Gli argomenti sui quali si fonda la profezia storica di Marx non sono validi. Il suo ingegnoso tentativo di trarre conclusioni profetiche dall'osservazione delle tendenze economiche contemporanee è fallito. [...] La ragione del suo fallimento come profeta va esclusivamente ricercata nella povertà dello storicismo in quanto tale, nel semplice fatto che, anche se constatiamo oggi il manifestarsi di una certa tendenza o direzione storica, non possiamo sapere quale aspetto essa potrà assumere domani.
Il capitalismo è caratterizzato da una sproporzione (in certi casi esponenziale) tra il lavoro erogato da una persona (in senso quantitativo e qualitativo) e i redditi che essa può ottenere grazie ad esso. Inoltre, nel capitalismo più si è ricchi e più è facile aumentare la propria ricchezza.
Questo è il miracolo del nostro tempo, che voi mi abbiate trovato tra tanti milioni di persone. E che io abbia trovato voi, questa è la fortuna della nostra Germania!
Vi sono soltanto due tipi fondamentali di istituzioni: quelle che consentono un mutamento senza spargimento si sangue, e quelle che non lo consentono. [...] Personalmente, preferisco chiamare democrazia il tipo di reggimento politico che può essere sostituito senza l'uso della violenza, e tirannide l'altro.
Per diversi anni rimasi socialista, anche dopo il ripudio del marxismo; e se ci fosse stato qualcosa come un socialismo combinato con la libertà individuale, sarei ancora oggi un socialista. E, infatti, non potrebbe esserci niente di meglio che vivere una vita modesta, semplice e libera in una società egalitaria. Mi ci volle un po' di tempo per riconoscere che questo non era nient'altro che un sogno meraviglioso; che la libertà è più importante dell'uguaglianza; che il tentativo di attuare l'uguaglianza è di pregiudizio alla libertà; e che se va perduta la libertà, tra non liberi non c'è nemmeno uguaglianza.
La dittatura è l'inevitabile effetto del disordine sociale, che si instaura quando i cittadini non riescono a trovare un accordo maggioritario su come governare ed essere governati.
Per molti filosofi greci, in particolare per Platone, la democrazia portava inevitabilmente alla tirannia, perché il démos alla fin fine ha bisogno di tiranni.
La mentalità di coloro che hanno il potere è diversa da quella di coloro che lo subiscono. Infatti, appena una persona ottiene il potere, si trasforma.
Quanti italiani, specialmente tra gli elettori della Lega, sanno cosa sia lo spread, i meccanismi finanziari e gli inconvenienti ad esso connessi che ricadono anche su di loro? Temo che siano una piccola minoranza, pronta a sostenere provvedimenti demagogici che faranno aumentare lo spread a livelli fallimentari.
Quando una gran parte degli elettori è idiota, non c'è rimedio, se non una catastrofe che svegli la gente, come quella della seconda guerra mondiale per i tedeschi invaghiti di Hitler. In tal caso anche la buona politica è inutile. Se il popolo vuole il dittatore, lo avrà.
L'espropriazione dei capitalisti e la liquidazione della borghesia non aboliscono affatto lo sfruttamento dell'uomo da parte dell'uomo. Esso si ricostituisce a partire dagli apparati della genostruttura (lo Stato, il partito-Stato), in base al dualismo tra potere-controllo-comando sulle forze energetiche e subordinazione degli uomini ridotti a esecuzione, cioè a energia meccanica: tra sapere (tecnico, dottrinale, religioso, culturale) e non-sapere.
I poveri cessano di fare la lotta di classe quando ottengono qualche piccolo miglioramento nella loro vita. I ricchi mai. Per questo hanno vinto i ricchi.
Io sarei favorevole ad una democrazia in cui possano votare solo coloro che hanno superato un esame di educazione civica, cultura generale e alfabetismo funzionale.
I governanti italiani hanno un braccio lungo e uno corto: Quello lungo serve a prendere, e arriva dappertutto; quello corto serve a dare, e non raggiunge che i più vicini.
Il comunismo derivò dal cristianesimo, da un'alta concezione dell'uomo, ma invece di un amore autonomo e spontaneo, i non amati danno di piglio ai bastoni e vogliono portare via ciò che non hanno dato loro quelli che non li hanno amati.
Uno dei grandi problemi della democrazia è che essa permette la propria trasformazione irreversibile in dittatura attreverso un legittimo voto democratico.
