Citas sobre Filosofía

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La metafisica è un luogo frequentato da ciarlatani perché vi si può affermare qualunque cosa senza il rischio di essere contraddetti.
 
Filosofia. Strada con molte diramazioni, che conduce dal nulla a nessun posto.
 
Compito principale della filosofia e della psicologia dovrebbe essere quello di svelare le falsità, le dissimulazioni, gli inganni, le mistificazioni, le affermazioni infondate e quelle infalsificabili.
 
Sii filosofo; ma in mezzo a tutta la tua filosofia, sii sempre un uomo.
 
La storia della filosofia si dovrebbe chiamare storia delle filosofie, così come non esiste una storia della religione, ma la storia delle religioni.
 
La filosofia, che per venti secoli si è preoccupata del significato dei suoi termini, è non solo piena di verbosità, ma anche terribilmente vaga e ambigua, mentre una scienza come la fisica, che non si preoccupa tanto dei termini e dei loro significati quanto piuttosto dei fatti, ha conseguito una grande precisione.
 
La filosofia può essere una professione, un hobby, un passatempo, la giustificazione morale e razionale del proprio comportamento o delle proprie scelte politiche, un mezzo di distinzione sociale, un prerequisito per appartenere ad certi gruppi, un modo per sentirsi o apparire intellettualmente o moralmente superiori agli altri, una risorsa per imparare a ragionare in modo più efficace e facendo meno errori, oppure, come nel mio caso, uno strumento per capire e comprendere meglio la natura umana, per crescere e migliorare sempre di più, ovvero per meglio soddisfare i miei bisogni e quelli altrui.
 
Sono un filosofo, non un biologo, né un antropologo, né un sociologo, né uno storico, né un teologo. Noi filosofi siamo più bravi a porre le domande che trovare le risposte, e questo può dare l'impressione di una comica ammissione di futilità: "Dice che la sua specialità è fare domande, non dare risposte. Che lavoro buffo! E lo pagano per questo?". Ma chiunque si sia mai misurato con un problema veramente arduo sa che una delle cose più difficili è trovare le domande giuste e il giusto ordine in cui porle: devi capire non solo cosa non sai, ma anche cosa hai bisogno di sapere e cosa non ti serve sapere, e cosa devi sapere per capire cosa hai bisogno di sapere, e via di seguito.
 
Una filosofia che non è capace di mettere in dubbio qualsiasi cosa (a cominciare da se stessa) non è affidabile.
 
La filosofia non è un “sapere”, ma un “atteggiamento”. L’atteggiamento di chi non smette di fare domande e di porre in questione tutte le risposte che sembrano definitive.
 
Uso la filosofia per difendermi dalla cattiva filosofia.
 
Come spiegare che persone che hanno una cultura filosofica occidentale "standard" siano in totale disaccordo su certe questioni, come quella della validità delle religioni? Tale disaccordo scredita la stessa filosofia intesa come corpus di conoscenze affidabili, ovvero non contraddittorie. Per me la spiegazione può essere solo psicologica (anche in senso neurologico).
 
I filosofi non spuntano dal terreno come i funghi. Essi sono il prodotto del loro tempo.
 
Separare l'«essere» dal «divenire» mi pare un grave errore, perché non è possibile l'essere senza il divenire, e viceversa. In altre parole, essere e divenire sono la stessa cosa, come pure il tempo individuale e quello storico. La chiave per capire la realtà, il mondo, la storia, la psiche, è il concetto di relazione, ovvero di interazione. Il concetto di «essere» è totalmente sterile se esaminato indipendentemente delle interazioni e dalle relazioni, dalle cause e dagli effetti.
 
Meglio nessuna filosofia che una cattiva filosofia.
 
La definizione di definizione è, in fondo, proprio quello che la massima di pragmatismo esprime.
 
Ogni volta che rivolgiamo la nostra attenzione verso una cosa, la distogliamo da ogni altra. Ci vorrebbe una cosa generale che riassume organicamente tutte tutte le altre, da tenere sempre presente insieme alla cosa particolare a cui stiamo pensando. Quella «cosa generale» dovrebbe essere l'oggetto principale della filosofia.
 
La filosofia dovrebbe servire a combattere la cattiva filosofia.
 
La filosofia non c'impedisce di commettere errori, ma ce li spiega.
 
Se vuoi essere filosofo, scrivi romanzi.
 
A causa dei disastri causati da certe ideologie, oggi quasi tutti pensano che le ideologie siano un male da evitare senza distinzioni. Infatti oggi non ci sono più nuove ideologie, e quelle vecchie hanno perso la loro spinta innovativa. Questa carenza di ideologie sta rendendo la gente indifferente ai problemi comuni e demotivata a fare qualcosa per risolverli. Per migliorare la società, ovvero il nostro benessere fisico e psichico, a mio parere abbiamo bisogno di nuove ideologie, più complesse, realistiche, intelligenti e prudenti di quelle passate, capaci di unire e mobilitare cospicui gruppi di persone.
 
Non appena ci si pongono certi problemi cosiddetti filosofici e si usa l'inevitabile gergo, si assume un'aria superiore, aggressiva, e questo in un ambito in cui, essendo di rigore l'insolubile, dovrebbe esserlo anche l'umiltà. Tale anomalia è solo apparente. Più i problemi che si affrontano sono rilevanti e più si perde la testa: si finisce persino con l'attribuire a se stessi le dimensioni di quei problemi. Se l'orgoglio dei teologi è ancora più spocchioso di quello dei filosofi è perché non ci si occupa impunemente di Dio: arrivano al punto di arrogarsi, loro malgrado, alcuni dei suoi attributi, i peggiori si intende.
 
Quando si dice «la filosofia», spesso si dimentica, o si ignora, che i filosofi dicevano cose spesso contraddittorie e incompatibili. Ad esempio, Platone, Aristotele, Epicuro, dicevano cose contrastanti. E allora, quando diciamo «filosofia», a quale filosofia ci riferiamo? A quella di quale filosofo?
 
Vi sono delle mode in filosofia, così come ve ne sono nella scienza. Ma un autentico ricercatore di verità non seguirà le mode: diffiderà di esse e le saprà anche combattere se necessario.
 
