che ci "spingono" a fare determinate scelte. Ci si oppone ad una pulsione solo se interviene una pulsione contraria di maggior forza, per esempio una inibizione morale, ovvero la pausa di fare qualcosa per cui saremo puniti da una persona o dalla comunità.
 
Quando cominci ad avere dubbi sull'opportunità di andare dove stai andando, o sulla correttezza della direzione che hai preso, fermati e non ripartire finché i dubbi non saranno svaniti.
 
Quando ci accingiamo a fare qualcosa, chiediamoci: perché e, soprattutto, per chi la faccio?
 
Vorremmo che tutti avessero i nostri stessi gusti. I gusti altrui, quando sono diversi dai nostri, ci disturbano.
 
Se non si sa cosa si vuole, non si vuole nulla.
 
Tutti hanno bisogno di soddisfare i loro bisogni.
 
Piuttosto che chiederci di cosa l'uomo ha bisogno in generale, dovremmo chiederci di cosa egli ha bisogno in una certa situazione. Infatti i bisogni dipendono dalle situazioni. Per lo stesso motivo dovremmo chiederci: di cosa ho bisogno in questo momento? Di cosa avrò bisogno in una certa situazione?
 
Un essere umano nel corso di una giornata ha bisogno di diverse cose, e la frustrazione di un bisogno non può essere compensata dalla ipersoddisfazione di un altro.
 
L'uomo è la creatura che non sa cosa desiderare e che si rivolge verso gli altri al fine di decidere. Desideriamo ciò che gli altri desiderano per la semplice ragione che imitiamo i loro desideri.
 
Il lato tragico della vita umana è che ognuno ha bisogno di qualcuno, ma nessuno ha necessariamente bisogno di alcuna persona particolare, perché siamo tutti sostituibili. Perciò ognuno di noi vive col timore (conscio o inconscio) di essere sostituito. Un certo sollievo a tale timore può venire dal poter sostituire qualcuno con cui si è in relazione, nel caso in cui si sia desiderati da più persone.
 
Beati coloro che ridono facilmente perché con la stessa facilità si contentano.
 
Ciò che consideriamo involontario è in realtà causato dalla volontà di agenti mentali inconsci.
 
Ognuno desidera essere desiderato.
 
Se certi bisogni non vengono soddisfatti, la psiche e/o il corpo si possono ammalare.
 
Quando il tuo inconscio ti impone di interagire con altri esseri umani reali, in carne ed ossa, non c'è nient'altro, nessuna simulazione, nessuna illusione, nessun surrogato che possa soddisfare tale bisogno.
 
Anche le cose migliori, alla lunga, stancano.
 
Ogni azione, gesto, comportamento di un essere vivente serve a soddisfare direttamente o indirettamente certe sue necessità, certi suoi bisogni o certi suoi desideri. Sarebbe dunque utile conoscere le necessità, i bisogni e i desideri che motivano le azioni, i gesti e i comportamenti degli esseri viventi che ci interessano. Col termine "valenza motiva" io indico il valore funzionale di un atto (azione, gesto o comportamento), cioè, le necessità, i bisogni e i desideri che quell'atto mira a soddisfare.
 
Ogni cosa che vediamo o che ci accade suscita in noi una tripla risposta: cognitiva, motiva ed emotiva. Quella cognitiva dipende dalle nostre conoscenze, quella motiva dai nostri bisogni e quella emotiva dal loro grado di soddisfazione. Le tre risposte si influenzano a vicenda. Potrebbe essere utile chiederci quali siano le nostre risposte a certi eventi, e quali quelle delle persone con cui interagiamo.
 
Per razionalizzare non s'intende ragionare o pensare in modo razionale, ma rendere forzatamente e in modo mistificato "razionale" ciò che non lo è, ovvero spiegare un certo comportamento in modo che la spiegazione (o motivazione dichiarata) sia accettabile, politicamente corretta, nascondendone e dissimulandone (consciamente o inconsciamente) i veri motivi, meno nobili e meno razionali. In tal senso si tratta di una pratica molto diffusa, che ci riguarda tutti. Chi non razionalizza il proprio comportamento scagli la prima pietra.
 
Per sopravvivere e soddisfare i propri bisogni, c'è chi punta sulla forza fisica, chi sulla ricchezza, chi sulle amicizie, chi sull'intelligenza, chi sulla cultura, chi sulla bellezza, in funzione di ciò che la natura e la sorte gli hanno donato.
 
Nessuna cosa, persona o idea è sufficiente, nessuna può bastare, se non per il momento.
 
A volte sento il bisogno di fare qualcosa che non ho mai fatto prima.
 
Facciamo ciò che facciamo per principio, per convenienza, per istinto o per forza.
 
L'uomo fa ciò che fa perché ha bisogno di farlo. Non dobbiamo dunque chiederci perché l'uomo fa certe cose, ma perché ha bisogno di farle.
 
Per essere felici è necessario che siano soddisfatti vari bisogni primari, per essere infelici è sufficiente che uno di essi sia insoddisfatto. Per esempio, il bisogno di compagnia.
 
Ogni umano interagisce con altri umani in certi modi, da cui dipende in gran parte il grado di soddisfazione dei bisogni propri e altrui. Il miglioramento di tali modi (nel senso di una maggiore soddisfazione dei bisogni propri e altrui) dovrebbe essere il fine di tutte le scienze umane e sociali, a cominciare dalla psicologia.
 
Le cose si fanno per necessità, costrizione, paura, abitudine, dovere o piacere. Quando vi accingete a fare qualcosa, chiedetevi perché la fate.
 
Non abbiamo bisogno di certi oggetti, né di certe situazioni in senso statico, ma di certi processi e delle interazioni che li sostengono. Certi oggetti e certe situazioni sono utili nella misura in cui facilitano le interazioni di cui abbiamo bisogno.
 
Signore, non darmi ciò che desidero, ma solo ciò di cui ho davvero bisogno.
 
Cooperazione, competizione e dominio sono concatenati. Infatti si può competere per dominare e per cooperare, si può cooperare per competere e per dominare, e si può dominare per cooperare e per competere.
 
Il mondo è pieno di portatori di bisogni, per soddisfare i quali ogni portatore ha bisogno della collaborazione di altri portatori.
 
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