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La libertà deve essere sempre relativa. La libertà assoluta coincide col nulla.
 
Solo la morte ci rende liberi. Finché siamo in vita dipendiamo dalla cooperazione altrui.
 
Non c'è mai stato accordo, tra i filosofi, e nemmeno tra gli scienziati, sull'esistenza del libero arbitrio. Pertanto potrebbe non esistere affatto, esistere sempre o esistere più o meno raramente. Io propendo per la terza ipotesi, che però resta solo una ipotesi di lavoro, in quanto una dimostrazione scientifica o logica non è (ancora) possibile. Più precisamente suppongo che esso sia più o meno possibile e più o meno frequente da persona a persona, e, in una stessa persona, avere una frequenza variabile. Non saprei nemmeno dire se il libero arbitrio sia volontario o involontario.
 
Non è forse vero che [l'uomo] vive sempre in una molteplice dipendenza ma si ritiene libero quando, a causa della lunga abitudine, non sente più il peso delle catene?
 
La libertà totale scioglie ogni legame, compresi quelli di cui abbiamo bisogno.
 
La libertà risiede nella comprensione di se stessi, di momento in momento.
 
Come possiamo essere "liberi" in quanto agenti coscienti se ogni cosa che intendiamo consciamente è causata da eventi nel nostro cervello che non intendiamo e di cui siamo totalmente inconsapevoli? Non possiamo.

 
Dovremmo cercare di conoscere i nostri limiti e le possibilità e impossibilità di superarli.
 
La ferrovia è un esempio di come una limitazione di libertà (i binari che impongono un certo percorso) possa essere molto produttiva per un certo scopo.
 
Noi non pensiamo né agiamo liberamente perché dal modo in cui pensiamo e agiamo dipendono gli atteggiamenti altrui nei nostri confronti. In altre parole, il nostro posto nella società e la nostra reputazione dipendono dal mondo in cui pensiamo e agiamo. Tale dipendenza determina un'autocensura inconscia dei nostri pensieri.
 
La libertà di pensiero è un’illusione, dato che i pensieri sono limitati da schemi mentali precostituiti, i quali definiscono i possibili contesti, i significati degli elementi che li costituiscono e le rispettive valenze sociali. Uscire dagli schemi noti è difficile e pericoloso perché non si sa dove tale libertà potrebbe portare, né come potrebbe essere interpretata e giudicata dagli altri. La creatività richiede coraggio e/o incoscienza.
 
Si può essere schiavi del bisogno di libertà.
 
La libertà è un valore più alto dell'amore. Quindi se l'amore distrugge la libertà, non ha alcun valore.
 
Noi non gradiamo la libertà altrui se essa viene usata per fare cose a noi sgradite.
 
Gli schiavi felici sono i nemici più agguerriti della libertà.
 
Libertà significa responsabilità. Perciò molti la temono.
 
L’uomo che pensa con la propria testa e conserva il suo cuore incorrotto, è libero.
 
Combattere l’ingannevole idea di libertà significa sperare di conquistarne un po’ sul piano sociale. Ma per far questo non basta affermarne la sua assenza. Occorre anche stimolare i meccanismi comportamentali, mettendoli in evidenza, per far capire perché essa non esiste […]. Abbiamo mai pensato che, appena si abbandona la nozione di libertà, si arriva immediatamente, senza sforzo, senza inganno di linguaggio, senza esortazioni umaniste, senza trascendenza, alla semplicissima nozione di tolleranza? Ma anche in questo caso si tratta di toglierle l’apparenza di gratuità, di dono magnanimo; di levare ogni merito a colui che pratica questo comportamento lusinghiero pervaso di umanità, sempre consigliabile, anche se mai messo in pratica perché, in quanto liberi, non siamo obbligati a praticarlo.
 
Nessuno può essere libero se costretto ad essere simile agli altri
 
Libertà è facoltà e diritto di reagire in modo imprevisto.
 
Quel che è saltato nella nostra attuale società è il concetto di limite. E in assenza di un limite, il vissuto soggettivo non può che essere di inadeguatezza, quando non di ansia, e infine di inibizione.
 