Più che «gettati nel mondo» (espressione di Martin Heidegger), siamo gettati in una società dove circolano persone sospette, come lo stesso Heidegger, che ci parlano in modo inutilmente astruso.
 
Desidero mostrare quanto sia difficile e allo stesso tempo urgente continuare la battaglia di Schopenhauer contro quel vaniloquio [di Hegel] insulso e piatto... Bisognerebbe aiutare almeno la nuova generazione ad affrancarsi da quella truffa intellettuale, la più grande, forse, nella storia della civiltà e della lotta contro i nemici. Sarà forse tale generazione a esaudire la speranza di Schopenhauer, che, nel 1840, affermava: "Questa colossale mistificazione è destinata a fornire ai posteri un argomento inesauribile di scherno nei riguardi della nostra epoca". La farsa hegeliana ha fatto abbastanza danni. Dobbiamo mettervi fine. Dobbiamo parlare – a rischio, magari, di insudiciarci a contatto con quella vergognosa mistificazione, che, purtroppo senza successo, fu così chiaramente smascherata cento anni or sono. Troppi filosofi hanno ignorato gli ammonimenti instancabilmente ripetuti da Schopenhauer; e li ignoravano non tanto a proprio danno (perché a loro non andava poi troppo male) quanto a danno dei loro discepoli e a danno dell'umanità.
 
Ogni filosofia è una mappa diversa della realtà.
 
Mi piacciono i filosofi che criticano altri filosofi. Per me la filosofia dovrebbe essere militante contro la cattiva filosofia. E ogni filosofo dovrebbe prendere posizione spiegando quale sia per lui la buona e la cattiva filosofia e perché.
 
I filosofi pensano di saperla più lunga dei non filosofi.
 
La filosofia dovrebbe prima di tutto servire a smascherare i cattivi filosofi.
 
La filosofia, mediante argomentazioni razionali, giustifica ciò che ci è simpatico, condanna ciò che ci è antipatico, e convalida e celebra le gerarchie che ci favoriscono.
 
Nella filosofia odierna troviamo tutte le teorie infantili, ma senza quell'aspetto accattivante proprio di ciò che è infantile.
 
La questione non è se la filosofia sia utile o inutile. La buona filosofia è utile, quella cattiva inutile o dannosa. La questione è dunque come distinguere la buona filosofia da quella cattiva.
 
C'è solo una cosa che ci si può aspettare da un filosofo: contraddire altri filosofi.


 
Ogni filosofia deve iniziare dalle dubbie e spesso perniciose concezioni del senso comune acritico. Il suo fine è di raggiungere il senso comune illuminato, critico, di raggiungere cioè una concezione più vicina alla verità e che abbia un influsso meno dannoso sulla vita umana.
 
Poco per volta mi è venuto in chiaro che cosa è stata finora ogni grande filosofia, cioè il confessarsi del suo autore; e una specie di mémoires non volute e improvvise… Nel filosofo non c'è assolutamente nulla d'impersonale; e in particolare la sua morale offre una testimonianza decisa e decisiva di chi egli è e cioè
in quale ordine gerarchico si collocano gli uni rispetto agli altri gli impulsi più profondi della sua natura.
 
Senza guida non possiamo guardare nella direzione giusta.
 
Credo che ci sia un solo argomento a difesa dell'esistenza della filosofia. È questo: lo sappiano o no, tutti gli uomini hanno una filosofia. Certo, può ben darsi che nessuna delle nostre filosofie valga un gran che, ma la loro influenza sui nostri pensieri e sulle nostre azioni è grande, e spesso incalcolabile.
 
Preferisco parlare con persone che non sanno nulla di filosofia, o la disprezzano in assoluto, piuttosto che con amanti della filosofia irretiti da cattivi filosofi.
 
C'è un disprezzo reciproco più o meno velato tra chi si interessa di filosofia e chi non se ne interessa. I primi pensano che i secondi siano mediocri è un po' stupidi, i secondi pensano che i primi siano arroganti perditempo.
 
Ogni filosofia disturba tutti quelli che seguono filosofie contrastanti, cioè filosofie criticate o smentite dalla prima. Per tali persone i seguaci della filosofia disturbante sono nemici da abbattere o screditare.
 
Cosa ci resta nei rapporti umani se smettiamo di fare filosofia, cioè di discutere di cosa sia vero o falso, buono o cattivo, bello o brutto, giusto o sbagliato? Non ci resta che discutere di chi sia vincente o perdente, per diventare seguaci dei vincenti.
 
Diogene […] obiettò una volta che gli si facevano le lodi di un filosofo: “Che cosa mai ha da mostrare di grande, se da tanto tempo pratica la filosofia e non ha ancora turbato nessuno?” Proprio così bisognerebbe scrivere sulla tomba della filosofia della università: “Non ha mai turbato nessuno”.
 
Il filosofo è l'uomo non specializzato, vale a dire specializzato in ciò che vi è di generale nell'uomo.
 
Dato che ogni filosofo la pensa diversamente, non ci possiamo fidare di nessuno di essi.
 
Non sono un materialista, ma ammiro i filosofi materialisti, in particolare i grandi atomisti, Democrito, Epicuro e Lucrezio. Essi furono i grandi illuministi dell'antichità, gli antagonisti della fede nei demoni, i liberatori dell'umanità. Ma il materialismo ha superato se stesso.
 
Vi sconsiglio vivamente di diventare filosofi accademici. Tra loro la tentazione del pensiero fasullo è diffusissima.
 
I filosofi vengono tollerati, e perfino elogiati, finché sono innocui, cioè finché con le loro idee non rischiano di rivoluzionare la società.
 
Dicono che la filosofia è la medicina dell'anima. Ammettiamolo. Ma insieme, ammettendone anche le sue conseguenze, diremo che la filosofia come la medicina è pei malati e non per i sani. Come la medicina poi è un veleno, e ogni veleno, se in breve quantità, giova, in grande uccide.
 
Finora la filosofia ha avuto successo nell'analizzare e demistificare la società, l'uomo e la stessa filosofia, ma ha fallito nel costruire e proporre modelli di uomo, di società e di filosofia sufficienti, realistici e sostenibili. Perciò la maggior parte della gente ignora o teme la filosofia.
 
