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Tra il mio io cosciente e il resto del mondo (compreso il mio inconscio e il resto del mio corpo) c'è una certa relazione, nel senso che, a seconda di ciò che penso e faccio, il resto del mondo reagisce in certi modi nei miei confronti (innescando piaceri e dolori) non casualmente, ma secondo certe logiche (cioè algoritmi) che conosco solo in parte.
 
Si sente spesso dire "conosci te stesso!". Ma è impossibile capire chi siamo né chi siano le persone con cui interagiamo se non in relazione ad un paradigma della natura umana con il suo vocabolario e le sue possibili varianti. Di tali paradigmi ne esistono diversi, più o meno formali ed espliciti (ogni scuola di psicologia ha il suo), ma secondo me sono tutti insoddisfacenti e/o parzialmente fallaci. Spero che un geniale psicologo e filosofo ne concepisca e divulghi al più presto uno nuovo sufficientemente attendibile e utile. L'umanità ne ha bisogno per conoscere se stessa, prima che sia troppo tardi, per evitare una catastrofe umanitaria a livello planetario.
 
Solo coloro che rischiano di andare troppo lontano possono forse scoprire quanto lontano un umano può spingersi.
 
Qualunque comportamento umano, anche il più orribile alla luce di certi valori, è naturale, perché è consentito dalle leggi di natura.
 
Un metaumano è un essere umano che conosce se stesso, nel senso che sa come funziona un essere umano in generale e se stesso in particolare. Io cerco di diventare un metaumano.
 
L'uomo è l'unico animale che si chiede il perché delle cose.
 
In tre occasioni l'uomo rivela la sua natura: quando la sua mente cede all'ira, quando il suo corpo è piegato dal vino e quando deve mettere mano alla borsa. (Proverbio cinese)
 
L'umanità non sa ormai dove andare, perché nessuno la aspetta: neppure Dio.
 
Non c'è questione di qualche importanza, la cui soluzione non sia compresa nella scienza dell'uomo, e non c'è nessuna che possa venire risolta con certezza se prima non la padroneggiamo.
 
A che serve l'Uomo? A che serve la formica? La risposta è la stessa.
 
Il paziente impaziente è un cattivo paziente.
 
L'uomo tende (geneticamente) a credere nelle storie che gli altri gli raccontano. La credenza è tanto più radicata, quanto più numerosi sono i narratori di una stessa storia, quanto più spesso le narrazioni vengono ripetute, e quanto minore è l'età in cui uno comincia a udirle. Solo un'educazione alla critica, alla diffidenza e al sospetto, e un temperamento ribelle possono attenuare la naturale credulità umana.
 
Noi stessi siamo il nostro peggior nemico. Nulla può distruggere l'Umanità ad eccezione dell'Umanità stessa.
 
L'uomo è schiavo di se stesso, cioè del proprio corpo, delle proprie memorie, delle proprie logiche.
 
Il carattere sperimentale della specie umana non va mai ignorato perché esso significa, né più né meno, che l’uomo sta ancora tentando di capire come è fatto, quali sono i suoi bisogni e quale sia il modo migliore di vivere.
 
L'uomo è un essere nel quale l'essenza è preceduta dall'esistenza.
 
L'unico merito che si può attribuire ad un essere umano è quello di essere nato con un sistema nervoso efficiente e di aver vissuto in un ambiente favorevole al suo sviluppo. Perché da tali cose dipendono le sue scelte e i suoi successi.
 
L'uomo è l'unico animale capace di dialogare con se stesso.
 
L'uomo è un animale che ragiona.
 
Non è facile distinguere il naturale dal culturale nel comportamento umano. Infatti possiamo considerare la cultura una seconda natura, senza la quale forse la specie umana si sarebbe già estinta.
 
Vedo un animale meno forte di alcuni, meno agile di altri, ma in complesso, organizzato in modo superiore a tutti.
 
Se non avessimo alcun bisogno o desiderio da soddisfare, alcun problema da risolvere, alcun nemico contro cui combattere, la nostra vita sarebbe vuota, insignificante, insensata, stupida, noiosa, invivibile.
 
L'uomo è un animale fazioso.
 
Il tragico è l’elemento costitutivo dell’uomo.
 
Prospero ha torto quando dice: "Siamo della stessa materia di cui sono fatti i sogni". Avrebbe invece dovuto dire: "I sogni sono frammenti della materia di cui noi siamo fatti"
 
Mentre gli animali di una stessa specie hanno la stessa visione del mondo (e di conseguenza gli stessi valori e interessi) gli esseri umani (dotati di capacità di astrazione simbolica e influenzati dalle diverse culture e subculture di appartenenza) hanno visioni del mondo, valori e interessi molto diversi, come se fossero animali appartenenti a specie diverse.
 
L'uomo è un animale capace di inventare storie e di credere in storie inventate.
 
Siamo tutti compagni di viaggio su questa terra, ognuno guidato dai suoi algoritmi clandestini.
 
Il solo mezzo per cui possiamo sperare di ottenere un successo nelle nostre ricerche filosofiche è quello di abbandonare il tedioso ed estenuante metodo seguito fino ad oggi; invece d'impadronirci, di tanto in tanto, d'un castello o d'un villaggio alla frontiera, marciamo direttamente sulla capitale, ossia al centro di queste scienze, alla natura umana: padroni di esso, potremo sperare di ottenere ovunque una facile vittoria. Movendo di qui, potremo estendere la nostra conquista a tutte le scienze più intimamente legate con la vita umana e procedere poi con agio a quelle che sono oggetto di pura curiosità.
 
Non ha senso parlare di "essere" senza fare riferimento al comportamento. Infatti l'essere di un ente si "deduce" dal suo comportamento.
 
Gli umani sono interdipendenti. Su questa interdipendenza si può fondare una psicologia.
 