Il mito del buon dittatore ha origini religiose. Il buon dittatore somiglia stranamente al buon Dio, al Buon Pastore. È esecutore e garante della volontà di Dio, che ha fatto gli uomini, i re e i dittatori, a sua immagine e somiglianza, perché l'ordine regni sul caos.
Che disposizione bizzarra quella di talune persone verso la Costituzione. Hanno lo stesso atteggiamento che ha il fedele verso la Bibbia…difendono un testo che non hanno mai letto.
Nessun uomo deve disperare di riuscire a conquistare seguaci all'ipotesi più stravagante purché abbia arte sufficiente a rappresentarla sotto i colori più favorevoli.
Gli interessi di una classe economicamente dominante non sono mai nudi. Sono avvolti dalla bandiera, fortificati dalla legge, protetti dalla polizia, nutriti dai media, insegnati nelle scuole e benedetti dalla chiesa.
Destra, sinistra, qualunquismo e liberismo. La mentalità di destra dice: vinca chi ha vinto e perda chi ha perso. Quella di sinistra: vinca chi ha perso e perda chi ha vinto. Quella qualunquista: che io non perda. Quella liberista: che io vinca.
Un politico non dovrebbe essere giudicato per la sua arroganza o il suo egocentrismo, ma per la sua capacità di governare per il bene comune, ovvero per la qualità dei risultati del suo governo.
Molte persone si lamentano del governo del proprio paese ma sono incapaci di proporre alternative e, ancor meno, di organizzarsi per cambiare qualcosa; lamentarsi insieme non risolve i problemi politici, ma fa sentire piacevolmente uniti i lamentosi.
Lo scopo della politica è l'ottenimento e il mantenimento del potere, cioè del più alto livello gerarchico. Per raggiungere tale scopo il politico deve far credere al popolo che il suo scopo sia il bene e la difesa degli interessi del popolo stesso. Tuttavia il popolo non può essere ingannato troppo a lungo, per cui il politico, se vuole mantenere il potere, è costretto a fare qualcosa di buono per il popolo.
"Stato" si chiama il più freddo di tutti i mostri. E freddo anche nel mentire; e la menzogna ch'esce dalla sua bocca è questa: "lo, lo Stato, sono il popolo!"
La forza di questa minoranza è irresistibile di fronte ad ogni individuo della maggioranza, il quale si trova solo davanti alla totalità della minoranza organizzata; e nello stesso tempo si può dire che essa è organizzata appunto perché è minoranza. Cento, che agiscono sempre di concerto e d’intesa gli uni cogli altri, trionferanno su mille presi ad uno ad uno e che non avranno alcun accordo fra loro.
Il primo problema di qualsiasi movimento riformatore è quello di sopravvivere nonostante le dinamiche competitive tra i suoi membri. Perciò, prima di insegnare alla gente come cambiare, un movimento dovrebbe dare un esempio di coesione, armonia e solidità organizzativa.
Ogni causa è anche una conseguenza. Questo vale anche per il capitalismo. Vederlo solo come causa di mali è miope. Chiediamoci anche da cosa sia causato, ovvero da quali aspetti della natura umana esso emerga.
La democrazia è una forma affascinante di governo, piena di varietà e disordine, e dispensatrice di una forma di uguaglianza agli eguali e ai diseguali allo stesso modo.
Il peggior analfabeta è l’analfabeta politico. Egli non sente, non parla, né s’interessa degli avvenimenti politici. Egli non sa che il costo della vita, il prezzo dei fagioli, del pesce, della farina, dell’affitto, delle scarpe e delle medicine, dipendono dalle decisioni politiche. L’analfabeta politico è talmente somaro che si inorgoglisce e si gonfia il petto nel dire che odia la politica. Non sa, l’imbecille, che dalla sua ignoranza politica nasce la prostituta, il minore abbandonato, il rapinatore e il peggiore di tutti i banditi, che è il politico disonesto, il mafioso, il corrotto, il lacchè delle imprese nazionali e multinazionali.
Essere conservatori oggi, cioè non battersi per il cambiamento della società, significa assecondare la distruzione della biosfera e l'estinzione della specie umana a causa della crescente sovrappopolazione e dell'aumento dei consumi pro-capite.
Gli stupidi e ignoranti non tollerano di essere considerati stupidi e ignoranti, e votano per qualunque ciarlatano che promette loro una rivalsa contro chi, a loro avviso, non li rispetta abbastanza.
