Citazioni di Giordano Bruno

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L'universo è tutto centro e tutto circonferenza.
 
Più facilmente determina e condanna chi manco considera.
 
Meglio è una degna ed eroica morte, che un indegno e vil trionfo.
 
Il tempo tutto toglie e tutto dà; ogni cosa si muta, nulla s'annichila.
 
Non v'è alcun ente artificiale che abbia il suo fondamento fuori della natura.
 
Non è vera nè buona legge quella che non ha per madre la Sofia (sapienza) e per padre l'intelletto razionale.
 
Ciò che liga ad amore o ad odio, o a disprezzo, al di sotto di ogni razionale atteggiamento, è qualcosa di inconscio.
 
Gli peripatetici e altri filosofi da volgo, benché nominano forma sustanziale, non hanno conosciuta altra sustanza che la materia.
 
L'uomo, senza l'argento ed oro, è come uccello senza piume, ché chi lo vuol prendere, sel prende, chi sel vuol mangiar, sel mangia.
 
Chi perciò consistendo nel luogo e nel tempo, libererà le ragioni delle idee dal luogo e dal tempo, si conformerà agli enti divini.
 
È abbastanza chiaro con quanta più facilità e limpidezza si manifestino in noi i sensi interni, allorché sono assopiti quelli esterni.
 
Quanto a questo io ne ho parlato qualche volta, dicendo che il peccato della carne, parlando in genere, era il minor peccato delli altri.
 
E non è quel che noi siamo e quel che noi facciamo, che ne rendi onorati o disonorati, ma sì ben quel che altri stimano, e pensano di noi.
 
Con grande efficacia operano i medici in cui moltissimi confidano; i malefici, che pure non toccano chi li disprezza, penetrano in chi li teme.
 
La fede si richiede per l'instituzione di rozzi popoli che denno esser governati, e la dimostrazione per gli contemplativi che sanno governar sé ed altri.
 
Ogni produzione, di qualsivoglia sorte che la sia, è una alterazione, rimanendo la sustanza sempre medesima; perché non è che una, uno ente divino, immortale.
 
Da questo possiamo inferire una essere la omniforme sustanza, uno essere il vero ed ente, che secondo innumerabili circostanze e individui appare, mostrandosi in tanti e sí diversi suppositi.
 
I contemplativi, tralasciando l'aspetto delle cose sensibili, vengono ligati a cose divine; i voluttuosi, col vedere, calano alla provvisione di cose tangibili; i morali sono tratti col godimento dei colloqui.
 
I savi vivono per i pazzi, ed i pazzi per i savii. Si tutti fussero signori, non sarebbono signori: cossì, se tutti saggi, non sarebbono saggi, e se tutti pazzi, non sarebbono pazzi. Il mondo sta bene come sta.
 
È forza che gli doni e grazie sien divisi, a fin che l'uno abbi bisogno dell'altro, e, per conseguenza, l'uno ami l'altro. A chi è concesso il meritare, sii negato l'avere; a chi è concesso l'avere, sii negato il meritare.
 
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