Quotes on Motivations

Quotes in
Sorted by
Author
Subject
Text
Show as list
192 quotes    

Il punto di partenza di ogni indagine economica è dato dai bisogni umani. Senza bisogni non esisterebbe nessuna economia, nessuna economia sociale, nessuna scienza relativa ad esse. I bisogni sono la causa fondamentale; l'importanza che la loro soddisfazione ha per noi, la misura fondamentale ; la sicurezza della loro sodisfazione, lo scopo finale di ogni economia umana.
 
Uno dei bisogni umani più importanti è quello di essere compresi, almeno da una persona. Infatti l'amore è basato sulla reciproca comprensione. Il bisogno di essere compresi è tanto più frustrato quanto più si è diversi dalla normalità ed è talmente forte che i più hanno paura di differenziarsi rispetto ai tipi di persona più comuni. Succede così che molti, non riuscendo ad essere compresi, e soffrendone, tendano inconsciamente a trasformarsi in persone più comprensibili, ovvero più normali, rinunciando ad affermare le loro peculiarità più originali.
 
Ad ogni bisogno corrispondono un piacere e un dolore: il piacere della sua soddisfazione e il dolore della sua frustrazione.
 
Non solo l'uomo agisce per interesse; egli pensa, crede e prova emozioni e sentimenti per interesse.
 
Abbiamo bisogno che qualcuno abbia bisogno di noi.
 
Il piacere nasce dalla soddisfazione di un bisogno o desiderio. Perciò non ci può essere piacere se prima non vi è un bisogno o desiderio da soddisfare.
 
L'io cosciente serve ad arbitrare i conflitti tra bisogni quando nessuno di essi riesce a prevalere in modo automatico.
 
Come si fa agile la mente quando si tratta di trovare delle ragioni che
giustifichino ciò che ci piace!
 
Noi conosciamo i nostri bisogni non per mezzo della ragione, ma attraverso i nostri sentimenti.
 
Sperare in cose impossibili sottrae tempo, energie, attenzione e intelligenza a progetti fattibili.
 
Siamo condannati ad avere bisogni e desideri, e a volerli soddisfare.
 
Ho bisogno di sapere di cosa ho bisogno.
 
In ogni momento ognuno desidera ottenere qualcosa dal resto del mondo.
 
Ogni umano interagisce con altri umani in certi modi, da cui dipende in gran parte il grado di soddisfazione dei bisogni propri e altrui. Il miglioramento di tali modi (nel senso di una maggiore soddisfazione dei bisogni propri e altrui) dovrebbe essere il fine di tutte le scienze umane e sociali, a cominciare dalla psicologia.
 
Ognuno ha bisogno di qualcuno.
 
Ciò che sto pensando, facendo e subendo, che conseguenze avrà nella soddisfazione dei miei bisogni e nelle mie interazioni con gli altri? Su questa domanda, per lo più inconscia, si fonda la struttura e il funzionamento della psiche.
 
L'uomo tende ad obbedire ai suoi simili, ovvero a fare quanto gli viene richiesto. Il motivo di questa tendenza, a mio parere, si trova nel bisogno di interazione. In quanto animali sociali, ovvero interdipendenti, abbiamo bisogno (un bisogno primario, ovvero genetico) di interagire frequentemente con altri umani e l'obbedienza è un ottimo tipo di interazione.
 
Le motivazioni sono determinate dalle emozioni.
 
Ogni motivazione è finalizzata alla soddisfazione di una motivazione di livello superiore.
 
Conoscere se stessi significa conoscere la natura umana, i propri bisogni e le proprie logiche di soddisfazione. Il rischio è che sia i bisogni che le logiche di soddisfazione possono essere incompatibili con quelli altrui o censurati dalla comunità di appartenenza.
 
A volte facciamo con piacere certi sforzi perché ci aspettiamo che ci porteranno dei vantaggi o dei piaceri. Se poi i risultati anziché positivi sono negativi, ci sentiamo triplamente infelici: perché siamo delusi e frustrati, perché ci siamo sforzati inutilmente (non ne valeva la pena) e perché ne abbiamo ricavato una sofferenza o uno svantaggio. Per evitare questa tripla sconfitta, conviene, quando ci accingiamo a fare qualcosa di impegnativo, essere realisti nel prevedere le conseguenze dei nostri sforzi.
 
