Per natura siamo così fatti che facilmente crediamo alle cose nelle quali speriamo e difficilmente a quelle che temiamo, così che di esse sentiamo più o meno del giusto.
Per quanto attiene al Bene e al Male, neanch'essi indicano alcunché di positivo nelle cose, in sé considerate, e non sono altro che modi del pensare, ossia nozioni che formiamo mediante il confronto delle cose tra loro.
…l’Ente eterno e infinito che chiamiamo Dio, o Natura, agisce con la stessa necessità con la quale esiste…Quindi la ragione, o causa, per cui Dio, ossia la Natura, agisce ed esiste, è una e identica. Perciò, così come non esiste per alcun fine, nemmeno agisce per alcun fine, e non ha alcun principio o fine né del suo esistere né del suo agire…
Da tutte queste considerazioni risulta dunque che noi non ci rivolgiamo con interesse verso una qualche cosa ‐ né la vogliamo, o la desideriamo istintivamente, o la desideriamo consapevolmente ‐ perché giudichiamo che essa sia buona; ma, al contrario, noi giudichiamo buona una cosa perché essa risveglia il nostro interesse, o perché la vogliamo, o perché la desideriamo, istintivamente o consapevolmente.
Gli uomini s'ingannano nel credersi liberi; e tale opinione consiste soltanto in questo, che essi sono consapevoli delle loro azioni e ignari delle cause da cui sono determinati. L'idea della loro libertà è dunque questa: che essi non conoscono alcuna causa delle loro azioni. Se dicono, infatti, che le loro azioni dipendono dalla volontà, queste sono parole con cui non collegano nessuna idea; perché tutti ignorano ciò che è la volontà e in qual modo essa muove il corpo; quelli che blaterano di altro, e immaginano sedi e dimore dell'anima sogliono suscitare o riso o nause.