Secondo me i migliori filosofi sono anche scienziati e i migliori scienziati sono anche filosofi. Scienza e filosofia non dovrebbero mai viaggiare separate e l'una dovrebbe sorvegliare l'altra.
 
Se il filosofo x non fosse mai nato, l'umanità sarebbe andata avanti lo stesso, forse peggio o forse meglio. Ciò si può dire di qualunque nome importante della storia della filosofia.
 
Più che ad affermare verità, la filosofia dovrebbe servire a svelare falsità.
 
Nessun filosofo è sufficiente.
 
La filosofia è la vita che si prende cura di sé.
 
La filosofia dovrebbe anche servire per imparare a comunicare con chi ignora o detesta la filosofia e non è in grado di comprendere argomentazioni filosofiche.
 
La filosofia si divide in logica, etica ed estetica, che sono tra loro intrecciate. Infatti possiamo parlare di logica dell'etica, logica dell'estetica, etica della logica, etica dell'estetica, estetica della logica ed estetica dell'etica.
 
Tutto ciò che la filosofia può fare è distruggere idoli. E questo significa non crearne di nuovi.
 
In filosofia si deve calare nell'antico caos e sentircisi a proprio agio.
 
A mio parere, se la cosiddetta "filosofia" è così poco rispettata dalle masse, è anche colpa di quei cosiddetti filosofi che considerano la filosofia qualcosa di unitario e unitamente buono, vero e utile. In realtà "la" filosofia non esiste, ma esistono diverse filosofie, molte delle quali si contraddicono o si ignorano, e perciò, come le religioni, non possono essere tutte buone, vere e utili. Il primo compito di una filosofia dovrebbe essere quello di criticare le cattive filosofie, e anche se stessa, ma ciò avviene raramente, specialmente nel mondo accademico.
 
La filosofia non serve ad insegnarci come essere felici, ma a combattere quelle idee e quei modelli di comportamento che ci impediscono di essere felici.
 
Un buon filosofo si chiede quali siano le cause e le consequenze di ciò che accade e cerca le risposte a tali domande.
 
Non c'è da darsi pensiero di ciò che dice la gente; ma sibbene di ciò che dice colui che ha conoscimento del giusto e dello iniquo, di quello solo.
 
In una teoria filosofica che deve essere respinta come falsa possiamo spesso trovare, purché la cerchiamo, un'idea vera, degna di essere conservata.
 
Il filosofo scrive cose che non capisci, poi ti fa credere che è colpa tua.
 
La filosofia è la critica del sapere.
 
Chi non si interessa di filosofia non si ritiene meno intelligente né meno saggio di chi se ne interessa.
 
Noi dobbiamo decidere di volta in volta se comportarci in modo spontaneo, cioè senza pensare a ciò che stiamo facendo né a ciò che vorremmo o dovremmo fare, oppure in modo "ragionato". Nel secondo caso dobbiamo imparare a ragionare in modo efficace rispetto ai nostri bisogni, ai nostri desideri e ai nostri fini, e in questo la filosofia ci può aiutare.
 
In teoria, i più esperti di filosofia dovrebbero essere più felici dei meno esperti. Se così non fosse ci sarebbe da chiedersi perché uno dovrebbe interessarsi di filosofia. Si potrebbe, d'altra parte, pensare che le persone meno felici siano le più attratte dalla filosofia, come se questa potesse consolarle o aiutarle a lenire le loro sofferenze.
 
La filosofia è una gara a chi la sa più lunga.
 
Nel supermercato della filosofia e della psicologia ognuno sceglie le verità più adatte alla propria personalità. Ce ne sono di tutti i generi, di tutte le taglie e di tutti i prezzi.
 
Gli scienziati competono tra loro per arrivare per primi a nuove scoperte (poi condivise da tutti), non per affermare, come fanno invece i filosofi, che la propria visione del mondo è meglio di quella di altri.
 
La filosofia non è una delle scienze naturali. (La parola «filosofia» deve significare qualcosa che sta sopra o sotto, non già presso, le scienze naturali.)
 
Non tutti hanno bisogno della filosofia o della psicologia per star bene, ma per qualcuno la vita, gli altri, la propria persona, le relazioni sociali e tante altre cose sarebbero incomprensibili e insopportabili senza le spiegazioni di certi autori.
 
Qual è il tuo scopo nella filosofia? Mostrare alla mosca la via d'uscita dalla sua trappola.
 
Molti confondono la filosofia con la storia della filosofia. È come confondere la scienza con la storia della scienza.
 
«La filosofia» non esiste. Esistono tante diverse filosofie, spesso contraddittorie. Ognuno ne sceglie una e la chiama «la filosofia».
 
A parer mio, per filosofare sono necessari una sufficiente quantità di tempo libero da impegni, dolori, stress e preoccupazioni, e un sufficiente grado di cultura e di intelligenza.
 
Ci sono più cose in cielo e in terra, Orazio, di quante ne sogni la tua filosofia.
 
La filosofia serve a chi è capace di servirsene.
 
Quando leggo Nietzsche mi sento meno solo.
 
Il motivo principale per cui io ritengo che sia necessario riunificare la filosofia e la psicologia è che le speculazioni filosofiche sono prodotte da menti umane, con i loro limiti, i loro condizionamenti, i loro sentimenti e i loro bias, di cui le stesse speculazioni dovrebbero tenere conto, specialmente per quanto riguarda la nozione di "valore" nelle sue diverse applicazioni.
 
Scopo della filosofia è la chiarificazione logica dei pensieri. La filosofia è non una dottrina, ma un'attività. Un'opera filosofica consta essenzialmente d'illustrazioni. Risultato della filosofia non sono «proposizioni filosofiche», ma il chiarirsi di proposizioni. La filosofia deve chiarire e delimitare nettamente i pensieri che altrimenti, direi, sarebbero torbidi e indistinti.
 
Le teorie filosofiche sono inconfutabili, perciò di esse occorre sempre diffidare, come di tutto ciò che è inconfutabile. Se le teorie filosofiche fossero confutabili, sarebbero teorie scientifiche, non filosofiche.
 
