Quotes on Interactions

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Ogni umano ha bisogno di interagire con altri, ma molti vogliono ricevere più di quanto l'altro sia disposto a dare, e dare meno di quanto l'altro vorrebbe ricevere, per cui molti restano soli o hanno rapporti insoddisfacenti o violenti.
 
Forse non esiste il potere unilaterale. Dopo tutto, l'uomo al potere dipende tutto il tempo dal ricevere informazioni dall'esterno. Esso risponde a quella informazione mentre causa gli avvenimenti.... È una interazione, non una situazione lineale.
 
Il valore di una cosa, di un'idea, di una persona dipende da quanto quella cosa, idea o persona ci aiuta nelle interazioni con gli altri, ovvero ad interagire con gli altri in modo soddisfacente.
 
Il pensiero ecologico consiste nel considerare la vita come risultato di interazioni tra esseri viventi a tutti i livelli, a partire dalle cellule. Attraverso queste interazioni vengono scambiate informazioni, sostanze ed energie necessarie alla vita, le quali vengono prodotte, espresse, percepite ed elaborate secondo programmi variabili presenti in ogni essere vivente.
 
L'uomo, a differenza degli altri animali, non ha istinti che possano guidare il suo comportamento in modo affidabile. Perciò l'uomo ha bisogno di essere guidato da altri. Guidare il comportamento umano (proprio o altrui), è difficilissimo. È così che l'uomo non trova miglior soluzione che imitare gli altri o obbedire ad un capo o ad una guida.
 
Ogni umano è interessato a interagire con gli altri solo secondo un certo copione personale.
 
È nell'interazione con gli altri che l'uomo forma la sua mente e può soddisfare i suoi bisogni.
 
Una delle cose più interessanti che la moderna fisica ci insegna è che non possiamo conoscere nulla delle cose in sé, ma solo qualcosa delle interazioni tra le cose.
 
L'interazione tra umani può avere un fine, ma può anche essere fine a se stessa, ovvero soddisfare il bisogno di interazione ed essere fonte di piacere.
 
L'essere umano ha bisogno di interagire cooperativamente con altri umani per soddisfare i suoi bisogni e desideri, ma l'interazione è possibile solo se c'è accordo tra gli interattori sui termini, condizioni e modalità della stessa, e se entrambi la desiderano. Spesso tale accordo manca a causa della diversità di aspettative, gusti, interessi, mentalità, moralità, temperamento ecc., e per il fatto che ognuno vorrebbe ricevere più di quanto è disposto a dare. In altre parole, ognuno vorrebbe che i ricavi ottenibili dall'interazione siano superiori ai costi (in denaro, beni, servizi, sentimenti, emozioni, tempo ecc.).
 
Non di buone azioni c'è bisogno, ma di buone interazioni.
 
Litigare è facile, tutti ne sono capaci, anche i più stupidi e ignoranti. Convivere e interagire pacificamente, invece, richiede doti che pochi possiedono.
 
La mancanza di interazione può causare frustrazione e danni psichici. Così come abbiamo bisogno di riposare, abbiamo bisogno di interagire.
 
Una causa consiste in un'interazione tra due o più sistemi o tra due o più parti di un sistema. Lo stesso si può dire di un effetto. Infatti ogni causa implica uno o più effetti e ogni effetto implica una o più cause. Non ci può essere effetto senza cause, né causa senza effetti. E non possono esserci cause né effetti senza interazioni.
 
Niente e nessuno può essere padrone di ciò di cui è parte.
 
Interagire implica servire e farsi servire.
 
L'uomo ha un bisogno fondamentale di interagire con i suoi simili. Questo fatto spiega e dà un senso a tante interazioni sociali apparentemente assurde.
 
Le interazioni tra persone possono essere vere o finte, reali o immaginarie, consce o inconsce, volontarie o involontarie, meditate o automatiche.
 
La felicità è fatta di buone interazioni.
 
Ogni forma o espressione culturale è un invito all'imitazione, alla conformazione, alla condivisione, all'interazione secondo certe logiche.
 
In un sistema che interagisce con altri sistemi, come nel caso dell'essere umano, le interazioni esterne influiscono su quelle interne e vice versa.
 
Il comportamento di una persona è causa ed effetto del comportamento delle persone con cui interagisce.
 
L'interazione umana consiste in una negoziazione esplicita o implicita, conscia o inconscia, di identità, ruoli ed esigenze.
 
Gli esseri umani interagiscono per lo più automaticamente, involontariamente e inconsciamente, secondo regole che in gran parte ignorano.
 
Qualsiasi interazione sociale, anche la più stupida, insensata, nociva o noiosa è meglio che nessuna interazione sociale. Spesso si interagisce solo per interagire, senza altro fine che l'interazione stessa.
 