L'uomo è forse l'unico animale capace di immaginare il futuro e di anticipare futuri dolori e futuri piaceri.
 
Lo studioso della natura umana deve studiare anche se stesso e il suo studiare.
 
Tutti gli esseri viventi dimostrano straordinarie competenze senza consapevolezza né comprensione di ciò che stanno facendo, né dei relativi fini. In altre parole, fanno inconsapevolmente le cose "giuste" per sopravvivere e riprodursi. L'uomo non è da meno, in quanto imita gli altri senza esserne consapevole e senza sapere perché. Tuttavia la sua imitazione può rivelarsi controproducente e portarlo alla rovina.
 
Il più grande nemico dell'umanità è l'umanità stessa.
 
Da quando sono nato, indipendentemente dalla mia volontà, il mio cuore non ha mai smesso di pompare sangue, e il mio cervello non ha mai smesso di elaborare informazioni. Non è meraviglioso?
 
L'essere umano non è un'astrazione immanente all'individuo singolo. Nella sua realtà, esso è l'insieme dei rapporti sociali.
 
Nulla, allo stato attuale della ricerca, permette di affermare la superiorità o l'inferiorità di una razza rispetto all'altra.
 
È un bene che la volontà cosciente non sia sovrana, ma suddita dei sentimenti, perché questi hanno garantito la conservazione della nostra specie per milioni di anni, mente la volontà cosciente potrebbe causare in poco tempo la nostra estinzione a causa di scelte arbitrarie nocive alla natura umana e al suo ambiente.
 
Non si può chiedere ad un cane di comportarsi come un uomo, o viceversa. Ognuno deve obbedire al suo DNA.
 
Il superuomo è un ideale prematuro, che presuppone l’uomo.
 
Abbiamo bisogno di condividere idoli con i nostri simili, idoli sacri (divinità religiose) e profani (artisti, filosofi e condottieri).
 
Sappiamo sempre di più come funzionano i sistemi e ancora troppo poco come funzionano gli esseri umani, nonostante il fatto che anche noi siamo sistemi.
 
Noi siamo i modi in cui rispondiamo agli stimoli esterni e interni, ovvero siamo le nostre risposte cognitive, emotive e motivazionali a ciò che ci capita. Tali risposte dipendono dalla personalità del soggetto, ovvero dal suo temperamento genetico, dalle sue esperienze e dalle sue cognizioni, che insieme costituiscono una specie di programma o strategia di comportamento, modificabile con le esperienze.
 
Per la biosfera sarebbe stato meglio se l'homo sapiens non fosse mai venuto al mondo.
 
L'uomo è l'unico animale capace di commerciare, cioè di scambiare consapevolmente e intenzionalmente prodotti, servizi o denari con altri umani in cambio di altri prodotti, servizi o denari. Questi scambi comportano la ricerca di clienti e di fornitori, l’inventare, il costruire o il reperire prodotti o servizi, il convenire prezzi o compensi e lo stipulare contratti scritti o non scritti.
 
Ogni umano è un particolare compromesso tra ciò che vuole il proprio inconscio e ciò che vogliono gli altri.
 
Qui sta la grandezza e specificità dell'uomo: dare nomi, significati e valori a cose altrimenti prive di senso.
 
Ogni essere umano è un nodo della rete dell’umanità, nel senso che scambia (cioè riceve e trasmette) informazioni con altri umani. Le informazioni che un umano trasmette sono il prodotto di una elaborazione di quelle che riceve, e l’elaborazione dipende dai contenuti e dalle strutture logiche cognitive, emotive e motivazionali della propria mente.
 
La maggior parte della gente non muore che all'ultimo momento; altri cominciano e si prendono vent'anni d'anticipo e qualche volta anche di più. Sono gli infelici della terra.
 
L'uomo obbedisce per comandare e comanda per obbedire, alle proprie passioni e al resto del mondo. Ogni ribellione a questo ordine delle cose è morbosa e viene presto sedata.
 
Non siamo esseri umani, ma esseri pre-umani. Infatti nella nostra evoluzione siamo oggi a metà strada tra la scimmia e l'uomo e facciamo esperimenti culturali senza aver abbandonato i nostri istinti bestiali.
 
Gli esseri umani sono geneticamente quasi identici nelle loro strutture fisiologiche e mentali. Ciò che cambia sono soprattutto i contenuti delle strutture stesse, ovvero ciò che esse hanno "appreso" attraverso le esperienze.
 
Siamo macchine sentimentali.
 
Conoscere la natura umana significa saper prevedere il comportamento di ogni persona in certe circostanze.
 
La cosa più importante per un animale sociale come l'uomo non è la conoscenza della verità scientifica o religiosa, ma la capacità di interagire utilmente con un sufficiente numero di persone, perché da ciò dipende la sua sopravvivenza e la soddisfazione dei suoi bisogni e desideri. Tale capacità si apprende euristicamente attraverso tentativi ed errori, l'educazione, la cultura e, in qualche raro caso, la conoscenza teorica della natura umana.
 
Per comprendere oggettivamente una comunità o una persona bisogna guardarle dall'esterno.
 
Un essere umano è disposto a mettere qualunque cosa in discussione, tranne la propria dignità.
 
I tatuaggi, a mio parere, servono prima di tutto ad attirare l'attenzione sulla persona che li porta. In secondo luogo a conferirle una certa identità sociale, ovvero l'appartenenza ad una certa comunità, categoria, tipo o gruppo.
 
Siamo dei robot biologici, sentimentali, emotivi, capaci di soffrire e di godere, coscienti e pieni di conflitti interiori, generati e programmati da altri robot. Siamo fatti di hardware biologico e di software, e capaci di modificare parzialmente entrambi. Il nostro comportamento è determinato dai nostri automatismi. Il libero arbitrio o non c'è o è molto limitato e comunque influenzato dai nostri sentimenti. Spaventoso ma vero.
 