Quasi tutte le più importanti idee del totalitarismo moderno sono direttamente ereditate da Hegel, che raccolse e conservò quello che A. Zimmern chiama "l'arsenale d'armi dei movimenti autoritari". Benché la maggior parte di queste armi non sia stata creata da Hegel stesso, ma sia stata da lui scoperta negli antichi tesori di guerra della perenne rivolta contro la ragione, fu senza dubbio il suo sforzo a riscoprirli e a porli nelle mani dei suoi seguaci moderni.
Il socialismo politico, la cui essenza, nonostante tutti gli scopi annunciati, consiste per ora soltanto nel desiderio di un saccheggio generale di tutti i proprietari da parte delle classi povere, e poi "sarà quel che sarà".
Il mio atteggiamento democratico non è perfettamente sincero, è solo una reazione irritata all'irrazionalismo dei tedeschi, alle loro profondità fasulle e al fascismo in genere, che non riesco proprio a sopportare. Ho sempre sentito che, al tempo della mia ostinazione reazionaria, nelle Considerazioni di un impolitico ero stato molto più interessante e lontano dalla banalità.
La cattiva politica e la cattiva burocrazia non vengono dal cielo. Sono il frutto della cattiva mentalità della maggior parte della gente, specialmente in un sistema democratico. Non è vero che molti soffrono per colpa di pochi; spesso è vero il contrario, ovvero che le minoranze soffrono per colpa delle maggioranze.
I peggiori e più pericolosi fascisti sono quelli che non sanno di esserlo di esserlo, mentre i fascisti autentici sono facilmente riconoscibili e perciò più facili da smascherare e da contrastare. L'Italia è piena di fascisti inconsapevoli, che del fascismo vedono solo i lati positivi, i quali si riducono ad uno solo: l'ordine sociale, non importa come venga ottenuto. Tutto il resto, come la libertà di espressione, per loro non è importante.
Il potere non si presenta mai come tale, ma indossa sempre i panni del prestigio, dell'ambizione, dell'ascendente, della reputazione, della persuasione, del carisma, della decisione, del veto, del controllo, e dietro queste maschere non è facile riconoscere le due leve su cui si fonda: il controllo assoluto delle nostre condizioni di vita e la massima efficienza delle prestazioni che ci sono richieste.
Uno stato è politicamente libero, se le sue istituzioni politiche rendono di fatto possibile ai suoi cittadini di cambiare governo senza spargimento di sangue, nel caso in cui la maggioranza desideri un tale cambiamento di governo.
L'impero morale della maggioranza si fonda, in parte, sull'idea che vi sia più cultura e più saggezza in molti uomini riuniti che in uno solo, nel numero, più che nella qualità, dei legislatori. È la teoria dell'uguaglianza applicata all'intelligenza. Questa dottrina colpisce l'orgoglio dell'uomo nel suo ultimo rifugio: cosi la minoranza l'ammette solo a fatica, e non vi si abitua che a lungo andare.
Quando in democrazia i cittadini si tengono lontani dalla politica attiva e si limitano a scegliere tra i partiti politici il giorno delle elezioni, i politici finiscono per corrompersi.
Chi ha inventato la democrazia dava per scontato che i votanti avrebbero votato per favorire i propri interessi. In realtà succede spesso che i cittadini votino per politiche i cui risultati sono per loro sfavorevoli.
I populisti sono i grandi semplificatori della politica e dell'economia, che spiegano in termini semplici le cause, i responsabili e le soluzioni dei problemi. In termini così semplici che anche gli stupidi e gli ignoranti sono in grado di capire.
La storia ci insegna che né il comunismo, né il fascismo sono possibili se non vengono sostenuti da una dittatura, anche se possono avere origine da una democrazia disordinata.
Berlusconi ha avuto successo non tanto per la sua intelligenza e la sua mancanza di scrupoli, quanto per il carattere immorale e servile della maggioranza degli italiani, che lui ha saputo sfruttare abilmente.
Vincono le elezioni i partiti che riescono a far credere alla maggioranza degli elettori di essere i più capaci e disposti a soddisfare i loro bisogni, desideri e aspettative. Ciò è tanto più facile quanto meno istruiti sono gli elettori. La democrazia, pur essendo la forma di governo meno peggio che abbiamo conosciuto, è dunque la dittatura dei manipolati.
