In questi ultimi tempi Roma si è dilatata, distorta, arricchita. Gli scandali vi scoppiano con la violenza dei temporali d'estate, la gente vive all'aperto, si annusa, si studia, invade le trattorie, i cinema, le strade, lascia le sue automobili in quelle stesse piazze che una volta ci incantavano per il loro nitore architettonico e che adesso sembrano garages.
Regimi democratici possono essere definiti quelli nei quali, di tanto in tanto, si dà al popolo l'illusione di essere sovrano, mentre la vera effettiva sovranità sta in altre forze talora irresponsabili e segrete. La democrazia è un regime senza re, ma con moltissimi re talora più esclusivi, tirannici e rovinosi che un solo re che sia tiranno.
Una mia cara zia con cui vivevo, la più pura tra le creature, diceva sempre che avrebbe sperato che avessi una relazione con una donna sposata. Rien ne forme un jeune homme comme une liaison avec une femme comme il faut.
Leggendo il nuovo capolavoro di un uomo di genio, vi troviamo con piacere tutte le nostre riflessioni che avevamo disprezzate, le allegrie, le tristezze che avevamo contenute, tutto un mondo di sentimenti da noi disdegnati e di cui il libro dove le ravvisiamo ci rivela istantaneamente il valore.
La ragione arbitra fra istinti, ma usando gli istinti stessi come criteri primi di arbitraggio. Dà nome alle cose e alla sete, ci permette di aggirare ostacoli, di vedere cose nascoste. Ci permette di riconoscere strategie inefficaci, credenze errate, pregiudizi, e ne abbiamo innumerevoli. Si è sviluppata per aiutarci a capire quando le tracce che seguiamo, pensando ci conducano alle antilopi da cacciare, sono tracce sbagliate. Ma quello che ci porta non è la riflessione sulla vita: è la vita.
Il famoso individualismo italico è azzerato. Tutti vogliono gli stessi jeans, lo stesso impermeabile e lo stesso cibo. Una coazione maggioritaria penosa. E lo stesso vale per i giovani. Dal piercing, all'orecchino ai tatuaggi, vogliono tutti iscriversi alla stessa tribù.
Durante la lettura, veramente la nostra testa non è che l'arena di pensieri altrui. Quando questi se ne vanno, che cosa rimane? Questa è la ragione perché colui che legge molto e quasi tutto il giorno, e negli intervalli si riposa passando il tempo senza pensare, a poco a poco perde la capacità di pensare da sé.
Non pretendiamo che le cose cambino se continuiamo a farle nello stesso modo. La crisi può essere una vera benedizione per ogni persona e per ogni nazione, perché è proprio la crisi a portare progresso. La creatività nasce dall'angoscia, come il giorno nasce dalla notte oscura. È nella crisi che nasce l'inventiva, le scoperte e le grandi strategie. Chi supera la crisi supera sé stesso senza essere superato. Chi attribuisce le proprie sconfitte e i propri errori alla crisi, violenta il proprio talento e mostra maggior interesse per i problemi piuttosto che per le soluzioni. La vera crisi è l'incompetenza. Il più grande difetto delle persone e delle nazioni è la pigrizia nel trovare soluzioni. Senza crisi non ci sono sfide, senza sfide la vita è routine, una lenta agonia. Senza crisi non ci sono meriti. È nella crisi che il meglio di ognuno di noi affiora; senza crisi qualsiasi vento diventa una brezza leggera. Parlare di crisi significa promuoverla; non parlarne significa esaltare il conformismo. Cerchiamo di lavorare sodo, invece. Smettiamola, una volta per tutte, l'unica crisi minacciosa è la tragedia di non voler lottare per superarla.
Neve e freddo vanno benissimo, così muoiono le mezze cartucce e si migliora questa mediocre razza italiana. Una delle principali ragioni per cui ho voluto il rimboschimento del'Appennino è stata per rendere più fredda e nevosa l'Italia.
Se definisci santo un uomo, hai creato il peccatore. Adesso, da qualche parte, dovrai condannare qualcuno, perché il santo non può esistere senza il peccatore.
L’acqua non si solidifica a poco a poco per raffreddamento, quasi diventasse una poltiglia e s’indurisse poi gradualmente fino alla consistenza del ghiaccio, ma diventa dura d’un colpo. […] Può ancora, se sta immobile, conservare il suo stato liquido, ma alla minima scossa passa allo stato solido.
Se voi aveste la bontà di spiegarci cosa intendete per coscienza pulita, magnifico signore, è probabile che dareste un contributo originale alla storia dell'umorismo.
Non si soffre, in effetti, per la mancanza di questi beni, ma per il pensiero della loro mancanza. Chi ha il possesso di sé non ha perso niente: ma quanti hanno la fortuna di possedere se stessi?
Distrarci è la sola cosa che ci consola delle nostre miserie. Eppure si tratta della nostra miseria più grande. Perché proprio questo ci impedisce di pensare a noi, e insensibilmente ci perde. Senza di esso saremmo nella noia, e la noia ci spingerebbe a cercare un mezzo più solido per uscirne, mentre distrarci ci svaga e insensibilmente ci fa arrivare alla morte.
Si dovrebbe, almeno ogni giorno, ascoltare qualche canzone, leggere una bella poesia, vedere un bel quadro, e, se possibile, dire qualche parola ragionevole.
Non festeggio i compleanni. Per me, non sono differenti dagli altri giorni. In un certo senso, ogni giorno è una nascita. Ogni giorno ti svegli, ogni cosa è fresca e nuova, e il tuo unico obiettivo per quel nuovo giorno è insegnare a te stesso qualcosa di importante.
Noi discutiamo tanto oggi di 'democrazia' in opposizione a 'dittatura'. La democrazia presuppone l'intelligenza delle masse; la dittatura presuppone il contrario. Ma una democrazia senza l'intelligenza delle masse nelle condizioni attuali può essere un disastro peggiore di qualsiasi dittatura.
Molti raccontano i loro dolori con l'enfasi di chi al mondo ha provato per primo i mali più grandi. Con un compiaciuto vittimismo nello sguardo, sottolineano anche l'eroismo o il privilegio di essere sopravvissuti; quasi come se gli altri, di disgrazie anche peggiori, non ne avessero mai avute!
Possiamo profetizzare che, a meno di essere imbrigliata e addomesticata, la nostra globalizzazione negativa, che oscilla tra il togliere la sicurezza a chi è libero e offrire sicurezza sotto forma di illibertà, renderà la catastrofe ineluttabile. Se non si formula questa profezia, e se non la si prende sul serio, l'umanità ha poche speranza di renderla evitabile. L'unico modo davvero promettente di iniziare una terapia contro la crescente paura che finisce per renderci invalidi è reciderne le radici: poiché l'unico modo davvero promettente di continuarla richiede che si affronti il compito di recidere quelle radici. Il secolo che viene può essere un'epoca di catastrofe definitiva. O può essere un'epoca in cui si stringerà e si darà vita a un nuovo patto tra intellettuali e popolo, inteso ormai come umanità. Speriamo di poter ancora scegliere tra questi due futuri.
L'epoca attuale, l'epoca attuale è il tempo della mediocrità aurea e dell'insensibilità, della passione per l'ignoranza, della pigrizia, dell'incapacità al lavoro e dell'aspirazione a trovar tutto già bell'e pronto. Nessuno pensa; di rado si trova qualcuno che concepisca un'idea.
Differenza tra le malattie dell’animo e le cattive inclinazioni [...]: le malattie sono vizi inveterati e incalliti, come l’avarizia, o come l’ambizione; e, quando sono troppo radicate nell'animo, diventano mali insanabili. In poche parole: la malattia è un atteggiamento dello spirito ostinato nel male, e consiste nel desiderare intensamente cose che poco lo meritano; o se preferisci, nell'essere troppo proclivi verso cose che sono poco desiderabili, o del tutto indesiderabili; oppure nel dare grande importanza a cose che dovremmo giudicare di poco o di nessun valore. Le cattive inclinazioni, invece, sono moti disordinati e improvvisi dell’animo che, quando sono trascurati e si ripetono con frequenza, provocano il male, così come il catarro, non ancora cronico, provoca la tosse; ripetendosi spesso, produce la tisi. Perciò, quelli che hanno molto progredito sono al sicuro dalle malattie, ma, sebbene vicini alla perfezione, sentono ancora le cattive inclinazioni.
Per giudicare correttamente la moralità della masse, occorre tener conto del fatto che, nello stare insieme degli individui riuniti in una massa, tutte le inibizioni individuali scompaiono e tutti gli istinti crudeli, brutali, distruttivi, che nel singolo sonnecchiano quali relitti di tempi primordiali, si ridestano ed aspirano al libero soddisfacimento pulsionale. Per influsso della suggestione le masse sono però anche capaci di realizzazioni più alte, quali l’abnegazione, il disinteresse, la dedizione ad un ideale.
La sfiducia reciproca, il sottinteso sleale corrodono nel nostro paese tutte le forme di rapporti: i rapporti tra singolo e singolo, i rapporti tra singolo e collettività. L'ipocrisia del carattere italiano è in dipendenza assoluta con la mancanza di libertà.
Se dovessi scrivere un ricettario, in base alle mie esperienze, direi: A) Evitate di innamorarvi, è solo una perdita di tempo e vi farà rimpiangere le occasioni perdute. B) Evitate le tavolate (gli inglesi dicono: «Due è una compagnia, tre è una folla»). C) Non cercate la perfezione in una ragazza (un proverbio romano suona: «VIno di grotta e fica di zoppa»). D) Non andate in vacanza durante l'estate: troverete soltanto gente di cattivo umore. E) Cercate di fare un lavoro che vi piaccia. F) Evitate i politici, le femministe e le ex belle. G) Non scrivete lettere d'amore di cui vi pentirete. H) Non investite soldi in una impresa dove uno dei soci è soprannominato «il marsigliese» (Woody Allen). I) Non imitate nessuno, nemmeno voi stessi. L) Non prendete eccitanti: potenzierete soltanto la stupidità che è in voi. M) Non cercate la felicità: la troverete quando meno ve la aspetterete. N) Fate che la morte vi trovi vivi (proverbio di origine latina rimesso in circolazione da Marcello Marchesi).
L'amore è una forma di pregiudizio. Si ama quello di cui si ha bisogno, quello che ci fa star bene, quello che ci fa comodo. Come fai a dire che ami una persona, quando al mondo ci sono migliaia di persone che potresti amare di più, se solo le incontrassi? Il fatto è che non le incontri.
Il Paradiso non è più lontano Della camera accanto - Se in quella camera un amico attende Felicità o rovina. Che forza c'è nell'anima Che riesce a sopportare L'accento di un passo che si appressa - una porta che si apre.
Non c'è niente nel mio passato che mi faccia ricordare una cosa con il desiderio inutile di avere di nuovo quella cosa. Non sono mai stato altro che un residuo e un simulacro di me stesso. Il mio passato è ciò che non sono riuscito ad essere.Il tedio non è la malattia della noia di non aver nulla da fare, ma una malattia più grave: sentire che non vale la pena di fare niente.