Il lato tragico della vita umana è che ognuno ha bisogno di qualcuno, ma nessuno ha necessariamente bisogno di alcuna persona particolare, perché siamo tutti sostituibili. Perciò ognuno di noi vive col timore (conscio o inconscio) di essere sostituito. Un certo sollievo a tale timore può venire dal poter sostituire qualcuno con cui si è in relazione, nel caso in cui si sia desiderati da più persone.
 
Nessuna virtù può eguagliare il bisogno.
 
Nessuna cosa è buona sempre. Ciò che oggi è buono, domani sarà noioso o insufficiente, e perciò non sarà ripetuto nella stessa forma o quantità, fatta eccezione per i riti, i comandamenti morali e le tradizioni popolari, in quanto forme imposte dalla comunità. Siamo dunque condannati a cercare continuamente nuove forme o maggiori quantità di bontà e di piacere.
 
Quando cominci ad avere dubbi sull'opportunità di andare dove stai andando, o sulla correttezza della direzione che hai preso, fermati e non ripartire finché i dubbi non saranno svaniti.
 
Ciò che l'uomo segretamente più desidera è che gli altri obbediscano ai suoi voleri, cioè che pensino come lui vuole e facciano ciò che lui vuole.
 
Chi ha bisogno di chi? Per cosa?
 
La passione è una cosa piuttosto terrificante perché se hai una passione non sai dove ti porterà.
 
Piuttosto che chiederci di cosa l'uomo ha bisogno in generale, dovremmo chiederci di cosa egli ha bisogno in una certa situazione. Infatti i bisogni dipendono dalle situazioni. Per lo stesso motivo dovremmo chiederci: di cosa ho bisogno in questo momento? Di cosa avrò bisogno in una certa situazione?
 
Beati gli animali non umani perché non hanno fini inutili. Il guaio dell'uomo è che confonde fini utili e sani con fini inutili e nocivi, e perde tempo a inseguire fini inutili e nocivi invece di concentrarsi su quelli utili e sani.
 
La maggior parte delle interazioni umane consiste in rituali di approvazione reciproca, il cui scopo è soddisfare il profondo bisogno di essere approvati presente in ogni umano. Questi rituali si basano su un tacito accordo per cui io approvo te e in cambio tu approvi me. Infatti in questi rituali ogni gesto costituisce una implicita dimostrazione di approvazione.
 
Dire ad una persona "non ho bisogno di te" è insultarla.
 
Tante volte, la gente non sa cosa vuole finché non glielo mostri.
 
O natura, fammi capire di cosa ho bisogno e cosa devo evitare.
 
Credo che il fine ultimo di ogni istinto, bisogno, desiderio, motivazione, sia la sopravvivenza, direttamente o indirettamente. Il "fine" della vita è la vita stessa (la vita dell’individuo e/o della specie).
 
Ogni umano ha il potere e la responsabilità di contribuire a soddisfare o a frustrare i bisogni di ogni altro umano.
 
Tutto ciò che facciamo, lo facciamo per soddisfare dei bisogni. Questo vale per tutti gli esseri viventi e i loro organi, a cominciare dalle cellule.
 
I desideri sono la parte superficiale dei bisogni.
 
La vita ha bisogno di bisogni, nel senso che consiste nella soddisfazione di bisogni e non potrebbe riprodursi se non avesse bisogno di farlo.
 
Per sopravvivere e soddisfare i propri bisogni, c'è chi punta sulla forza fisica, chi sulla ricchezza, chi sulle amicizie, chi sull'intelligenza, chi sulla cultura, chi sulla bellezza, in funzione di ciò che la natura e la sorte gli hanno donato.
 
Non fare una cosa perché non si può fare completamente o perfettamente è una scusa tipica dei pigri e degli incapaci.
 
Un bisogno importante di ogni essere umano è quello di sentirsi dire, ogni giorno, dal maggior numero di persone: "Tu sei giusto".
 
Ciò che consideriamo involontario è in realtà causato dalla volontà di agenti mentali inconsci.
 
Un individuo che non riesce a soddisfare i suoi bisogni soffre. Chi si occupa della soddisfazione dei miei bisogni? In quale misura mi occupo della soddisfazione dei bisogni altrui? Se io non mi occupo della soddisfazione dei bisogni altrui, perché qualcuno dovrebbe occuparsi della soddisfazione dei miei? I conti non tornano e per questo la sofferenza è molto diffusa.
 
Il mondo è pieno di portatori di bisogni, per soddisfare i quali ogni portatore ha bisogno della collaborazione di altri portatori.
 
