Quotes on Values and evaluations

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115 quotes    

Quanto più una cosa o una persona ci valorizza, tanto più noi la valorizziamo.
 
Valere e saper mostrare di valere significa valere due volte: ciò che non si vede è come se non ci fosse.
 
In quanto umani, non siamo chiamati a scegliere tra dionisiaco e apollineo, né tra estetica ed etica, ma a conciliare questi modi di vivere.
 
Non esistono valori, ma valutazioni.
 
Ogni valore comporta un disvalore, ovvero il disprezzo di tutto ciò che si oppone al valore stesso. Viceversa, ogni disprezzo comporta un valore.
 
A valuta B in funzione di come B valuta A.
 
L'understatement è l'arte di non fare pesare le proprie doti, il proprio valore, le proprie superiorità.
 
Non posso apprezzare chi non mi apprezza, e non posso essere apprezzato da chi non apprezzo.
 
Molti media, assecondando i desideri del pubblico, spiegano ciò che la gente fa, ma non perché lo fa, né se ciò che fa sia giusto, né se sia migliorabile.
 
Bisogna veramente che l'uomo muoia, perché altri possa appurare, ed ei stesso, il di lui giusto valore.
 
Gli umani fanno di tutto per mantenere o aumentare il proprio valore per gli altri.
 
Due persone possono avere valori concordanti, indifferenti e contrastanti. Dal grado di concordanza / contrasto dei valori perseguiti dalle persone dipende il tipo di relazione e la qualità delle interazioni tra le persone stesse.
 
Una valutazione positiva non confermata periodicamente equivale ad una svalutazione.
 
Il valore che attribuiamo ad una cosa dipende dal valore che attribuiamo alla struttura alla quale quella cosa appartiene nella nostra visione del mondo.
 
Il modo in cui siamo valutati dipende dal modo in cui valutiamo, e viceversa.
 
L'uomo valuta gli altri in funzione di come si sente valutato.
 
Il significato e il valore di qualsiasi cosa non sono intrinseci alla cosa, ma dati dal suo contesto. Infatti cambiando contesto cambiano il significato e il valore.
 
Quando si è vecchi come me, la probabilità di incontrare persone migliori di quelle già incontrate è praticamente nulla.
 
Quanto valgo? Per chi? Perché?
 
L’uomo veramente grande è colui che fa sentire grande ogni altro uomo.
 
L'uomo è soggetto oggetto di valutazione.
 
Il valore di un'entità conoscibile dipende dallo schema mentale in cui essa viene collocata. In tal senso ogni valore è relativo.
 
Le cose che un umano possiede (beni materiali e spirituali) hanno un valore intrinseco (personale) e un valore di mercato, entrambi variabili. La loro variabilità è causa di ansia.
 
Qualsiasi cosa facciamo o non facciamo ci qualifica agli occhi degli altri, e tale qualifica condiziona il comportamento altrui verso di noi.
 
Giudicare, criticare, amare odiare, apprezzare, disprezzare, sono forme di valutazione.
 
È in tempi di crisi che si misura il valore delle persone.
 
Cerchiamo i difetti in chi ci è antipatico, i pregi in chi ci è simpatico.
 
L'uomo dà valore a ciò che lo valorizza.
 
Il valore di un essere umano è sempre relativo e comparativo. Infatti occorre chiedersi: valore per chi? Che rapporto c'è tra il valore di una certa persona e quello di altre persone? Sono uguali o diversi qualitativamente e quantitativamente?
 
Ogni umano valuta gli altri in funzione dei propri interessi.
 
Ognuno è soggetto e oggetto di valutazioni.
 
Una cosa è buona al posto giusto e al momento giusto.
 
Abbiamo bisogno di sentirci uniti da una reciproca approvazione e benevolenza. Scambiarsi gli auguri di buone feste ci illude in tal senso, ma l'illusione dura poche ore e poi ci sentiamo di nuovo disuniti. Per farci sentire davvero uniti, è necessario qualcosa di più sostanziale e concreto, e precisamente la condivisione di certi valori intellettuali, morali ed estetici, cosa impossibile senza l'appartenenza ad una stessa comunità filosofica.
 
Ogni libro, esplicitamente o implicitamente, valorizza certe cose e certe persone, e ne svaluta altre. Di conseguenza, anche il lettore viene indirettamente valorizzato o svalutato dal libro. Questo fatto è importante nella scelta e nella motivazione del lettore a leggere certi libri piuttosto che altri.
 