Chiudere i cuori alla compassione. Procedere in modo brutale. Bisogna dare giustizia a ottanta milioni di uomini. Bisogna garantire la loro esistenza. Sarà il più forte ad avere ragione. La massima durezza.
Fin da quando avevo sedici anni quella gente mi procurava un triste stupore; fin da allora mi meravigliavano la meschinità del loro modo di pensare, la stupidità delle loro occupazioni, dei loro giuochi, dei loro discorsi. Essi così poco intendevano delle cose più necessarie, così poco s'interessavano degli argomenti più esaltanti, che involontariamente presi a considerarli inferiori a me.
Che cosa è la Massoneria? Voi avete fatto molte parole sul suo significato spirituale, sulle correnti ideologiche che essa rappresenta; ma tutte queste sono forme di espressione di cui voi vi servite solo per ingannarvi reciprocamente, sapendo di farlo… La Massoneria è stato l'unico partito reale ed efficiente che la classe borghese ha avuto per lungo tempo… l'on. Martire ha oggi dichiarato che finalmente è stata raggiunta, alle spese della Massoneria, l'Unità Spirituale della Nazione Italiana. Poiché la Massoneria in Italia ha rappresentato l'ideologia e l'organizzazione reale della classe borghese capitalistica, chi è contro la Massoneria è contro il liberalismo, è contro la tradizione politica della borghesia italiana… in realtà il fascismo lotta contro la sola forza organizzata efficiente che la borghesia capitalistica avesse in Italia.
Troppi libri sono dispersivi: dal momento che non puoi leggere tutti i volumi che potresti avere, basta possederne quanti puoi leggerne. [...] Leggi sempre, perciò autori di valore riconosciuto e se di tanto in tanto ti viene in mente di passare ad altri, ritorna poi ai primi.
Nessuna conoscenza, se pur eccellente e salutare, mi darà gioia se la apprenderò per me solo. Se mi si concedesse la sapienza con questa limitazione, di tenerla chiusa in me, rinunciando a diffonderla, la rifiuterei.
Ogni volta che cercavo di mostrare i miei desideri più intimi (un desiderio di essere corretto moralmente) incontravo disprezzo e derisione, e ogni volta che cedevo ai desideri più bassi ero incoraggiato ed elogiato.
Noi siamo il solo animale abbandonato nudo sulla terra nuda, legato, incatenato, senza aver nulla di cui armarsi e proteggersi se non le spoglie degli altri.
Se ti seduce un lumicino, seguilo. Ti conduce nella palude? certo tu ne esci; ma se non lo segui, per tutta la vita ti martoria il pensiero che esso forse poteva essere la tua stella.
Non sono mai mancate persone che si siano affaticate a fondare il loro mantenimento sul bisogno metafisico dell'uomo e a sfruttarlo il più che possibile: perciò in tutti i popoli vi sono i monopolizzatori ed appaltatori generali di esso: i sacerdoti. Il loro mestiere però dovette da per tutto esser loro assicurato con la concessione del diritto di imprimere i loro dogmi metafisici negli uomini assai presto, prima ancora che il giudizio si desti dal suo sopore mattutino, ossia nella prima fanciullezza: giacché così ogni dogma bene impresso, sia anche il più insensato, aderisce per sempre. Se essi dovessero aspettare finché il giudizio è maturo, i loro privilegi non potrebbero più esistere.
Un uomo intelligente costretto a vivere insieme a degli sciocchi assomiglia a colui che ha un orologio che va bene in una città le cui torri hanno tutte orologi che vanno male. Lui solo ha l'ora giusta: ma a che gli serve? Tutta la città si regola secondo gli orologi cittadini sbagliati, persino coloro i quali sanno che soltanto il suo orologio indica l'ora vera.
Ciò che vedeva era soltanto questo: comicità e miseria, comicità e miseria. E allora, insieme con la pena e l'orgoglio della conoscenza, venne la solitudine, perché gli riusciva intollerabile la vicinanza degli inetti con lo spirito gaiamente ottenebrato, e il marchio che lui recava sulla fronte li respingeva.
Se il bolscevismo trionfasse, l'umanità perderebbe il dono di ridere e di gioire. Non sarebbe più che una massa informe, condannata al grigiore e alla disperazione.
... tanti Artisti Cazzari manipolatori pseudopostmoderni che cerca di rimediare a un fiasco ritirandosi in una metadimensionalità a commentare il fallimento stesso.
Il suddito ideale del regime totalitario non è il nazista convinto oppure il comunista convinto, ma le persone per la quale non c’è più differenza tra realtà e finzione, tra il vero e il falso.
Le religioni sono necessarie al popolo, e sono per esso un inestimabile beneficio. Quando però esse vogliono opporsi ai progressi dell’umanità nella conoscenza della verità, allora debbono essere messe da parte con la massima deferenza possibile. E pretendere che anche uno spirito grande - uno Shakespeare, un Goethe - faccia entrare nella propria convinzione, implicite, bona fide et sensu proprio, i dogmi di una qualche religione, è come pretendere che un gigante calzi la scarpa di un nano.
Lo studentucolo che sa un po' di latino e di storia, l'avvocatuzzo che è riuscito a strappare uno straccetto di laurea alla svogliatezza e al lasciar passare dei professori crederanno di essere diversi e superiori anche al miglior operaio.
Una stanza può essere definita vuota, se si tolgono tutti i mobili, se non si lascia all’interno alcuna suppellettile; in quel caso la si definisce vuota. È vuota di tutto ciò che conteneva un tempo, ma è anche piena: colma di vuoto, piena di se stessa.
Invece di posare a profeti dobbiamo diventare i creatori del nostro destino. Noi dobbiamo imparare a fare le cose nel miglior modo che ci è possibile e ad andare alla ricerca dei nostri errori. E quando avremo abbandonato l'idea che la storia del potere sarà il nostro giudice, quando avremo smesso di preoccuparci se la storia ci giustificherà o meno, allora forse riusciremo un giorno a mettere sotto controllo il potere.
Sono un artificiere. Fabbrico qualcosa che alla fin fine serve a un assedio, a una guerra, a una distruzione. Io non sono per la distruzione, ma sono a favore del fatto che si possa passare, che si possa avanzare, che si possano abbattere i muri.
Non credo che ci sarà luce del sole, o uccelli canterini nella primavera che sta arrivando; cercherò una tomba prematura, quando l'erba diventerà verde; amerò invitare là gli uccelli se hanno una musica gentile, e i più dimessi tra i fiori di campo, e gli umili, malinconici insetti. Com'è preziosa la tomba Abiah, quando tutto ciò che amiamo riposa là, e l'affetto ci porterebbe a raggiungerli volentieri, se coloro che abbiamo perso si sentissero soli!
Senza un grande sforzo, è difficile avere la percezione di sé in quanto spazio infinito. Ci si identifica con i limiti. È più facile sentirsi limitati.
Non smettete mai di protestare; non smettete mai di dissentire, di porvi domande, di mettere in discussione l’autorità, i luoghi comuni, i dogmi. Non esiste la verità assoluta. Non smettete di pensare. Siate voci fuori dal coro. Siate il peso che inclina il piano. Siate sempre in disaccordo perché il dissenso è un’arma. Siate sempre informati e non chiudetevi alla conoscenza perché anche il sapere è un’arma. Forse non cambierete il mondo, ma avrete contribuito a inclinare il piano nella vostra direzione e avrete reso la vostra vita degna di essere raccontata. Un uomo che non dissente è un seme che non crescerà mai.
Quelle volte in cui mi sono messo a considerare le diverse forme d'inquietudine degli uomini, i pericoli e i dolori a cui si espongono, a Corte, in guerra, e da cui sorgono tante liti, passioni, imprese audaci e spesso malvagie, mi sono detto che tutta l'infelicità degli uomini viene da una sola cosa, non sapersene stare in pace in una camera. Un uomo che abbia abbastanza da vivere, se provasse piacere a restare in casa, non ne uscirebbe certo per andare in mare o all'assedio di una cittadella; e se non trovasse insopportabile rimanere in città, mai più si comprerebbe a caro prezzo una carica nell'esercito; e si cercano le conversazioni e gli svaghi del gioco perché non si sa rimanere piacevolmente a casa.
Le persone vere spaventano. Per questo spesso rimangono sole. Perché sono sincere, sono oneste e quando vogliono dire qualcosa, lo dicono nel modo più vero che conoscono.
Accusare gli altri delle proprie disgrazie è conseguenza della nostra ignoranza; accusare se stessi significa cominciare a capire; non accusare né sé, né gli altri, questa è vera saggezza.
Ogni propaganda deve essere popolare e il suo livello intellettuale deve adattarsi al livello più basso di colui verso il quale viene indirizzata. Il livello intellettuale sarà tanto più basso quanto più grande sarà la massa di persone da raggiungere.
Per aver tessuto Vino in modo così delizioso, uno dev'essere stato quasi un Ubriacone – ma questa è la furtiva franchigia delle Labbra più schive. Gli Ubriaconi di Estate sono frequenti come gli Ubriaconi di Vino, e l'Ape che torna a casa sobria è lo Zimbello del Trifoglio.
Eppure il piacere dell'elemosina è un piacere altezzoso e immorale, il piacere del ricco che si compiace della propria ricchezza, del potere, e del confronto tra la propria importanza e quella del mendico. L'elemosina deprava sia colui che dà, e sia colui che prende, e per di più non raggiunge lo scopo, perché non fa che rafforzare la mendicità.
Il nostro inconscio ci impone di essere come gli «altri» ci vogliono, e ad essi fedeli, ma chi siano i nostri «altri» non è stabilito per sempre. Infatti la libertà consiste nel tradire i vecchi «altri» a favore di nuovi. Dietro la fedeltà si nasconde la sottomissione.
La famiglia diviene rigida e dura nell'escludere gli altri dal suo pasto; le persone di cui ci si deve preoccupare sono il più naturale pretesto per escludere gli altri. La vacuità di tale pretesto diviene palese nelle famiglie che non hanno bambini, e tuttavia non sono minimamente disposte a spartire il loro pasto con altri: la famiglia a due è la struttura sociale più disprezzabile che l'umanità abbia espresso. Ma anche quando i bambini ci sono, ci si avvede spesso che essi servono solo per mascherare il più puro egoismo. Si risparmia «per i propri figli» e si lasciano gli altri soffrire la fame.
Al vincitore non si chiederà più tardi se ha detto o no la verità. Nel dare inizio e nel condurre la guerra ciò che importa non è il diritto, ma la vittoria.
La perfezione dell'anima fa scomparire la deformità del fisico, mentre la forza del corpo scompagnata dal raziocino non rende affatto migliore l'anima.
Dobbiamo turarci il naso e conquistare il nostro spazio nel Reichstag battendo sul terreno elettorale i deputati cattolici e marxisti. Ci vorrà più tempo che con le fucilate, ma prima o poi otterremo la maggioranza, e l'intera Germania sarà nostra.
Nietzsche, in conseguenza del demone della sua genialità, è fieramente avverso a qualunque forma di egualitarismo di stampo cristiano, borghese o socialista. Egli sa che, essendo ogni individuo unico e irripetibile, le potenzialità emozionali e intellettive sono distribuite secondo uno spettro che comporta, in una minoranza di soggetti iperdotati, una sorta di incompatibilità con qualsivoglia codice normativo.