Io affermo che il nostro mondo, il mondo delle democrazie occidentali, non è certamente il migliore di tutti i mondi pensabili o logicamente possibili, ma è tuttavia il migliore di tutti i mondi politici della cui esistenza storica siamo a conoscenza.
La democrazia perfetta è catastrofica (e ne stiamo facendo l’esperienza con questo “governo del popolo”). Una buona democrazia non deve dare al popolo un potere assoluto, ma mitigato da privilegi concessi alle persone più intelligenti e capaci, anche se non è facile misurare l’intelligenza e la capacità di qualcuno. I titoli accademici e i riconoscimenti della comunità scientifica sono meglio che nessun criterio, come avviene nella democrazia perfetta, dove tutti valgono nella stessa misura.
La democrazia è un sistema di regole che va riempito di contenuti. Se è vuota può essere pericolosa. Non basta votare, si può e si deve fare politica anche senza far parte di un partito, cercando di capire cosa succede mediante approfondimenti e analisi non di parte, che prendono in considerazione vari punti di vista. La gente è per lo più superficiale e semplicista e questo è pericoloso. Una democrazia vuota equivale ad un vuoto di democrazia.
In tutti i partiti, specialmente nei popoli latini, si riscontra una tendenza invariabile a risolvere i più complicati problemi sociali coi più semplici principii astratti.
Nessuno conquista il potere con l'intenzione di rilasciarlo. Il potere non è un mezzo; è un fine. Uno non crea una dittatura per salvaguardare una rivoluzione: uno fa la rivoluzione per stabile una dittatura.
L'uomo è un animale sociale non egualitario e non imparziale. Infatti il comunismo ha fallito perché non ha considerato che l'uomo è per natura incline a privilegiare gli interessi propri e quelli delle persone amate rispetto a quelli della comunità, ovvero delle persone con cui non ha rapporti affettivi diretti e reciproci.
Il governo attuale mi fa tenerezza. Si è instaurato promettendo l'impossibile e adesso si vanta di essere "responsabile" perché rinuncia a fare l'impossibile. Per mantenere il potere si spinge perfino a fare cose sagge.
La borghesia ha avuto nella storia una funzione sommamente rivoluzionaria. Dove è giunta al potere, essa ha distrutto tutte le condizioni di vita feudali, patriarcali, idilliache. Essa ha lacerato senza pietà i variopinti legami che nella società feudale avvicinavano l'uomo ai suoi superiori naturali, e non ha lasciato tra uomo e uomo altro vincolo che il nudo interesse, lo spietato "pagamento in contanti".
Gli imbecilli, i cretini, gli stupidi ci sono sempre stati e sempre ci saranno in ogni società, in una proporzione che varia da cultura a cultura. Certi partiti politici hanno l'abilità di riunirli in forze politiche.
I popoli vivono soprattutto di speranza. Le loro rivoluzioni hanno lo scopo di sostituire con una speranza nuova le speranze antiche che hanno perso la loro forza.
In democrazia non conta l'uomo per tutte le stagioni. Prevale infatti colui la cui visione politica corrisponde meglio agli umori e alle opinioni correnti del popolo, e dice alla gente ciò che essa, in quel particolare momento, vuole sentirsi dire.
Io sostengo che una delle caratteristiche di una società aperta sia di tenere in gran conto, oltre alla forma democratica di governo, la libertà di associazione, e di proteggere e anche incoraggiare la formazione di sotto-società libere, ciascuna delle quali possa sostenere differenti opinioni e credenze.
Io ho una grande speranza, e cioè che, con la scomparsa del marxismo, noi riusciremo con successo ad eliminare la pressione delle ideologie come centro della politica.
Un popolo abituato a servire, quando la vita si fa troppo dura, cambia padrone illudendosi che quello nuovo gli porti maggior benessere. Non capisce che il benessere non viene dal padrone, ma dal popolo stesso, nella misura in cui è capace di organizzarsi per ottenerlo.
La pena più grave, nel caso non si voglia governare di persona, sta nell'essere governati da chi è moralmente inferiore; questo è il timore che a mio parere spinge gli uomini onesti a governare, quando lo fanno.
Molti sono così ingenui da non capire che dare il potere ad un dittatore, sia pure attraverso un voto democratico, è una strada senza ritorno, perché poi non sarà più possibile toglierglielo, anche se quello dovesse dare segni di pazzia. È ciò che sta avvenendo oggi in Russia.