Chi ha meriti riconosce anche i meriti altrui. Ma colui a cui manchi ogni pregio e merito desidera che non ce ne siano affatto. L’invidia gli rode il cuore: vorrebbe annientare e sradicare tutti coloro che sono personalmente privilegiati; e se invece li deve purtroppo lasciar vivere, ciò alla condizione che essi nascondano i loro pregi, li neghino del tutto, anzi li abiurino. Questa è la radice dei così frequenti panegirici in onore della modestia. Su ciò si fonda l'esaltazione sproporzionatamente grande di questa virtù, che viene ogni volta aggiunta, da chiunque ardisca elogiare un uomo che si sia distinto in un qualsiasi modo, al suo elogio, per conciliare e placare la collera dei mediocri.
 
Tutti gli uomini sono filosofi, perché in un modo o nell'altro tutti assumono un atteggiamento nei confronti della vita e della morte. Vi sono quelli che pensano che la vita sia priva di valore perché ha una fine. Non pensano che si potrebbe anche proporre l'argomento opposto: se non vi fosse una fine alla vita, essa non avrebbe valore, ed è il pericolo sempre presente di perderla che in qualche misura aiuta a renderci consapevoli del valore della vita.
 
Ognuno valuta ogni altro più o meno rispetto a ogni altro.
 
L'inchino che si fa ai nani deve essere molto basso. 
 
Non esistono valori assoluti. Il valore di una cosa è sempre relativo a qualche fine, ovvero varia a seconda del fine considerato.
 
Che effetto avrà ciò che sto facendo nel modo in cui gli altri mi trattano?
 
Perché una persona A svaluta una persona B? Per il bene di chi? Spesso (ma non sempre) il motivo è che svalutando gli altri uno cerca di rivalutare se stesso. Sarebbe infatti terribile scoprire di valere meno della maggior parte degli altri!
 
Ogni volta che una persona ne incontra un'altra, ciascuna di esse si sottopone alla valutazione e al giudizio dell'altra.
 
Nessuna cosa è buona o cattiva in sé. Infatti il valore di una cosa è relativo ai vantaggi e agli svantaggi che essa reca a coloro che ne fanno uso, che la possiedono o che ad essa appartengono.
 
La maggior parte delle cose hanno valore solo in quanto soddisfano i bisogni generati dall'opinione. L'opinione sui nostri bisogni può mutare, dunque può cambiare anche l'utilità delle cose, la quale non esprime se non un rapporto fra esse e i nostri bisogni.
 
Quanto più una cosa favorisce l'interazione sociale soddisfacente, tanto più essa ha valore.
 
Certi comportamenti sono valutati come leciti in certi contesti, e come illeciti in altri contesti. Insomma, il contesto è più importante del comportamento, in quanto ne definisce il valore.
 
Agli umani piace parlare male di altri umani. Li fa sentire migliori.
 
Il valore di una cosa per un essere umano consiste nella capacità della cosa, di soddisfare i bisogni propri o altrui.
 
Ci sono alcuni che fanno gran caso di quello che importa ben poco, e poco caso di quel che vale molto.
 
Il disprezzo è un’arma letale e uno strumento di competizione.
 
Il valore di ogni oggetto e di ogni informazione consiste nell'uso che se ne può fare per soddisfare il bisogno d'interazione sociale. Infatti, ciò che non si può scambiare, o di cui non si può parlare con altri, non ha valore, o ha una valore negativo.
 
Di ogni cosa e persona dovremmo chiederci: quanto vale? Per chi? Perché?
 
La cooperazione tra persone è condizionata dalla condivisione di valori, cioè di opinioni su cosa sia più desiderabile e cosa meno desiderabile.
 
La qualità della relazione tra due persone dipende soprattutto dalla concordanza e dalla compatibilità del valore che essi attribuiscono alle varie cose.
 
Ogni umano è motivato ad appartenere a cose di valore e a possedere cose di valore, secondo i valori tipici delle comunità a cui appartiene o a cui vorrebbe appartenere.
 
Misurare la qualità è molto più difficile che misurare la quantità.
 
Aveva i galloni nel cervello e non sulla berretta.
 
Il valore di una persona per gli altri determina il suo status.
 
Ogni nostro oggetto potrebbe essere condiviso o scambiato con qualcuno, e il suo valore sociale coincide con il suo potenziale di condivisibilità, al pari di una moneta, che vale nella misura in cui è riconosciuta e accettata come titolo di credito.
 
Ci sono cose che per me non hanno alcun valore, o hanno un valore negativo, mentre per altri hanno un valore positivo, e viceversa. Questo fatto mi disturba.
 