Come un circolo vizioso, la minaccia terroristica si trasforma in ispirazione per un nuovo terrorismo, disseminando sulla propria strada quantità sempre maggiori di terrore e masse sempre più vaste di gente terrorizzata.
Siamo ben ridicoli a cercar conforto nella compagnia dei nostri simili, miserabili come noi, come noi impotenti; non ci saranno d'aiuto: moriremo soli. Dobbiamo dunque comportarci come se fossimo soli. Si costruirebbero allora palazzi superbi? ecc., cercheremmo senza esitazione la verità. Se ci rifiutiamo vuol dire che per noi vale più la stima degli uomini che la ricerca della verità.
Mentre veniva preparata la cicuta, Socrate stava imparando un'aria sul flauto. "A cosa ti servirà?" gli fu chiesto. "A sapere quest'aria prima di morire".
Esiste una leggerezza della pensosità, così come tutti sappiamo che esiste una leggerezza della frivolezza; anzi, la leggerezza pensosa può far apparire la frivolezza come pesante e opaca.
O.K., Signore, diciamo pure che esisti. Sei stato Tu a mettermi in questa situazione. Vuoi mettermi alla prova. E se io mettessi Te, alla prova? E se io decidessi che non esisti? Mi hai messo in un bel guaio, tra i miei genitori e questi foruncoli. Io credo proprio di averlo passato, l'esame. Sono più forte di Te. Se Ti degni di scender giù, adesso, Ti sputo in un occhio, ammesso che Tu ce li abbia, gli occhi. E il culo? Ce l'hai il culo? La fai la cacca? Quel prete non ha mai voluto rispondere a questa domanda. Ci ha detto di non dubitare. Dubitare di che? Io penso che Tu abbia esagerato con me, e allora Ti chiedo di scender giù, di farTi vedere, perché voglio anch'io metterTi alla prova! Aspettai. Niente. Aspettavo Dio. Continuai ad aspettare. Poi mi addormentai, credo.
I Sogni sono l'elusiva Dote | che ci fa ricchi per un'Ora – | poi ci gettano poveri | fuori della Purpurea Porta | dentro i nudi Confini | che avevamo prima.
Noi “ci abbandoniamo ai nostri pensieri” e seguiamo i loro comandamenti [più imprigionati di così è impossibile; perché siamo noi stessi ad imprigionarci; perché la società, con la coscienza, costringendo alla coscienza costringe, per ciò stesso, alla prigione; se non altro della coscienza (cosicché alienazione non è essere incoscienti ma, appunto, essere coscienti!)] così come prima seguivamo quelli dei genitori. Le nostre azioni si conformano ai nostri pensieri (idee, interpretazioni, credenze [che poi più che “nostri” pensieri sono quelli della società, della “società della coscienza”]) così come si conformavano, nell’infanzia, agli ordini dei genitori.
Questa combinazione di accettazione e di rivolta, di preoccupazione e attenzione per la bellezza e preoccupazione e attenzione verso gli afflitti, dovrebbe proteggere l'impresa di Camus su entrambi i fronti: contro una rassegnazione gravida di pulsioni suicide e un eccesso di fiducia in se stessi gravido di indifferenza verso i costi umani della rivolta. Camus ci insegna che la rivolta, la rivoluzione e la lotta per la libertà sono aspetti inevitabili dell'esistenza umana, ma che dobbiamo stabilire e sorvegliare i loro limiti per evitare che queste ammirevoli intenzioni non sfocino nella tirannia.
Con la lettura, io posso capire qualcosa di completamente diverso dalla media della nostra cosiddetta intellighenzia! Conosco persone che leggono incessantemente un gran numero di opere, libro dopo libro, lettera per lettera, eppure non potrei definirle 'buone letture'... Essi sono privi dell'abilità di distinguere, in un libro, ciò che ha valore per loro da ciò che non lo ha; di memorizzare il primo per sempre e di trascurare, se possibile, l'altro; invece di portarselo dietro come una zavorra così inutile. La lettura, inoltre, non è fine a se stessa, ma è un mezzo per un fine. Dovrebbe servire, prima di tutto, a completare l'intelaiatura, che è costituita dal talento e dalle capacità dell'individuo;... secondariamente, la lettura deve fornire un quadro generale del mondo.
Non si può riflettere ed essere modesti. Appena la mente si mette in moto, si sostituisce a Dio e a qualsiasi cosa. è indiscrezione, usurpazione, profanazione. Non "lavora", sconquassa. La tensione che tradiscono i suoi procedimenti ne rivela il carattere brutale, implacabile. Senza una buona dose di ferocia non si può condurre un pensiero sino in fondo.
Non ci si accorge mai abbastanza presto di quanto non si è indispensabili per il mondo. Che persone importanti crediamo di essere! Immaginiamo di essere i soli ad animare la sfera in cui operiamo; pensiamo che, assenti noi, si fermi ogni ogni cosa: vita, nutrimento e respiro; e non ci accorgiamo che la lacuna che lasciamo si colma molto in fretta, anzi spesso non diventa che il luogo per qualcosa, se non di migliore, per lo meno di più gradevole.
I sentimenti più dolorosi e le emozioni più pungenti, sono quelli assurdi: l'ansia di cose impossibili, proprio perché sono impossibili, la nostalgia di ciò che non c'è mai stato, il desiderio di ciò che potrebbe essere stato, la pena di non essere un altro, l'insoddisfazione per l'esistenza del mondo.Quando mi sveglierò dall'essere sveglio?
Se gli uomini danno l'illusione di essere liberi è a causa del linguaggio. Se facessero - senza una parola - quello che fanno, li si scambierebbe per robots. Parlando ingannano se stessi, come ingannano gli altri: poiché annunciano quello che faranno, come si potrebbe mai pensare che non siano padroni dei loro atti?
Nella vita tutto quello che scegliamo e apprezziamo come leggero non tarda a rivelare il proprio peso insostenibile. Forse solo la vivacità e la mobilità dell'intelligenza sfuggono a questa condanna.
Son sicura che salirò più in alto di tutti loro. È orgoglio? Se non ho genio, sì, ma se ne ho – come a volte credo, come a volte son sicura – è soltanto lucidità.
Dei fatti maturano nell'ombra, perché mani non sorvegliate da nessun controllo tessono la tela della vita collettiva, e la massa ignora. E quando i fatti che hanno maturato vengono a sfociare, e avvengono grandi sventure storiche, si crede che siano fatalità come i terremoti. Pochi si domandano allora: «se avessi anch'io fatto il mio dovere di uomo, se avessi cercato di far valere la mia voce, il mio parere, la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo?»
Molti individui leggono un pensiero senza valutarlo personalmente; guardano prima chi lo ha espresso e se a loro non piace, non lo accettano nemmeno sotto tortura, anche se esprimesse la pura verità.
Io sono stato un poeta che ha scritto un'autobiografia poetica senza cessare di battere alle porte dell'impossibile. Non oserei parlare di mito nella mia poesia, ma c'è il desiderio di interrogare la vita. Agli inizi ero scettico, influenzato da Schopenhauer. Ma nei miei versi della maturità ho tentato di sperare, di battere al muro, di vedere ciò che poteva esserci dall'altra parte della parete, convinto che la vita ha un significato che ci sfugge. Ho bussato disperatamente come uno che attende una risposta.
Pochi uomini hanno abbastanza fantasia per potersi rappresentare la vita in una società moderna non democratica. George Orwell possedeva la fantasia necessaria.
Non possiamo pretendere che le cose cambino, se continuiamo a fare le stesse cose. La crisi è la più grande benedizione per le persone e le nazioni, perchè la crisi porta progressi. La creatività nasce dall'angoscia, come il giorno nasce dalla notte oscura. È nella crisi che nasce l'inventiva, le scoperte e le grandi strategie.
Chi supera la crisi supera se stesso senza essere superato. Chi attribuisce alla crisi i suoi fallimenti e difficoltà, violenta il suo stesso talento e da più valore ai problemi che alle soluzioni.
Agli uomini non interessa né la verità, né la libertà, né la giustizia. Sono cose scomode e gli uomini si trovano comodi nella bugia e nella schiavitù e nell'ingiustizia. Ci si rotolano come maiali.
La sola ragione d'essere di un essere è di essere. Vale a dire, di mantenere la sua struttura, ovvero di mantenersi in vita. Senza questo, non ci sarebbero esseri.
Se avessimo meno da dire a quelli che amiamo, forse lo diremmo più spesso, ma arriva il tentativo, poi l'inondazione, poi è tutto finito, come si dice dei morti.
Siamo più complessi di quanto le nostre facoltà mentali siano in grado di afferrare. L'ipertrofia dei lobi frontali è grande, ci ha permesso di arrivare sulla luna, scoprire i buchi neri e riconoscerci cugini delle coccinelle; ma è ancora insufficiente a chiarire noi a noi stessi.
L'uomo dunque non è che maschera, menzogna e ipocrisia, per se stesso e riguardo agli altri. Non vuole che gli si dica la verità. Evita di dirla agli altri; e tutte queste inclinazioni, così lontane dal giusto e dalla ragione, hanno una radice naturale nel suo cuore.
Se in un cataclisma andasse distrutta tutta la conoscenza scientifica, e soltanto una frase potesse essere trasmessa alle generazioni successive, quale affermazione conterrebbe la massima quantità di informazioni nel numero minimo di parole? Io credo che sarebbe l'ipotesi atomica (o dato di fatto atomico, o comunque vogliamo chiamarlo) secondo cui tutte le cose sono fatte di atomi, piccole particelle che si agitano con un moto perpetuo, attraendosi quando sono un po' distanti una dall'altra, ma respingendosi quando sono schiacciate una contro l'altra. In questa singola frase c'è un'enorme quantità di informazione sul mondo che ci circonda, se soltanto ci si riflette sopra con un po' di immaginazione.
La Natura usa il Giallo più raramente | di ogni altra Tinta – | lo serba tutto per i Tramonti | prodiga d'Azzurro || consuma lo Scarlatto, come una Donna | che il Giallo si permette | solo di rado e con misura | come le Parole di un Innamorato.
Le anime dolci e pacifiche in cui la collera è impossibile, che vogliono far regnare attorno a sé la loro profonda pace interiore, sanno esse sole quanta forza sia necessaria per tali lotte, quali abbondanti fiotti di sangue affluiscono al cuore prima di intraprendere il combattimento, quale stanchezza si impadronisca dell'essere loro quando dopo aver lottato, nulla è raggiunto.
Chi non vede la vanità del mondo è vano a sua volta. Ma poi, chi non la vede, tranne i giovani immersi nel frastuono, nel divertimento e nel pensiero dell'avvenire? Ma togliete loro ciò che li distrae, li vedrete inaridire nella noia. Allora, pur senza conoscerlo, sentono il nulla, ed è davvero una disgrazia essere tristi a tal punto quando si riflette su se stessi, e non potersi distrarre.
