Quotes on Choice

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Mai come oggi gli esseri umani hanno avuto tante opzioni tra cui scegliere. Il nostro futuro dipende dalla nostra capacità di scegliere ciò che è meglio per noi come individui, come società, come specie e come ecosistema.
 
Le scelte più importanti per un essere umano consistono nel decidere con chi interagire e con chi non farlo, chi frequentare e da chi stare lontani, di chi fidarsi e di chi diffidare.
 
Si può scegliere di non scegliere, ovvero di non cambiare nulla. Anche quella è una scelta. Inoltre si può scegliere di rimandare una scelta a quando saranno disponibili più opzioni. E anche quella è una scelta.
 
Paghi un prezzo per ogni cosa che fai e ogni cosa che non fai. Noi puoi scegliere di non pagare un prezzo. Puoi scegliere il veleno da prendere.
 
L'uomo è simultaneamente "soggetto" a innumerevoli bisogni spesso antitetici e inconsci, per cui è difficile scegliere consapevolmente e volontariamente quali cercare di soddisfare.
 
In ogni momento scegliamo, consciamente o inconsciamente, da quali stimoli farci stimolare e da quali evitare di farci stimolare. Da tale scelta dipende il nostro futuro e la nostra felicità.
 
Quando ti viene in mente di fare una certa cosa, chiediti: ho proprio bisogno di farla? Starò meglio dopo averla fatta? Perché la vorrei o la dovrei fare? Per fare piacere a chi? Chi mi ha chiesto di farla? Che vantaggi o svantaggi, piaceri o dolori potrei avere dopo averla fatta? Ho veramente voglia di farla? È bene che la faccia? Dopo aver tentato di rispondere ad almeno alcune di queste domande, decidi se fare o non fare quella cosa.
 
Scegliere in modo consapevole, valutando razionalmente tutte le opzioni disponibili, è faticoso e rischioso. Per questo i più preferiscono delegare le proprie scelte al proprio cuore.
 
Essere passivi è permettere agli altri di decidere per te. Essere aggressivi è decidere per gli altri. Essere assertivi è decidere per te stesso.
 
Le nostre scelte sono il risultato di algoritmi, cioè di logiche, oppure sono casuali. La libertà intesa come non essere soggetti a vincoli è dunque un'illusione.
 
La libertà di scelta è una bella cosa se siamo noi a scegliere o se siamo scelti come compagni o come autorità, una brutta cosa se non siamo scelti.
 
Ci sono momenti in cui la miglior cosa da fare è non fare nulla e aspettare che accada qualcosa.
 
Il cuore decide e la ragione giustifica la decisione.
 
È fuori discussione che gli esseri umani facciano continuamente delle scelte, da quando sono nel grembo materno. Quello che si può discutere è se le scelte siano volontarie o involontarie, consapevoli o inconsapevoli. In altre parole, è discutibile se chi sceglie sia l'io cosciente o qualche meccanismo automatico, inconscio e involontario.
 
Una scelta non casuale è sempre conseguenza di una logica, ovvero di una legge fisica o di un programma.
 
Non possiamo permetterci di leggere qualsiasi libro, di vedere qualsiasi film, di parlare con qualsiasi persona, di andare in qualsiasi luogo, di credere a qualsiasi cosa. Dobbiamo scegliere ciò che è meglio per noi e per la società.
 
Non può esserci libertà senza scelta.
 
Le azioni che scegliamo di fare (o di non fare) in questo momento avranno una certa influenza (più o meno importante) su ciò che succederà (o non succederà) in futuro a noi e agli altri. Per questo è bene chiederci quanto e in che senso le nostre scelte siano convenienti per noi e per gli altri.
 
In ogni momento dobbiamo scegliere se comandare o obbedire a certe entità (persone, cose, idee, sentimenti, pulsioni ecc.) esterne e interne ai nostri corpi.
 
L'uomo è un animale selettivo, che sceglie ciò che ritiene più soddisfacente per i suoi bisogni, spesso ignorando i bisogni altrui e quelli dell'ambiente di cui ha bisogno per vivere.
 
L'assoluto è estremamente più semplice del relativo e per questo più attraente. Esso semplifica le nostre scelte, che altrimenti rischierebbero di essere troppo esitanti, cosa che, per la conservazione della specie, potrebbe essere deleterio.
 
In ogni momento scegliamo se cooperare o competere, cambiare o conservare. obbedire o comandare, accettare o rifiutare, avvicinarci o allontanarci, dare o prendere, credere o non credere, sperare o disperare, mostrarci o nasconderci, combattere o arrenderci, pensare o non pensare, dire o non dire, giudicare o non giudicare, punire o perdonare. separare o riunire, costruire o distruggere, accumulare o disperdere.
 
Forse il problema più arduo della filosofia è conciliare l'assenza di libero arbitrio con l’esortazione a fare le scelte più opportune.
 