La libertà è “intollerabile” all’uomo (specialmente giovane), che si inventa mille obblighi e doveri per non viverla.
 
Essere liberi non è poter fare ciò che si vuole, ma volere ciò che si può.
 
La mia libertà finisce dove comincia la vostra.
 
La libertà... è la possibilità di dubitare, la possibilità di sbagliare, la possibilità di cercare, di sperimentare, di dire di no a una qualsiasi autorità, letteraria artistica filosofica religiosa sociale, e anche politica.
 
Nel mondo attuale per libertà s'intende la licenza, mentre la vera libertà consiste in un calmo dominio di se stessi. La licenza conduce soltanto alla schiavitù.
 
Se è vero che il passato influenza il futuro, le nostre scelte sono influenzate dal nostro passato. Infatti il nostro passato limita la nostra libertà.
 
Il tradimento è una scelta unilaterale di libertà.
 
La libertà è pericolosa. Perciò conviene limitarla scegliendo i limiti più adatti a sé.
 
La libertà è imprevedibile.
 
Esercitare il libero arbitrio significa scegliere consapevolmente e volontariamente a cosa pensare e con chi/cosa/come interagire. Tale scelta è limitata alle opzioni di pensiero e di interazione di cui si è consapevoli nel momento della scelta.
 
Spesso è più sicuro essere in catene che liberi
 
Il libero arbitrio non esiste, perché noi scegliamo necessariamente ciò che crediamo soddisfi più e meglio i nostri bisogni, ovvero ciò che più e meglio diminuisca i nostri dolori e aumenti i nostri piaceri. Dolori e piaceri possono essere di vario tipo: immediati e differiti, fisici e logici, realistici e illusori, sensibili e immaginari ecc.
 
Per esercitare il libero arbitrio (ammesso che sia possibile) è necessario essere liberi da emozioni e da motivazioni, ma in tal caso nessuna libera scelta avrebbe senso. Infatti una scelta è sensata, cioè non è casuale, solo se risponde a una emozione o a una motivazione.
 
Per essere liberi, bisogna essere forti.
 
La libertà è ciò che fai con ciò che di te è stato fatto.
 
Libertà è non sottomettersi ad alcuna disciplina e non rispettare alcuna regola, alcun limite, alcuna autorità. Ma è anche la facoltà di scegliere l’autorità o la disciplina a cui sottomettersi, vale a dire la facoltà di rinunciare alla propria libertà.
 
Liberarsi è un piacere che richiede un vincolo.
 
A mio parere il cosiddetto libero arbitrio non è libero in quanto noi scegliamo sempre in base ad una logica (conscia o inconscia), e precisamente quella che riteniamo (consciamente o inconsciamente) più adatta e appropriata per soddisfare i nostri bisogni. Insomma la scelta è obbligata in base ai nostri bisogni e alle nostre logiche di soddisfazione. Quindi noi siamo liberi da un punto di vista esterno, ma "regolati" da logiche da un punto di vista interno. Anche se cambiamo una logica lo facciamo seguendo una (altra) logica.
 
L'anima libera è rara, ma quando la vedi la riconosci, soprattutto perché provi un senso di benessere quando gli sei vicino. 
 
Non possiamo essere liberi, ma possiamo cambiare i nostri legami.
 
Là dove tutto è proibito, chi vuole in fondo può fare tutto, ha la possibilità reale di fare tutto; là dove invece è permesso qualcosa si può fare solo quel qualcosa.
 
Se il libero arbitrio non esiste, accetto il mio destino. Se esiste, scelgo le opzioni che mi fanno star meglio. Se esiste parzialmente, faccio entrambe le cose. Nel dubbio, prendo per buona la terza ipotesi.
 
L’uomo veramente libero è colui che rifiuta un invito a pranzo senza sentire il bisogno di inventare una scusa.
 
Per star bene bisogna liberare ciò che è troppo legato e legare ciò che è troppo libero.
 