Che giovano a quell'uomo ottant'anni passati senza far niente? Costui non è vissuto, ma si è attardato nella vita; né è morto tardi, ma ha impiegato molto tempo per morire.
So bene che, quando i vinti saranno vincitori, si comporteranno come chi li aveva sconfitti: non basta esser perseguitati per diventare per sempre buoni, e chi in passato è stato vittima spesso diventa carnefice.
I mostri esistono, ma essi sono troppo pochi per essere davvero pericolosi. Piú pericolosi sono i funzionari pronti a credere e ad agire senza fare domande.
Mussolini [...] è il tipo concentrato del piccolo-borghese italiano, rabbioso, feroce impasto di tutti i detriti lasciati sul suolo nazionale da vari secoli di dominazione degli stranieri e dei preti: non poteva essere il capo del proletariato; divenne il dittatore della borghesia, che ama le facce feroci quando ridiventa borbonica.
Chi potrebbe dubitare della presenza dello spirito? Rinunciare all'illusione che vede nell'anima una «sostanza» immateriale non significa negare la sua esistenza, ma al contrario cominciare a riconoscere la complessità, la ricchezza, l'insondabile profondità del nostro retaggio genetico e culturale.
Tra il grigio delle pecore si celano i lupi, vale a dire quegli esseri che non hanno dimenticato che cos'è la libertà. E non soltanto questi lupi sono forti in sé stessi, c'è anche il rischio che, un brutto giorno, essi trasmettano le loro qualità alla massa e che il gregge si trasformi in un branco. È questo l'incubo dei potenti.
E quando il bene che si è desiderato giunge, lento e tardivo, è accompagnato da piccinerie, contrarietà, fastidi, carico di tutta la polvere della realtà, che la fantasia non aveva previsto, e che irrita, urta...
O dèi! Perché prima ci date il cielo e poi ce lo togliete? Noi, quaggiù, non rivogliamo indietro i nostri regali, siamo più generosi di voi, noi (miserabili) mortali.
Si può comunicare solo ciò che è condiviso dall'altro. Le parole presuppongono esperienze condivise. È come un sapore o un colore; se l'altro non ha visto quel colore o quel sapore le definizioni sono inutili.
Quando tocchi qualcuno, limitati a toccare; non dire che la pelle è liscia e bellissima. In quel caso stai mancando: ti sei spostato nei sogni. Qualunque cosa sia la pelle, è qui e ora. Toccala e lascia che ti sia rivelata. Quando vedi un bel viso, lascia entrare quel volto. Non interpretarlo, non dire nulla. Non mettere in mezzo la tua vecchia mente.
Se una persona si dimostra arrabbiata, ti evita e non vuole più parlare con te, quando hai l'assoluta certezza di non averle fatto nulla di male e, anzi, fai di tutto per contattarla e chiederle spiegazioni, evidentemente non sa più come giustificare e reggere la sua invidia nei tuoi confronti, se non con l'ultimo tentativo di fingersi offesa e farti sentire in colpa per un male che non hai mai commesso.
Come altre cose, come alcuni abiti, un bel giorno l'amore ci diventa stretto, così lo riponiamo in un cassetto. Passa il tempo, lo tiriamo fuori: non è più alla moda, è vecchio stile, come i vestiti dei nostri antenati.
Spesso quando pensiamo che potremmo fare una determinata cosa ma che non vogliamo, in realtà stiamo solo dicendo, con altre parole, che non ne siamo capaci.
La base di ogni volere è bisogno, mancanza, ossia dolore, a cui l'uomo è vincolato dall'origine, per natura. Venendogli invece a mancare oggetti del desiderio, quando questo è tolto via da un troppo facile appagamento, tremendo vuoto e noia l'opprimono: cioè la sua natura e il suo essere medesimo gli diventano intollerabile peso. La sua vita oscilla quindi come un pendolo, di qua e di là, tra il dolore e la noia, che sono in realtà i suoi veri elementi costitutivi.
Lo Stato è tanto più perfetto quanto più poggia su affetti di gioia: l'amore della libertà deve prendere il sopravvento sulla speranza, la paura e la sicurezza.
Che cosa ti lega a questi corpi delimitati, parlanti, lampeggianti dagli occhi, più strettamente che a qualunque altra cosa, diciamo, al portapenne che hai in mano? Forse il fatto che sei della loro specie? Ma non sei della loro specie, perciò appunto hai formulato questa domanda.
Ci sono fra i ricordi d'ogni uomo, cose che non si raccontano a tutti, ma appena agli amici. Ce ne sono altre che neanche agli amici si raccontano, ma appena a se stessi, e per di più sotto suggello di segreto. Ce ne sono, infine, altre ancora che persino a se stessi si ha paura di raccontare, e di tali ricordi ogni uomo, anche ammodo, ne mette insieme parecchi.
Per natura siamo così fatti che facilmente crediamo alle cose nelle quali speriamo e difficilmente a quelle che temiamo, così che di esse sentiamo più o meno del giusto.
Ho trovato un uccello, stamattina, giù – giù – su un piccolo cespuglio in fondo al giardino, e gli ho chiesto perché cantasse, visto che nessuno ascoltava. Un singhiozzo in gola, un palpito del petto – "La Mia occupazione è cantare" – ed è volato via! Chissà se i cherubini, un giorno, anch'essi, ugualmente pazienti, hanno ascoltato, e applaudito il suo inno passato inosservato?
Il silenzio ha significato solo quando è presente il suono; senza quel contrasto non esiste alcuna esperienza di silenzio. E non esiste alcun suono, non c’è alcun rumore. Né è l’esperienza dell’uno; infatti, che senso può avere quell’“uno”, quando resta solo un unico testimone? L’uno può avere significato solo se confrontato con l’altro, con il molteplice.
Sola, non posso essere – | Schiere – mi fanno visita – | Inafferrabile Compagnia – | che si beffa della Chiave – || non hanno Vesti, né Nomi | niente Calendari – né Luoghi – | ma Dimore diffuse | come gli Gnomi - || il loro Arrivo, può essere annunciato | da intimi Messaggeri – | la loro partenza – no – | perché non partono mai.
Qualsiasi attività, materiale o intellettuale. se prolungata oltre una certa soglia, dà luogo a stanchezza fisica e/o mentale, o a "stufatezza", ovvero noia, disgusto, repulsione. Questo vale anche per le attività più entusiasmanti.
Ma bisogna andare in Oriente per capire cos'è la religione. Ho inteso veramente il sentimento religioso solo laggiù; la vera sede delle religioni è l'Oriente. E, dopo tutto, il cattolicesimo è una religione orientale, che si è diffusa dovunque, ma che forse solo lo spirito di quei paesi può assimilare e accettare totalmente.
Vi giuro, signori, che aver coscienza di troppe cose è una malattia, una vera e propria malattia. [...] Infatti, il diretto, legittimo, immediato frutto della coscienza è l'inerzia, cioè il cosciente starsene a mani conserte.
Ciò che farà annoverare Mussolini fra i grandi della Terra è la decisione di non spartirsi l'Italia con il Marxismo, ma di salvare la sua patria dal Marxismo distruggendolo.
Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L’indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti.
L’indifferenza è il peso morto della storia. L’indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. È la fatalità; è ciò su cui non si può contare; è ciò che sconvolge i programmi, che rovescia i piani meglio costruiti; è la materia bruta che strozza l’intelligenza. Ciò che succede, il male che si abbatte su tutti, avviene perché la massa degli uomini abdica alla sua volontà, lascia promulgare le leggi che solo la rivolta potrà abrogare, lascia salire al potere uomini che poi solo un ammutinamento potrà rovesciare. Tra l’assenteismo e l’indifferenza poche mani, non sorvegliate da alcun controllo, tessono la tela della vita collettiva, e la massa ignora, perché non se ne preoccupa; e allora sembra sia la fatalità a travolgere tutto e tutti, sembra che la storia non sia altro che un enorme fenomeno naturale, un’eruzione, un terremoto del quale rimangono vittime tutti, chi ha voluto e chi non ha voluto, chi sapeva e chi non sapeva, chi era stato attivo e chi indifferente. Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente, ma nessuno o pochi si domandano: se avessi fatto anch’io il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo?
Odio gli indifferenti anche per questo: perché mi dà fastidio il loro piagnisteo da eterni innocenti. Chiedo conto a ognuno di loro del come ha svolto il compito che la vita gli ha posto e gli pone quotidianamente, di ciò che ha fatto e specialmente di ciò che non ha fatto. E sento di poter essere inesorabile, di non dover sprecare la mia pietà, di non dover spartire con loro le mie lacrime.
Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.
La persona che ha una così detta "depressione psicotica" e cerca di uccidersi non lo fa aperte le virgolette "per sfiducia" o per qualche altra convinzione astratta che il dare e avere nella vita non sono in pari. E sicuramente non lo fa perché improvvisamente la morte comincia a sembrarle attraente. La persona in cui l'invisibile agonia della Cosa raggiunge un livello insopportabile si ucciderà proprio come una persona intrappolata si butterà da un palazzo in fiamme.
Le sei infermità di un eccesso di autocoscienza: il desiderio di vittoria; il desiderio di ricorrere ad astuzie tecniche; il desiderio di esibire tutto ciò che si impara; il desiderio di incutere soggezione all'avversario; il desiderio di abbandonarsi ad un ruolo passivo; il desiderio di liberarsi di qualunque infermità da cui si sia eventualmente affetti.
Gli uomini vengono ammessi in Paradiso non perché abbiano dominato e frenato le proprie passioni o non ne abbiano avute affatto, ma perché hanno coltivato la loro capacità di conoscere. Il Tesoro del Paradiso non è la negazione della passione, ma la realtà dell'intelletto, da cui tutte le passioni fuoriescono libere nella loro eterna Gloria.
La gente ha imparato a essere fredda, a toccare senza toccare, a guardare senza guardare, a sfiorare senza sfiorare. Si vive di cliché: "Ciao, come stai?". Nessuno vuole dire niente dicendolo, queste parole servono solo a evitare l'incontro autentico tra due persone.
Spesso mi sembra come se fossimo tutti messi alla prova da Satana: dobbiamo attraversare l'Inferno insieme per poi raggiungere finalmente la vittoria definitiva.
Io non ho mai smesso di considerarmi più intelligente di tutti e, qualche volta, credetemi, me ne sono sentito un po' imbarazzato. Almeno, guardavo sempre di traverso, non ho mai potuto guardare la gente dritto negli occhi.
Tranne i casi in cui è compromessa la capacità di intendere e di volere, gli uomini in genere (ma neppure sempre) sanno quello che fanno. Solo raramente, però, conoscono le motivazioni che sottendono i loro comportamenti e, dato che tendono a giustificarli, raramente valutano appieno le conseguenze di essi a carico degli altri.
Potrei ammirare pienamente solo un uomo disonorato - e felice. Ecco uno, penserei, che spregia l'opinione dei suoi simili e trae felicità e consolazione unicamente da se stesso.
Wundt cercò nel sistema nervoso dei centri responsabili dell'unità di azione della persona, ma non riuscì ad isolarne alcuno. L'unità del comportamento è un'unità di integrazione, ma il modo in cui tale integrazione tra le diverse parti avviene è per noi sconosciuto.