La gente non ama coloro che attribuiscono a se stessi titoli o valori. La gente vorrebbe che valori e titoli fossero assegnati a furor di popolo o da istituzioni autorizzate dalla società ad esercitare tale funzione.
 
Sublime è quell'oggetto nella cui rappresentazione la nostra natura sensibile riconosce i propri limiti, mentre la nostra natura razionale avverte la propria superiorità, la propria libertà da ogni limite; un oggetto dunque contro cui soccombiamo fisicamente, ma su cui ci eleviamo moralmente, vale a dire in virtù delle idee.
 
Il significato di un uomo non va ricercato in ciò che egli raggiunge, ma in ciò che vorrebbe raggiungere.
 
Tutti i valori sono negoziabili e negoziati (consciamente o inconsciamente).
 
Il messaggio nascosto nella pubblicità è "io valgo più di tanti grazie a questo prodotto". Oppure "il possesso di questo prodotto aumenta il valore del proprietario".
 
Non cercare di diventare una persona di successo, ma una persona di valore. La gente cerca di ottenere dalla vita più di quanto contribuisca ad essa. Una persona di valore dà più di quanto riceve.
 
Non valutare le cose in sé, ma i loro effetti.
 
Così come chi investe in borsa si informa sui prezzi correnti dei vari titoli finanziari, cosi chi investe in relazioni sociali si informa sul valore corrente delle varie persone per gli altri.
 
Una cosa che ogni umano si chiede (consciamente o inconsciamente) è: Che posso fare per farmi apprezzare maggiormente dagli altri?
 
Quanto vale un essere umano? Il valore che gli altri gli attribuiscono.
 
Quando si parla di valori è impossibile non fare confronti tra ciò che vale di più e ciò che vale di meno, siano le cose confrontate animate o inanimate, oggetti o persone.
 
Sacro è ciò a cui si attribuisce un valore assoluto e indiscutibile.
 
Siamo qualificati, valutati e giudicati non per ciò che siamo e che facciamo, ma per ciò che di noi appare agli altri.
 
Nell'interazione tra due persone ciascuna valuta, consciamente e/o inconsciamente, il comportamento dell'altra rispetto ai propri bisogni e interessi.
 
In cosa pensi di essere superiore alla media? In cosa inferiore? Non dirlo, pensalo soltanto, perché dalla risposta dipende gran parte del tuo carattere e del tuo comportamento.
 
Per la persona depressa nulla ha valore.
 
Di tutto conosciamo il prezzo, di niente il valore.
 
A mio parere non esistono valori assoluti dato che i valori dipendono dai fini e questi non sono universali. Infatti ognuno può avere fini più o meno diversi da quelli altrui. Di conseguenza, ognuno ha il diritto di ritenere i propri valori più validi di quelli altrui (rispetto ai propri fini), ma non quello di imporre i propri valori o di sanzionare quelli altrui, a meno che non contravvengano leggi stabilite democraticamente. Riassumendo, dobbiamo considerare innanzitutto i fini, poi i valori come strategie per raggiungere i primi. Perciò prima di discutere di valori occorre discutere di fini. Tuttavia molti non sanno distinguere tra valori e fini.
 
Il senso del mondo dev'essere fuori di esso. Nel mondo tutto è come è, e tutto avviene come avviene; non v'è in esso alcun valore ? né, se vi fosse, avrebbe un valore. Se un valore che ha valore v'è, dev'esser fuori d'ogni avvenire ed essere-cosí. Infatti ogni avvenire ed essere-cosí è accidentale. Ciò che li rende non-accidentali non può essere nel mondo, ché altrimenti sarebbe, a sua volta, accidentale. Dev'essere fuori del mondo.
 
La qualità delle interazioni tra due persone dipende molto dalla qualità e dalla misura delle rispettive valutazioni di cose e persone, cioè da quanto tali valutazioni sono concordanti o discordanti.
 
Tutti i nostri valori hanno dei limiti. Ed è difficile tracciare questi limiti.
 
L'autostima si deve meritare.
 
Un uomo vale quanto la sua parola.
 
Ogni racconto è una mappa in cui sono indicate cose, persone, i loro valori e il proprio valore.
 
Quanto valgo io per X? Quanto vale X per me? In cosa consiste il mio valore per X? In cosa consiste il valore di X per me?
 
Non nelle parole, non nel pensiero vedo la sua grandezza, ma nella vita e nell'azione.
 
Molti non sanno distinguere il valore dal prestigio, nel senso che attribuiscono valore solo a ciò che è prestigioso, cioè solo a ciò a cui molti altri attribuiscono valore.
 