Il pensiero di Vilfredo Pareto (in particolare i concetti di “Azioni non logiche”, “Residui” e “Derivazioni”) corrisponde bene alle mie opinioni sul divario tra le "vere" motivazioni umane (normalmente censurate e rimosse in senso psicoanalitico) e quelle "dichiarate" che sono, a mio avviso, razionalizzazioni e giustificazioni (normalmente mistificate, più o meno fantasiose e vaghe) di quelle vere.
 
Beati coloro che ridono facilmente perché con la stessa facilità si contentano.
 
Perché dovremmo fare certe cose, in un certo modo, in certe situazioni? A volte facciamo le cose perché ci sentiamo in dovere di farle a causa dell'abitudine, mentre non ce n'è alcun bisogno, né qualcuno ce lo chiede.
 
Per razionalizzare non s'intende ragionare o pensare in modo razionale, ma rendere forzatamente e in modo mistificato "razionale" ciò che non lo è, ovvero spiegare un certo comportamento in modo che la spiegazione (o motivazione dichiarata) sia accettabile, politicamente corretta, nascondendone e dissimulandone (consciamente o inconsciamente) i veri motivi, meno nobili e meno razionali. In tal senso si tratta di una pratica molto diffusa, che ci riguarda tutti. Chi non razionalizza il proprio comportamento scagli la prima pietra.
 
Signore, non darmi ciò che desidero, ma solo ciò di cui ho davvero bisogno.
 
Siamo tutti in cerca di servi, padroni e alleati, e stiamo male se non li troviamo.
 
Se non si sa cosa si vuole, non si vuole nulla.
 
Pragmatismo in sintesi: Non importa ciò che siamo, ma ciò che facciamo, ovvero come interagiamo col resto del mondo, e come soddisfiamo i bisogni e i desideri della nostra persona e quelli altrui.
 
Un essere umano, per concedere i suoi favori ad un altro vuole sempre qualcosa in cambio, qualcosa che soddisfi qualche suo bisogno o desiderio, compresi i bisogni di dare, di aiutare, di accudire, di servire, di partecipare, di appartenere ecc.
 
Su ogni bisogno si può fondare una psicologia.
 
Schopenhauer ha identificato la vera struttura portante della psiche umana nelle pulsioni sessuale e aggressive. A lui è mancato il materiale clinico per giustificare le sue teorie. L'inconscio non l'ho inventato io, l'ha inventato Schopenhauer. Io ho definito le regole per governarlo, anzi, per averne ragione.
 
I bisogni si rinforzano e si indeboliscono secondo le situazioni e col passare del tempo.
 
L'uomo è la creatura che non sa cosa desiderare e che si rivolge verso gli altri al fine di decidere. Desideriamo ciò che gli altri desiderano per la semplice ragione che imitiamo i loro desideri.
 
Nessuna cosa, persona o idea è sufficiente, nessuna può bastare, se non per il momento.
 
Gli esseri umani sentono il bisogno "etico" di giustificare il loro comportamento rispetto agli altri, e lo fanno normalmente falsificando, mistificando o nascondendo le loro vere motivazioni, essendo queste quasi sempre politicamente scorrette.
 
L'uomo ha bisogno di condividere con altri le sue visioni.
 
Ciò che più conta non è ciò che uno dice o come lo dice, ma perché lo dice.
 
... intendono suscitare e moltiplicare quei bisogni che essi sono in grado di soddisfare.
 
L'interesse, la volontà, il desiderio, il bisogno, la paura, orientano e deformano la percezione della realtà.
 
Un desiderio è la concretizzazione di uno o più bisogni.
 
Una «vita soddisfacente» è una riposta positiva alla domanda «Sei soddisfatto della tua vita? Accettersti di continuare a vivere così come la vivi oggi, senza sperare in alcun miglioramento, né in questa vita, né dopo la morte?»
 
Le motivazioni sono le logiche strategiche e tattiche della vita.
 
Credo che si abbia nelle cose a vedere il fine e non il mezzo.
 
Tra emozione e motivazione c'è un rapporto molto stretto nel senso che l'una condiziona l'altra. Infatti l'emozione consiste in piacere e dolore, e la motivazione consiste nella ricerca del piacere e nell'evitamento del dolore. D'altra parte proviamo piacere quando riusciamo a soddisfare una motivazione, e soffriamo quando non vi riusciamo.
 
