Citazioni su Histoire

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La storia mostra che ogni sistema di idee - sia esso religioso, filosofico, giuridico o politico - per quanto fosse rivoluzionario al momento in cui nacque ed intraprese la sua lotta per la supremazia, prima o poi diventa un impedimento e un ostacolo allo sviluppo ulteriore, diventa cioè una forza socialmente reazionaria.
 
La storia non è che il quadro dei crimini e delle disgrazie.
 
Ai nostri giorni, per eccesso di docu­menti, lo storico è condannato alla specia­lizzazione, così che ormai non si potrebbe scrivere un libro di quest’ampiezza [il rife­rimento è agli studi di Edward Gibbon]. Uno storico deve limitarsi a un’epoca o al massimo a un solo Paese, ma non può scrivere una storia universale. […] Proba­bilmente l’unico beneficio della bomba atomica sarebbe di permettere eccellenti opere storiche. E dunque, in nome della storia e contro l’umanità, dobbiamo de­siderare ogni sorta di cataclisma, per non perire soffocati dall’eccesso di catalo­ghi.
 
Per poter "fare storia" gli uomini devono essere in grado di vivere. Ma il vivere implica prima di tutto il mangiare e bere, l'abitazione, il vestire e altro ancora. La prima azione storica è dunque la creazione dei mezzi per soddisfare questi bisogni.
 
Se pensate di attraversare un momentaccio, date un'occhiata ai libri di storia.
 
Forse uno dei più grandi peccati del nostro secolo è l’importanza che si dà alla storia. Questo in altre epoche non succedeva. […] L’arte e la letteratura do­vrebbero cercare di riscattarsi dal tempo. Spesso mi hanno detto che l’arte dipen­de dalla politica o dalla storia. Ma credo sia falso. […] L’arte è un piccolo mira­colo […] che sfugge, in qualche modo, all’organizzata casualità della storia.
 
Non so se esiste il progresso storico. Forse no. […] Si può vivere anche al di fuori della storia. […] La storia impor­ta agli storici della letteratura, che non hanno nessun senso della bellezza.
 
Non ci può essere nessuna storia del passato così come questo veramente accadde. Ci possono essere solo interpretazioni storiche, e nessuna di questa è definitiva; e ogni generazione ha il diritto di crearsi le sue proprie interpretazioni.
 
Se il naso di Cleopatra fosse stato più corto, sarebbe cambiata l'intera faccia della terra.
 
In realtà non c'è nessuna storia dell'umanità, c'è soltanto un numero illimitato di storie, che riguardano tutti i possibili aspetti della vita umana. E uno di questi è il potere politico.
 
Nella storia nulla è predeterminato; la storia è una traccia lasciata nel tempo da scelte umane molteplici e di diversa origine, quasi mai coordinate.
 
Io non sono un teologo, ma un filosofo della Storia che segue il metodo "genealogico" di Nietzsche, il quale, a differenza di Platone, non si chiede, ad esempio, "che cos'è l'anima", ma: "Come è venuto al mondo questo concetto, che storia ha avuto, che significati ha assunto, che effetti di realtà ha prodotto?", persuaso come sono che l'essenza di una cosa, il suo senso è nella sua storia.
 
Ogni umano è un prodotto dell'epoca in cui vive, e pochi sono capaci di elevarsi al di sopra delle idee del loro tempo.
 
Gli uomini fanno la propria storia, ma non la fanno in modo arbitrario, in circostanze scelte da loro stessi, bensì nelle circostanze che trovano immediatamente davanti a sé, determinate dai fatti e dalle tradizioni.
 
Se ogni umano potesse agire come vorrebbe, tutta la storia sarebbe un tessuto di accidenti disconnessi.
 
Un popolo che ignora il proprio passato non saprà mai nulla del proprio presente.
 
Nell'analizzare la storia evita di essere profondi perché spesso le cause sono proprio superficiali.
 
La storia della politica del potere non è nient'altro che la storia del crimine nazionale e internazionale e dell'assassinio di massa.
 
La storia insegna che la storia non insegna nulla.
 
Vi sono due storie: la storia ufficiale, menzognera, che ci viene insegnata, la storia ad 'usum delphini', e la storia segreta, dove si trovano le vere cause degli avvenimenti, una storia vergognosa.
 
A rigore, non esiste la storia. Solo la biografia. 
 
Nella storia contano anche i fatti non avvenuti.
 
Scrivere la storia è un modo come un altro di liberarsi del passato.
 
Da noi la storia tende a divorare le altre discipline. Nelle nostre università non si studia realmente letteratura, si studia storia della letteratura, l’assetto sociologico delle opere o, nel miglio­re dei casi, le vicissitudini geografiche e i cambi di domicilio degli autori.
 
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