Ci si immagini una gran quantità di uomini in catene, tutti condannati a morte, alcuni dei quali vengono sgozzati ogni giorno davanti agli altri, e quelli che sopravvivono vedono la propria condizione in quella dei loro simili, e, guardandosi l'un l'altro dolorosamente e senza speranza attendono il loro turno.
[...] una proposta ci agita e ci manda in collera solo quando non ci sentiamo ben sicuri di saperla respingere, e siamo segretamente tentati di accettarla.
Gli autori più originali non lo sono perché promuovono ciò che è nuovo, bensì perché espongono ciò che hanno da dire in un modo tale che sembri che non sia mai stato detto prima.
Ciò che chiamiamo disturbo mentale può essere considerato un modo "anormale" di reagire a una situazione normale: ma forse è altrettanto e più giusto considerarlo un modo normale di reagire a una successione di situazioni anormali.
Devi capire che il linguaggio è una creazione umana; una creazione necessaria, utile, ma i significati delle parole sono una nostra creazione. Se riesci a capirlo, tutto sarà più facile. Se qualcuno insulta il Corano o i Veda, come ti senti? Riesci a riderne o ti arrabbi? Se qualcuno insulta la Gita, oppure Krishna, o Rama, o Cristo, riesci a riderne? Se non riesci a vedere attraverso le parole, se non riesci a vedere che si tratta di semplici parole, se la cosa ti ferisce, ti sarà difficile abbandonarle.
E’ nella natura delle cose che ogni azione umana che abbia fatto una volta la sua comparsa nella storia del mondo possa ripetersi anche quando non appartiene a un lontano passato.
È ormai difficile incontrare un cretino che non sia intelligente e un intelligente che non sia un cretino. [...] e dunque una certa malinconia, un certo rimpianto, tutte le volte ci assalgono che ci imbattiamo in cretini adulterati, sofisticati. Oh i bei cretini di una volta! Genuini, integrali. Come il pane di casa. Come l'olio e il vino dei contadini.
Il cristianesimo è un'invenzione di cervelli malati, un insieme di mistificazioni ebraiche manipolate dai preti; è la prima religione a sterminare i suoi avversari in nome dell'amore; è intollerante, inganna il popolo, contraddice la ragione e lo sviluppo scientifico.
Quando ognuno avrà capito che la nascita è una sconfitta, l'esistenza, finalmente tollerabile, apparirà come l'indomani di una capitolazione, come il sollievo e il riposo del vinto.
Penso tra me e me quanti sono gli uomini che esercitano il corpo e quanto pochi quelli che esercitano la mente; quanta gente accorre a un passatempo inconsistente e vano, e che deserto intorno alle scienze; che animo debole hanno quegli atleti di cui ammiriamo i muscoli e le spalle.
L'Anima sceglie i suoi Compagni – | poi – chiude la Porta – | alla sua divina Maggiore età – | non presentarne più – || Impassibile – nota le Carrozze – che si fermano – | al suo modesto Ingresso – | Impassibile – un Imperatore inginocchiarsi | sul suo Zerbino – || Mi risulta che – in mezzo a tanti – | ne sceglie Uno – | poi – chiude le Valve della sua attenzione – | come una Pietra.
Presi un Sorso di Vita – | vi dirò quanto l'ho pagato – | esattamente un'esistenza – | il prezzo di mercato, dicevano. || Mi pesarono, Granello per Granello – | bilanciarono Fibra con Fibra, | poi mi porsero il valore del mio Essere – | un singolo Grammo di Cielo!
Il clericale domanda la libertà per sé in nome del principio liberale, salvo a sopprimerla negli altri, non appena gli sia possibile, in nome del principio clericale.
Le anime hanno un loro particolar modo d’intendersi, d’entrare in intimità, fino a darsi del tu, mentre le nostre persone sono tuttavia impacciate nel commercio delle parole comuni, nella schiavitù delle esigenze sociali.
... il delirio [individuale] è una vasta attrezzatura di teatro, capace di organizzare il mondo, ed è difficile trovare argomenti per distinguerlo dai grandi deliri collettivi che sono il fondamento della nostra vita sociale e spirituale e della nostra comprensione del mondo.
Io, non dico malvagio, ma niente sono riuscito a diventare: né cattivo, né buono, né ribaldo, né onesto, né eroe, né insetto. E ora trascino la mia vita nel mio angolo, tenendomi su la maligna e magrissima consolazione che un uomo intelligente non può in verità diventar nulla e che solo gli sciocchi diventano qualcosa.
Quando considero la breve durata della mia vita, assorbita dall'eternità che la precede e da quella che la segue («memoria hospitis unius diei praetereuntis»), il piccolo spazio che occupo e che vedo, inabissato nell'infinita immensità di spazi che ignoro e che mi ignorano, mi spavento e mi stupisco di vedermi qui piuttosto che là, perché non c'è motivo che sia qui piuttosto che là, ora piuttosto che un tempo. Chi mi ci ha messo? Per ordine e volontà di chi questo luogo e questo tempo sono stati destinati a me?
Se senti la presenza dei pensieri, il loro affollamento, puoi avvertire anche questo: che i pensieri non sono tuoi. Quella calca è arrivata fino a te, ti si è radunata intorno, ma non ti appartiene.
Le parole grosse, trite come sono, non si addicono molto a esprimere le cose straordinarie; vi si riesce meglio sublimando quelle piccole, portandole al culmine del loro significato.
Noi, assai dissennati, crediamo che essa [la morte], sia uno scoglio, mentre è un porto, delle volte da cercare, ma mai da rifuggire, nel quale se qualcuno è spinto nei primi anni [di vita], non deve lamentarsi più di chi ha navigato velocemente.
Rivendica i tuoi diritti su te stesso, e il tempo che finora ti veniva portato via o ti veniva rubato o ti sfuggiva di mano, trattienilo e custodiscilo.
Sigmund Freud ha detto, da qualche parte, che l'uomo nasce nevrotico. Questa è solo una mezza verità. L'uomo non nasce nevrotico, ma viene al mondo all'interno di un'umanità nevrotica e la società che ci circonda conduce tutti, prima o poi, alla nevrosi. L'uomo nasce naturale, autentico, normale, ma quando il neonato diventa parte della società la nevrosi comincia a manifestarsi.
La propaganda efficace deve limitarsi a poche semplici necessità, e quindi esprimerle in poche formule stereotipate. [...] solo la ripetizione costante riuscirà alla fine a imprimere un concetto nella memoria di una folla.
Il cuore prima chiede gioia, Poi assenza di dolore, Poi gli scialbi anodini Che attenuano il soffrire, Poi chiede il sonno, e infine Se a tanto consentisse Il suo tremendo Giudice, Libertà di morire.
Il sasso. La persona distratta vi è inciampata. Quella violenta, l'ha usato come arma. L'imprenditore l'ha usato per costruire. Il contadino stanco invece come sedia. Per i bambini è un giocattolo. Davide uccide Golia e Michelangelo ne fece la più bella scultura. In ogni caso, la differenza non l'ha fatta il sasso, ma l'uomo. Non esiste sasso nel tuo cammino che tu non possa sfruttare per la tua propria crescita.
La filosofia è, in sostanza, nemica di tutte le religioni, in quanto esse hanno usurpato il trono che le appartiene e vi si mantengono sopra con l'impostura. Già solo il presentarsi come verità rivelata è il marchio dell'inganno, e costituisce, per uno che pensi, una sollecitazione all'ostilità.
La libertà significa il diritto di essere eretici, non conformisti di fronte alla cultura ufficiale e che la cultura, in quanto creatività sconvolge la tradizione ufficiale.
Io avrei perdonato anche una scarica di bastonate, ma non potevo assolutamente perdonare il fatto che m'avesse spostato a quel modo, senza nemmeno accorgersi di me.
Non c’è nessuno scopo; l’esistenza non sta andando da nessuna parte, non è orientata al raggiungimento di nessun risultato. Semplicemente esiste; è una celebrazione, una gioia, una barzelletta.
Ciascuno di noi è unitario perché riflette il mondo, perché ci siamo formati un'immagine di entità unitarie interagendo con i nostri simili, e perché è una prospettiva sul mondo unificata dalla memoria.
L'Impossibilità, come il Vino | eccita l'Uomo | che l'assapora; La Possibilità | è insipida – Aggiungi || una pur pallida traccia di Rischio | e nel Sorso di prima | un incantesimo produce l'ingrediente | certo come una Condanna.
Dobbiamo chiudere i cuori della pietà ed assumere un contegno brutale. I diritti di ottanta milioni di persone devono essere rispettati; la loro esistenza deve essere garantita. Il più forte ha ragione. Prontezza di decisione e ferma fiducia sono necessarie al soldato tedesco. Non vi sono crisi, se i nervi del fuehrer resistono.
È un fatto che all'uomo fa piacere vedersi davanti umiliato anche il suo migliore amico; è proprio sull'umiliazione che si fonda in gran parte l'amicizia, e questa è una vecchia verità, ben nota a tutte le persone intelligenti.
Volgi la mente da questa bassa aiuola a così eccelse meditazioni! Fallo adesso, finché il tuo sangue è caldo e sei ancora pieno di vigore, questo è il momento per guardare più in alto!
La cultura lascia gli individui il più possibile liberi di giocare come vogliono, basta che non facciano sul serio e che non la dimentichino. Non è permesso aver rapporti liberi, cioè spontanei, con gli altri: occorre “la sorveglianza e la mediazioni di un’istanza superiore”. Io non ho il permesso di fare tutto quello che potrei, ma solo quello che la cultura mi concede di fare. Io non posso valorizzare né i miei pensieri né il mio lavoro né, in generale, niente di mio.
Non ero un misantropo o un misogino ma mi piaceva star solo. Si stava bene seduti tutti soli in uno spazio ristretto a fumare e a bere. Avevo sempre fatto ottima compagnia a me stesso.
Si è così profondi, ormai, che non si vede più niente. A forza di andare in profondità, si è sprofondati. Soltanto l'intelligenza, l'intelligenza che è anche "leggerezza", che sa essere "leggera", può sperare di risalire alla superficialità, alla banalità.
La generazione meglio equipaggiata tecnologicamente di tutta la storia umana è anche la generazione afflitta come nessun'altra da sensazioni di insicurezza e di impotenza.
La nuora di Pitagora disse che una donna che va a letto con un uomo dovrebbe riporre la propria modestia assieme alla gonna, ed indossarla di nuovo con la sottoveste.
Per avere pensieri originali, straordinari, forse immortali, è sufficiente estraniarsi dal mondo e dalle cose per certi momenti in modo cosi totale che gli oggetti e i processi più ordinari appaiano assolutamente nuovi e ignoti, sicché in tal modo si dischiuda la loro vera essenza. Quel che si richiede qui non è qualcosa di difficile; ma non è assolutamente in nostro potere ed è appunto l'operare del genio.
Il Tantra dice di accettare qualunque cosa tu sia. Questa è la caratteristica fondamentale: accettazione totale, e solo attraverso un’accettazione totale ti sarà possibile crescere.