Viviamo perché abbiamo bisogno di vivere; moriamo perché abbiamo bisogno di morire. Non siamo noi a decidere di cosa abbiamo bisogno, ma qualcosa dentro di noi.
 
Il nostro bisogno di comunità ci induce ad amare tutto ciò che ci accomuna agli altri, mentre il nostro bisogno di competizione ci induce ad amare tutto ciò che ci avvantaggia rispetto agli altri.
 
L'arte di vivere consiste nel conciliare il bisogno di appartenenza con quello di libertà.
 
Il mondo è un'ecologia di bisogni.
 
Se al momento non possiamo interagire e cooperare con qualche altro umano di nostro gusto realmente e direttamente, cioè in persona, corpo a corpo, intimamente, lo facciamo virtualmente, indirettamente, col pensiero, con l'immaginazione, con la scrittura, con un simulacro, attraverso i media (letteratura, giornali, arte, cinema, musica, internet ecc.) o spettacoli e rituali di gruppo o di massa. Perché tra i bisogni umani quello di interazione e cooperazione, di intimità, è il più forte, importante e insopprimibile, indispensabile per il benessere psicofisico. Tuttavia l'interazione virtuale è di gran lunga meno soddisfacente e sana di quella reale.
 
La vita umana oggi: otto miliardi di portatori di bisogni e desideri. Bisogni e desideri da comprendere, conciliare, regolare e soddisfare per quanto possibile.
 
Per essere felici è necessario che siano soddisfatti vari bisogni primari, per essere infelici è sufficiente che uno di essi sia insoddisfatto. Per esempio, il bisogno di compagnia.
 
Si impara a non avere bisogno, avendo bisogno.
 
I bisogni di un essere umano possono essere contrastanti, cioè antagonisti, sia tra di loro che rispetto ai bisogni altrui. Le miserie dell'umanità, sia a livello individuale che sociale, sono dovute principalmente a tali antagonismi.
 
Chi non ha idee non si batte per la libertà di esprimerle.
 
Io faccio quel che faccio perché sento "automaticamente" il bisogno di farlo.
 
Quando ci accingiamo a fare qualcosa, chiediamoci: perché e, soprattutto, per chi la faccio?
 
Le persone sono più o meno diverse in quanto hanno bisogni più o meno diversi, quantitativamente e qualitativamente.
 
Abbiamo tutti, chi più, chi meno, bisogno e paura degli altri. In alcuni prevale generalmente il bisogno, in altri la paura. In una stessa persona a volte prevale il bisogno, altre volte la paura.
 
Diciamo spesso "perché" senza specificare il significato di questo avverbio (o congiunzione). Infatti esso può avere due significati molto diversi: causalità o finalità. Se, ad esempio, chiedo ad una persona "perché hai fatto questo?" potrei intendere (1) cosa ha causato l'azione che hai compiuto? oppure (2) a quale scopo hai voluto compiere questa azione? Nel secondo caso si dà per scontato che l'azione era consapevole e volontaria, nel primo no.
 
L'uomo fa ciò che fa perché sente il bisogno o il desiderio di farlo, non per una scelta razionale. La ragione cosciente serve a giustificare le proprie motivazioni e azioni, che sono in realtà il risultato di logiche e meccanismi inconsci (innati e appresi) che la psicologia dovrebbe indagare.
 
La soddisfazione di ciascun bisogno umano facilita la soddisfazione di ogni altro bisogno. In altre parole, i bisogni umani si aiutano reciprocamente.
 
Ogni essere umano è portatore di bisogni e di una certa capacità di soddisfare o frustrare quelli propri e altrui.
 
Nessuno sa perché gli piace ciò che gli piace e gli dispiace ciò che gli dispiace. Tuttavia ognuno trova una giustificazione razionale e morale per i suoi piaceri e i suoi dispiaceri.
 
Lo stesso sentimento di estraneità, di gioco inutile, ovunque io vada: fingo di interessarmi a ciò che mi è indifferente, mi dimeno per automatismo o per carità, senza essere mai partecipe, senza essere mai da nessuna parte. Ciò che mi attira è altrove, e questo altrove non so cosa sia.
 
I bisogni sono i principi e i motori della vita.
 
Chi vuole tutto o niente, niente avrà.
 
Da un bel po’ infatti, il filosofo Arthur Schopenhauer ha fatto vedere agli uomini in qual misura tutte le loro azioni e aspirazioni sono determinate da desideri sessuali.
 
