Visti i gravi problemi che ancora affliggono l'umanità dopo millenni di varie culture, dovremmo ripensare radicalmente il concetto di cultura, cominciando col chiederci perché e come parliamo, e perché e come scriviamo.
Alta cultura e cultura di massa si ricongiungono, l’una per il suo aristocraticismo volgare, l’altra per la sua volgarità assetata di riconoscimento sociale.
La diversità delle culture umane non deve invitarci ad un'osservazione spezzettante o spezzettata. Essa è funzionale non tanto all'isolamento dei gruppi quanto delle relazioni che le uniscono.
Non sembrare mai più istruito delle persone che stai frequentando. Indossa la tua cultura come un orologio da tasca, e tienila nascosta. Non tirarlo fuori per vedere l’ora, ma dai l’orario quando ti viene chiesto.
Che tristezza quando i partiti politici o chi per essi, decidono chi sono gli artisti che rappresentano la "vera" cultura. Ancora più triste è vedere coloro che li ascoltano raggiungere in massa l'abbeveratoio.
Un essere umano è capace sia di pulire che di sporcare, non solo ambienti fisici, ma anche ambienti culturali. La sporcizia fisica è oggettiva, quella culturale soggettiva. Infatti, nelle questioni culturali, ciò che per alcuni è pulito, per altri è sporco.
Siamo passati dalla selezione naturale a quella culturale. Credo che la seconda sia molto più pericolosa della prima, perché la nostra cultura è malata.
Ogni cultura comprende un certo numero di subculture, e permette una certa libertà di scegliere a quale subcultura appartenere. Chi sceglie di non appartiene ad alcuna subcultura si ritrova solo e rischia di impazzire o di morire prematuramente.
La malattia mentale, al pari della cultura, è contagiosa. D'altra parte, ogni cultura è morbosa nella misura in cui impone o propone comportamenti malsani o repressivi.
Il fatto che non esistono premi Nobel per la filosofia e per la psicologia la dice lunga sullo scarso credito che hanno tali discipline nella cultura attuale, meno credito che per la letteratura, per la quale il premo Nobel invece esiste.
La cultura è organizzazione, disciplina del proprio io interiore; è presa di possesso della propria personalità, e conquista di coscienza superiore, per la quale si riesce a comprendere il proprio valore storico, la propria funzione nella vita, i propri diritti, i propri doveri.
Cultura non è possedere un magazzino ben fornito di notizie, ma è la capacità che la nostra mente ha di comprendere la vita, il posto che vi teniamo, i nostri rapporti con gli altri uomini. Ha cultura chi ha coscienza di sé e del tutto, chi sente la relazione con tutti gli altri esseri (...) Cosicché essere colto, essere filosofo lo può chiunque voglia.
Quando sento parlare di cultura m'irrigidisco. Ho sempre il sospetto che quelli che si riempiono la bocca di cultura siano dei ciarlatani. Le Muse sono discrete e non amano il proscenio.
Ogni cultura è fatta da umani per altri umani, per informare, formare, organizzare, regolare, limitare, sottomettere, comandare, manipolare, sfruttare, ingannare altri umani. Le culture si differenziano per i gradi di libertà che permettono agli umani e per la quantità e la qualità dei loro inganni e delle loro violenze verso chi non rispetta le regole da esse stabilite.
Non sarò mai una persona importante, ma di una cosa mi vanto: che non mi faccio ingannare facilmente da alcuna cultura. Infatti ogni cultura è ingannevole in quanto dissimula le vere motivazioni dell'agire umano.
Il passaggio dei mass media dalla modalità "broadcast" (larga diffusione) a quella "on demand" (su richiesta individuale) costituisce una rivoluzione culturale e antropologica di grandissima importanza. È un'occasione da non perdere per liberare l'uomo dalla nefasta influenza dei media controllati dalle autorità politiche, religiose e commerciali.
Ci sono due tipi di cultura: una conservatrice e una progressista. La prima tende alla ripetizione dei comportamenti, la seconda al loro cambiamento. Quando si dice che una persona è colta bisognerebbe specificare a quale tipo di cultura ci si riferisce.
Nell'attuale panorama culturale dilagano le analisi ma scarseggiano le sintesi e le proposte di azione. La cultura sembra essersi ridotta ad un'occasione per socializzare e per dimostrare di saperla più lunga di altri.
La natura è sempre vera, libera e violenta. La cultura è generalmente falsa, costrittiva e protettiva. Tuttavia una parte della cultura, quella cosiddetta progressista, combatte il resto di essa per renderla meno falsa, più libera e più realmente protettiva.
La cultura è una rete di memi interconnessi. Seguendo un percorso in tale rete si possono fare incontri più o meno prevedibili o imprevedibili, più o meno entusiasmanti o noiosi.