La più parte degli uomini è eroticamente cieca, poiché commette l'imperdonabile malinteso di scambiare eros con sessualità. L'uomo crede di possedere la donna quando la possiede sessualmente: ma mai la possiede meno di allora. Infatti per la donna la sola relazione che conti è quella erotica. Per lei il matrimonio è una relazione con in più la sessualità.
Mi accusate di avere dei vizi, di essere dissoluto, immorale, mentre io forse sono colpevole solo di essere più sincero degli altri e basta; di non nascondere ciò che gli altri nascondono persino a sé stessi. Facendo così faccio male, ma ora voglio così. C'è un godimento tutto speciale in quell'improvviso smascherarsi, in quel cinismo col quale un uomo si svela davanti ad un altro, senza neppure vergognarsi difronte a lui. Che posso fare se so con sicurezza che alla base di tutte le virtù umane c'è il più terribile egoismo?... e più un'azione è virtuosa, più grande è l'egoismo. "Ama te stesso", ecco l'unica regola che riconosco. Sono d'accordo con tutto, purché io stia bene, e ce ne sono a legioni di uomini che la pensano come me, e tutti stiamo veramente bene... Tutto può andare in rovina in questo mondo, soltanto noi esisteremo sempre. Esistiamo da quando esiste il mondo.
I pericoli che temiamo più sono immediati e dunque è comprensibile che desideriamo rimedi anch'essi immediati: soluzioni «bell'e pronte» che diano sollievo sul momento, analgesici acquistabili anche senza prescrizioni mediche. [...] ci infastidiscono le soluzioni che ci chiedano di prestare attenzione ai nostri difetti e misfatti, che ci impongano – socraticamente – di «conoscere noi stessi».
Un'idea morta produce più fanatismo di un'idea viva; anzi soltanto quella morta ne produce. Poiché gli stupidi, come i corvi, sentono solo le cose morte.
L'uomo fa sempre soltanto ciò che vuole e pure lo fa necessariamente. Ciò dipende dal fatto che egli è già ciò che vuole, poiché da ciò che è segue necessariamente ciò che di volta in volta fa.
L’uomo è un albero morente, un albero secco, senza vita; gli uccelli non vi si posano, le nuvole non cantano le loro canzoni per lui, il vento non danza fra i suoi rami. Cos’è accaduto all’uomo, e come gli è accaduto? Perché l’uomo si trova in un simile inferno? Perché ha sempre così tanti problemi? Dev’esserci qualcosa di fondo che non funziona. L’analisi portata dallo Zen, la sua diagnosi, è che tutto questo accade perché l’uomo pensa di esistere.
La possibilità di prevedere qualcosa del futuro migliora ovviamente le chance di sopravvivenza e quindi l'evoluzione ha selezionato queste strutture neurali, e noi ne siamo il risultato.
La teoria generale dei sistemi, pertanto, è la scienza dell'integrazione del tutto... Il significato dell'espressione quasi mistica "Il tutto è più della somma delle sue parti" è semplicemente che le caratteristiche costitutive del tutto non sono spiegabili dalle caratteristiche delle sue parti isolate. Le caratteristiche del complesso, perciò, appaiono come "nuove", o "emergenti".
Dire molte parole e comunicare pochi pensieri è dovunque segno infallibile di mediocrità; invece segno di testa eccellente è il saper rinchiudere molti pensieri in poche parole.
L'uomo è chiaramente fatto per pensare. In ciò sta tutta la sua dignità e il suo merito; e il suo dovere consiste nel pensare in modo giusto. Ora, l'ordine del pensiero è di cominciare da sé, e dal proprio creatore e dal suo scopo. Ora, a che pensa il mondo? Mai a questo, ma a danzare, a suonare il liuto, a cantare, a fare versi, a infilare l'anello con la lancia, ecc., a battersi, a diventare re, senza pensare a cosa significa essere re e essere uomo.
Nei tempi più gloriosi dell'arte, gli artisti […] si esprimevano imitando i grandi artisti del passato, e imitando trovavano se stessi. Un capolavoro era un'imitazione mal riuscita.
Quando un uomo sa più degli altri diventa solitario. Ma la solitudine non è necessariamente nemica dell’amicizia, perché nessuno è più sensibile alle relazioni che il solitario, e l’amicizia fiorisce soltanto quando ogni individuo è memore della propria individualità e non si identifica con gli altri.
È inevitabile la morte, come è inevitabile la perdita dei beni ; anzi, a ben comprendere, questo è motivo di conforto. Sappi abbandonare tutto serenamente, poiché devi morire.
Dice un proverbio arabo che ogni parola, prima di essere pronunciata, dovrebbe passare da tre porte. Sull'arco della prima porta dovrebbe esserci scritto: " È vera?" Sulla seconda campeggiare la domanda: " È necessaria ?" Sulla terza essere scolpita l'ultima richiesta: "È gentile ?" Una parola giusta può superare le tre barriere e raggiungere il destinatario con il suo significato piccolo o grande. Nel mondo di oggi, dove le parole inutili si sprecano, occorrerebbero cento porte, molte delle quali rimarrebbero sicuramente chiuse.
Nell'arco di tre secoli la scienza, fondata sul postulato di oggettività, ha conquistato il suo posto nella società: nella pratica, ma non nelle anime. Eppure le società moderne sono costruite sulla scienza.
Proviamo una profonda insoddisfazione per qualunque osservazione che non sappia rinnovarsi, per ogni pensiero che non affronti le sue stesse contraddizioni, per ogni filosofia che si riduca a parole d'ordine e che non metta in dubbio se stessa, per ogni discorso particolare che si isoli dal divenire del mondo.
Dobbiamo tenerci sempre in guardia da questo senso così forte del destino. Il destino viene scritto nel momento stesso in cui si compie, e non prima. Il nostro non lo era prima della comparsa della specie umana [...] L'universo non stava per partorire la vita, né la biosfera l'uomo. Il nostro numero è uscito alla roulette: perché dunque non dovremmo avvertire l'eccezionalità della nostra condizione, proprio allo stesso modo di colui che ha appena vinto un miliardo?
Pretendo, per me stesso e per i miei successori alla guida del Partito la rivendicazione dell'infallibilità politica. Spero che il mondo impari a rispettare questa rivendicazione come fa con le rivendicazioni del Santo Padre.
L’idea di trasformazione, più ricca dell’idea di rivoluzione, ne conserva il carattere radicale, ma la lega alla conservazione (della vita, dell’eredità delle culture). Oggi tutto dev’essere ripensato. Tutto deve ricominciare. E in effetti tutto è ricominciato, senza che lo si sappia. Siamo allo stadio degli inizi: modesti, invisibili, marginali, dispersi. Perché esiste già, su tutti i continenti, un fermento creativo, una moltitudine di iniziative locali che vanno nella direzione della rigenerazione economica o sociale o politica o cognitiva o educativa o etica o di stili di vita.
Oh, com'è bello sentirsi profondamente intelligenti, per il Sesso sdilinquersi, per la Donna restare indifferenti... Rispondere a ogni inchiesta, avere sempre un'opinione, sottoscrivere una protesta, spiegare la situazione... Oh, com'è bello orientarsi con la moda che passa, continuamente rifarsi alla cultura di massa... Giurare sull'arte impegnata, ripetere che l'Industria è bella, e chiudere la giornata con un colpo di rivoltella...
... raggruppiamo in una immagine unitaria l'insieme di processi che costituiscono quegli organismi viventi che sono gli "altri" esseri umani, perché la nostra vita è sociale e quindi interagiamo molto con essi, ed essi sono nodi di cause e effetti assai rilevanti per noi. Ci siamo formati un'idea di "essere umano" interagendo con i nostri simili. Io credo che venga da lì l'idea di noi stessi, non dall'introspezione.
La differenza tra essere e avere non è essenzialmente quella tra Oriente e Occidente, ma piuttosto tra una società imperniata sulle persone e una società imperniata sulle cose. L'atteggiamento dell'avere è caratteristico della società industriale occidentale, in cui la sete di denaro, fama e potere, è divenuta la tematica dominante della vita.
L'egoismo ispira un tale orrore che abbiano inventato le buone maniere per nasconderlo, ma traspare attraverso tutti i veli e si tradisce in ogni occasione.
Il mondo è come un insieme di punti di vista in relazione gli uni con gli altri; "il mondo visto dal di fuori" è un nonsenso, perché non c'è un "fuori" dal mondo.
Coloro che combinano discorsi difficili, oscuri, confusi e ambigui sicuramente non sanno affatto ciò che vogliono dire, ma ne hanno soltanto un'oscura consapevolezza che ancora si sforza di trovare un pensiero: spesso però essi vogliono celare a loro stessi e ad altri che in realtà non hanno nulla da dire.
Le persone che sanno essere indipendenti stanno perdendo piano piano la capacità di convivere con gli altri, perché hanno perso l'abilità a socializzare. D'altra parte è comprensibile: relazionarsi con le persone è terribilmente complicato e per farlo bisogna essere in grado di accettare compromessi, di andare incontro alle esigenze altrui, di avere pazienza. È complicato, certo, ma è dalle relazioni che nasce la felicità, non dall'indipendenza che alla fine porta ad una vita vuota, priva di senso, e a una completa assoluta inimmaginabile noia.
Occorre perdere l’individualità; partendo dalla molteplicità bisogna diventare un’unitarietà, poi dall’unitarietàdiventare uno zero. Diventa uno a partire da tanti, e poi zero a partire da uno. La matematica della spiritualità è tutta qui: dalla molteplicità all’uno e dall’uno al nulla.
Ma com'è strano: noi, forse, vediamo Shakespeare, mentre lui fa il vetturino; quest'altro forse è Raffaello, mentre fa il fabbro; questo è un attore, ma coltiva la terra. Possibile che solo un piccolo vertice di uomini giunga a dar prova di sé, mentre gli altri debbono perire [...].
Signori, benvenuti nel mondo della realtà: non c'è pubblico. Nessuno che applauda, che ammiri. Nessuno che vi veda. Capite? Ecco la verità: il vero eroismo non riceve ovazioni, non intrattiene nessuno. Nessuno fa la fila per vederlo. Nessuno se ne interessa.
Mi è parso il caso, infatti, di imitare anche in questo gli oratori contemporanei, che si credono degli dei se sembrano bilingui come le sanguisughe, e considerano un vero capolavoro inserire nel tessuto delle orazioni latine alcune parolette greche come tessere di un mosaico, anche se inopportune in quel dato momento. Se poi mancano termini esotici, tirano fuori dal libro polveroso quattro o cinque parole arcaiche per rendere oscuro il testo, certo perché così chi capisce diventa sempre più pieno di sé e chi non capisce quanto meno capisce più ammira.
Ma in una competizione, in cui sono coinvolte un certo numero di persone, il bambino assumendo un ruolo deve essere pronto ad assumere il ruolo di tutti gli altri. Se gioca in una squadra di baseball, egli deve conoscere tutte le risposte di ciascuna posizione relativamente alla propria posizione. Egli deve sapere quello che tutti faranno per poter svolgere il proprio gioco. Egli deve essere cosciente di tutti questi ruoli. Certo non di tutti questi ruoli deve essere cosciente allo stesso tempo, ma in alcuni momenti egli deve essere pronto ad avere presenti a se stesso tre o quattro individui, quello che sta per lanciare la palla, quello che sta per prenderla e così via. Queste risposte devono essere, in qualche misura, presenti nel suo proprio essere. Nel gioco di squadra, quindi, c'è una serie di risposte di altri organizzata in modo che l'atteggiamento di uno innesca l'atteggiamento appropriato degli altri.
