La mediocrità è addirittura il primo requisito per l'esistenza delle eccezioni: una cultura elevata trova in essa la sua condizione. Quando l'uomo eccezionale tratta i mediocri con più gentilezza di quanto non faccia con se stesso e con i suoi pari, non si tratta solo di gentilezza del cuore, ma semplicemente di un suo dovere.
Il grado più alto a cui possa elevarsi uno spirito mediocre ma dotato di esperienza è la capacità di scoprire le debolezze degli uomini migliori di lui.
I pensieri degli spiriti originali non tollerano la mediazione di una mente comune. Trasportati entro l'angusto alloggio di crani stretti, schiacciati, massicci [...] essi – nati dietro spaziose, alte e ben curvate fronti sotto le quali splendono occhi luminosi – perdono ogni vita e vigore, non si riconoscono più.
Discorsi o idee intelligenti si possono esporre soltanto ad una società intelligente; nella comune invece riescono odiosi poiché per piacere a questa è assolutamente necessario essere superficiali e di cervello limitato.
Suppongo che la scelta tra mediocrità ed eccellenza sia innata e che la maggioranza propenda geneticamente per la mediocrità. D'altra parte se non vi fosse una maggioranza conformista la società sarebbe un caos insostenibile.
Non ci si faccia illusioni: in tutti i tempi, su tutto il globo terrestre e in tutte le circostanze, è esistita una congiura, ordita dalla natura stessa, di tutte le teste mediocri, dappoco e ottuse contro lo spirito e l'intelligenza. Contro lo spirito e l'intelligenza esse sono, tutte insieme, compagne fedeli e numerose. O si è forse così ingenui da credere che esse, invece, aspettino la superiorità per riconoscerla, venerarla e proclamarla tale, sì da vedere poi se stesse ridotte a nulla?