Citas sobre Interacciones

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L'uomo, a differenza degli altri animali, non ha istinti che possano guidare il suo comportamento in modo affidabile. Perciò l'uomo ha bisogno di essere guidato da altri. Guidare il comportamento umano (proprio o altrui), è difficilissimo. È così che l'uomo non trova miglior soluzione che imitare gli altri o obbedire ad un capo o ad una guida.
 
Ogni umano chiede e offre qualcosa agli altri, ma lo fa in modo per lo più confuso, nascosto e inconsapevole, rendendo difficili le interazioni cooperative.
 
Il comportamento di una persona è causa ed effetto del comportamento delle persone con cui interagisce.
 
Interagire implica servire e farsi servire.
 
La felicità è fatta di buone interazioni.
 
L'essere umano ha bisogno di interagire cooperativamente con altri umani per soddisfare i suoi bisogni e desideri, ma l'interazione è possibile solo se c'è accordo tra gli interattori sui termini, condizioni e modalità della stessa, e se entrambi la desiderano. Spesso tale accordo manca a causa della diversità di aspettative, gusti, interessi, mentalità, moralità, temperamento ecc., e per il fatto che ognuno vorrebbe ricevere più di quanto è disposto a dare. In altre parole, ognuno vorrebbe che i ricavi ottenibili dall'interazione siano superiori ai costi (in denaro, beni, servizi, sentimenti, emozioni, tempo ecc.).
 
Ogni azione è una reazione a stimoli esterni o interni.
 
Una persona può interagire solo con persone che capiscono il suo linguaggio oppure deve censurare il suo linguaggio e adottare quello delle persone con cui desidera interagire, intendendo per linguaggio un particolare mondo di significati e valori.
 
L'interazione tra umani può avere un fine, ma può anche essere fine a se stessa, ovvero soddisfare il bisogno di interazione ed essere fonte di piacere.
 
Ciò che determina la qualità delle interazioni umane sono le aspettative e i desideri reciproci, ovvero cosa ciascuno si aspetta e desidera dall'altro. Se tali cose sono compatibili e complementari, l'interazione è pacifica, costruttiva, soddisfacente; se sono incompatibili o conflittuali essa è violenta, distruttiva, insoddisfacente.
 
Gli esseri umani interagiscono per lo più automaticamente, involontariamente e inconsciamente, secondo regole che in gran parte ignorano.
 
Nella mia mente, qualunque percezione dà luogo a risposte automatiche cognitive, emotive e motive consce e inconsce che non posso cambiare senza un lungo e laborioso addestramento.
 
Le interazioni tra esseri umani non sono casuali, ma seguono certe logiche che risiedono nelle rispettive menti. Tali logiche, che evolvono con le esperienze e con l'apprendimento del soggetto, coinvolgono e riguardano le sue cognizioni, i suoi sentimenti e le sue motivazioni. La psicologia dovrebbe occuparsi principalmente di decifrare queste logiche nell'uomo in generale, in gruppi e tipi di persone, e in individui particolari.
 
Le interazioni tra persone possono essere vere o finte, reali o immaginarie, consce o inconsce, volontarie o involontarie, meditate o automatiche.
 
L'uomo ha un bisogno fondamentale di interagire con i suoi simili. Questo fatto spiega e dà un senso a tante interazioni sociali apparentemente assurde.
 
Forse non esiste il potere unilaterale. Dopo tutto, l'uomo al potere dipende tutto il tempo dal ricevere informazioni dall'esterno. Esso risponde a quella informazione mentre causa gli avvenimenti.... È una interazione, non una situazione lineale.
 
È nell'interazione con gli altri che l'uomo forma la sua mente e può soddisfare i suoi bisogni.
 
Il pensiero ecologico consiste nel considerare la vita come risultato di interazioni tra esseri viventi a tutti i livelli, a partire dalle cellule. Attraverso queste interazioni vengono scambiate informazioni, sostanze ed energie necessarie alla vita, le quali vengono prodotte, espresse, percepite ed elaborate secondo programmi variabili presenti in ogni essere vivente.
 
Siamo stati formati dalle persone che abbiamo incontrato.
 
Ogni umano ha bisogno di interagire con altri, ma molti vogliono ricevere più di quanto l'altro sia disposto a dare, e dare meno di quanto l'altro vorrebbe ricevere, per cui molti restano soli o hanno rapporti insoddisfacenti o violenti.
 