Il vittimismo è il preludio dell'aggressività.
 
Il corpo guarisce da solo, grazie ai propri meccanismi di autoguarigione. La chimica dei farmaci e il pensiero "positivo" servono solo a stimolare e attivare i processi di autoguarigione del corpo.
 
È difficile parlare della natura umana senza offendere qualcuno. E chi dice parole che non offendono nessuno non dice nulla di importante.
 
Semplicismo è vedere un fenomeno più semplice di come sia realmente. Parzialismo è vedere solo una parte di un fenomeno illudendosi di averlo visto interamente. Noi esseri umani siamo per lo più semplicisti e parzialisti.
 
Per correggere un proprio difetto bisogna prima di tutto ammettere di averlo.
 
Ognuno è il centro del mondo.
 
Ogni umano é il risultato della combinazione tra i propri geni e le proprie esperienze.
 
Per me il "senso" delle scienze umane e sociali consiste nell'individuazione dei bisogni umani e delle loro strategie di soddisfazione attraverso la storia e i cambiamenti culturali, tra cooperazione e competizione.
 
Gli antichi avevano tanti difetti, ma almeno avevano il senso del limite, che con la modernità abbiamo perso. La libertà e il progresso tecnologico ci hanno dato alla testa.
 
Un essere umano che non studia la natura umana ritiene di sapere già tutto ciò che è importante sapere su tale argomento, ovvero su di sé e sugli altri.
 
Non deridere, non compiangere, non disprezzare, ma comprendere le azioni umane.
 
L'uomo è il peggior nemico di se stesso.
 
Il ruolo dell'uomo è incerto, indefinito, e forse non necessario.
 
Homo homini ignarus.
 
Due cose mi hanno sempre sorpreso: l'intelligenza degli animali e la bestialità degli uomini.
 
Una persona è una varietà unica di caratteristiche umane.
 
L'uomo è l'unico animale capace di torturare un suo simile per ottenere qualcosa da lui, o per il piacere connesso al potere di condizionare le emozioni altrui.
 
L'uomo è un animale che immagina di essere uomo.
 
L’uomo nasce come un fenomeno illimitato e muore come fenomeno limitato.
 
Tutto ciò che l'uomo fa, pensa e sente ha un senso, ovvero risponde ad un bisogno, ad un desiderio o ad una necessità, anche ciò che ci sembra irrazionale, assurdo, insensato o mostruoso.
 
Suppongo che l'uomo sia l'unico animale capace di simulare la realtà, ovvero di vivere, con l'immaginazione, in una realtà virtuale, e perfino di trarne piaceri e dolori reali.
 
Una società sana è quella che corrisponde ai bisogni dell’uomo, non necessariamente a quelli che egli sente essere i suoi bisogni, perché anche le aspirazioni più patologiche possono essere sentite soggettivamente come quelle che un individuo maggiormente desidera, ma a quelli che sono obiettivamente i suoi bisogni, quali possono essere accertati dallo studio dell’uomo. Il nostro primo compito è di determinare quale sia la natura dell’uomo, e quali i bisogni che da essa derivano.
 
L'uomo è un robot sentimentale programmabile. Non può programmarsi, ma a volte può scegliere da chi farsi programmare.
 
L'uomo - miscuglio di automatismo e di capriccio - è un robot difettoso, un robot guasto. Purché lo rimanga, e qualcuno un giorno non lo ripari!
 
Di cosa ha bisogno l'uomo? Dopo la sopravvivenza, il sostentamento e la cooperazione con gli altri, l'uomo ha bisogno di chiarezza, di demistificazione degli inganni, degli autoinganni e degli imbrogli (causati e sostenuti da altri umani imbrogliati e imbroglioni), di distinzione delle confusioni, di conoscenza delle vere motivazioni dell'agire umano e di comprensione di ciò che più importa per il proprio benessere psicofisico.
 
Ognuno è ciò che è per necessità della propria natura, e tratta gli altri in certi modi che dipendono dalla propria natura e da quelle altrui.
 
Ciascuno di noi è una biografia, una storia. Ognuno di noi è un racconto peculiare, costruito di continuo, inconsciamente da noi, in noi e attraverso di noi – attraverso le nostre percezioni, i nostri sentimenti, i nostri pensieri, le nostre azioni; e, non ultimo, il nostro discorso, i nostri racconti orali. Da un punto di vista biologico, fisiologico, noi non differiamo molto l’uno dall’altro; storicamente, come racconti, ognuno di noi è unico.
 
[Sul Trattato sulla natura umana] Nato morto fu ignorato dalla stampa e non raggiunse nemmeno l'onore di suscitare il mormorio dei fanatici.
 
La differenza tra una prostituta e una donna per bene è che, per donarsi, la prima vuole essere ricompensata in contanti e subito, la seconda in amore, titoli, servizi, sostegno, protezione e prestigio in modo continuativo e senza un termine.
 
È difficile affrontare utilmente (e ancor più risolvere) i problemi sociali se tra gli interessati non c'è un minimo accordo sulla natura umana, ovvero sulla costituzione e il funzionamento dell'essere umano in generale.
 
L'esistenzialismo dichiara volentieri che l'uomo è angoscia.
 
Tutti si vogliono salvare, ma non dagli stessi inferni e non negli stessi modi.
 
Ogni persona è oggettivamente l'insieme dei modi in cui interagisce con il resto del mondo e con se stessa, e, soggettivamente, come se stessa e le altre persone pensano (ognuna a suo modo) che essa sia.
 
Per essere veramente umani, bisogna essere un po' più e un po' meno umani.
 
L'uomo è un animale narratore, l'unico animale capace di inventare e narrare storie, e di credere che siano vere.
 
Ogni essere umano è un inconsapevole agente pubblicitario di un certo numero di idee altrui.
 