La libertà, senza la capacità di usarla saggiamente e creativamente, può essere inutile o dannosa.
 
Quanto più una società è libera, tanto più gli interessi, i gusti e i punti di vista delle persone che ne fanno parte tendono a differenziarsi, e tanto più diventa difficile per un individuo conoscere, capire e condividere gli interessi, i gusti e i punti di vista altrui.
 
La libertà è un'illusione, sebbene qualcosa ci costringa a credere che non lo sia.
 
A mio avviso, in un certo senso, siamo tutti personaggi in cerca di autore, un autore (dio o daimon) che ci dica cosa fare e cosa dire, cosa non fare e cosa non dire, evitandoci l'angoscia di dover decidere con il nostro libero arbitrio.
 
La libertà dovrebbe essere un mezzo, non un fine.
 
Per libertà di pensiero non dovremmo intendere l'assenza di divieti di pensare a particolari temi o di credere in particolari cose, ma la facoltà di pensare al di fuori degli schemi condivisi e consueti.
 
La libertà di fare ciò che si desidera è cara quando manca o viene minacciata. Altrimenti può essere noiosa o caotica.
 
Più credi di essere libero di decidere, più è facile che tu sia manipolato.
 
Troppo poca libertà porta stagnazione, troppa porta caos.
 
Per certe persone libertà significa diritto di imporre agli altri i propri valori.
 
[...] vorrei soltanto riuscire a comprendere come sia possibile che tanti uomini, tanti paesi, tante città e tante nazioni talvolta sopportino un tiranno solo, che non ha altro potere se non quello che essi stessi gli accordano, che ha la capacità di nuocere loro solo finché sono disposti a tollerarlo, e che non potrebbe fare loro alcun male se essi non preferissero sopportarlo anziché opporglisi.
 
La libertà è ciò che fai di ciò che ti è stato fatto.
 
Per noi umani, libertà non è poter fare qualsiasi cosa, ma poter fare le cose che ci piace fare. In ogni caso, sia la natura, sia la società, limitano fatalmente le nostre libertà, e di conseguenza i nostri piaceri.
 
Abbiamo paura di essere liberi di comportarci in modo asociale e di subirne le conseguenze.
 
Mentre navighi su Internet, un titolo attira l’attenzione: 'La banda di immigrati violenta le donne del posto'. E fai clic su di esso. Nello stesso preciso istante, anche la tua vicina sta navigando su Internet, e un titolo diverso attira la sua attenzione: 'Trump prepara un attacco nucleare all’Iran'. Anche lei fa clic. Entrambi i titoli sono 'fake news', generate forse da dei troll russi, o da un sito web che vuole solo gonfiare il traffico per aumentare le entrate pubblicitarie. Sia tu che la tua vicina sentite di aver cliccato su questi titoli per libero arbitrio. Ma in realtà siete stati 'hackerati'.
 
Siamo più liberi e meno liberi di quanto crediamo. In altre parole, la nostra reale libertà è diversa da quella che crediamo di avere. Infatti non siamo liberi di necessitare ciò di cui abbiamo bisogno, di volere ciò che vogliamo, di desiderare ciò che desideriamo, di amare ciò che amiamo, di odiare ciò che odiano, ma siamo liberi di raggiungere i nostri scopi in vari modi, più o meno efficaci, utili o dannosi.
 
In Italia non è la libertà che manca: mancano gli uomini liberi
 
L’uomo libero è come una nuvola bianca. Una nuvola bianca è un mistero; si lascia trasportare dal vento, non resiste, non lotta, e si libra al di sopra di ogni cosa. Tutte le dimensioni e tutte le direzioni le appartengono. Le nuvole bianche non hanno una provenienza precisa e non hanno una meta; il loro semplice essere in questo momento è perfezione.
 
Il solo modo di affrontare un mondo senza libertà è di diventare così assolutamente libero da fare della propria esistenza un atto di rivolta.
 
Quanto più una persona è considerata libera, cioè dotata di libero arbitrio, tanto più essa può essere oggetto di giudizio morale. Infatti la negazione dell'esistenza del libero arbitrio induce alla tolleranza, alla comprensione, e alla compassione.
 
