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La scienza non nega l'esistenza di Dio. Infatti non ne parla, non lo definisce e non si pone domande sulla sua esistenza. Lascia che se ne occupino discipline non scientifiche. Dio è una faccenda che non riguarda la scienza e che la scienza non riguarda. Del resto non è stato mai possibile fare esperimenti su Dio perché questo non si è mai reso disponibile in tal senso. Perciò su Dio si può dire tutto e il contrario di tutto, ma è ingannevole cercare di dimostrare l'esistenza di Dio chiamando la scienza a testimoniare.
 
La scienza da sola è incapace di dare risposta a tutte le domande.
 
Il bello e il brutto, il letterale e il metaforico, il sano e il folle, il comico e il serio... perfino l'amore e l'odio, sono tutti temi che oggi la scienza evita. Ma tra pochi anni, quando la spaccatura fra i problemi della mente e i problemi della natura cesserà di essere un fattore determinante di ciò su cui è impossibile riflettere, essi diventeranno accessibili al pensiero formale.
 
Quando non riusciamo a spiegare un fenomeno con la scienza, lo spieghiamo con la magia, la religione o lo spiritualismo.
 
È importante tener presente che nella fisica odierna, noi non abbiano cognizione di ciò che l'energia è. Non abbiamo un modello che esprima l'energia come somma di termini definiti.
 
La neurobiologia è l'anello di congiunzione e di integrazione tra psicologia e biologia.
 
La scienza, come l'arte, la religione, il commercio, la guerra e perfino il sonno, è basata su presupposizioni.
 
La scienza è ricerca della verità. Ma la verità non è verità certa.
 
L'ipotesi più importante di tutta la biologia, per esempio, è che tutto ciò che gli animali fanno, lo fanno gli atomi. In altre parole, non vi è nulla che gli esseri viventi facciano che non possa essere inteso partendo dal punto di vista che essi sono composti di atomi i quali agiscono secondo le leggi della fisica.
 
La scienza non colma gli abissi del pensiero, sta semplicemente dinanzi a essi come un cartello di diffida. I contravventori devono prendersi la responsabilità di ciò che fanno.
 
La scienza interroga, non dimostra.
 
Scienziato non è colui che sa dare le vere risposte, ma colui che sa porre le giuste domande.
 
La scienza e la tecnologia stanno cambiando drasticamente il mondo ed è fondamentale assicurarsi che questi cambiamenti avvengano nella direzione corretta. In una società democratica ciò significa che tutti dobbiamo avere una conoscenza basilare della scienza, in modo da potere prendere le nostre decisioni con cognizione di causa senza lasciarle in mano agli esperti.
 
I matematici possono dimostrare solo teoremi banali perché ogni teorema che viene dimostrato è necessariamente banale.
 
La mente scientifica non fornisce tanto le risposte giuste quanto le giuste domande.
 
Ha posseduto la scienza ma non l'ha resa gravida.
 
Gli scienziati non sono infallibili né immuni da conflitti di interesse, ma i non scienziati lo sono ancora meno. Perciò pur diffidando degli scienziati, diffido ancor più di coloro che pensano di saperla più lunga delle autorità scientifiche.
 
Ormai la tecnologia non è più al servizio dell'umanità, ma di pochi uomini a svantaggio di molti. Basta pensare all'enorme disoccupazione che produce. Non soddisfa più i bisogni primari, ma quelli indotti.
 
Scienza è credere nell'ignoranza degli esperti.
 
La scienza non procede soltanto per scoperte e affermazioni, ma anche per ricoperte e ridimensionamenti, in quanto può dimostrare l'incertezza, la relatività, la complessità, l'incompletezza o l'inconoscibilità di nozioni che si ritenevano certe, assolute, semplici, complete e conoscibili.
 
La chiave di tutte le scienze è senza dubbio il punto di domanda.
 