Ogni elemento di ogni organismo ha dei bisogni che necessitano di essere soddisfatti pena la morte dell'elemento stesso.
 
Dio, fammi capire di cosa ho bisogno e di cosa non ho bisogno.
 
Il problema di noi umani è che abbiamo bisogno gli uni degli altri, anche di coloro che non amiamo e che non ci amano.
 
Certi bisogni elementari possono aggregarsi per costituire bisogni di livello più alto.
 
Per comprendere il comportamento di qualunque essere umano occorre chiedersi:
- quali sono i suoi bisogni?
- quali sono le sue logiche (metodi, tattiche e strategie) per soddisfare i suoi bisogni?
- con chi si relaziona e interagisce per soddisfare i suoi bisogni?
- quali bisogni non riesce a soddisfare?
- quanto è consapevole dei suoi bisogni e delle sue logiche di soddisfazione?
 
Dai bisogni scaturiscono le pulsioni, che ci "spingono" a fare determinate scelte. Ci si oppone ad una pulsione solo se interviene una pulsione contraria di maggior forza, per esempio una inibizione morale, ovvero la pausa di fare qualcosa per cui saremo puniti da una persona o dalla comunità.
 
I nostri principali desideri sono appartenenza, status e libertà. Soddisfarli tutti insieme è impossibile.
 
A volte sento il bisogno di fare qualcosa che non ho mai fatto prima.
 
Se certi bisogni non vengono soddisfatti, la psiche e/o il corpo si possono ammalare.
 
Secondo me esiste un bisogno di potenza (tra altri bisogni) innato, più o meno intenso in ogni essere umano che può essere esaltato o inibito dall'educazione, dalle esperienze e dall'interplay con gli altri bisogni.
 
Chi studia psicologia e filosofia non può non "criticare" i bisogni che gli esseri umani hanno o dicono di avere. La psicologia, e la psicoanalisi in particolare, ci insegnano a non credere a ciò che la gente afferma quando parla di sé. Questo vale ovviamente anche per lo stesso studioso. Io infatti non mi fido nemmeno di me stesso, di ciò che dico e di ciò che penso. Quando dico qualcosa non sono mai sicuro di dire la verità. Ho imparato la lezione dei "maestri del sospetto" (Nietzsche, Marx, Freud).
 
Dato che siamo geneticamente uguali ai nostri antenati di 20000 anni fa, si può affermare che i nostri bisogni innati siano gli stessi dell'uomo di allora, e che tutti gli altri bisogni dell'uomo odierno siano indotti dalla cultura in cui vive.
 
Non siamo "noi" a decidere cosa vogliamo, ma un insieme di cose dentro di noi che interagiscono automaticamente con un insieme di cose al di fuori di noi.
 
Nessun cosa è sufficiente, abbiamo bisogno di tante cose diverse.
 
All'uomo interessa sapere quali pensieri, sentimenti, motivazioni e intenzioni gli altri hanno nei suoi confronti, e poter influenzare a proprio favore quei pensieri, quei sentimenti, quelle motivazioni e quelle intenzioni.
 
Ognuno desidera essere desiderato.
 
Non abbiamo bisogno di certi oggetti, né di certe situazioni in senso statico, ma di certi processi e delle interazioni che li sostengono. Certi oggetti e certe situazioni sono utili nella misura in cui facilitano le interazioni di cui abbiamo bisogno.
 
Il bisogno di conoscenza non è prioritario, in quanto è strumentale alla soddisfazione di altri bisogni.
 
Siamo doppiamente alienati. Prima perché rinunciamo a soddisfare i nostri bisogni fondamentali per conformarci a norme sociali che non li riconoscono, poi perché rimuoviamo tale alienazione per conformarci a norme che ci impongono di essere felicemente normali.
 
Solo quando il grado di un disturbo supera una certa soglia si innesca la motivazione ad eliminare le cause.
 
Alla domanda «Di cosa ho veramente bisogno?» si può rispondere con la ragione e/o col sentimento, e le risposte possono essere molto diverse tra i due casi.
 
La società crea soltanto falsi bisogni, che ci provocano tanta più ansia e sofferenza quanto più non riusciamo ad avere quello che vediamo ottenere dagli altri.
 
Ognuno è favorevole alle persone, alle cose e alle idee che ritiene (consciamente o inconsciamente) favorevoli alla soddisfazione dei propri bisogni, desideri e interessi (consci e inconsci).
 
