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Mi chiedo se possa essere utile osservare me stesso dall'esterno, senza intervenire in alcuna mia scelta, e scoprire cosa farò senza il controllo della mia coscienza e della mia volontà.
 
Credere è una scelta involontaria.
 
Metadecisione: decidere di prendere una decisione.
 
Innanzitutto dì a te stesso chi vuoi essere; poi fa ogni cosa di conseguenza.
 
La volontà è involontaria.
 
La maggior parte di ciò che avviene nella nostra mente è involontario, e a volte contrario alla nostra volontà.
 
La volontà è determinata.
 
La volontà è, in un certo senso, involontaria, in quanto segue regole o algoritmi, per lo più inconsci ed emotivi. L'unico modo per liberarsi dalla schiavitù delle motivazioni involontarie è scegliere "a caso".
 
A volte, volendo fare tante cose, si finisce per non fare nulla.
 
Secondo me la "forza di volontà" è una dote naturale, non un merito. Se uno non ce l'ha "non se la può dare", come il coraggio per Don Abbondio.
 
Dove c'è una grande volontà non possono esserci grandi difficoltà.
 
Il volere dell'uomo è in realtà il volere capriccioso della natura che fa esperimenti casuali con la nostra specie.
 
Questo non si troverà mai nelle mie parole, né meno nelle mie scritture, perché non ho mai detto né scritto che l'azioni del mondo si governano dal fato e non dalla provvidenzi divina; anzi ritrovarete nei miei libri che io pongo la providenzia ed il libero arbitrio, da che se comprende, come si dà il libero arbitrio, se oppugna il fato.
 
Non posso controllare il vento, ma posso adeguare le vele
 
Quando non sai cosa fare, non fare nulla.
 
"Voglio" è incondizionato, mentre "vorrei" è condizionato. "Vorrei" implica che se per ottenere ciò che desideriamo il costo è troppo alto, oppure è molto difficile ottenerlo, allora siamo è pronti a rinunciarvi. Cosa vogliamo incondizionatamente?
 
Il libero arbitrio consiste nello scegliere con chi/cosa interagire e con quali regole, limiti e libertà, ovvero conformemente a quale tipo di relazione.
 
Esercitare il libero arbitrio in un dato momento significa scegliere se, in quel momento, pensare ed agire in modo automatico e involontario oppure fermarsi oppure cambiare pensiero e comportamento in modo volontariamente casuale, ovvero senza un fine particolare.
 
Quando si discute di libero arbitrio, si cerca normalmente di stabilire se esso esista o sia solo una illusione. Io penso, invece, che si dovrebbe ipotizzare una sua esistenza parziale, intermittente, latente, più o meno forte e competitiva rispetto alle altre forze che determinano il nostro comportamento.
 
Il volere umano, molto spesso e anzi il più delle volte si trova assolutamente e cocciutamente in contrasto con il raziocinio.
 
Per ottenere una cosa, non basta volerla, deve essere possibile e bisogna sapere come ottenerla.
 
Spesso le volontà del mio corpo e quelle della mia coscienza confliggono.
 
La volontà consiste nell'imposizione di un certo progetto a una o più cose e/o persone. Lo stesso soggetto può essere oggetto della volontà. L'esercizio di una volontà è l'effetto di un comando programmato nell'ambito di un sistema cibernetico biologico o tecnologico.
 
Invece di dire «io voglio la cosa X» sarebbe più corretto  dire «io sento in me la voglia della cosa X».
 
Ciò che consideriamo involontario è in realtà causato dalle volontà di uno o più agenti mentali inconsci.
 
L'uomo è libero di scegliere cosa fare e non fare, ma non è chiaro quale sia, al suo interno, l'agente che sceglie, ovvero l'io cosciente e/o qualche agente inconscio.
 
Sia fatta la volontà della natura.
 
Tra il volere e il potere c'è di mezzo il mondo, la realtà, le leggi della fisica e della biologia, la società ecc. Facciamo tante cose senza volerlo e non riusciamo a fare tante cose che vorremmo. Tuttavia a volte riusciamo a fare ciò che vogliamo.
 
Potere e volere si influenzano reciprocamente.
 
Ciò che accade nella natura e nella società è il risultato di interazioni tra volontà interne agli esseri viventi a vari livelli di organizzazione, dalla cellula alla nazione. Tali volontà sono il risultato della composizione di bisogni e interessi più o meno simbiotici, sinergici e/o antagonisti.
 
Non so cosa sono, ma so cosa non voglio essere.
 
Riguardo alla “volontà”, per non cadere nell'errore prospettico antropocentrico dobbiamo pensare alla natura com’era prima dell'avvento dell'uomo, e ancora prima dell'avvento dei mammiferi, cioè quando è nata la prima forma di vita sulla Terra. Dov'era allora la volontà? Per me già esisteva e consisteva nel bisogno del gene, di riprodursi.
 
In ogni istinto, la verità ha preso la forma di un'illusione per agire sulla volontà.
 
Per ottenere qualcosa, non basta volerlo. E comunque la volontà è involontaria.
 
A mio parere, che ci sia "qualcosa" dentro di noi che prende decisioni sulla base di certe logiche (con o senza una certa dose di casualità) mi sembra indiscutibile. Che quella "cosa" sia più o meno consapevole e più o meno volontaria può essere oggetto di ipotesi e di discussione.
 
È una fortuna che il cuore sia un muscolo involontario. Se fosse volontario ci distruggeremmo rapidamente.
 
Volere il meno possibile e conoscere il più possibile è la massima che ha guidato la mia vita. La Volontà è infatti l'elemento assolutamente infimo e spregevole in noi: bisogna nasconderlo come si nascondono i genitali, benché siano entrambi le radici del nostro essere.
 
Il libero arbitrio consiste nel decidere volontariamente se assecondare o contrastare le proprie decisioni involontarie.
 
Nella sfera divina volere è potere; nella sfera umanavolere è poco, bisogna potere.
 
ll libero arbitrio è involontario, come la volontà stessa.
 
Troverò una strada o ne farò una.
 
La volontà non è una causa prima, ma la conseguenza di altre volontà che risiedono nella parte inconsapevole e involontaria del corpo. In altre parole la volontà è voluta da qualcosa di diverso da se stessa.
 
Il libero arbitrio, se esiste, consiste nella capacità di scegliere se seguire o no le proprie motivazioni, se andare avanti guidati dai propri demoni o fermarsi, se assecondare certi automatismi o arrestarli, o, per essere più precisi, decidere quali automatismi consentire e quali inibire. Perché, in ogni caso, qualunque cosa facciamo è il risultato dell'azione di uno o più automatismi, consci o inconsci.
 
È la volontà che fa l'uomo grande o piccolo.
 
La gente comune pensa che il comportamento dell'uomo dipenda solo dalla sua volontà, ovvero da una buona o cattiva volontà, da una volontà giusta o sbagliata, e che per migliorare i rapporti umani sia sufficiente volerlo. Non capisce che la volontà non è autonoma ma è il risultato di logiche consce e ancor più inconsce, difficilmente controllabili e modificabili.
 
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