I concetti-chiave della natura umana: emozione, appartenenza, interazione, cooperazione, autorità, gerarchia, competizione.
 
L’essere umano si è trovato invischiato in un sistema di presunzioni e di divieti, di colpe (inesistenti) e di punizioni (reali), di cui ha perso il senso e la gestione. Unico tra gli animali, l’uomo ha voluto separarsi «dal suo passato animale». Unico, ha voluto modificare radicalmente i suoi tratti essenziali: fino a diventare «qualcosa di inaudito, enigmatico, greve di contraddizioni». Di questa bestia acculturata, di questo essere indebolito di questa creatura distrutta da mostri interiori non si sa più che fare.
 
L'uomo è l'animale più stupido e malvagio, specialmente quando è organizzato in società, in quanto crede nelle cose più assurde e teme le verità che lo riguardano. Oggi in Nigeria un uomo è stato condannato a 24 anni di reclusione per blasfemia.
 
La cultura non dovrebbe dominare la natura, specialmente quella umana, ma servirla.
 
Finché l’uomo sfrutterà l’uomo, finché l’umanità sarà divisa in padroni e servi, non ci sarà né normalità né pace. La ragione di tutto il male del nostro tempo è qui
 
Nella natura fisica non ci sono né nomi né significati; essi si trovano solo nella natura logica, ovvero nelle menti degli umani e nei loro prodotti.
 
L'uomo è un animale interdipendente in quanto la soddisfazione dei suoi bisogni e il suo conseguente benessere psicofisico dipendono dalla quantità e qualità delle sue relazioni e interazioni con gli altri.
 
Tendiamo a considerare vero ciò che ci piace, e falso ciò che non ci piace.
 
Metapensiero = pensare al pensiero.
 
L'uomo è fondamentalmente infelice perché è una bestia a cui non è consentito comportarsi come tale.
 
L'uomo fa di necessità virtù, e di virtù difetti, specialmente quando le virtù non sono necessarie.
 
È stato detto che l'uomo è un animale razionale. Per tutta la vita ho cercato prove a supporto di questa diceria.
 
Prima di tutto gli uomini sono spruzzatori di sperma, e le donne ricettacoli di sperma. Poi tutto il resto.
 
L'uomo è un animale competitivo, geloso, invidioso, vanitoso, presuntuoso, arrogante, litigioso, egoista, conformista, gregario, credulo, ingenuo, pavido, bugiardo, nevrotico, miope, semplicista, ostinato ecc. È l'animale più pericoloso per il pianeta e per se stesso.
 
L'uomo si abitua a tutto, anche alla bruttezza, all'ignoranza, alla violenza, alla schiavitù, alla solitudine, al dolore.
 
Ogni essere umano è in una certa misura vittima dell'incomprensione, egoismo, ignoranza e stupidità altrui, e a sua volta causa delle altrui sofferenze.
 
Quante storie! Otto miliardi di esseri umani, ognuno con la sua storia.
 
Il mio corpo non mi appartiene, sono io che gli appartengo.
 
Ciò che conta non è solo la verità sulla natura umana, ma ancora più ciò che la maggior parte degli umani sa, non sa e crede sulla propria natura.
 
La maggior parte dei guai nel mondo è causata da persone che vogliono essere importanti.
 
L'uomo ama le cose e le persone che lo fanno sentire importante, abile, buono, bello e saggio e odia le cose e le persone che lo fanno sentire non importante, incapace, cattivo, brutto o stolto.
 
Penso, dunque sono. Ciò che sono dipende da ciò che penso e da come lo penso.
Faccio, dunque sono. Ciò che sono dipende da ciò che faccio e da come lo faccio.
Sento, dunque sono. Ciò che sono dipende da ciò che sento e da come lo sento.
Appartengo, dunque sono. Ciò che sono dipende da ciò a cui appartengo e da come vi appartengo.
Possiedo, dunque sono. Ciò che sono dipende da ciò che possiedo e da come lo possiedo.
Pensare, fare, sentire, appartenere, possedere sono processi interdipendenti e costituiscono l'essere.
 
La precarietà della specie umana sta soprattutto nel fatto che siamo socialmente interdipendenti, ma, a differenza di altri animali sociali, le regole della cooperazione e della convivenza sono volatili, non istintivamente fissate.
 
Siamo ignoti a noi medesimi, noi uomini della conoscenza, noi stessi a noi stessi: è questo un fatto che ha le sue buone ragioni. Non abbiamo mai cercato noi stessi – come potrebbe mai accadere che ci si possa, un bel giorno trovare?
 
L'uomo è un animale domestico.
 
Siamo, nel ventunesimo secolo, come siamo sempre stati: grandi scimmie a caccia di connessione e status all'interno di allucinazioni condivise.
 
L'uomo non è niente altro che quello che progetta di essere; egli non esiste che nella misura in cui si realizza; non è dunque niente altro che l'insieme dei suoi atti, niente altro che la sua vita.
 
Gli esseri umani sono dominati da forze irrazionali e conservatrici, come l'amore, l'istinto del potere e la paura dell'isolamento e del cambiamento.
 
Nella natura fisica non esistono numeri ma quantità, ovvero quanti di energia. I numeri esistono solo nella natura logica, ovvero nelle menti umane, come risultato del contare.
 
La solitudine esalta le qualità, la frequentazione delle compagnie i difetti.
 
Perché la gente non mette in pratica le buone teorie? Questo è il problema più grande che rallenta il progresso umano. Inutile dunque avere buone teorie se non risolviamo tale problema.
 
Forse la differenza principale tra noi umani e gli altri animali è la nostra capacità di vivere vite immaginarie mediante l’uso di simboli capaci di evocare emozioni simili a quelle provocate da situazioni reali.
 