Sentirsi liberi non significa esserlo davvero.
 
Chi conosce solo la propria schiavitù, fisica e/o mentale, teme la libertà in quanto sconosciuta.
 
Le cose avvengono per caso e/o per effetto di leggi e/o di logiche (cioè programmi). Questo vale anche per l'esercizio del libero arbitrio. Solo il caso è veramente libero nel senso di imprevedible. Le leggi e le logiche possono offrire margini di libertà se prevedono o consentono una o più scelte casuali accanto a quelle obbligate.
 
Non so se il libero arbitrio esista. Nel dubbio, mi comporto come se esistesse, almeno per me.
 
Il libero arbitrio consiste nella capacità e nella volontà di sorvegliare e di neutralizzare selettivamente le proprie risposte cognitivo-emotive agli stimoli esterni e interni. Si può esercitare quando ci si ricorda di farlo e finché lo si desidera.
 
Solo la libertà, gli uomini non la desiderano perché se la desiderassero essi l’otterrebbero.
 
Che cos'è il sigillo della raggiunta libertà? Non provare più vergogna davanti a sé stessi.
 
La libertà dell'uomo è al tempo stesso limitata e illimitata. Illimitata perché possiamo fare un'infinità di cose (per esempio, c'è un'infinità di luoghi che possiamo esplorare, di libri che possiamo leggere e di persone che possiamo incontrare); limitata perché non possiamo fare qualsiasi cosa, in qualsiasi modo e in qualsiasi momento, ma solo certi tipi di cose, in certi modi, in certi luoghi, in certi momenti, in certe quantità e a certe velocità.
 
La mia libertà è limitata, come per ogni altro essere vivente. Posso fare certe cose e non posso fare certe altre cose. Posso fare certe cose in certi modi e non posso farle in altri modi. Fare certe cose in certi modi mi fa star bene, mentre fare certe altre cose, o fare le stesse cose in certi altri modi, mi fa star male. Non so bene cosa mi convenga fare e cosa non fare per star meglio, ma presumo che mi convenga migliorare le mie conoscenze a tale riguardo.
 
Per sua natura l'uomo è e vuole essere libero; ma la sua natura è anche fatta in modo tale da prendere facilmente la piega che le viene data dall'educazione. Diciamo allora che tutte le cose diventano naturali per l'uomo quando vi viene educato e vi si abitua, ma che gli è propriamente connaturato solo ciò a cui lo colloca la sua indole semplice e non alterata. Quindi la causa prima della servitù volontaria è l'abitudine.
 
La libertà di ogni umano è limitata dal fatto che egli dipende da altri, e se fa cose che dispiacciono a coloro da cui dipende, rischia di perdere la loro collaborazione e/o di essere da loro punito. Questa condizione è, sin dall'infanzia, profondamente impressa nell'inconscio di ogni umano e ne determina il comportamento sociale.
 
Un uomo è libero nel momento in cui desidera esserlo.
 
Solo ciò che è casuale è libero. Tutto il resto è soggetto a leggi o logiche non casuali, cioè predefinite. In tal senso il libero arbitrio è libero solo nella misura in cui è casuale, ovvero nelle sue componenti casuali.
 
Un uomo può fare ciò che vuole, ma non può volere ciò che vuole.
 
L’inconscio limita la libertà dell’io.
 
Quando la libertà degenera in licenza nasce e si sviluppa la malapianta della tirannia.
 
L'anima libera è rara, ma quando la vedi la riconosci, soprattutto perché provi un senso di benessere quando gli sei vicino.
 
Si chiama spirito libero colui che pensa diversamente da come, in base alla sua origine, al suo ambiente, al suo stato e ufficio o in base alle opinioni dominanti del tempo, ci si aspetterebbe che egli pensasse. Egli è l'eccezione, gli spiriti vincolati sono la regola.
 