Ciò che sento per gli altri dipende da ciò che io credo gli altri sentano per me, e ciò che gli altri sentono per me dipende da ciò che gli altri credono io senta per loro.
 
Ogni umano chiede e offre qualcosa agli altri, ma lo fa in modo per lo più confuso, nascosto e inconsapevole, rendendo difficili le interazioni cooperative.
 
L'attrazione o la repulsione verso un certo oggetto (cosa o persona) è in realtà il desiderio o la paura di interagire e di entrare in relazione con quell'oggetto.
 
Se il tuo avversario ti spinge, tu tiralo. Se il tuo avversario ti tira, tu spingilo. È un principio del Judo che conviene applicare anche nelle conversazioni e nelle discussioni.
 
L'uomo ha un tale bisogno di interagire con gli altri che, se non può avere interazioni reali, si contenta di interazioni immaginarie.
 
Il modo in cui gli altri ti trattano dipende dal modo in cui tu tratti loro.
 
Un soggetto, oltre ad interagire con altri soggetti, può organizzare interazioni tra altri soggetti senza parteciparvi.
 
Siamo stati formati dalle persone che abbiamo incontrato.
 
Ciò che determina la qualità delle interazioni umane sono le aspettative e i desideri reciproci, ovvero cosa ciascuno si aspetta e desidera dall'altro. Se tali cose sono compatibili e complementari, l'interazione è pacifica, costruttiva, soddisfacente; se sono incompatibili o conflittuali essa è violenta, distruttiva, insoddisfacente.
 
Abbiamo continuamente bisogno di interagire con altri umani, ovvero di dare e/o ricevere qualcosa dal prossimo. Senza questo scambio ci assale l'angoscia della solitudine e un senso di colpa verso la nostra natura e la natura in generale.
 
Nella mia mente, qualunque percezione dà luogo a risposte automatiche cognitive, emotive e motive consce e inconsce che non posso cambiare senza un lungo e laborioso addestramento.
 
Quando incontro una persona, le persone che si incontrano sono in realtà almeno otto: (1) io come sono realmente, (2) io come mi vedo,(3) io come l'altro mi vede, (4) l'altro come è realmente, (5) l'altro come si vede, (6) l'altro come lo vedo io, (7) io come credo che l'altro mi veda e (8) l'altro come crede che io lo veda.
 
Una persona può interagire solo con persone che capiscono il suo linguaggio oppure deve censurare il suo linguaggio e adottare quello delle persone con cui desidera interagire, intendendo per linguaggio un particolare mondo di significati e valori.
 
Ciò che penso dell'altro determina ciò che l'altro pensa di me, e ciò che l'altro pensa di me determina ciò che penso dell'altro.
 
Ogni azione è una reazione a stimoli esterni o interni.
 
Quando non possiamo o non desideriamo interagire con persone reali, interagiamo con persone interiorizzate. Il passaggio dal primo al secondo tipo di interazione è segnato dalla tristezza e dalla frustrazione di non poter interagire con persone che ci piacciono in modi che ci piacciono.
 
Per capire la vita, l'uomo, la società, il mondo, bisognerebbe cominciare col cercare di rispondere alle seguenti domande: chi/cosa interagisce con chi/cosa? Perché? Come? Secondo quali logiche? Con quali regole? Con quali linguaggi?
 
Per interagire con gli altri bisogna sentirsi uguali a loro. A tale scopo bisogna dimenticare ciò in cui si è superiori. Bisogna tuttavia evitare di attribuire gli altri qualità e capacità che non hanno.
 
Il mezzo migliore per cominciare bene ogni giornata è: svegliandosi pensare se non si possa in questa giornata procurare una gioia almeno a una persona. Se ciò potesse valere come un sostitutivo dell'abitudine religiosa della preghiera, il prossimo trarrebbe vantaggio da questo cambiamento.
 
Le interazioni tra esseri umani non sono casuali, ma seguono certe logiche che risiedono nelle rispettive menti. Tali logiche, che evolvono con le esperienze e con l'apprendimento del soggetto, coinvolgono e riguardano le sue cognizioni, i suoi sentimenti e le sue motivazioni. La psicologia dovrebbe occuparsi principalmente di decifrare queste logiche nell'uomo in generale, in gruppi e tipi di persone, e in individui particolari.
 
L’essere (o l’Essere, se qualcuno preferisce l’iniziale maiuscola) non è fine a se stesso, ma all’interazione con il resto del mondo, senza la quale nulla può esistere. Dimmi come interagisci e ti dirò chi sei. In realtà l’essere non esiste. Esiste solo l’interagire. In altre parole, una cosa “è” i modi in cui interagisce col resto del mondo.
 
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