Un'entità (cosa, persona, idea ecc.) può essere percepita (consciamente o inconsciamente) come soggetto e/o oggetto di bisogni, cioè come qualcosa che ha bisogni propri e/o che può soddisfare bisogni altrui.
 
Dato che per sopravvivere e soddisfare i nostri bisogni abbiamo bisogno della cooperazione degli altri, abbiamo bisogno di adattarci ad essi in qualche modo e misura.
 
Che fare? Perché? Per chi? Con chi? Contro chi?
 
Tutto ciò che un essere umano fa ha uno o più motivi, anche se non riusciamo a comprenderli, anche se nemmeno chi agisce li comprende, anche se sono nocivi per la propria persona.
 
Un essere umano è costituito e costruito dai suoi bisogni. La vita è fondata sui bisogni. I bisogni non sono un aspetto della vita, sono l'origine e il motore della vita.
 
Ognuno ha diversamente e variabilmente bisogno di altri.
 
Il lato positivo della fame è che ti motiva a cercare cibo e ti fa contento quando lo trovi. Senza bisogni, nessuna soddisfazione.
 
Dacci oggi il nostro like quotidiano.
 
Una persona insoddisfatta costituisce un pericolo per la società.
 
Siamo tutti schiavi delle nostre motivazioni involontarie.
 
Tutto deve essere ripensato e rivalutato in funzione dei reali bisogni umani.
 
Più amici e meno nemici, più inferiori e meno superiori, è ciò che ogni umano, consciamente o inconsciamente, desidera.
 
Abbiate cura dei mezzi, e i fini si realizzeranno da soli.
 
Ogni cosa che vediamo o che ci accade suscita in noi una tripla risposta: cognitiva, motiva ed emotiva. Quella cognitiva dipende dalle nostre conoscenze, quella motiva dai nostri bisogni e quella emotiva dal loro grado di soddisfazione. Le tre risposte si influenzano a vicenda. Potrebbe essere utile chiederci quali siano le nostre risposte a certi eventi, e quali quelle delle persone con cui interagiamo.
 
La vita è causa ed effetto di attrazioni e repulsioni.
 
Il bisogno di essere accettati e il desiderio di essere amati ci fanno percorrere strade che il nostro sentimento ci fa avvertire come non nostre, e così l'animo si indebolisce e si ripiega su se stesso nell'inutile fatica di compiacere agli altri. Alla fine l'anima si ammala, perché la malattia, lo sappiamo tutti, è una metafora, la metafora della devianza dal sentiero della nostra vita.
 
È l'insoddisfazione di bisogni che spinge l'uomo a superare se stesso e/o gli altri.
 
Ogni umano desidera appartenere, con uno status adeguato al proprio valore, ad un insieme sociale avente uno status adeguato al proprio valore.
 
I più non si chiedono perché fanno ciò che fanno, né se, né come, potrebbero far meglio.
 
I bisogni sono condizionati.
 
La vita, per mantenersi e riprodursi, ha bisogno di bisogni.
 
Gli esseri umani sono portatori. più o meno consapevoli. di bisogni, di strategie per la loro soddisfazione e di sentimenti che corrispondono al loro grado di soddisfazione.
 
Chi non ha uno scopo non prova quasi mai diletto in nessuna operazione.
 
La soddisfazione dei bisogni è sempre temporanea e va rinnovata periodicamente.
 
Cosa cerco dagli altri? Cosa cercano gli altri da me? Cosa cercano gli uni dagli altri? La soddisfazione dei propri bisogni.
 
Cooperazione, competizione e dominio sono concatenati. Infatti si può competere per dominare e per cooperare, si può cooperare per competere e per dominare, e si può dominare per cooperare e per competere.
 
Difficilmente è amato chi ha molto bisogno di essere amato.
 
Ognuno ha bisogno della società ma la società non ha bisogno di nessuno in particolare.
 
Le pressioni sociali a cui siamo sottoposti possono indurci a simulare (anche a noi stessi) bisogni non nostri, ma osservati negli altri e ritenuti giusti o necessari dalla comunità di appartenenza. Sono ciò che chiamiamo "bisogni indotti". Chi può dire di non avere bisogni indotti?
 
Si fa tutto per piacere, o per paura del dolore.
 
Ho bisogno di un ostacolo da superare, di un nemico da combattere, di una sfida a cui rispondere, di un padrone a cui ribellarmi, di un problema da risolvere, di un bisogno da soddisfare.
 