[…] i tiranni quanto più saccheggiano tanto più esigono; quanto più devastano e distruggono tanto più ottengono, quanto più li si serve tanto più diventano potenti, forti, per tutto annientare e distruggere. Ma se non si dà loro più niente, se non si presta loro obbedienza, senza bisogno di combatterli e di colpirli rimangono nudi e sconfitti, ridotti a un niente, proprio come il ramo che, non ricevendo più linfa e alimento dalla radice, inaridisce e muore.
 
Libertà e solitudine crescono di pari passo.
 
Voglio sapere, momento per momento, quali siano i miei margini di libertà e ciò a cui non posso sfuggire.
 
Chi ama la sua prigione si sente libero.
 
Nessuno è più schiavo di colui che si ritiene libero senza esserlo.
 
La libertà è un dovere prima che un diritto.
 
La sola ragione per cui il potere può essere esercitato su un membro della comunità civile contro la sua volontà è evitare danni ad altri.
 
Nessuno è più schiavo di colui che si ritiene libero senza esserlo. 
 
Un essere si sente obbligato solo se è libero.
 
La libertà non è una cosa che si possa ricevere in regalo. Non bisogna implorare la propria libertà dagli altri. Bisogna prendersela.
 
Togliere le catene agli schiavi è facile, ma liberarli è difficile.
 
Chi non si fa domande sul proprio libero arbitrio, non lo esercita.
 
Nessuno può essere libero se costretto ad essere simile agli altri.
 
Nozione difficile da ammettere, l'assenza della libertà umana, perché essa conduce al crollo di tutto un mondo di giudizi di valore senza il quale la maggior parte degli individui si sentono perduti. L'assenza di libertà implica l'assenza di responsabilità, e questa implica a sua volta l'assenza di merito, la negazione del riconoscimento sociale di esso, il crollo delle gerarchie.
 
Non c'è nessuna strada facile per la libertà.
 
L'uomo esercita il libero arbitrio (ammesso che questo non sia solo un'illusione) non casualmente ma secondo certi criteri (morali, utilitaristici, edonistici ecc.). Tali criteri costituiscono il "programma" che regola il comportamento dell'individuo. Sono criteri che non ha fissato lui. O meglio, quando gli capita di fissare dei criteri, lo fa non a caso, ma secondo certi criteri stabiliti da altri umani o dalla natura. Insomma, il nostro comportamento o è casuale, o rispetta certi criteri, cioè programmi che noi abbiamo scritto (consciamente o inconsciamente) seguendo criteri altrui.
 
Eppure questo vostro padrone che vi domina ha soltanto due occhi, due mani, un corpo, niente di diverso da quanto possiede l'ultimo abitante del grande e sconfinato numero delle vostre città, eccetto i mezzi per distruggervi che voi stessi gli fornite […] Decidete una volta per tutte di non servire più, e sarete liberi.
 
Ogni rapporto sociale ha un prezzo in termini di libertà.
 
Tutti sono infelici perché tutti hanno paura di proclamare il loro libero arbitrio.
 
La libertà dell'uomo consiste nel poter obbedire ai propri istinti e soddisfare i propri bisogni e desideri. Istinti, bisogni e desideri che l'uomo non può cambiare a sua volontà. Tuttavia un uomo può sentire il bisogno di cambiare alcune sue motivazioni e obbedire a tale bisogno. La volontà è infatti soggetta al bisogno, vale a dire che l'uomo vuole ciò che ha bisogno di volere. Come diceva Schopenhauer, l'uomo può fare ciò che vuole, ma non può volere ciò che vuole.
 
La parola "libertà" da sola non significa nulla. Bisogna sempre aggiungere un complemento e un contesto, bisogna dire "libertà di ..." oppure "libertà da ...", "libero di ..." o "libero da ...". Anche io, sbagliando, spesso uso la parola "libertà" senza complementi.
 
Esercitare il libero arbitrio significa arbitrare tra esigenze contrastanti. Per esercitare saggiamente il libero arbitrio occorre conoscere le esigenze in conflitto e le possibili conseguenze negative o positive della frustrazione o soddisfazione di ciascuna di esse. Ciò può essere talmente complicato e difficile che spesso preferiamo lasciare l'arbitrio, cioè la scelta, all'inconscio o al caso.
 