Le destre sono più unire delle sinistre, perché la loro politica è più semplice. Per la destra vale la legge del più forte, per la sinistra quella del più giusto, ma è molto più facile stabilire chi sia più forte che chi sia più giusto.
Viviamo in un interregno, un’epoca in cui il vecchio muore e il nuovo non può nascere: le regole e le leggi del passato sono scomparse, ma le nuove leggi non sono ancora state inventate. La sovranità degli stati nazionali è ormai in buona misura una finzione. Il potere è la capacità di fare, la politica è decidere che cosa fare. La globalizzazione ha fatto evaporare il potere degli stati nazionali verso poteri sovranazionali liberi dal controllo della politica. Se un governo provasse a realizzare ciò che davvero vogliono i suoi elettori, invece di ciò che esige la finanza, i mercati lo punirebbero con durezza.
Il sistema democratico è per lo più anti-meritocratico, perché non premia chi è stato valutato da competenti attraverso una lunga carriera, ma chi è stato votato da una maggioranza di incompetenti.
La dittatura è moralmente cattiva perché condanna i cittadini dello Stato, contro la loro migliore coscienza, contro il loro convincimento morale, a collaborare con il male se non altro con il silenzio. Essa solleva l'uomo dalla responsabilità morale senza la quale è solo la metà, un centesimo di uomo.
Quando Montanelli afferma che Berlusconi crede sinceramente alle proprie menzogne dice una verità. È una delle forze del Cavaliere, uno così è imbattibile, incontrastabile, indistruttibile.
Finché gli onesti si tengono fuori dalla politica limitandosi ad inveire contro i politici disonesti, questi continueranno indisturbati a fare i loro comodi.
Il problema del capitalismo non è la proprietà privata, ma il fatto che questa può essere incrementata in misura sproporzionata (perfino esponenziale) rispetto al lavoro, allo sforzo e all'impegno profuso per ottenerla. Questa sproporzione rende il capitalismo intrinsecamente ingiusto.
Il fascismo è demagogico, ma padronale, retorico, xenofobo, odiatore di cultura, spregiatore della libertà e della giustizia, oppressore dei deboli, servo dei forti, sempre pronto ad indicare negli "altri" le cause della sua impotenza o sconfitta. Il fascismo è lirico, gerontofobo, teppista se occorre, stupido sempre, ma alacre, plagiatore, manierista. Non ama la natura perché identifica la natura nella vita in campagna, cioè nella vita dei servi, ma è cafone, cioè ha le spocchie del servo arricchito. Odia gli animali, non ha senso dell'arte, non ama la solitudine, né rispetta il vicino, il quale, d'altronde, non rispetta lui. Non ama l'amore ma il possesso. Non ha senso religioso, ma vede nella religione il baluardo per impedire agli altri l'ascesa al potere. Intimamente crede in Dio, ma come ente col quale ha stabilito un concordato, do ut des. È superstizioso, vuol essere libero di fare quel che gli pare, specialmente se a danno o fastidio agli altri. Il fascista è disposto a tutto purché gli si conceda che lui è il padrone, il padre.
A mio avviso, il bisogno di ordine e sicurezza prevale sul bisogno di libertà nella maggior parte della gente. Su questo fatto prospera il fascismo, che cade solo quando non riesce più a garantire l'ordine a causa di insuccessi economici o sconfitte militari.
Occuparsi di politica in un paese democratico significa affidarsi ai capricci di un datore di lavoro (il popolo) che ha il diritto di licenziarti ad ogni elezione, senza giustificati motivi, senza cognizione di causa e con qualsiasi pretesto.
È il riformatore che auspica la riforma, non la società, dalla quale egli non deve aspettarsi altro che opposizione, odio e anche persecuzioni mortali.
La politica e il fato dell'umanità vengono forgiati da uomini privi di ideali e grandezza. Gli uomini che hanno dentro di sé la grandezza non entrano in politica.
Mi pare molto diffusa la tendenza a dare ai "politici" la responsabilità delle disgrazie della società. Io tendo invece ad assegnare ai cittadini tale responsabilità, anche perché i politici sono i degni rappresentanti dei loro elettori, in quanto rispecchiano la loro mentalità e le loro aspirazioni.
"Il popolo" sogghignò il vecchio "il popolo... Il popolo cornuto era e cornuto resta: la differenza è che il fascismo appendeva una bandiera sola alle corna del popolo e la democrazia lascia che ognuno se l'appenda da sé, del colore che gli piace, alle proprie corna... [...]"