La storia dell'umanità è la storia della lenta e ancora incompiuta migrazione dalla legge del più forte alla legge del più intelligente.
 
L'amore per tutte le creature viventi è il più nobile attributo di un essere umano.
 
Gli umani amano condividere non solo i loro gusti, ma ancor più i loro disgusti.
 
Conoscere se stessi? Impossibile se non si conoscono anche gli altri, se non si conosce l'uomo in generale.
 
Chi nasce serpente deve vivere come un serpente, chi nasce lumaca, come una lumaca, chi nasce aquila, come un'aquila. Non possiamo vivere che come il nostro patrimonio genetico ci obbliga a fare, nei limiti da esso imposti e con le libertà da esso concesse.
 
Gli esseri umani imitano comportamenti altrui senza comprenderne il significato. Se lo comprendessero, non si tratterebbe di imitazione. Imitano perché l'imitazione viene premiata e la non imitazione punita.
 
L'uomo vive in un mondo di significati.
 
Più conosco la natura umana, più la gente mi fa paura.
 
Un umano ha bisogno di essere considerato umano dagli altri, e di sentirsi umano. Per questi motivi sente il bisogno di comportarsi come un umano, cioè come crede che un umano debba comportarsi.
 
La maggior parte della gente si tiene lontana dalla riflessione sulla natura umana e i rapporti sociali, come se non ci fosse nulla di nuovo da scoprire, imparare o migliorare su come vivere e rapportarsi con gli altri.
 
L’uomo è l’animale programmato a mutare di continuo la propria programmazione.
 
L'uomo è un piccolo mondo.
 
Chi ha una buona conoscenza della natura umana sa cosa aspettarsi e cosa non aspettarsi dagli altri.
 
Si dice che il pollice opponibile sia ciò che distingue in modo più netto l'uomo dalla scimmia. A questa nostra proprietà bisogna aggiungerne un'altra: quella di dividerci da noi stessi, la capacità di produrre l'antagonismo interiore. Abbiamo l'anima opponibile.
 
Ciascuno è figlio della propria anima.
 
Qualunque cosa una persona faccia o dica, non faccia e non dica, il modo in cui si veste e non si veste, i luoghi che frequenta e non frequenta, ecc. implicano messaggi non verbali che rivelano (a chi sa leggerli) le sue appartenenze, i suoi gusti, le sue idee, i suoi principi morali, i suoi interessi, le sue intenzioni, le sue paure, i suoi limiti, sue libertà ecc.
 
Come hanno detto Marx e Engels all'inizio di 'Ideologia tedesca', gli uomini hanno sempre elaborato false concezioni di se stessi, di ciò che fanno, di ciò che devono fare e del mondo in cui vivono. E Marx-Engels non fanno eccezione.
 
L'uomo è l'unico animale capace di asservire e sfruttare abitualmente i suoi simili. Se gli altri animali non lo fanno è perché non ne sono capaci. Per farlo ci vogliono certi requisiti come la capacità di apprendere un linguaggio simbolico per poter dare ed eseguire ordini. Infatti, non è possibile obbedire a ordini incomprensibili.
 
Ciò che nello sciovinismo non è simpatico non è tanto l’avversione per le altre nazioni quanto l’amore per la propria.
 
Una sincera lode agli ingegneri che hanno costruito e gestito il veicolo Opportunity (che ha esplorato Marte per 15 anni), e anche a quelli che hanno mandato l'uomo sulla luna. Allo stesso tempo mi chiedo perché non siamo capaci di risolvere problemi molto più semplici, come quello di organizzare e governare un gruppo di esseri umani con soddisfazione di tutti gli interessati. La mia risposta è che ne sappiamo molto, ma molto, di più di fisica e di ingegneria che della natura umana. Tanta scienza e tanta ignoranza fianco a fianco.
 
In quanto animale sociale, l'uomo dovrebbe porsi domande come: "Con chi (non) posso / devo / voglio interagire? In quali modi? In quali ruoli? Con quali regole? A quali fini? Con quali risorse?"
 
L'uomo è l'unico animale capace di dare nomi alle cose, anche a quelle che non esistono.
 
È difficile parlare dell'umanità senza che qualcuno si offenda.
 
Quanto meglio si conosce la natura umana, tanto più si è capaci di prevedere il comportamento, le emozioni e i pensieri propri e altrui in determinate circostanze.
 
La vita di qualsiasi essere umano, nessuno escluso, è interessante e istruttiva se osservata da un punto di vista umanistico, scientifico, storico, biologico, psicologico, filosofico ed empatico, cosa che avviene molto raramente, forse mai. Infatti il punto di vista più comune è quello dell'interesse personale e dell'inclinazione a trovare conferme della validità delle proprie idee e dei propri comportamenti.
 
Homo sapiens? Homo ignarus!
 
L’uomo non è che una canna, la più fragile di tutta la natura; ma è una canna pensante. Non occorre che l’universo intero si armi per annientarlo: un vapore, una goccia d’acqua è sufficiente per ucciderlo. Ma quand’anche l’universo lo schiacciasse, l’uomo sarebbe pur sempre più nobile di chi lo uccide, dal momento che egli sa di morire e il vantaggio che l’universo ha su di lui; l’universo non sa nulla. Tutta la nostra dignità sta dunque nel pensiero. E’ in virtù di esso che dobbiamo elevarci, e non nello spazio e nella durata che non sapremmo riempire. Lavoriamo dunque a ben pensare: ecco il principio della morale.
 
Non c’è niente di più gretto dello sciovinismo e del razzismo. Per me tutti gli esseri umani sono uguali, pecoroni se ne trovano ovunque e per tutti ho lo stesso disprezzo. Ma niente pregiudizi meschini!
 
Spesso confondiamo i nostri desideri con la realtà. L'uomo cerca la bellezza, la semplicità, l'armonia, tutte cose che in natura non ci sono anche se crediamo di vederle.
 