Nietzsche e Freud mi hanno insegnato a pensare in modo libero e critico, a sospettare di tutto e tutti, a cominciare da me stesso.
 
Ho cominciato con la storia della filosofia nel periodo in cui essa ancora si imponeva. Non vedevo come potermene tirare fuori per conto mio. Non sopportavo Cartesio, i dualismi e il Cogito, né Hegel, le triadi e il lavoro del negativo. A quel tempo amavo degli autori che avevano l'aria di far parte della storia della filosofia, pur sfuggendone da un lato o da tutte le parti: Lucrezio, Spinoza, Hume, Nietzsche, Bergson.
 
Ogni filosofo dà una versione diversa dei fatti.
 
Si possono concepire i filosofi come persone che compiono sforzi estremi per sperimentare fino a che altezza l'uomo possa elevarsi.
 
Uno dei primi obiettivi della filosofia dovrebbe essere quello di capire perché la maggior parte della gente non ama la filosofia.
 
Io sto pensando una cosa: filosofia viene tradotta sempre con amore per la saggezza. Ma non è così, è il contrario: non è amore per la saggezza, è saggezza dell'amore. E allora la figura dell'amore è innanzitutto intersoggettività, è scambio. Cioè la verità non deve emergere come un corpo dottrinale: questa è la sapienza, non è la filosofia. Deve nascere dal dialogo. Dal dialogo tra due persone. Dialogo con l'altro e soprattutto con quell'altro che è la donna. Perché come mai nella storia della filosofia non compare mai una donna: che cos'è questo essere messo fuori gioco? Forse che la donna navighi in regioni non eccessivamente logiche che mettono paura agli uomini? Queste sono domande che io mi pongo.
 
Vana è la parola del filosofo se non allevia qualche sofferenza umana.
 
L'organismo di un essere umano non ha bisogno di una filosofia fine a se stessa, ma di una filosofia finalizzata al bene dell'organismo e della sua specie.
 
A parer mio non ha senso discutere se la filosofia sia utile o inutile. Sicuramente per qualcuno è utile, altrimenti nessuno se ne occuperebbe. Ha invece senso discutere sul perché (e il come) la filosofia sia utile per alcuni e inutile per altri.
 
La filosofia (intesa come critica del sapere) e la psicologia (intesa come cura della mente) sono troppo importanti per lasciare che se ne occupino attivamente solo coloro che hanno titoli accademici con tali nomi.
 
I filosofi superficiali sono la rovina dell'arte.
 
Il modo in cui Il filosofo esamina le questioni filosofiche e ne discute dipende dai suoi neuroni, dalla sua psiche, dalla sua forma mentis, dalle informazioni depositate nella sua mente, dai suoi bias ecc. anche se si illude di pensare in modo "assolutamente" vero. Il filosofo che trascura la psicologia è mentalmente zoppo e mezzo cieco.
 
Così era nata la filosofia: la filosofia significava andare in piazza e insegnare alla gente come si fa il buon governo, come si conduce bene l'anima, come si rispetta la natura. La filosofia era nata per questo: insegnare agli uomini queste cose. Socrate faceva così, andava in piazza e parlava con la gente. Poi dopo si è arroccata, è diventata una cosa accademica, autoreferenziale, una dottrina. Un qualcosa che assomiglia molto adesso a una sorta di figlia della teologia.
 
Per il bene degli Stati sarebbe necessario che i filosofi fossero re o che i re fossero filosofi.
 
Non c'è un metodo della filosofia, ma ci sono metodi; per così dire, differenti terapie.
 
Filosofare, oggi, è essere fraintesi.
 
Io mi spazientisco troppo spesso quando leggo scritti filosofici.
 
Una laurea in filosofia non costituisce una patente di saggezza.
 
Non dobbiamo filosofare troppo spesso. Dobbiamo farlo al posto giusto e al momento giusto, oltre che nel modo giusto. Infatti, la stessa filosofia dovrebbe dirci quando e dove non conviene filosofare.
 
La filosofia svolge un ruolo decisamente importante, non perché sia competente di qualcosa, ma semplicemente perché non accetta qualcosa. E questa non accettazione di ciò che c'è non la esprime attraverso revolverate o rivoluzioni, l'esprime attraverso un tentativo di trovare le contraddizioni del presente e dell'esistente, e argomentare possibilità di soluzioni: in pratica, pensare.
 
Una filosofia che si rispetti dovrebbe essere capace di vedere le cose sia dall'alto che dal basso, ovvero sia con gli occhi dello statista e dello stratega che con quelli dell'operaio e del soldato.
 
La buona filosofia serve a denunciare quella cattiva.
 
Anche alle filosofie e ideologie più belle e convincenti manca sempre qualcosa di importante.
 
Ogni filosofia cerca di descrivere il mondo in qualche libro. Le cattive filosofie hanno la presunzione che la propria descrizione del mondo sia sufficiente, quelle buone ne riconoscono l'insufficienza.
 
La storia della filosofia è la storia senza fine di una competizione a chi la sa più lunga; un susseguirsi di autori presuntuosi, che ritenevano di saperla più lunga di tutti i loro predecessori, dei quali pretendevano di correggere gli errori e di colmare le lacune con le proprie idee e conoscenze, ritenute più efficaci delle precedenti. Altrimenti ogni autore si sarebbe limitato a spiegare e commentare le idee dei suoi predecessori senza aggiungervi nulla di originale, come fanno i bravi professori di filosofia.
 
Non è importante leggere, capire e condividere tutto quello che ha scritto un filosofo, ma solo le parti che ci possono essere utili.
 
La filosofia serve a svelare gli inganni.
 
Dubito che tutto ciò che è stato scritto sull'Essere abbia giovato a qualcuno (a parte la soddisfazione di sentirsi eruditi ed intelligenti).
 
Anche filosofare serve a dominare.
 
Io non sono un filosofo. Non credo abbastanza nella ragione per credere ad un sistema. Ciò che mi interessa, è sapere come bisogna comportarsi. E più precisamente come ci si può comportare quando non si crede né in Dio né nella ragione.
 
Dato che il filosofo è un essere che dà agli agli uomini solo il loro effettivo valore, nulla di più naturale che questo modo di giudicare non riesca gradito ad alcuno.
 