La tecnologia ha eliminato tanti bisogni, troppi, al punto che oggi siamo a corto di motivazioni.
 
Ogni essere vivente è schiavo dei propri bisogni.
 
Quando si tratta di spiegare le proprie motivazioni, non credo a nessuno, nemmeno a me stesso.
 
Per star bene è necessario soddisfare i propri bisogni. Per soddisfare i propri bisogni bisogna conoscerli. Quindi, per stare bene è necessario conoscere i propri bisogni.
 
La vita di qualsiasi essere vivente è basata sull'immanenza di certi bisogni nell'essere stesso, e sulla loro soddisfazione. In altre parole, per vivere, un essere ha bisogno di bisogni da soddisfare e di soddisfarli, a tutti i livelli del suo organismo, da quello molecolare e cellulare, fino a quello, nell'uomo, dell'io cosciente. La morte è infatti assenza di bisogni.
 
Il sapere non rende felici, non è un valore in sé, ma ci fa conoscere strumenti e vie utili per soddisfare i nostri bisogni.
 
Una madre non nutre i suoi piccoli perché li ama, ma perché ha bisogno di nutrirli e, come per tutti i bisogni, prova piacere quando lo può soddisfare e dolore quando non può. Dietro ciò che viene chiamato amore c'è sempre un bisogno, innato o acquisito, di dare e/o ricevere.
 
Ciò che trovo interessante nei resoconti storici è l'umanità delle persone di allora, è scoprire in loro gli stessi bisogni e desideri delle persone attuali, sebbene in forme e modi diversi, data la differenza delle circostanze. In altre parole mi colpisce l'universalità, nel tempo e nello spazio, delle motivazioni umane.
 
L'uomo ha bisogno di sicurezza, ma troppa sicurezza rende l'uomo pigro, annoiato, insoddisfatto. Infatti, senza rischi da cui proteggersi, senza problemi da risolvere, senza avversità da superare, la vita è piatta.
 
È triste avere bisogno di persone che disprezziamo.
 
I commercianti sono le persone più realiste e pragmatiche che ci siano, perché sono abituati a fornire ai clienti solo ciò che i clienti chiedono, e propongono solo merci e servizi capaci di soddisfare i bisogni dei clienti.
 
L'uomo non ha bisogno di libertà dalle regole, ma di regole che soddisfino i suoi bisogni.
 
L'uomo ha un incontenibile bisogno di condividere spazio, tempo, massa, energia e informazone con altri umani.
 
Perseguire un obiettivo che cambia continuamente e che non è mai raggiunto è forse l’unico rimedio all’abitudine, all’indifferenza, alla sazietà. E’ tipico della condizione umana ed è l’elogio della fuga, non per indietreggiare ma per avanzare. E’ l’elogio dell’immaginazione, di un’immaginazione mai attuata e mai soddisfacente. E’ la rivoluzione permanente, ma senza uno scopo obiettivo, consapevole di certi meccanismi e capace di adoperare mezzi sempre più perfezionati ed efficaci, in grado di utilizzare leggi strutturali senza mai accettare una struttura chiusa, uno scopo da raggiungere.
 
Quanto è più saggio dell'uomo l'animale, che conosce la misura del suo bisogno, mentre l'uomo la ignora.
 
Ogni essere vivente è soggetto e oggetto di attrazioni e repulsioni nei confronti di altri esseri (viventi e non viventi). Tra due esseri viventi ci possono essere attrazioni e repulsioni più o meno intense, più o meno reciproche e più o meno consapevoli.
 
Un essere umano nel corso di una giornata ha bisogno di diverse cose, e la frustrazione di un bisogno non può essere compensata dalla ipersoddisfazione di un altro.
 
Tutti hanno bisogno di soddisfare i loro bisogni.
 
I nostri bisogni comandano e noi obbediamo.
 
Suppongo che il grande successo di Facebook sia dovuto al fatto che è uno strumento di condivisione, che promette condivisione, della quale l'Uomo ha un forte e insopprimibile bisogno.
 
Il nostro bisogno di condivisione è talmente forte che condividiamo anche le cose più stupide.
 
Le cose si fanno per necessità, costrizione, paura, abitudine, dovere o piacere. Quando vi accingete a fare qualcosa, chiedetevi perché la fate.
 