Conoscendo gli altri (in termini di somiglianze e di differenze) conosciamo anche noi stessi, e non viceversa.
 
L'uomo è un animale sociale che detesta i suoi simili.
 
Gli esseri umani si differenziano anche per la quantità e la qualità delle domande che pongono agli altri e a se stessi.
 
Ogni essere umano ha bisogno di occupare un posto nella società adatto alla propria personalità, alle proprie capacità e ai propri bisogni. Per "posto nella società" intendo un insieme di ruoli e di interazioni abituali e sostenibili funzionali alla soddisfazione dei propri bisogni.
 
A mio parere la vicenda nazista non è stata né elaborata (da un punto di vista psicologico e filosofico) né capita dalla maggior parte degli esseri umani. Perciò può ripetersi in forme più o meno diverse.
 
Siamo tutti diversamente uguali.
 
La storia dell'uomo non presenta altro che un passaggio continuo da un grado di civiltà ad un altro, poi all'eccesso di civiltà, e finalmente alla barbarie, e poi da capo.
 
L'Uomo è un animale che non può vivere senza l'aiuto degli altri, o senza sfruttarli.
 
L'uomo è un animale valutatore.
 
L'uomo è vittima di altri uomini e di se stesso.
 
L'uomo è un animale credulone e presuntuoso.
 
Volendo distinguere in "naturali" e "artificiali" gli atti umani, si potrebbe dire che tutto ciò che facciamo di simile ad altre specie animali sia "naturale" e tutto ciò che è specificamente, esclusivamente umano sia "artificiale" ovvero un prodotto culturale.
 
Se l'umiltà fosse una virtù, ostentare umiltà sarebbe un atto di arroganza.
 
L'uomo è l'unico animale che costringe i suoi simili alla schiavitù. Forse, senza il linguaggio simbolico ciò non sarebbe possibile.
 
Non mi preoccupo perché gli uomini non mi conoscono. Mi preoccupo perché io non conosco gli uomini.
 
Essere = contenere, appartenere, interagire, apparire, sembrare. L'uomo è un animale che ha bisogno di essere, e l'essere è un fatto sociale fondato sull'imitazione di modelli di comportamento, di pensiero e di sentimento. Infatti l'essere è condizione per interagire socialmente, cosa indispensabile per la vita umana.
 
In ogni essere umano convivono, con intensità variabili, quattro vocazioni fondamentali che ci differenziano:
- quella del pastore, o istinto di dominazione;
- quella della pecora, o istinto gregario;
- quella del cane da pastore, o istinto poliziesco;
- quella del cane randagio, o istinto di libertà.
 
Eppure, che stia in piedi o a quattro zampe, sdraiato o a testa in giù, l'Uomo non ha mai avuto, in cielo e in terra, che un solo tiranno: se stesso!... Non ne avrà nessun altro, mai...
 
L'uomo è l'animale più pericoloso. Per l'ambiente, per gli altri e per se stesso.
 
L'uomo è un sistema che non sa come funziona.
 
Chi vede più facilmente i difetti e le incoerenze nei prodotti e nel comportamento umano soffre più di chi li vede più difficilmente.
 
Ogni umano è soggetto e oggetto.
 
L'uomo è un animale programmabile.
 
La missione di ogni umano è quella di conoscere e realizzare la propria natura nel modo più completo possibile. In altre parole, la missione di ogni uomo è quella di essere un uomo nel senso più completo e naturale del termine, così come la missione di ogni gatto è quella di essere gatto nel senso più completo e naturale possibile, lo stesso vale per le lucertole, i vermi e qualsiasi essere vivente.
 
Sulla natura umana c'è ancora tanto da scoprire, da imparare, da capire.
 
Tutto ciò che interessa gli altri è per me interessante, anche solo perché interessa gli altri.
 
L'uomo è un animale narratore.
 
L'essere umano è l'unico quadrupede che cammina in piedi e questo ha reso necessario un vasto riadattamento biomeccanico e senso-motorio, che non è ancora giunto a termine.
 
L’uomo è un animale ipotizzatore, nel senso che è capace di formulare ipotesi di azioni o di combinazioni di cose, e di stimarne il valore in termini di soddisfazione di bisogni propri e altrui.
 
L'umanità si divide in pastori, pecore, finte pecore, cani da pastore e cani sciolti.
 
C'è una storiella quasi scientifica che dice che se metti una rana dentro una pentola di acqua fredda e aumenti la temperatura dell'acqua molto lentamente, così che non c'è un momento particolare in cui la rana dovrebbe saltare fuori, essa resterà nella pentola fino a farsi bollire. È forse la specie umana in una simile pentola dato che sta cambiando il suo ambiente con un inquinamento che cresce lentamente e facendo marcire la sua mente con religioni ed insegnamenti che si deteriorano lentamente?
 
La specie umana è una delle più precarie, in quanto intrinsecamente e naturalmente più debole, anche se riesce a dominare quasi tutte le altre grazie ad artifici, cioè a idee.
 
Ognuno vorrebbe dominare ogni altro.
 
I nostri antenati non hanno fatto grandi danni all'ambiente perché non avevano i mezzi tecnici per farli.
 
Ciò che più distingue l'uomo dagli altri animali è la sua spiccata capacità di prevedere il futuro, anche se in modo spesso erroneo e illusorio.
 
È pericoloso parlare di natura umana con un essere umano, perché ciò implica parlare anche di esso, ed è facile offenderlo dicendo la verità.
 
Un essere umano non può fare a meno di interagire con altri esseri umani, ma i più fortunati possono scegliere con chi e come interagire.
 
L'uomo è un animale costretto ad essere sociale.
 