La specializzazione può essere una grande tentazione per lo scienziato. Per il filosofo è il peccato mortale.
 
La filosofia è una disciplina presuntuosa e arrogante per definizione. Se non lo fosse non avrebbe nulla da dire di diverso dal senso comune.
 
Noi filosofi siamo specialisti di errori.
 
Il filosofo studia ciò che appare, lo psicologo ciò che è nascosto, il filosofo cerca le verità, lo psicologo le falsità, specialmente quelle involontarie e inconsapevoli.
 
Ogni scuola di pensiero, ogni autore, dovrebbero tener conto delle scuole e degli autori precedenti, integrando o criticando le loro idee in tutto o in parte, facendole evolvere in nuove analisi e sintesi, e completandole con l’aggiunta di nuove scoperte e nuovi concetti.
 
Compito della filosofia dovrebbe essere soprattutto svelare gli inganni, specialmente quelli prodotti da certe filosofie.
 
Sarei felice se fossimo d'accordo almeno sul fatto che la filosofia non esiste che come espressione verbale, mentre esistono attività umane diverse con concezioni diverse e fini diversi a cui viene dato il nome di "filosofia". In altre parole, non esiste una "vera" filosofia distinta da false filosofie, ma esistono idee diverse della cosiddetta filosofia. Conclusione, non si dovrebbe mai dire "la filosofia" tout court, ma "la filosofia di X", dove X è il filosofo (professionista o dilettante) di turno.
 
La scienza non si occupa di filosofia, mentre la filosofia si occupa di tutto, compresa la scienza. Perciò la filosofia si pone ad un livello intellettuale ed etico superiore rispetto a quello della scienza, anzi, rispetto a quello di ogni altro sapere. Resta da vedere se i filosofi hanno competenze sufficienti per valutare il sapere scientifico nei suoi aspetti intellettuali ed etici.
 
Considerare quali effetti, che possono concepibilmente avere portate pratiche, noi pensiamo che l'oggetto della nostra concezione abbia. Allora la concezione di questi effetti è l'intera nostra concezione dell'oggetto.
 
Una filosofia dovrebbe prima di tutto stabilire i suoi fini, ovvero i problemi che intende risolvere, le domande a cui intende rispondere, i bisogni che intende soddisfare. Questo permetterebbe alla gente di stabilire in quale misura quella filosofia rientra nei propri interessi.
 
Certi filosofi sono per me repulsivi e inutili, come medicine cattive che per giunta non guariscono alcun male.
 
Diogene diceva di Platone: «A che può esserci utile un uomo che ha impiegato tutto il proprio tempo a filosofare senza mai dar fastidi a nessuno?».
 
Proprio come vi sono religioni del bene e del male religioni che incoraggiano nell'uomo il bene o il male - così esistono idee filosofiche buone e cattive, e teorie filosofiche vere e false. In quanto tale, dunque, la religione non va né riverita né vituperata, e lo stesso vale per la filosofia. Dobbiamo piuttosto valutare le idee religiose e filosofiche in modo critico e meticoloso. Lo straordinario potere delle idee ci carica tutti di pesanti responsabilità. Non dobbiamo accettarle o rifiutarle senza riflettere, ma giudicarle criticamente.
 
Bisogna essere filosofi per capire il fallimento della filosofia.
 
Il più grande problema della filosofia è che la stragrande maggioranza della gente non ne riconosce il valore né l'autorità intellettuale. Il suo secondo grande problema è che la filosofia non è unitaria, ma frammentata in diverse visioni del mondo che spesso si contraddicono. Il secondo problema è una concausa del primo.
 
La filosofia serve a giustificazione razionalmente le proprie scelte irrazionali.
 
La filosofia è una gara a chi la sa più lunga, e i lettori sono i giudici.
 
La filosofia è la messa in discussione del senso comune.
 
Io non ho mai capito l'essenza dell'essere (che alcuni scrivono con la E maiuscola), se non come equazione o copula, ovvero come relazione di uguaglianza tra due termini o di appartenenza di un termine ad una classe o categoria. E ho sempre sospettato che la filosofia dell'Essere sia una cosa inutile e inutilmente astrusa. Detta con Fantozzi: una boiata pazzesca. La lettura di Korzybski sull'uso errato del verbo essere ha poi rafforzato la mia opinione. Ma io non sono laureato in filosofia, quindi sicuramente è una cosa al di sopra dei miei limiti.
 
I filosofi si dividono in mistificatori, demistificatori e ibridi.
 
La maggior parte dei filosofi, per ogni idea sensata e utile che esprimono, ne esprimono più di una inutile e/o insensata. Infatti i filosofi potrebbero essere valutati e ordinati in base al rapporto tra idee utili e sensate, e idee inutili e/o insensate da essi espresse.
 
La filosofia e la teologia sono, lo sospet­to, due generi della letteratura fantastica. Due generi splendidi.
 
Qualunque filosofia che non si ponga come obiettivo la trasformazione della società o dell'individuo è inutile, o è utile solo a giustificare lo stato presente.
 
Nella corsa della filosofia vince chi sa correre più lentamente. Oppure: chi raggiunge il traguardo per ultimo.
 
Domanda da porre: Amate le idee -- con passione, con il sangue? Un'idea vi lascia insonne? Sentite che su di essa state giocando la vostra vita? Quanti pensatori si tirerebbero indietro!
 
È inutile fare con più ciò che si può fare con meno.
 
Ogni sapere la cui verità non può essere dimostrata con il metodo scientifico è oggetto di filosofia. In altre parole, qualsiasi filosofia consiste in saperi opinabili.
 
Il vero filosofo è un demistificatore di inganni e di autoinganni. Lo stesso vale per il vero psicologo. Infatti il vero filosofo è anche psicologo, e viceversa.
 
Non dovete mai giudicare la filosofia dalla condotta del filosofo.
 
Un problema delle facoltà universitarie di filosofia è che si chiede agli studenti di apprendere le idee degli autori più noti della storia della filosofia evitando di esprimere un giudizio critico (di approvazione o disapprovazione) su di esse. Il risultato è che ci sono studiosi che non osano, nemmeno dopo aver ottenuto la laurea, criticare le idee di alcun filosofo.
 