Una delle cose più interessanti che la moderna fisica ci insegna è che non possiamo conoscere nulla delle cose in sé, ma solo qualcosa delle interazioni tra le cose.
 
Ciò che sento per gli altri dipende da ciò che io credo gli altri sentano per me, e ciò che gli altri sentono per me dipende da ciò che gli altri credono io senta per loro.
 
Abbiamo continuamente bisogno di interagire con altri umani, ovvero di dare e/o ricevere qualcosa dal prossimo. Senza questo scambio ci assale l'angoscia della solitudine e un senso di colpa verso la nostra natura e la natura in generale.
 
Non di buone azioni c'è bisogno, ma di buone interazioni.
 
Ogni forma o espressione culturale è un invito all'imitazione, alla conformazione, alla condivisione, all'interazione secondo certe logiche.
 
Niente e nessuno può essere padrone di ciò di cui è parte.
 
Quando non possiamo o non desideriamo interagire con persone reali, interagiamo con persone interiorizzate. Il passaggio dal primo al secondo tipo di interazione è segnato dalla tristezza e dalla frustrazione di non poter interagire con persone che ci piacciono in modi che ci piacciono.
 
Se il tuo avversario ti spinge, tu tiralo. Se il tuo avversario ti tira, tu spingilo. È un principio del Judo che conviene applicare anche nelle conversazioni e nelle discussioni.
 
Ciò che penso dell'altro determina ciò che l'altro pensa di me, e ciò che l'altro pensa di me determina ciò che penso dell'altro.
 
Ogni umano è interessato a interagire con gli altri solo secondo un certo copione personale.
 
Il mezzo migliore per cominciare bene ogni giornata è: svegliandosi pensare se non si possa in questa giornata procurare una gioia almeno a una persona. Se ciò potesse valere come un sostitutivo dell'abitudine religiosa della preghiera, il prossimo trarrebbe vantaggio da questo cambiamento.
 
Un soggetto, oltre ad interagire con altri soggetti, può organizzare interazioni tra altri soggetti senza parteciparvi.
 
L'uomo ha un tale bisogno di interagire con gli altri che, se non può avere interazioni reali, si contenta di interazioni immaginarie.
 
L'interazione umana consiste in una negoziazione esplicita o implicita, conscia o inconscia, di identità, ruoli ed esigenze.
 
Il modo in cui gli altri ti trattano dipende dal modo in cui tu tratti loro.
 
Il valore di una cosa, di un'idea, di una persona dipende da quanto quella cosa, idea o persona ci aiuta nelle interazioni con gli altri, ovvero ad interagire con gli altri in modo soddisfacente.
 
Per capire la vita, l'uomo, la società, il mondo, bisognerebbe cominciare col cercare di rispondere alle seguenti domande: chi/cosa interagisce con chi/cosa? Perché? Come? Secondo quali logiche? Con quali regole? Con quali linguaggi?
 
Quando incontro una persona, le persone che si incontrano sono in realtà almeno otto: (1) io come sono realmente, (2) io come mi vedo,(3) io come l'altro mi vede, (4) l'altro come è realmente, (5) l'altro come si vede, (6) l'altro come lo vedo io, (7) io come credo che l'altro mi veda e (8) l'altro come crede che io lo veda.
 
Litigare è facile, tutti ne sono capaci, anche i più stupidi e ignoranti. Convivere e interagire pacificamente, invece, richiede doti che pochi possiedono.
 
Qualsiasi interazione sociale, anche la più stupida, insensata, nociva o noiosa è meglio che nessuna interazione sociale. Spesso si interagisce solo per interagire, senza altro fine che l'interazione stessa.
 
La mancanza di interazione può causare frustrazione e danni psichici. Così come abbiamo bisogno di riposare, abbiamo bisogno di interagire.
 
Per interagire con gli altri bisogna sentirsi uguali a loro. A tale scopo bisogna dimenticare ciò in cui si è superiori. Bisogna tuttavia evitare di attribuire gli altri qualità e capacità che non hanno.
 
In un sistema che interagisce con altri sistemi, come nel caso dell'essere umano, le interazioni esterne influiscono su quelle interne e vice versa.
 
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