La ragione è un termine assai inadeguato per comprendere tutte le forme della vita culturale dell'uomo in tutta la loro ricchezza e varietà. Ma tutte queste forme sono forme simboliche. Per conseguenza, invece di definire l'uomo animal rationale, possiamo definirlo animal symbolicum. Così facendo indichiamo ciò che specificamente lo distingue e possiamo capire la nuova strada che si è aperta all'uomo, la strada verso la civiltà.
 
Le persone son in gran parte altre persone. I loro pensieri sono opinioni altrui, le loro vite imitazioni, le loro passioni citazioni.
 
L'uomo è un animale che fa di necessità virtù.
 
Questo comune nemico (il coronavirus) ci allontana fisicamente ma ci avvicina mentalmente e ci ricorda cosa è davvero importante per un essere umano.
 
Più che sociali, gli esseri umani sono interdipendenti.
 
Ogni umano è soggetto e oggetto, attività e passività, azione e passione.
 
Sul fatto che l'umanità sia piena di stupidi, di cattivi e di ignoranti siamo tutti d'accordo. Su chi appartenga a tali categorie siamo spesso in disaccordo.
 
Ognuno prende i limiti della propria visione per i limiti del mondo.
 
L’uomo tende a addormentarsi nella propria normalità, si dimentica di riflettersi, perde l’abitudine di giudicarsi, non sa più chiedersi chi è. È allora che va creato artificialmente, lo stato di emergenza: a crearlo ci pensano i poeti. I poeti, questi eterni indignati, questi campioni della rabbia intellettuale, della furia filosofica.
 
Siamo come isole nel mare, separate in superficie ma connesse nel profondo.
 
La natura è fuori e dentro di noi.
 
La specie umana rischia di estinguersi per eccesso di mezzi di distruzione e distrAzione di massa.
 
La tendenza a schierarsi dalla parte dei vincitori è un tratto molto comune della natura umana. Evidentemente ha una funzione adattiva in senso evoluzionistico.
 
L'uomo tende a negare la verità di ciò che non riesce a capire.
 
Ciò che manca nelle scienze umane è la coscienza dell'umano nella sua complessità; l'umano è al contrario parcellizzato e suddiviso in compartimenti tra le discipline. Il romanzo fa vedere la complessità umana. Fa vedere la vita immersa nelle interrelazioni e interazioni, la vita immersa in un tempo, un luogo e una società hic et nunc.
 
L'uomo è una specie di stecca nel grande concerto della natura.
 
Quasi ogni testo che tratta di cose umane ammira o giustifica certe categorie di persone a svantaggio di certe altre e può perciò contare sul supporto e l'ammirazione degli ammirati e dei giustificati e sull'avversione o il disinteresse degli altri
 
L'uomo moderno ha rinunciato all'idea di un'etica condivisa e oggi siamo all'assurdo che ognuno ha un'etica soggettiva, "fai-da-te", il che toglie all'etica la sua ragione di esistere. Comunque, per definire un'etica occorre una profonda conoscenza della natura umana, cosa che oggi è alquanto rara.
 
È difficile convivere con gli umani.
 
Cos'è un essere umano? Se lo chiedessimo ad ogni essere umano oggi vivente credo che la maggior parte di noi non saprebbe cosa rispondere e gli altri darebbero risposte tutte diverse. A mio parere, Il fatto che non ci sia un generale consenso sulla natura umana è una disgrazia per l'umanità. Tuttavia è meglio il dissenso che un consenso su idee false e oppressive.
 
Nei momenti di straordinaria difficoltà gli umani mostrano il meglio e il peggio di sé.
 
L'uomo è un animale mistificatore.
 
Cosa distingue, in potenza, un uomo da un animale? Un animale segue le regole, ma non le capisce.
 
Necessità (leggi della fisica), caso (aleatorietà dei fenomeni microscopici) e volontà (intenzionalità delle menti) sono i tre fattori che, in proporzioni variabili, determinano gli avvenimenti che hanno l'uomo come protagonista.
 
Più ci aspettiamo dagli altri e da noi stessi un comportamento intelligente, coerente, onesto, razionale e ragionevole, più siamo delusi, amareggiati o adirati. Più ci aspettiamo un comportamento stupido, incoerente, disonesto, irrazionale e irragionevole, più proviamo comprensione e simpatia per gli altri e per noi stessi.
 
Ognuno promuove le qualità che possiede, i giochi ai quali è vincente e le discipline in cui è più competente, ovvero competitivo. In tal modo ognuno promuove se stesso.
 
Verrà il giorno (per alcuni è già venuto) che non sapremo distinguere gli umani dai robot.
 
Siamo tutti personaggi tragicomici, specialmente quelli che non ne sono consapevoli.
 
L'uomo è un animale credulone e deve credere in qualcosa. In assenza di buone basi per le sue convinzioni, si accontenterà di basi cattive.
 
Ogni essere umano ha, da una parte, bisogno dell'aiuto altrui e, dall'altra, la capacità di aiutare gli altri.
 
Per la donna l'uomo è un mezzo il cui fine è un bambino.
 
Il successo della Bibbia la dice lunga sulla natura umana.
 
Ogni essere vivente (compreso l'uomo) è portatore di automatismi, anzi, è portato dai propri automatismi.
 
L'uomo si abitua a tutto, anche alla bruttezza, all'ingiustizia, alla stupidità, alla sofferenza.
 
È all'Enigma della Sfinge che ho dedicato cinquant'anni di vita professionale come antropologo. Ed è di importanza primaria che la nostra risposta all'Enigma della Sfinge sia coerente con la maniera di gestire la nostra civiltà, e come quest'ultima debba essere in accordo con il funzionamento attuale dei sistemi viventi.
 
Siamo schiavi di madre natura che ci fa fare ciò che vuole usando le leve del piacere e del dolore, dell'attrazione e della repulsione.
 