Non è la libertà che manca, mancano gli uomini liberi.
 
Tutto ciò che non è proibito è permesso.
 
Se l'uomo è libero, è anche libero di rinunciare alla propria libertà per soddisfare i propri bisogni o per sedare le proprie paure.
 
Esercitare il libero arbitrio (ammesso che questo esista) significa scegliere con conoscenza di causa. Quanto meno si conoscono le opzioni disponibili e le loro conseguenze, tanto meno libera è la scelta. Il libero arbitrio (se esiste) è dunque sempre relativo a tali conoscenze e possibilità, e da esse limitato.
 
Preferisco la libertà col pericolo, che la pace con la schiavitù.
 
La libertà, nella sua più alta espressione consiste nel dare tutto e nel servire gli altri. L'uomo capace di questo, capace d'essere padrone di sé sino a tal punto, è libero come nessun altro. È questa la più elevata manifestazione del libero arbitrio.
 
I sorrisi sui volti di certi monaci dimostrano quanto la rinuncia alla libertà possa essere per certe persone fonte di serenità.
 
La libertà è obbedienza a regole formulata da se stessi.
 
Si dà liberazione dal tempo e ingresso nell'eternità e la si conquista con l’obbedienza e la docilità verso l’eterna Natura delle Cose. Ci è stato dato il libero arbitrio affinché possiamo annullare con un atto di volontà la nostra volontà personale e arrivare così a vivere continuamente in stato di grazia.
 
Io so questo: che chi pretende la libertà, poi non sa cosa farsene.
 
Il libero arbitrio è limitato dalle, e alle, opzioni che in ogni momento la vita ci offre e ci toglie.
 
Ciò che possiamo fare o pensare momento per momento dipende molto da ciò che ci sta accadendo, cioè dagli stimoli che stiamo ricevendo. Più in generale, dipende dalle interazioni in atto tra noi ed altri enti.
 
Tutti gli uomini, in tutte le epoche, e ancora oggi, si dividono in schiavi e liberi; perché chi non dispone di due terzi della sua giornata è uno schiavo, qualunque cosa sia per il resto: uomo di stato, commerciante, impiegato statale, studioso. 
 
L'oblio è una forma di libertà.
 
L'uomo vuole essere libero di rimanere schiavo, ignorante, illuso, irresponsabile.
 
Quando non c'era libertà di pensiero, tutti la pensavano allo stesso modo e perciò la vita era più semplice, anche se più dura. Oggi, grazie alla nostra libertà di pensiero la vita è più facile, ma ognuno la pensa a modo suo, tutti disprezzano coloro che la pensano in modo diverso dal proprio e siamo tutti più divisi.
 
Solo ciò che è casuale è libero.
 
La libertà è il diritto di fare ed esercitare tutto ciò che non nuoce ad altri. Il confine entro il quale ciascuno può muoversi senza nocumento altrui, è stabilito per mezzo della legge, come il limite tra due campi è stabilito per mezzo di un cippo.
 
La libertà fondamentale di un essere umano è quella di scegliere dove guardare e con chi o cosa interagire. Tale libertà è limitata dalle sue paure consce e inconsce che gli sottraggono una quantità di opzioni.
 
Proprio perché si esige da me una parte del mio libero arbitrio, io non voglio darla.
 
Credere di essere più liberi di quanto realmente si è può avere conseguenze dolorose, come pure credere di esserlo di meno.
 
L’individuo senza gli altri, senza una società, senza una cultura, non vale nulla, non conta nulla, non può sopravvivere, non può soddisfare i suoi bisogni e non può essere felice. Noi esseri umani siamo tutti interdipendenti, dall’inizio alla fine della nostra vita. In tal senso, nessuno di noi è libero, se non per brevi intervalli di tempo.
 
La libertà dell'azione dipende anche dalla libertà del pensiero.
 