La scienza della natura è, cionondimeno, la nostra più grande speranza. Se possiamo tirarci fuori dalla palude in cui siamo sprofondati, ci riusciremo di certo solo con l'aiuto della scienza.
Io credo che tutti gli scienziati autentici abbiano considerato se stessi come Newton: sapevano che non sappiamo nulla, a anche che nel campo già coltivato della scienza tutto è incerto.
 
Quelli tra noi che non espongono volentieri le loro idee al rischio della confutazione non prendono parte al gioco della scienza.
 
Obiezione contro la scienza: questo mondo non merita di essere conosciuto.
 
Tra molto tempo – per esempio tra diecimila anni – non c'è dubbio che la scoperta delle equazioni di Maxwell sarà giudicato l'evento più significativo del XIX secolo. La guerra civile americana apparirà insignificante e provinciale se paragonata a questo importante evento scientifico della medesima decade.
 
Se potessimo suddividere un pezzo di ferro in due parti, poi in due parti ancora e così via fino a ottenere porzioni impalpabili di materia, ci accorgeremmo a un dato punto di non poter procedere oltre. Arriveremmo fatalmente a un limite, rappresentato dall'unità-ferro che non si potrà mai suddividere ancora, perché ogni tipo di sostanza è necessariamente costituita dalla somma delle sue unità elementari.
 
Noi sentiamo che, anche una volta che tutte le possibili domande scientifiche hanno avuto una risposta, i nostri problemi vitali non sono ancora neppur toccati.
 
Una delle motivazioni inconsce per cui molte persone non riconoscono l’autorità intellettuale della scienza, è la “subcognizione” che ciò che essa dice contraddice le loro idee, dimostrando così la loro ignoranza e/o la loro stupidità.
 
[I fisici] hanno cioè capito che il punto essenziale non è se una teoria piaccia o non piaccia, ma se fornisca previsioni in accordo con gli esperimenti. [...] Dal punto di vista del buon senso l'elettrodinamica quantistica descrive una Natura assurda. Tuttavia è in perfetto accordo con i dati sperimentali. Mi auguro quindi che riusciate ad accettare la Natura per quello che è: assurda.
 
Gli eventuali (sempre possibili) errori della "scienza" non si combattono con le dicerie, né con le opinioni, né con "a un mio amico è successo questo, quindi la verità è che...", ma con una migliore scienza, con protocolli di ricerca e con statistiche scientificamente significative, ovvero con grandi numeri. Diffidare della scienza in generale conduce ad una mentalità prescientifica, con tutti gli orrori del caso.
 
In questioni di scienza, l'autorità di un migliaio di persone non vale tanto quanto l'umile ragionamento di un singolo individuo.
 
La scienza ha i suoi limiti, ma al di fuori di essa si può dire tutto e il contrario di tutto perché ogni verifica è impossibile.
 
La scienza può prevedere il futuro solo quando è in grado di misurare tutte le variabili che lo determinano. Una di esse, il caso, non è misurabile.
 
La scienza si occupa di causalità, non di finalità.
 
Penso di poter affermare che nessuno capisce la meccanica quantistica.
 
Se qualcosa non può essere espresso in numeri non è scienza: è opinione.
 
Ciò che dice un singolo scienziato può essere più o meno vero, ma ciò che dice la maggioranza degli scienziati è molto probabilmente vero. D'altra parte, la probabilità che la maggior parte degli scienziati dicano falsità è molto più bassa della probabilità che le dica un amico.
 
La signora Newton: "Tesoro, è caduta una mela dall'albero. Perché non vieni a guardarla? Magari scopri qualcos'altro".
 
Tutta la conoscenza prescientifica, sia essa animale o umana, è dogmatica; e con la scoperta del metodo non dogmatico, cioè del metodo critico, comincia la scienza.
 
Il metodo della scienza è razionale: è il migliore che abbiamo. Perciò è razionale accettare i suoi risultati; ma non nel senso di confidare ciecamente in essi: non sappiamo mai in anticipo dove potremmo essere piantati in asso.
 
La matematica è linguaggio [...] più logica.
 
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