Ogni essere umano, per ogni altro, è una possibile fonte di bene e male, cioè di piacere e dolore, gioia e sofferenza, premura e disturbo, cooperazione e competizione, favore e ostilità, ansia e sicurezza, stress e serenità, accoglienza ed esclusione, dominazione e sottomissione, protezione e violenza, verità e falsità, ecc.. L'arte di vivere consiste nel trovare il modo di ottenere dagli altri il massimo bene e il minimo male possibili.
Ciò che ci piace, che ci sembra giusto e che ci rassicura può non avere altro valore che il fatto di darci piacere, di rassicurarci e di farci sentire giusti. Può essere perfino nocivo, prima o poi, per noi e per gli altri.
Mai la ragione è stata in grado di definire il bene e il male, od anche separare il bene dal male, sia pure approsimativamente; al contrario li ha sempre confusi in modo meschino e vergognoso; mentre la scienza ha dato soluzioni brutali.
Sono certo che, se ogni umano avesse la possibilità materiale di distruggere ogni forma di vita sulla Terra, compreso se stesso, alcuni lo farebbero subito.
Dire che l'uomo è fondamentalmente buono è come dire che Dio ci ama. Beato chi ci crede. A mio avviso l'uomo è buono se gli conviene e finché gli conviene, o se crede che gli convenga.
Il bene e il male non esistono come entità a sé stanti. Ciò che esiste è il piacere e il dolore (fisici e mentali) e ciò che li può causare. Infatti gli umani chiamano "bene" ciò che causa loro piacere, e "male" ciò che causa loro dolore.
A volte è bene fare del male a qualcuno, se non c'è altro mezzo per fermare il suo male. Non si può combattere il male col bene, ma solo con un male più grande. Questo è il male che il saggio fa consapevolmente.
Consciamente o inconsciamente, l'uomo divide gli altri in amici e nemici, e desidera la distruzione dei propri nemici. Prima ancora, l'uomo, consciamente o inconsciamente, desidera essere amato da ogni altro, e classifica come nemici tutti coloro che non lo amano.
Anche una cosa buona, alla lunga diventa cattiva. È importante capire quando è opportuno smettere (temporaneamente o definitivamente) di usare ciò che è buono e cercare altri tipi di bontà.
Per quanto attiene al Bene e al Male, neanch'essi indicano alcunché di positivo nelle cose, in sé considerate, e non sono altro che modi del pensare, ossia nozioni che formiamo mediante il confronto delle cose tra loro.
Così ragiona l’inconscio: - se il tuo bene comporta il mio male, o se il tuo male comporta il mio bene, allora voglio il tuo male; - se il tuo male comporta il mio male, o se il tuo bene comporta il mio bene, allora voglio il tuo bene.
Bene e male, peccato e innocenza, attraversano il mondo tenendosi per mano. Chiudere gli occhi di fronte a metà della vita per vivere in tranquillità è come accecarsi per camminare con maggior sicurezza in una landa disseminata di burroni e precipizi.