La libertà non sta nello scegliere tra bianco e nero, ma nel sottrarsi a questa scelta prescritta.
 
L'uomo crede di volere la libertà. In realtà ne ha una grande paura. Perché? Perché la libertà lo obbliga a prendere delle decisioni, e le decisioni comportano rischi. [..] Se invece si sottomette a un'autorità, allora può sperare che l'autorità gli dica quello che è giusto fare, e ciò vale tanto più se c'è un'unica autorità – come è spesso il caso – che decide per tutta la società cosa è utile e cosa invece è nocivo.
 
L'uomo è sempre stato, direttamente o indirettamente, consciamente o inconsciamente, diretto da altri esseri umani. Questo assicura una certa moralità. Un uomo totalmente libero sarebbe troppo pericoloso.
 
L'uomo è condannato ad essere libero.
 
La vera libertà consiste nel sapersi dominare in tutte le cose.
 
Il libero arbitrio consiste nella volontà/nolontà di interagire in un certo modo e in un certo momento con una certa persona, cosa o idea.
 
La questione sul libero arbitrio non è se esso esiste o non esiste, ma in che misura può esistere, in quali circostanze e con quali limiti.
 
Gli uomini s'ingannano nel credersi liberi; e tale opinione consiste soltanto in questo, che essi sono consapevoli delle loro azioni e ignari delle cause da cui sono determinati. L'idea della loro libertà è dunque questa: che essi non conoscono alcuna causa delle loro azioni. Se dicono, infatti, che le loro azioni dipendono dalla volontà, queste sono parole con cui non collegano nessuna idea; perché tutti ignorano ciò che è la volontà e in qual modo essa muove il corpo; quelli che blaterano di altro, e immaginano sedi e dimore dell'anima sogliono suscitare o riso o nause.
 
Rispondo solo a due persone, me stessa e Dio.
 
La schiavitù può essere confortevole, perfino piacevole.
 
La libertà dell'uomo è molto limitata, e la saggezza consiste soprattutto nella conoscenza dei propri limiti, obblighi e divieti.
 
L’amore non ha tanto valore quanto la libertà. L’amore è un valore elevatissimo, ma non è superiore alla libertà.
 
Esercitare il libero arbitrio significa scegliere liberamente con chi/cosa/come interagire, momento per momento.
 
Sono libero, ecco perché sono perduto.
 
Una libertà imposta è peggio della schiavitù.
 
La libertà non è una cosa che si possa ricevere in regalo» disse Pietro. «Si può vivere anche in paese di dittatura ed essere libero, a una semplice condizione, basta lottare contro la dittatura. L'uomo che pensa con la propria testa e conserva il suo cuore incorrotto, è libero. L'uomo che lotta per ciò che egli ritiene giusto, è libero. Per contro, si può vivere nel paese più democratico della terra, ma se si è interiormente pigri, ottusi, servili, non si è liberi; malgrado l'assenza di ogni coercizione violenta, si è schiavi. Questo è il male, non bisogna implorare la propria libertà dagli altri. La libertà bisogna prendersela, ognuno la porzione che può.
 
Un eccesso di libertà comporta un deficit di democrazia.
 
Se riuscissimo ad esercitare un libero arbitrio non influenzato da sentimenti o interessi, saremmo in preda ad un profondo sconforto, non sapendo dove una libertà così totale potrebbe condurci. E allora, per neutralizzare l'angoscia, ci troveremmo a scegliere se rientrare nella nostra abituale gabbia mentale o cercarne una nuova.
 
La libertà assoluta irride la giustizia. La giustizia assoluta nega la libertà. Per essere fecondi, i due concetti devono trovare, l'uno nell'altro, il proprio limite.
 
In ogni momento dobbiamo decidere a chi/cosa (dentro o fuori di noi) obbedire. È importante scegliere il padrone migliore, il quale può essere diverso momento per momento. Forse la libertà umana consiste nella capacità di scegliere i propri padroni.
 