Quando, ad esempio, sento le espressioni ammirate che per secoli sono state dedicate a Shakespeare da grandi uomini, non posso sottrarmi al sospetto che quelle lodi siano state solo una convenzione.
La borghesia in Italia ha fatto fiasco. Almeno una volta c'era una borghesia illuminata. Oggi è pochissimo illuminata. E il cialtrionismo è tipico della borghesia attuale. Finite le oasi di alcuni decenni fa, mentre la diffusione della cultura ha coinciso con l'involgarimento e l'appiattimento. È finita la coesione comunitaria. Da noi la destra non ha saputo fare cultura di punta né generare classi dirigenti, a differenza dei grandi paesi occidentali.
La massa per me non è altro che un gregge di pecore, finché non è organizzata. Non sono affatto contro di essa. Soltanto nego che essa possa governarsi da sé. Ma se la si conduce, bisogna reggerla con due redini: entusiasmo e interesse. Chi si serve solo di uno dei due, corre pericolo.
Sono un figlio del secolo del dubbio e della miscredenza e so che fin nella tomba continuerò ad arrovellarmi se Dio sia. Eppure se qualcuno mi dimostrasse che Cristo è fuori dalla verità e se fosse effettivamente vero che la verità non è in Cristo, ebbene io preferirei restare con Cristo piuttosto che con la verità.
Esistono senza dubbio passioni tristi che hanno un'utilità sociale, ad esempio la paura, la speranza, l'umiltà, il pentimento, ma solo quando gli uomini non vivono sotto la guida della ragione.
È un acrobata? è un direttore d'orchestra ghermito dall'idea? Si infervora, poi si modera, alterna allegro e andante, è padrone di sé come lo sono i fachiri o i lestofanti. Per tutto il tempo che parla, dà l'impressione di cercare, ma non sapremo mai cosa: un esperto nell'arte di scimmiottare il pensatore. Se dicesse anche una sola cosa perfettamente chiara, sarebbe perduto. Poiché ignora, al pari dei suoi uditori dove vuole arrivare, può continuare per ore, senza esaurire lo stupore dei fantocci che lo ascoltano.
Ciò che c'è di più pericoloso nella violenza, è la razionalità. Certo, la violenza è terribile in se stessa. Ma la violenza trova ancoraggio profondo nella forma di razionalità che noi utilizziamo. È stato detto che se noi vivessimo in un mondo dominato dalla ragione, non ci sarebbe violenza. Ma ciò è assolutamente errato. Tra violenza e razionalità non c'è incompatibilità. Non intendo fare un processo alla ragione, ma determinare la natura di questa razionalità che è così compatibile con la violenza.
... una volta ripudiato Cristo, l'intelletto umano può giungere a risultati stupefacenti» poiché «vivere senza Dio è un rompicapo e un tormento. L'uomo non può vivere senza inginocchiarsi davanti a qualcosa. Se l'uomo rifiuta Dio, si inginocchia davanti ad un idolo. Siamo tutti idolatri, non atei.
Qualunque cosa tu abbia fatto finora non è niente se la paragoni a quello che potresti fare, e qualsiasi cosa farai non è niente se paragonata a ciò che sei.
I pericoli attraggono perché nel pericolo la tua coscienza ordinaria e quotidiana non può funzionare. Il pericolo penetra profondamente. La tua mente non è più necessaria; diventi una nonmente. Tu sei! Sei consapevole, ma senza che vi sia alcun pensiero.
Noi non possiamo essere imparziali. Possiamo essere soltanto intellettualmente onesti: cioè renderci conto delle nostre passioni, tenerci in guardia contro di esse e mettere in guardia i nostri lettori contro i pericoli della nostra parzialità. L'imparzialità è un sogno, l'integrità morale è un dovere.
Il valore della vita non risiede nel numero dei giorni, ma nell'uso che ne facciamo: un uomo può vivere a lungo, eppure vivere molto poco. La soddisfazione nella vita non dipende dal numero degli anni, ma dalla volontà.
Tutta la vita umana non è se non una commedia, in cui ognuno recita con una maschera diversa, e continua nella parte, finché il gran direttore di scena gli fa lasciare il palcoscenico.
La gente comune non comprende le sofferenze sempre rinascenti di un essere che unito a un altro dal più intimo di tutti i sentimenti è costretto a nascondere continuamente le più care fioriture del pensiero, a ricacciar nel nulla le immagini che una magica potenza lo costringe a creare.
L'uomo ha tendenza a considerare la sua condizione del momento, sia essa serena o intricata, tranquilla o appassionata, come quella vera, caratteristica e duratura della sua esistenza, e soprattutto a elevare immediatamente, nella sua fantasia, ogni felice ex tempore a bella regola e inviolabile consuetudine, mentre in realtà è condannato a improvvisare e a vivere, dal punto di vista morale, alla giornata.
Non devi aver paura che io mi senta sola se mi lasci, perché spesso mi separo da cose che immaginavo di aver amato, – a volte per la tomba, e a volte per un oblio molto più amaro della morte – perciò il mio cuore sanguina così spesso che non farò caso all'emorragia, e aggiungerò solo un'altra agonia alle tante che l'hanno preceduta, e alla fine della giornata commenterò – è scoppiata una bolla di sapone!
Senza voler negare che la gente sia consapevole di certe cose, o che agisca consciamente, credo che molte cose che facciamo, comprese la valutazione del significato emotivo degli accadimenti della nostra vita e l'espressione degli atteggiamenti emotivi in risposta a tale valutazione, non dipendano dalla coscienza e nemmeno da processi ai quali abbiamo per forza accesso.
Amo queste piccole fantasie, eppure le amerei di più se non fossero davvero così fantasiose come sembrano essere – ho fantasticato così tante volte e così tante volte sono tornata a casa per scoprire che erano solo fantasie che ho quasi paura di sperare in ciò che desidero tanto.
Niente è più singolare, più imbarazzante che il rapporto tra due persone che si conoscono solo attraverso gli occhi, che si vedono tutti i giorni a tutte le ore, si osservano e nello stesso tempo sono costretti dall'educazione o dalla bizzarria a fingere indifferenza e a passarsi accanto come estranei, senza saluto né parola. Fra di loro c'è inquietudine ed esasperata curiosità, l'isteria di un bisogno insoddisfatto, innaturale e represso di conoscersi e di comunicare e soprattutto una sorta di ansiosa attenzione. Infatti l'uomo ama e onora l'uomo fino a che non è in grado di giudicarlo, e il desiderio è il frutto di una conoscenza incompleta.
Non finiremo mai di esplorare e, alla fine di tutte le nostre esplorazioni, arriveremo al punto da dove siamo partiti, e lo vedremo come per la prima volta.
Perciò per i preti, per la gente religiosa, per i moralisti, tu sei naturalmente cattivo. La bontà sarà una disciplina imposta dall'esterno. Tu sei un caos e l'ordine deve essere instaurato da loro; saranno loro a portare l'ordine. E hanno fatto del mondo intero un pasticcio, una confusione, un manicomio, perché hanno continuato a fare ordine per secoli e secoli, a disciplinare per secoli e secoli. Hanno insegnato così tanto che coloro cui è stato insegnato sono impazziti.
«Se ognuno si facesse i cavoli suoi,» ringhiò la Duchessa inviperita, «il mondo girerebbe un bel po' più svelto.» «Il che non ci porterebbe affatto avanti,» disse Alice, felice di poter esibire un assaggio della sua cultura.
Gli scrittori tendono a essere una razza di guardoni. Tendono ad appostarsi e a spiare. Sono osservatori nati. Sono spettatori. Sono quelli sulla metropolitana il cui sguardo indifferente ha qualcosa dentro che in un certo senso mette i brividi. Qualcosa di rapace. Questo è perché gli scrittori si nutrono delle situazioni della vita. Gli scrittori guardano gli altri esseri umani un po' come gli automobilisti che rallentano e restano a bocca aperta se vedono un incidente stradale: ci tengono molto a una concezione di se stessi come testimoni. Ma allo stesso tempo gli scrittori tendono ad avere un'ossessiva consapevolezza di sé. Dal momento che dedicano molto del loro tempo produttivo a studiare attentamente le impressioni che ricavano dalle persone, gli scrittori passano anche un sacco di tempo, meno produttivo, a chiedersi nervosamente che impressione fanno loro agli altri.
Prima di bruciare vivo Vanini, un pensatore acuto e profondo, gli strapparono la lingua, con la quale, dicevano, aveva bestemmiato Dio. Confesso che, quando leggo cose del genere, mi vien voglia di bestemmiare quel dio.
Io non ho nessun insegnamento. Non sono un insegnante. Non dò nessuna filosofia della vita, né alcuna disciplina, né programmi da seguire. Ho un approccio alla vita ben preciso, che condivido con i miei amici. E il mio approccio inizia con una deprogrammazione. Per ciò che mi riguarda questa è la parola chiave.
L'ammirazione è un sentimento che cela - inconsapevolmente - un sottile rammarico per il mancato possesso, se si tratta d'un oggetto, o un'impercettibile invidia nel caso d'una persona.
Poiché la miseria si deduce dalla grandezza e la grandezza dalla miseria, alcuni hanno affermato la miseria quanto più hanno preso come prova la grandezza, altri hanno affermato la grandezza con tanta più forza in quanto l'hanno dedotta dalla miseria stessa.
È facile sentirsi in dovere di difendere il proprio punto di vista. Puoi difendere la tua stupidità, puoi difendere il tuo malessere, puoi difendere le tue nevrosi. Puoi continuare a difendere lo stato in cui ti trovi e che ti fa soffrire, puoi difendere la tua sofferenza e la tua infelicità; la gente difende il proprio inferno con grande accanimento, non ne vuole proprio uscire!
Che esca dalla bocca di un droghiere o di un filosofo, la parola essere, così ricca, così allettante, in apparenza così carica di senso, non significa in realtà assolutamente niente. In qualsivoglia occasione, è incredibile che uno spirito sensato possa servirsene.
La mia è una visione apocalittica. Ma se accanto ad essa e all’angoscia che la produce, non vi fosse in me anche un elemento di ottimismo, il pensiero cioè che esiste la possibilità di lottare contro tutto questo, semplicemente non sarei qui, tra voi, a parlare.
Se si domanda a Tizio, che non ha mai studiato il cinese e conosce bene solo il dialetto della sua provincia, di tradurre un brano di cinese, egli molto ragionevolmente si meraviglierà, prenderà la domanda in ischerzo e, se si insiste, crederà di essere canzonato, si offenderà e farà ai pugni. Eppure lo stesso Tizio, senza essere neanche sollecitato, si crederà autorizzato a parlare di tutta una serie di quistioni che conosce quanto il cinese, di cui ignora il linguaggio tecnico, la posizione storica, la connessione con altre quistioni, talvolta gli stessi elementi fondamentali distintivi. Del cinese almeno sa che è una lingua di un determinato popolo che abita in un determinato punto del globo: di queste quistioni ignora la topografia ideale e i confini che le limitano.