Non tutto il dolore è patologia. Spesso il dolore, anzi l´essenza del dolore, è solo ignoranza di sé.
 
La filosofia non serve se non viene applicata.
 
Il pragmatismo è per me una delle migliori filosofie di cui disponiamo oggi, in quanto compendia tutto ciò che di utile c'è nelle precedenti filosofie, e tralascia ciò che vi è di inutile, di impraticabile e di nocivo.
 
C'è motivo di temere che anche il nostro tempo rifiuti la filosofia e che anche in esso, ancora una volta, la filosofia non sia che nuvole. Filosofare, infatti, è cercare e ammettere che ci sono cose da vedere e da dire. Ora, al giorno d'oggi non si cerca più molto. Si «ritorna» a questa o a quella tradizione, la si «difende». Le nostre convinzioni si fondano non su dei valori o su delle verità percepite, quanto piuttosto sui vizi o sugli errori delle convinzioni che rifiutiamo. Amiamo poche cose se ne detestiamo molte. Il nostro pensiero è un pensiero in ritirata o in ripiegamento. [...] Le idee cessano di proliferare e di vivere, scadono al rango di giustificazioni e di pretesti, sono reliquie, punti d'onore, e ciò che si chiama pomposamente il movimento delle idee si riduce alla somma delle nostre nostalgie, dei nostri rancori, delle nostre timidezze, delle nostre fobie.
 
Anche se il risultato della filosofia è semplice, non può esserlo il metodo per arrivarci. La complessità della filosofia non è quella della sua materia, ma del nostro intelletto annodato.
 
I veri poeti, i veri artisti e i veri filosofi sono coraggiosi perché osano dire cose nuove.
 
Prendersi gioco della filosofia, è filosofare davvero.
 
La filosofia non dovrebbe essere una branca del sapere, ma la sintesi di tutti i saperi.
 
Per filosofare bisogna distanziarsi dalla vita. Per questo non bisogna filosofare troppo spesso né troppo a lungo.
 
Quando qualcuno chiede a cosa serve la filosofia, la risposta deve essere aggressiva, poiché la domanda è ironica e pungente. La filosofia non serve né allo Stato né alla Chiesa, che hanno altre preoccupazioni. Non serve a nessun potere stabilito. La filosofia serve a turbare. Una filosofia che non turba nessuno e non fa arrabbiare nessuno non è una filosofia. Essa serve a nuocere alla stupidità, fa della stupidità qualcosa di vergognoso. Non ha altro uso che questo: denunciare la bassezza del pensiero in tutte le sue forme.La filosofia come critica ci annuncia la sua funzione più positiva: l'impresa della demistificazione.
 
Mentre i filosofi discutono tra loro, i politici e gli industriali decidono le sorti della società, e il popolo si lamenta dei filosofi, dei politici e degli industriali.
 
Ebbene, diciamolo! La vocazione del filosofo non è di tacere. Non è ripiegandosi su se stesso che sostiene il suo ruolo, ma andando per la strada, in città, mescolandosi alla vita della gente, passeggiando nella piazza del mercato, tra la folla di venditori e imbonitori. Interrogando gli uni e gli altri. Discutendo. Non perchè sa, perché dispone di un sapere superiore, ma perché invidia coloro che sanno o pretendono di sapere. Vuole sapere, ma non vuole essere ingannato. E, se ha una cosa da insegnare, è questa. Ha bisogno di applicazione, di metodo, attenzione, concentrazione, calma, ma anche del contrario: il confronto con la realtà, il rapporto con la gente, la sfida a coloro che abusano degli altri. La meditazione e la lotta. II silenzio e il brusio. La solitudine e l’agorà.
 
La metafisica è il rifugio di chi è debole in fisica.
 
Farsi beffe della filosofia è filosofare davvero.
 
Al contrario degli scienziati, i filosofi non dovrebbero insegnare, ma suggerire.
 
Filosofare, oggi, è essere fraintesi. L'origine del fraintendimento risiede nel fatto che l'uomo contemporaneo sembra disporre solo di due linguaggi: quello comune attento alle occorrenze quotidiane e quello scientifico che soccorre quello comune nei risultati pur trascendendolo nei metodi. L'uno e l'altro sono piegati all'utilità immediata o sperata. Quest'ultima rappresenta il massimo sforzo metafisico dell'uomo di oggi, la cui unica trascendenza sembra essere l'utilità del domani, che trova le sue espressioni in ambito fisico nelle imprese spaziali che oltrepassano i confini della terra, in ambito biologico nelle scoperte della genetica che decifrano i misteri del corpo, in ambito economico nella globalizzazione che fa della terra quello spazio comune che tende ad abolire le differenze. Questi sono gli ambiti in cui la tensione metafisica oggi si raccoglie e si esaurisce in un pensiero vago, corrotto dall'emotività o esaltato dall'entusiasmo.
 
Un errore comune di filosofi e non filosofi è credere che una cosa insufficiente sia sufficiente.
 
I filosofi non sono d'accordo su cosa sia la filosofia, sui suoi fini e i suoi metodi.
 
Io provoco l'irritazione della gente, si dice, perché ripeto sempre la stessa cosa. Questa era anche la ragione dell'irritazione degli ateniesi nei confronti di Socrate.
 
Diogene […] obiettò una volta che gli si facevano le lodi di un filosofo: “Che cosa mai ha da mostrare di grande, se da tanto tempo pratica la filosofia e non ha ancora turbato nessuno?” Proprio così bisognerebbe scrivere sulla tomba della filosofia della università: “Non ha mai turbato nessuno".
 
Possiamo dividere i filosofi in due categorie: gli inventori e i ripetitori (di idee).
 
Progressisti, reazionari, conservatori: ma la vita è forse un tiro alla fune? Il filosofo ride di queste cose.
 
A mio parere, la filosofia professionale non ha dato prove troppo brillanti di sé. Ha un urgente bisogno di una apologia pronta sua - una difesa della sua esistenza. Sento perfino che il fatto di essere un filosofo di professione io stesso costituisce un grave capo d'imputazione contro di me: lo sento come una accusa. Devo dichiararmi colpevole e presentare, come Socrate, la mia apologia.
 