Fare buone scelte è una capacità cruciale ad ogni livello.
 
In qualsiasi situazione della vita, hai solo tre opzioni. Hai sempre tre opzioni. Puoi cambiarla, puoi accettarla o puoi lasciarla. Ciò che non è una buona opzione è stare seduti a desiderare di cambiarla ma non cambiarla, desiderare di lasciarla ma non lasciarla e non accettarla. È questa lotta, questa avversione, che è responsabile della maggior parte della nostra infelicità. La frase che probabilmente uso di più nella mia testa è una sola: accettare.
 
In ogni momento c'è una cosa ottimale che uno può fare per la soddisfazione dei bisogni propri e/o altrui. Si tratta di trovarla. Tuttavia, ciò che è ottimale in un certo momento può essere inadatto in un altro momento.
 
Ogni essere vivente è sempre intento a scegliere, selezionare, decidere cosa fare, cosa pensare, cosa prendere, cosa lasciare momento per momento, per meglio soddisfare i propri bisogni, secondo i propri algoritmi. A volte la scelta è indecisa o indifferente, e per superare il tormento del dubbio si può decidere di affidarsi al caso o di far scegliere per noi un altro essere vivente.
 
Ciò che non è assolutamente possibile è non scegliere.
 
Io prendo delle decisioni. Forse non sono perfette, ma è meglio prendere decisioni imperfette che essere alla continua ricerca di decisioni perfette che non si troveranno mai.
 
Poter scegliere liberamente e senza condizionamenti con chi, come e quando interagire è roba da superuomini.
 
Ogni scelta presuppone la scelta del criterio da seguire nella scelta.
 
Saper scegliere è più importante che saper fare.
 
Un meccanismo automatico, involontario e inconscio sceglie momento per momento cosa dobbiamo pensare, come dobbiamo agire, e come dobbiamo reagire a ciò che ci succede. Tuttavia il nostro io cosciente si illude di essere stato lui a scegliere il nostro comportamento, e di averlo fatto per certe giuste ragioni.
 
L'uomo è costretto a interagire con i suoi simili, ma le sue possibilità di scelta circa le persone con cui interagire e i modi in cui farlo sono molto limitate, perché presuppongono che anche la controparte sia disposta ad interagire con lui e nei modi da lui desiderati.
 
L'uomo migliore è quello che fa le scelte migliori per sé e per gli altri.
 
Cambiare me stesso o cambiare qualcosa fuori di me?
 
Ogni umano può scegliere a quali stimoli esporsi.
 
Ciò che scelgo di fare in questo momento determinerà in parte il mio futuro e le opzioni che in futuro mi si presenteranno, tra cui potrò scegliere cosa fare.
 
Esercitare il libero arbitrio significa scegliere con chi / cosa / come interagire qui ed ora, nella consapevolezza che le nostre scelte avranno conseguenze più o meno positive o negative, nelle nostre interazioni future.
 
In ogni momento possiamo (e dobbiamo) scegliere se lasciare inserito il pilota automatico del nostro comportamento o se passare in modalità manuale, ovvero consapevole e volontaria. In tal senso non si può non scegliere, e ognuno è responsabile delle sue scelte di fronte agli altri.
 
Tra due opzioni scegliamo sempre quella che, tutto sommato, ci appare al tempo stesso, consciamente o inconsciamente, nel presente e nel futuro, la più piacevole e la meno dolorosa.
 
Io (inteso come il mio io cosciente) non dovrei decidere liberamente e autonomamente cosa fare e non fare momento per momento, perché non ho sufficienti criteri per farlo se non dei principi razionali che potrebbero non aver nulla a che fare con la vita, col dolore e col piacere. La decisione spetta ai miei dèmoni, cioè ai miei agenti mentali inconsci. Io devo solo ascoltare e decifrare le loro decisioni, conciliarle o arbitrarle in caso di confllitti, ed eseguirle.
 
Una scelta consapevole è sempre limitata dalla consapevolezza delle opzioni praticabili. Chiediamoci dunque quali siano le nostre opzioni e quanto siano praticabili.
 
Ci sono infinite cose che potrei scegliere di fare, ma di pochissime sono di volta in volta consapevole. Ciò riduce enormemente la mia libertà pratica rispetto a quella teorica.
 
[...] come tutte le persone che non sono innamorate, s'immaginava che ci sia dato scegliere la persona che si ama dopo mille deliberazioni e secondo qualità e opportunità diverse.
 
La selezione sociale consiste nello scegliere con chi e quando interagire.
 
Il più forte sceglie il tema della conversazione.
 
Il mondo è così grande che non possiamo vederlo tutto insieme. Perciò in ogni momento dobbiamo scegliere quale parte guardare.
 
È sempre in uno stato d'animo non destinato a durare che si prendono risoluzioni definitive.
 
La vita e il caso mi offrono continuamente opzioni, e qualcosa in me decide quali scegliere.
 
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