Ciò che si cerca negli oggetti di valore non è un godimento immediato: essi servono da tramite col prossimo; il loro prestigio deriva da quello di chi li valuta.
 
Amare è apprezzare.
 
È più importante essere stimati da poche persone molto potenti che da tante poco potenti, da poche persone molto sagge che da tante poco sagge.
 
I miei valori e il mio valore sono interconnessi.
 
Il valore sociale di una cosa dipende dalla sua condivisibilità.
 
Studiare i valori è anche un modo per valorizzare se stessi.
 
Ci sono priorità fisse e priorità variabili.
 
Gli altri mi valutano non per ciò che io sono per me, ma per ciò che io sono per loro.
 
In senso assoluto ogni cosa o persona è ugualmente importante o ugualmente non importante. In senso relativo una certa cosa o persona può essere più o meno importante relativamente a un certo scopo. È perciò importante sapere distinguere l'ambito dell'assoluto da quello del relativo. In realtà tutto ciò che un essere umano può conoscere è relativo. Pertanto ogni importanza apprezzabile da un essere umano è relativa.
 
Kant sbagliava dicendo che l'uomo non deve essere un mezzo, ma solo un fine. Infatti gli umani sono interdipendenti e hanno bisogno gli uni degli altri per soddisfare i loro bisogni ed essere felici. In altre parole, gli altri sono i principali mezzi per la sopravvivenza e il benessere degli uni.
 
Allontanarsi dal mondo, restare sconosciuti e non avere rimpianti: a questo può arrivare solo l'uomo superiore.
 
Io valuto te, tu valuti me.
 
I valori sono sempre soggettivi e relativi, mai assoluti, né oggettivi. Tuttavia essi possono essere più o meno condivisi tra persone più o meno numerose.
 
Chi attribuisce un valore a qualcosa o a qualcuno, attribuisce almeno in parte un valore anche a se stesso in quanto arbitro e valorizzatore.
 
Valutare equivale a misurare, e misurare implica il confronto di una grandezza con una unità di misura. È infatti impossibile valutare qualcosa o qualcuno senza confrontarlo con un modello di riferimento. Ogni valutazione è dunque relativa ad un modello. Cambiando il modello, cambia la valutazione.
 
Trovo noiosi i discorsi che danno per scontati certi valori. Per me nessun valore è scontato, e lo stesso concetto di valore è problematico.
 
Il fatto che uno stesso oggetto sia attraente per una persona A e repellente per una persona B non significa che una delle due persone abbia ragione e l'altra torto, ma che l'attrattività e la repulsività non sono qualità dell'oggetto ma valutazioni (consce o inconsce) da parte delle persone. In altre parole, ogni oggetto è in sé assiologicamente neutro, ossia non ha un valore né positivo, né negativo.
 
Non la forza, ma la costanza di un alto sentimento fa gli uomini superiori. 
 
Il valore delle cose si misura dai sacrifici necessari per ottenerle.
 
Non c'è nulla che sia sempre e comunque buono. In ogni situazione il valore di ciascuna cosa dipende dalla situazione stessa. Insomma, ogni valore è relativo.
 
Siamo tutti consciamente o inconsciamente preoccupati del valore che gli altri ci attribuiscono.
 
Un simbolo, una frase, un'immagine, quanto più sono ripetuti e diffusi, tanto più acquistano valore.
 
Metavalutazione: valutazione di una valutazione.
 
Ognuno valuta ogni altro.
 
Se una cosa mi appartiene, in virtù di tale appartenenza la mia persona acquisisce di riflesso parte del valore della cosa stessa. Per questo la gente ama ornarsi di gioielli, monili, tatuaggi, opere d'arte, titoli accademici, trofei ecc.
 
La vera misura di un uomo non si vede nei suoi momenti di comodità e convenienza bensì tutte quelle volte in cui affronta le controversie e le sfide.
 
Ognuno qualifica, valuta, giudica ogni altro, ed è qualificato, valutato, giudicato da ogni altro.
 
Ogni cosa che facciamo, pensiamo o sentiamo, e che non facciamo, non pensiamo e non sentiamo,  ci qualifica, cioè definisce una nostra appartenenza a certe categorie di umani, valutate in un certo modo dagli altri. In altre parole, ogni cosa che facciamo, pensiamo e sentiamo, e che non facciamo, non pensiamo e non sentiamo, ci conferisce un certo valore o disvalore in quanto persone rispetto ad altre persone.
 
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