Non si pensa che per immagini. Se vuoi essere filosofo, scrivi romanzi.
 
I filosofi sono tutti arroganti per definizione, perché pretendono di conoscere il vero, il buono e il bello meglio dei non filosofi e di quei filosofi che la pensano diversamente da loro. Ciononostante, aspiro ad essere un filosofo.
 
La filosofia è la scienza dei perché (cioè delle cause e dei fini) di ciò che accade all'uomo e alla società.
 
Quando colui che ascolta non capisce colui che parla, e colui che parla non sa cosa sta dicendo: questa è filosofia.
 
Un filosofo è uno che pensa al posto di migliaia di persone che non lo fanno. Il guaio e che quelle migliaia di persone non si curano di ciò che pensa il filosofo.
 
Conoscere il pensiero dei grandi della storia della filosofia è utile in quanto ci permette di denunciare con competenza i loro errori e le loro lacune.
 
La filosofia (intesa come fenomeno unitario) non esiste che nella mente delle persone. Nella realtà esistono tante diverse filosofie.
 
I filosofi si dividono in due categorie: quelli rassicuranti e quelli inquietanti. Ognuno sceglie quelli che confermano il proprio ottimismo o pessimismo.
 
L'atteggiamento verso la filosofia dovrebbe essere nettamente diverso da quello che si ha verso l'arte, la poesia, la letteratura, la storia, l'archeologia ecc. Eppure molte persone non fanno differenze tra queste aree della cultura e la filosofia. In quanto a me, ritengo che lo scopo della filosofia non sia quello di piacere, di intrattenere o di condividere conoscenze, ma quello di prevedere il futuro, di farci riflettere, di porci domande e di insegnarci a pensare in modo razionale e critico, sfidando le consuetudini della cultura in cui viviamo.
 
La filosofia è la ricerca della verità, ma non di verità qualunque, bensì di quelle verità che giustificano e nobilitano il pensiero e il comportamento del filosofo e dei suoi amici.
 
Io nella filosofia del Romanticismo - e specialmente nella filosofia dei tre grandi rappresentanti dell'Idealismo tedesco, Fichte, Schelling ed Hegel -, non riesco a vedere nient'altro che una catastrofe intellettuale e morale - la più grande catastrofe intellettuale e morale da cui fu mai funestata l'intellighenzia tedesca ed europea. Questa catastrofe, questa reazione a catena intellettuale e morale ha esercitato, come io credo, una disastrosa azione di istupidimento, che sta ancora agendo come una nube atomica in espansione.
 
Se ciò che dici non dà fastidio a nessuno vuol dire che non stai dicendo nulla di nuovo da un punto di vista etico, ovvero nulla che possa causare qualche cambiamento nei rapporti sociali.
 
Un filosofo dovrebbe innanzitutto filosofare: dovrebbe, cioè, cercare di risolvere problemi filosofici, piuttosto che parlare della filosofia.
 
Io credo che teologia e filosofia siano incompatibili. Per la prima Dio è il punto di partenza, per la seconda Dio o la sua negazione il punto di arrivo.
 
I filosofi hanno il torto di non pensare alle bestie e davanti agli occhi di una bestia crolla come un castello di carte qualunque sistema filosofico.
 
Una filosofia è anche un mezzo per giustificare le proprie scelte.
 
Secondo me la filosofia, come le altre discipline umane e sociali, è divenuta autoreferenziale avendo perduto il riferimento al benessere psicofisico sostenibile dell'uomo, che dovrebbe essere il fine e la misura della buona filosofia.
 
La filosofia trionfa facilmente sui mali passati e sui mali futuri. Ma i mali presenti trionfano su di lei.
 
Molti parlano della filosofia come se fosse un corpus di conoscenze integrato, organico e coerente. Invece si tratta di una collezione di diverse idee e ideologie, spesso contrastanti. Il temine filosofia andrebbe usato solo al plurale, oppure seguito da un qualificatore.
 
La separazione tra filosofia e scienza, intervenuta a partire dal secolo XVII, ha creato scienziati senza etica e filosofi senza pratica.
 
Di professione, se rinascessi, non mi dispiacerebbe fare il critico filosofico, uno che di ogni testo filosofico ti dice cosa (secondo lui) c'è di buono e cosa di cattivo.
 
Nel mondo accademico i testi chiari e facili sono snobbati perché li possono capire tutti, anche da chi non ha fatto studi superiori.
 
In un famoso e intenso passo della sua principale opera, Platone chiede che i filosofi diventino re e che, viceversa, i re - o sovrani - siano filosofi veri e seri. La prima parte della proposta di Platone è piaciuta a molti filosofi, e alcuni di essi l'hanno presa alquanto sul serio. Personalmente, non penso si tratti di un suggerimento convincente. A parte il fatto che avverso ogni forma di autocrazia o dittatura, compresa quella dei più saggi e migliori, i filosofi non mi sembrano particolarmente adatti a questo compito.
 
Ogni filosofo, come ogni essere umano qualsiasi, ha la cattiva abitudine di stabilire una gerarchia delle importanze, minimizzando o ignorando tutto ciò che non rientra nel suo campo di studio preferito.
 
Io non ho scritto per gli imbecilli. Per questo il mio pubblico è ristretto.
 
È molto dubbio che la filosofia possa essere oggi identificata con alcunché di univoco ed unitario.
 
Io penso che tutti gli uomini e tutte le donne siano filosofi, anche se alcuni lo sono più di altri. Concordo sull'esistenza di un gruppo distintivo ed esclusivo di persone, i filosofi accademici, ma sono ben lungi dal condividere l'entusiasmo di Waismann per le loro attività e il loro approccio. Al contrario, sento che c'è molto da dire a favore di coloro (sono, a mio parere, filosofi di un particolare genere) che nutrono sospetti per la filosofia accademica.
 