Gli animali nutrono e proteggono i loro piccoli senza chiedere nulla in cambio, e mostrano loro, con l'esempio, come difendersi e come procurarsi il cibo. Gli umani, invece, oltre a proteggere e a nutrire i loro piccoli, insegnano loro (con le buone o con le cattive maniere) ad obbedire ai genitori, a conformarsi ai loro costumi e a credere alle loro narrazioni.
 
Accingendoci a spiegare i principi della natura umana, noi miriamo in realtà a un sistema completo delle scienze costruito su di un fondamento quasi del tutto nuovo e tale che solo su esso possano poggiare con sicurezza.
 
Anche il rifiuto di credere che siamo governati da algoritmi è il risultato di un algoritmo.
 
Tutti dicono "sii te stesso". Vale anche per i criminali, gli stupidi e i pazzi?
 
Il problema dell'uomo è l'uomo. La natura umana è un problema per l'uomo e per l'ambiente naturale.
 
L'uomo ha bisogno di sentirsi parte attiva di qualcosa di più grande di sé.
 
Una differenza essenziale tra l'uomo e gli altri animali è che questi vivono solo nel presente, mentre l'uomo è quasi sempre condizionato dalla sua idea del futuro ed è capace di provare dolore e piacere anticipando dolori e piaceri futuri.
 
Essere uomini significa sentirsi insufficienti. L'uomo resta incompleto, e il concetto di "divinità" corrisponde perfettamente al suo oscuro desiderio di completezza.
 
Che senso ha discutere di aspetti particolari della natura umana se non c'è il minimo accordo sui suoi aspetti generali?
 
Suppongo sia allettante, se il solo strumento che hai è un martello, trattare ogni cosa come se fosse un chiodo.
 
Come può un essere umano essere disumano?
 
Una delle caratteristiche più importanti della natura umana è la capacità dell'Uomo di essere ammaestrato, in modo spesso irreversibile, a credere, apprezzare o disprezzare certe cose.
 
Siamo tutti schiavi, ma pochi lo sanno.
 
Un essere umano è una realtà molto più complessa e imprevedibile di come i suoi simili (ed esso stesso) lo percepiscono, lo classificano e lo giudicano. Infatti l'essere e la percezione dell'essere sono cose molto diverse, anche se interconnesse, così come una mappa non equivale al territorio che rappresenta.
 
Per vivere una vita soddisfacente, l'uomo ha bisogno di bisogni da soddisfare e dei mezzi per soddisfarli. Senza bisogni non ci sono emozioni, né dolore, né piacere.
 
Un essere umano è un automa motivato da sentimenti, ovvero da piaceri e dolori.
 
La gente, incapace di affrontare i problemi generali dell'umanità, si occupa di quelli particolari.
 
Tutto quello che è interessante accade nell'ombra, davvero. Non si sa nulla della vera storia degli uomini.
 
È difficile parlare della natura umana senza che qualcuno si offenda.
 
Ogni persona è un romanzo vivente, un libro più o meno aperto.
 
C'è chi vede cose che esistono, chi non vede cose che esistono e chi vede cose che non esistono. E non c'è peggior cieco di chi non vuol vedere.
 
Gli uomini prima sentono il necessario; dipoi badano all'utile; appresso avvertiscono il comodo; più innanzi si dilettano del piacere; quindi si dissolvono nel lusso; e finalmente impazzano in istrapazzar le sostanze.
 
L'Uomo è un animale dialettico. Perché ha bisogni antitetici come: servire ed essere servito, conformarsi e differenziarsi, competere e cooperare.
 
Si nasce vittime e si diventa aggressori.
 
L'antropologia è una disciplina il cui primo obiettivo, se non l'unico, è quello di analizzare e interpretare le differenze.
 
Tutta la vita dello Stato e della società è fondata sul tacito presupposto che l’uomo non pensi. Una testa che non si offra in qualsiasi situazione come un capace spazio vuoto non avrà vita facile nel mondo.
 
Geneticamente l'uomo di oggi è praticamente identico a quello di 10000 ani fa. I cambiamenti che ci sono stati nella sua evoluzione sono quasi esclusivamente culturali. L'uomo è diverso dagli altri animali soprattutto perché è il solo a poter usare la cultura. Questa comporta, tra l'altro, il credere in narrazioni inventate e tramandate, cosa che nessun altro animale è capace di fare. Ecco cosa è importante capire quando si confronta l'uomo con gli altri animali. Se l'uomo non usasse la cultura sarebbe una specie di scimmia. Se ad un bambino non insegni nulla, nemmeno a parlare, quello cresce come una bestia, non lo distingui da una bestia.
 
L'uomo è l'unico animale capace di odiare. Ma non si contenta di odiare, cerca sempre di giustificare il suo odio attribuendo all'odiato qualche colpa o un odio precedente. "Mi hai fatto arrabbiare" è una comune giustificazione di aggressioni fisiche o verbali.
 
L'uomo ha addomesticato (per usarla) ogni specie animale che si è lasciata addomesticare, compresa quella umana. L'uomo è infatti un animale domestico.
 
L'uomo è riluttante ad usare la scienza per conoscere la propria natura; preferisce affidarsi al sapere religioso e al senso comune.
 
L'uomo è l'unico animale capace di porre domande agli altri e a se stesso. Quante più domande ci poniamo, tanto più siamo umani.
 
Nel mondo moderno abbandonato dalla filosofia, frazionato in centinaia di specializzazioni scientifiche, il romanzo resta l'ultimo osservatorio da dove si può abbracciare la vita umana come un tutto.
 
Ogni essere umano è come un computer: ci metti dentro delle idee e lui ne produce come risultato dell'elaborazione di quelle che ci hai messo. Perciò l'intelligenza di un computer e quella di un umano dipendono molto dalle idee che ci metti dentro. Inoltre, computer e umani sono diversi in quanto più o meno veloci e con più o meno memoria, ovvero neuroni.
 
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