Conosciamo i nostri bisogni attraverso il piacere e il dolore che proviamo quando sono, rispettivamente, soddisfatti e insoddisfatti.
 
Un essere umano si comporta in un certo modo perché si aspetta di ricavarne un piacere o un vantaggio, oppure perché ha paura di ricavare un dolore o uno svantaggio non comportandosi in quel modo.
 
Il cosiddetto libero arbitrio consiste nello scegliere, ma la scelta è sempre orientata verso la migliore, maggiore e più facile soddisfazione dei nostri bisogni. Solo in caso di indecisione o di indifferenza la scelta può essere casuale, e in tal senso libera.
 
L'uomo fa ciò che fa perché ha bisogno di farlo. Non dobbiamo dunque chiederci perché l'uomo fa certe cose, ma perché ha bisogno di farle.
 
Se non conosciamo i bisogni nostri né quelli altrui, non possiamo soddisfare né gli uni né gli altri in modo razionale.
 
Sapere in ogni momento cosa ci manca e cosa ci è di troppo, ovvero di cosa abbiamo bisogno e cosa abbiamo in eccesso, è essenziale per una vita soddisfacente.
 
Quando il tuo inconscio ti impone di interagire con altri esseri umani reali, in carne ed ossa, non c'è nient'altro, nessuna simulazione, nessuna illusione, nessun surrogato che possa soddisfare tale bisogno.
 
In una persona mentalmente sana bisogni e desideri coincidono, nel senso che essa desidera ciò di cui ha bisogno. Una persona non mentalmente sana desidera cose di cui non ha bisogno, e/o non desidera cose di cui ha bisogno.
 
Ci manca di più ciò che non abbiamo mai avuto o ciò che non abbiamo più?
 
Ogni azione, gesto, comportamento di un essere vivente serve a soddisfare direttamente o indirettamente certe sue necessità, certi suoi bisogni o certi suoi desideri. Sarebbe dunque utile conoscere le necessità, i bisogni e i desideri che motivano le azioni, i gesti e i comportamenti degli esseri viventi che ci interessano. Col termine "valenza motiva" io indico il valore funzionale di un atto (azione, gesto o comportamento), cioè, le necessità, i bisogni e i desideri che quell'atto mira a soddisfare.
 
L'Uomo ha bisogno di bisogni, perché senza bisogni da soddisfare non c'è piacere né dolore, né emozioni né sentimenti, né valori, né motivazioni.
 
Facciamo ciò che facciamo per principio, per convenienza, per istinto o per forza.
 
Se non avessimo bisogno e paura gli uni degli altri non saremmo possessivi, né vili, né violenti, né falsi.
 
Ognuno di noi vorrebbe che gli altri cambino o facciano qualcosa per meglio soddisfare i nostri bisogni.
 
Appartenere, possedere, sfruttare, sono le motivazioni sociali fondamentali di ogni umano.
 
Spesso, nei rapporti con gli uomini, è necessario fingere benevolmente di non indovinare i motivi delle loro azioni.
 
Vorremmo che tutti avessero i nostri stessi gusti. I gusti altrui, quando sono diversi dai nostri, ci disturbano.
 
Ogni essere umano, per sopravvivere e per soddisfare i suoi bisogni, ha bisogno della cooperazione (volente o nolente) di un certo numero di altri esseri umani, e di tutto ciò che può essere utile per ottenerla e mantenerla Allo stesso tempo ha bisogno di evitare tutto ciò che può ostacolare o diminuire tale cooperazione.
 
Quando non so dove andare sento il bisogno di essere guidato.
 
Così come l'organismo distrugge i neuroni inutilizzati, la psiche rimuove i bisogni la cui continua frustrazione è eccessivamente dolorosa.
 
I bisogni indotti sono mezzi diventati fini. I mezzi sono intercambiabili, i fini sono fissi.
 
Da tutte queste considerazioni risulta dunque che noi non ci rivolgiamo con interesse verso una qualche cosa ‐ né la vogliamo, o la desideriamo istintivamente, o la desideriamo consapevolmente ‐ perché giudichiamo che essa sia buona; ma, al contrario, noi giudichiamo buona una cosa perché essa risveglia il nostro interesse, o perché la vogliamo, o perché la desideriamo, istintivamente o consapevolmente.
 
Anche le cose migliori, alla lunga, stancano.
 
Si vive (a tutti i livelli, a cominciare dalle proprie cellule) a causa dei propri bisogni e al fine di soddisfarli.
 
192 quotes