Citations sur critiquer

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Per risolvere i quotidiani doppi vincoli della nostra civiltà, molti ricorrono all'autoinibizione (inconscia) della propria capacità critica.
 
Più che un'autocritica individuale, dovremmo fare un'autocritica collettiva.
 
Ci sono persone che non sanno distinguere una critica costruttiva da una manifestazione di disprezzo, arroganza o aggressività.
 
Bisogna criticare tutto ciò che l'uomo fa e dice, a partire da ciò che noi stessi facciamo, diciamo e pensiamo. Perché nessuno è innocente, nessuno onnisciente e nessuno immune da errori.
 
Criticare o non criticare, questo è il dilemma.
 
Se vogliamo un futuro migliore, dobbiamo criticare il presente.
 
Anche le critiche possono essere criticate.
 
È facile criticare qualcuno dopo avergli arbitrariamente attribuito idee e intenzioni criticabili.
 
Non possiamo criticare impunemente la società in cui viviamo, ovvero le persone con cui interagiamo.
 
Criticare i propri errori è meglio che criticare quelli degli altri.
 
Succede raramente che le mie idee vengano criticate, spesso che vengano ignorate o fraintese. Quando qualcuno mi critica è più per ciò che non dico, non vedo, non sento o non capisco, che per ciò che dico.
 
Chi critica un'idea, critica la propria idea di quella idea. Tra un'idea e l'idea che uno si fa di essa ci possono essere differenze enormi, tali da rendere la critica ingiusta e fuori luogo.
 
Sono a disposizione di chi desidera essere criticato.
 
La critica sociale è l'attività intellettuale più difficile e ingrata, sebbene essa sia ciò di cui la società ha più bisogno per migliorare. Perché a nessuno piace essere criticato.
 
Se si presuppone che un certo testo sia senza errori a causa della generale venerazione di cui gode, si finisce per dare ad esso significati che non contiene, e per trascurare ogni sua contraddizione. È ciò che avviene, ad esempio, con i testi fondanti delle religioni. Infatti una caratteristica del sacro è la sua immunità da ogni analisi critica di logicità. Un altro esempio è costituito dai "mostri sacri" della filosofia e delle altre scienze umanistiche, i cui testi debbono essere obbligatoriamente "compresi" dagli studiosi, come elementi di certi curricula accademici, indipendentemente dalla loro validità logica, che non viene messa in discussione.
 
Il comportamento umano può essere, per certi aspetti, soggetto a critiche in senso etico, estetico e logico. Infatti ognuno sceglie, consciamente o inconsciamente, chi, se, e cosa criticare degli altri e di se stesso, e a chi, e in quale misura esprimere le proprie critiche, sapendo che le sue critiche possono a loro volta essere criticate, e così anche la propria persona, per le critiche che esprime.
 
Di solito, chi critica non ha dubbi sulle idee e le intenzioni del criticato e non è consapevole del fatto che si tratta solo di sue interpretazioni.
 
Criticare o non criticare, questo è il dilemma. Perché se critico mi rendo antipatico a tutti quelli che direttamente o indirettamente sono toccati dalle mie critiche; se non critico sono complice di tutte le stupidità e malvagità di cui io e i miei simili siamo capaci.
 
Ogni critica comporta una svalutazione.
 
È facile che una critica venga percepita come un'offensiva manifestazione di disprezzo. Criticare e disprezzare sono due cose diverse, ma non tutti riescono ad apprezzare la differenza.
 
Dove comincia la critica cessa la creatività, così come quando si fanno troppi inventari vuol dire che la produzione ristagna.
 
Perché si sente continuamente parlare male del prossimo? Tutti credono di rimetterci qualcosa di proprio se riconoscono negli altri il minimo merito.
 
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