Il metodo corretto della filosofia sarebbe propriamente questo: non dire niente se non ciò che può essere detto, cioè proposizioni della scienza naturale – cioè qualcosa che con la filosofia non ha niente a che fare –, e poi tutte le volte che qualcun altro volesse dire qualcosa di metafisico provargli che a certi segni nelle sue proposizioni egli non ha dato alcun significato. Questo metodo sarebbe per l'altro insoddisfacente – egli non avrebbe la sensazione che noi gli stiamo insegnando la filosofia – ma esso sarebbe l'unico rigorosamente corretto.
 
I paradigmi filosofici del passato non sono in grado di affrontare l'attuale complessità scientifica, tecnologica, sociale, storica, politica (che include, ad esempio, il fallimento del fascismo e del comunismo e la crescente diffusione del populismo). Il fallimento dei paradigmi accademici favorisce uno sterile relativismo e un nichilismo distruttivo che sta causando il declino della nostra civiltà. Io credo che si possa uscire dalla attuale crisi intellettuale e morale attraverso una filosofia della complessità (E. Morin), una visione cibernetica e sistemica della vita (G. Bateson), una logica non aristotelica (A. Korzybski), una pragmatica neurologica dei sentimenti (A. Damasio) e una dialettica dei bisogni umani (L. Anepeta).
 
Qual è il tuo scopo in filosofia? – Indicare alla mosca la via d'uscita dalla trappola.
 
A mio parere, nella ricerca filosofica e psicologica, la cosa più importante è capire cosa causi gioie e sofferenze negli esseri umani e perché, ovvero quali siano i bisogni umani, se è vero che il piacere e la gioia sono generati dallo loro soddisfazione e il dolore e la tristezza dalla loro frustrazione. Mi pare che questo obiettivo sia stato perso di vista nella ricerca umanistica contemporanea, la quale mi sembra smarrita in questioni che servono solo gli interessi degli intellettuali, degli accademici, degli editori, dei politici, degli industriali e di chi ama sentirsi intelligente o colto. Direi perciò che la ricerca filosofica e psicologica attuale, pregna di idee postmoderniste, non sia più umanista.
 
Abbiamo un bel montare sui trampoli, ma anche sui trampoli bisogna camminare con le nostre gambe. Anche sul più alto trono del mondo, non siamo seduti che sul nostro culo.
 
Alcuni filosofi hanno fatto una virtù del parlar con se stessi, forse perché si erano convinti che non ci fosse nessuno con cui parlare. Ho paura che l'abitudine di filosofare su questo livello un po' troppo elevato sia un sintomo del declino della discussione razionale. Non c'è dubbio che Iddio parli quasi esclusivamente con se stesso, perché non trova nessuno con cui valga la pena di parlare. Ma i filosofi dovrebbero sapere che non sono più simili a Dio di quanto non lo siano gli altri uomini.
 
Se i tedeschi sono goffi e pesanti, gli italiani sono soltanto goffi e ricorrono ai tedeschi per zavorrarsi lo spirito. Come? Masticando il chewing-gum filosofico dei vari Hegel e Heidegger, oppure facendo gli strilloni e i muezzin di Nietzsche.
 
Filosofia, psicologia e sociologia non dovrebbero essere discipline separate, dato che certe differenze filosofiche possono essere spiegate in termini di differenze psicologiche, così come certe differenze psicologiche possono essere spiegate in termini di differenze sociali, e viceversa.
 
Per una mente filosofica l'uccellino che pigola nel nido perché ha fame è più eloquente dei libri di un Hegel o di un Heidegger.
 
Ognuno (me compreso) adotta la filosofia che lo fa soffrire di meno o godere di più.
 
La filosofia si insegna solo nell'agorà, in un giardino o a casa propria. La cattedra è la tomba del filosofo, la morte di ogni pensiero vivo; la cattedra è lo spirito in gramaglie.
 
Un notevole vantaggio dovuto alla filosofia è l'antidoto sovrano che offre contro la superstizione e la falsa religione. Tutti gli altri rimedi contro codesta peste sono vani, o almeno incerti. Il semplice buon senso e la pratica del mondo, sufficienti di solito nei frangenti della vita, restano qui inefficienti. La storia e l'esperienza quotidiana forniscono esempi di uomini dotati di ottime capacità negli affari, la cui vita è guasta dalla schiavitù di gravissime superstizioni.
 
Scienziati che ignorano la filosofia e i filosofi che ignorano la scienza contemporanea sono un po’ ignoranti. Immagini un filosofo del Settecento che pensasse ancora che la Terra fosse il centro dell’universo. Alcuni filosofi di oggi sono così.
 
Non esiste "la" filosofia, esistono tante filosofie diverse.
 
Passo molto tempo a filosofare, ma non so se ciò mi dà il diritto di considerarmi un filosofo.
 
L'investigatore di polizia cerca la verità su un crimine particolare. Il filosofo dovrebbe fare lo stesso sui crimini generali.
 
...nessuno si occupa di noi dal momento che per primi abbiamo noi deciso di non occuparci di noi stessi. Un po´ di lavoro, un po´ di consumo, un po´ di famiglia, un po´ di sesso, un po´ di calcio, un po´ di tv e la vita passa senza troppe domande
 
Prima di fare filosofia, i sedicenti o aspiranti filosofi dovrebbero fare della metafilosofia, cioè dovrebbero indagare cosa significhi filosofare e quali siano i metodi validi per praticare tale attività. Ebbene, purtroppo tra filosofi non c'è accordo su cosa significhi filosofare e sui relativi metodi.
 
La filosofia dovrebbe consistere in rieducazione.
 
Ciò che è sempre mancato di più alla filosofia, è la precisione.
 
La filosofia serve a stabilire quanto certe idee siano vere e quanto certi comportamenti siano buoni per chi li agisce e per gli altri. Di conseguenza la filosofia serve solo alle persone che hanno dubbi in tal senso.
 
Noi speriamo che la filosofia ci dia delle certezze; invece, a parer mio, la buona filosofia ce le toglie.
 
Ci sono tante filosofie e una sola scienza.
 
I filosofi, mi pare, non si accordano su ciò che è filosofia, e la filosofia non ha mai detto in modo chiaro e unanime ciò che voleva. Per questo la considero come un'arte e non ho mai potuto considerarla diversamente. Parlo da uomo che non ha mai provato 'l'angoscia metafisica' e a cui sono bastate altre angosce.
 
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