I buoni aforismi sono assoluti, riduttivi e generalizzanti perché estremamente sintetici. Non vanno per il sottile e sono provocatori. Non si può criticare un aforisma come si critica una tesi.
Gli aforismi si distruggono gli uni con gli altri. Gli aforismi sono generalità istantanee, pensiero discontinuo. Ti viene un pensiero che sembra spiegare tutto, uno di quelli che si usa definire istantanei; un pensiero che non contiene molta verità, ma che contiene un po’ di futuro. Nelle esperienze della vita si può sempre verificarne il senso e il contenuto. È un atteggiamento mentale che si deve avere. […] Ma è un miscuglio di serio e non serio. A volte faccio affermazioni completamente insensate, che mi rinfacciano. Potrei benissimo replicare: « Guardate, dico il contrario: basta che voltiate pagina ». Non è che io sia un sofista, il moralista non è un sofista. Ma sono verità pensate nell'esperienza. Sono verità falsamente frammentarie. Bisogna prenderle come tali. Ma chiaramente il vantaggio dell’aforisma è che non si ha bisogno di fornire prove. Si tira un aforisma come si tira uno schiaffo.
Non c'è nulla che non si possa dire anche in poche parole. Tuttavia, quanto maggiore è il numero di parole, tanto più numerosi sono i dettagli e gli esempi che si possono dare, e minore il rischio di fraintendimento. Ma la capacità di sintesi varia da persona a persona. I più capaci sono gli aforisti.
L'aforisma, a differenza delle massime, frasi e pensieri celebri, è sempre scettico. Si batte per il pensiero libero e indipendente e lo scetticismo è una condizione indispensabile del pensiero indipendente. L'aforisma è pessimista nelle sue affermazioni e ottimista nella supposizione che il cercare di spiegare qualcosa agli esseri umani possa essere utile.
L'aforisma, la sentenza, in cui io sono il primo dei maestri tedeschi, sono le forme dell''eternità', la mia ambizione è quella di dire in dieci proposizioni quel che ogni altro dice in un libro – quel che ogni altro non dice in un libro...
Noi siamo inclini a stimare il bozzetto più della composizione, il frammento più della statua, l'aforisma più del trattato, il genio mancato e disgraziato ai grand'uomini olimpici e perfetti venerati dai professori.
Gli aforismi sono essenzialmente un genere di scrittura aristocratico. L'aforista non argomenta, asserisce; e implicito nella sua asserzione è il convincimento che egli sia più saggio e più intelligente dei suoi lettori.