Conosciamo l’alternativa: o non siamo liberi, e Dio onnipotente è responsabile del male; o siamo liberi e responsabili, ma Dio non è onnipotente. Tutte le sottigliezze delle scuole non hanno aggiunto né tolto nulla al carattere perentorio di questo paradosso.
 
Non decidi di essere introverso o estroverso, disinvolto o ansioso, gay o etero. Gli umani fanno le scelte – ma non sono mai scelte indipendenti. Ogni scelta dipende da molte condizioni biologiche, sociali e personali che non è possibile determinare da soli. Posso scegliere cosa mangiare, chi sposare e chi votare, ma queste scelte sono determinate in parte dai miei geni, dalla mia biochimica, dal mio genere, dalla mia famiglia, dalla mia cultura nazionale, ecc. E non ho scelto quale geni o famiglia avere.
 
Il libero arbitrio (se esiste) è stancante, perciò non si può esercitare a lungo.
 
A mio parere, ogni causa è conseguenza di un'altra causa, ovvero non esistono cause prime. Ogni evento è puramente causale, puramente casuale o in parte causale e in parte casuale. Suppongo che anche il libero arbitrio rientri in questo paradigma, ovvero che non sia una causa prima, e che sia in parte causale e in parte casuale.
 
La dittatura perfetta avrà sembianza di democrazia. Una prigione senza muri nella quale i prigionieri non sogneranno di fuggire. Un sistema di schiavitù dove, grazie al consumo e al divertimento, gli schiavi ameranno la loro schiavitù.
 
Tutto ciò che non è casuale non è libero, perché è soggetto a leggi o logiche. Solo il caso è libero.
 
Possiamo essere liberi solo se tutti lo sono.
 
Il libero arbitrio consiste nello scegliere a quali forze (interne ed esterne) obbedire e a quali resistere.
 
La libertà più grande che un umano possa esercitare è quella di uccidersi, sebbene molti suicidi avvengano involontariamente, impulsivamente, per disperazione, e non come conseguenza di una scelta libera e serena.
 
Abbiamo bisogno della libertà per impedire che lo Stato abusi del suo potere e abbiamo bisogno dello Stato per impedire l'abuso della libertà.
 
Libertà significa responsabilità. Perciò la maggior parte degli uomini ne ha terrore.
 
Mai come nella nostra epoca siamo stati liberi politicamente, moralmente e tecnicamente, ma la maggiore libertà (conquistata o ottenuta gratuitamente) ci ha reso più individualisti e soli, e sta disgregando la società, perché non ci sentiamo più obbligati ad unirci e organizzarci per un fine comune, per combattere uno stesso nemico o semplicemente per sopravvivere.
 
Il libero arbitrio (ammesso che esista) consiste nello scegliere in quale ambiente stare, se interagire o non interagire, con chi interagire o non interagire, e se continuare o smettere di interagire. Durante l'interazione, infatti, prevalgono gli automatismi della nostra mente, e il libero arbitrio non può essere esercitato.
 
Non ci si libera di una cosa evitandola, ma soltanto attraversandola. 
 
La libertà è sempre relativa, soggettiva e limitata. Ciò che fa sentire libera una persona, a me può far sentire prigioniero, e vice versa.
 
L'uomo veramente libero è colui che rifiuta un invito a pranzo senza sentire il bisogno di inventare una scusa.
 
Per vivere al meglio bisogna conoscere i propri limiti e i propri margini di libertà.
 
Le persone più facili da manipolare sono quelle che più credono nel libero arbitrio.
 
Libertà e competitività sono interdipendenti. Infatti per essere liberi è necessario essere competitivi, e per essere competitivi è necessario essere liberi.
 
Libertà e solitudine si accompagnano perché ci sono tante cose che a un umano è vietato fare, dire e perfino pensare in compagnia di altri.
 
Sento che sono libero, ma so che non lo sono.
 
Che ci siano spazi liberi nella vostra vita in comune.
 
Tutti vogliono la libertà; almeno a parole, ma nessuno è veramente libero. E nessuno vuole veramente essere libero, perché la libertà comporta responsabilità; non arriva da sola.
 
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