Quando la realtà ci fa soffrire desideriamo qualcosa di diverso, di irreale, e dal desiderare cose diverse dalla realtà nascono le illusioni e le speranze impossibili, che pure ci consolano (almeno per un certo tempo).
La realtà è infinita, mentre l'intelletto è finito e precario. Perciò possiamo contemplare soltanto mappe di frammenti della realtà, disegnate dai nostri sensi e delimitate da cornici arbitrarie e involontarie.
La realtà consiste nel movimento di corpi (compreso il mio), nelle forze che li attraggono e li respingono, nelle informazioni che li dirigono e li riproducono, nel piacere e nel dolore che i movimenti producono, e nella volontà (degli organi affettivi) di evitare il dolore e di ottenere il piacere.
Il fatto che miliardi di orologi segnino la stessa ora (con pochi secondi di differenza) dovrebbe far ricredere chi pensa che non esista alcuna realtà oggettiva.
Tra la realtà reale e la realtà percepita dalla mente umana c'è una differenza abissale. La mente contiene una piccola mappa della realtà, costruita dall'uomo con tutti gli errori, le omissioni e le falsità del caso.
E così voi credete nella realtà!… Mi affascinate, davvero. Non vi avrei mai supposto ingenuo a tal segno. La realtà! Avanti, parlatemene, di questa realtà! Sottraetevi a queste candide fantasie. Suvvia! Siamo noi che la creiamo, la realtà.
Perché una realtà non ci fu data e non c'è; ma dobbiamo farcela noi, se vogliamo essere; e non sarà mai una per sempre, ma di continuo e infinitamente mutabile.