Ci sarebbe tutto un lavorio da svolgere, a cominciare dall'educazione artistica e musicale dei bambini. Ma siamo ai minimi termini da un punto di vista pedagogico. Comunque non bisogna rassegnarsi. La forza della sensibilità estetica – senza barriere di generi e linguaggi e applicata al quotidiano – è indispensabile per contrastare la dittatura dello sgradevole.
Fonte di vive emozioni e d’immagini spaventose suscitate dal terrore dell’aldilà, il cattolicesimo provoca frequentemente la follia; esso fa nascere credenze deliranti, ingenera allucinazioni, conduce gli uomini alla disperazione e alla malinconia.
La causa dell’infelicità risiede nel nostro attaccarci agli altri, nelle aspettative che abbiamo nei loro confronti, nella speranza che siano gli altri a darci la felicità. E ogni volta che la speranza ti abbandona, ti senti frustrato.
Venne data loro la possibilità di scegliere fra diventare re o corrieri del re. Come bambini vollero tutti essere corrieri. Per questo ci sono soltanto corrieri, scorrazzano per il mondo e, poiché di re non ce ne sono, gridano i messaggi ormai privi di senso l'uno all'altro. Volentieri porrebbero fine alla loro miserevole vita, ma non osano farlo per via del giuramento che hanno prestato.
Ci si deve schierare con gli oppressi in ogni circostanza, anche quando hanno torto, senza tuttavia dimenticare che sono impastati con lo stesso fango dei loro oppressori.
[...] perché non ci comportiamo tutti come fratelli? Perché anche l'uomo migliore è come se nascondesse sempre qualcosa all'altro e gli tacesse qualcosa? Perché non dire subito, direttamente, quel che si ha nel cuore, se sai che non parlerai al vento? Altrimenti ognuno appare più severo di quanti in effetti sia, come se tutti temessero di offendere i propri sentimenti palesandoli molto velocemente...
Roma è la capitale del mondo! In questo luogo si riallaccia l'intera storia del mondo, e io conto di essere nato una seconda volta, d'essere davvero risorto, il giorno in cui ho messo piede a Roma. Le sue bellezze mi hanno sollevato poco a poco fino alla loro altezza.
I dogmi di un passato tranquillo sono inadeguati al presente tempestoso. La situazione è irta di difficoltà e noi dobbiamo essere all’altezza della situazione. Poiché il nostro caso è nuovo, dobbiamo pensare in modo nuovo e agire in modo nuovo. Dobbiamo emanciparci.
Hemingway ce la metteva tutta. Nella sua scrittura si sente la fatica. Erano blocchi massicci messi insieme. Anderson sapeva ridere mentre ti diceva qualcosa di serio. Hemingway non sapeva ridere. Uno che scrive alle sei del mattino non può avere alcun senso dell'umorismo. Vuole sconfiggere qualche cosa.
Mi tormentava, allora, anche un’altra circostanza: il fatto che nessuno mi somigliava e io non somigliavo a nessuno. «Io sono solo, e loro sono tutti», pensavo, e mi mettevo a riflettere».
C'è una solitudine dello spazio | una solitudine del mare | una solitudine della Morte, ma queste | sono comunità | confrontate con quell'area più profonda | quell'intimità polare | un'anima al cospetto di se stessa.
Nonostante tutti i tentativi e i sofismi di sant’Agostino, la responsabilità del mondo e di tutte le sue sventure ricade comunque su Dio, il quale ha creato tutto, assolutamente tutto, e sapeva come sarebbero andate le cose.
Esito su quale parola scegliere, perché non posso sceglierne che poche e ognuna dev'essere essenziale, ma rammenta che la più vivida operazione terrena è contenuta in una sillaba, anzi, persino in uno sguardo.
Chi ha interesse a perpetuare il presente, versa sempre qualche lacrima sul magnifico passato che sta per scomparire, senza accordare un sorriso al giovane avvenire.
Mi sono convinto che bisogna sempre contare solo su se stessi e sulle proprie forze; non attendersi niente da nessuno e quindi non procurarsi delusioni. Che occorre proporsi di fare solo ciò che si sa e si può fare e andare per la propria via.
Non esiste un vascello veloce come un libro, per portarci in terre lontane, né corsieri come una pagina, di poesia che si impenna - questa traversata può farla anche il povero senza oppressione di pedaggio - tanto è frugale il carro dell'anima.
Il suicidio può servirci in certo modo da consolazione poiché ci dà la certezza che anche noi nel peggiore dei casi possiamo ricorrere a questa scappatoia - possibilità che altrimenti sembra dubbia tanto è contro natura.
Sapete che il mio gatto ideale ha sempre un enorme topo in bocca, che sta lì lì per sparire – sebbene lo sparire abbia in sé un fascino particolare. È vero che l'ignoto è il bisogno maggiore dell'intelletto, anche se, per questo, nessuno pensa di ringraziare Dio.
Incapaci di comprendermi, danno credito alle diagnosi degli infiniti psichiatri da cui mi hanno fatto visitare che, prezzolati, fanno riferimento ad una malattia genetica che li mette al riparo dal prendere atto di essersi imbarcati in un’impresa superiore alle loro forze.
Ogni male ha la sua compensazione. Meno è il denaro, meno i problemi; meno i favori, minore è l'invidia. Perfino in quei casi che ci fanno uscir di senno, non è la perdita in se stessa che ci angustia, bensì la nostra valutazione della perdita.
Ma alla fine, cos'è un uomo nella natura? Un nulla davanti all'infinito, un tutto davanti al nulla, qualcosa di mezzo tra il nulla e il tutto, infinitamente lontano dal comprendere gli estremi. Il fine e il principio delle cose gli sono inesorabilmente nascosti da un segreto impenetrabile...
Portami il tramonto in una tazza | conta le anfore del mattino | le gocce di rugiada. | Dimmi fin dove arriva il mattino – | quando dorme colui che tesse | d'azzurro gli spazi. || Scrivimi quante sono le note | nell'estasi del nuovo pettirosso | tra i rami stupefatti – quanti passetti | fa la tartaruga – | Quante coppe di rugiada beve | l'ape viziosa.
Ricordati di spogliare gli avvenimenti dal tumulto che li accompagna e di considerarli nella loro essenza: capirai che in essi non c'è niente di terribile se non la nostra paura.
L'inferno è per i puri; questa è la legge del mondo morale. Esso è infatti per i peccatori, e peccare si può soltanto contro la propria purezza. Se si è una bestia, non si può peccare e non si sente nulla di un inferno. Così è stabilito, e certamente l'inferno è tutto popolato soltanto da gente per bene, il che non è giusto; ma che cos'è mai la nostra giustizia!
Pochi compiti sono simili alla tortura di Sisifo più del lavoro domestico, con le sue infinite ripetizioni: il pulito diventa sporco, lo sporco viene pulito, più e più volte, giorno dopo giorno.
Voglio che ogni mattino sia per me un capodanno. Ogni giorno voglio fare i conti con me stesso, e rinnovarmi ogni giorno. Nessun giorno preventivato per il riposo. Le soste me le scelgo da me, quando mi sento ubriaco di vita intensa e voglio fare un tuffo nell’animalità per ritrarne nuovo vigore. Nessun travettismo spirituale. Ogni ora della mia vita vorrei fosse nuova, pur riallacciandosi a quelle trascorse. Nessun giorno di tripudio a rime obbligate collettive, da spartire con tutti gli estranei che non mi interessano. Perché hanno tripudiato i nonni dei nostri nonni ecc., dovremmo anche noi sentire il bisogno del tripudio. Tutto ciò stomaca.
Grazie a Dio un mondo c'è, e gli amici che amiamo dimorano in eterno in una casa lassù. Temo di essere incoerente, ma pensare ai miei amici mi dà una tale delizia che dimentico il tempo e il senso comune e così via.
Fra tutti i concetti di natura scientifica, quello del caso distrugge più degli altri ogni antropocentrismo ed è il più intuitivamente inaccettabile da parte di quegli esseri profondamente teleonomici che siamo noi.
È molto meglio osare cose straordinarie, vincere gloriosi trionfi, anche se screziati dall'insuccesso, piuttosto che schierarsi tra quei poveri di spirito che non provano grandi gioie né grandi dolori, perché vivono nel grigio e indistinto crepuscolo che non conosce né vittorie né sconfitte.
Se quello che avete da dire vi preme troppo, se il vostro cuore palpita con troppo slancio a suo riguardo, allora potete esser certa di un fiasco completo. Cadrete nel patetico, ne sentimentale; qualcosa di pesante, di goffamente serio, di non dominato, non ironico, scipito, noioso, banale uscirà dalle vostre mani, e per concludere non otterrete che indifferenza tra il pubblico e delusione e desolazione in voi stessa...
Se potessi rivederti fra un anno farei tanti gomitoli dei mesi. Se l'attesa fosse di secoli li conterei sulla mano. E se sapessi che finita questa vita la mia e la tua proseguiranno insieme, getterei la mia come inutile scorza e sceglierei con te l'eternità.
Questi conservatori sono proprio forti, vero? Sono tutti a favore dei non nati, farebbero di tutto per i non nati, ma una volta che sei nato, sono cazzi tuoi !
L'esperienza insegna che, se bevi da per te, fra quattro mura, mica duri: non solo, quelle quattro pareti ti opprimono e, quindi, danno una mano agli oppressori tuoi, e invece, non bisogna dar LORO una vittoria troppa facile. ci vuole un certo dosaggio, fra solitudine e folla. un certo equilibrio ecco il trucco, per non finire fra quattro pareti imbottite.
Sono del parere che in certe persone il buono non esista, anche volendo cercare e scavare, con la pazienza, con il tempo, seminando del buono e coltivando speranza a nostra volta. Quando dopo tanto seminare nulla cresce ma al contrario si riceve in risposta tutto quanto ci sia di negativo, non è più una questione di ottimismo o pessimismo, semplicemente si è seminato in un terreno sbagliato. Essere pessimisti verso cose e persone è senza dubbio scorretto, ma perseverare laddove si ottiene il contrario di ciò che si semina, comprese cattiverie e umiliazioni, non è da ottimisti, è da stupidi!
Adoro le persone che mi rendono migliore, alle quali riesco a dire grazie solo con lo sguardo, che loro capiscono e restituiscono con un tenero e rassicurante sorriso.
In verità, è un paradosso tipico dello spirito umano cogliere gli elementi senza poterne abbracciare la sintesi: paradosso epistemologico d'una scienza certa nei fatti, ma comunque insufficiente: sufficiente nelle sue teorie, ma comunque incerta, ovvero paradosso psicologico di un io percettibile nelle sue parti, ma inaccessibile nella sua profonda unità.
Che tu ti accetti o no, tu sei e rimani tu. Il tuo rifiuto non cambia nulla. Ti rende infelice: tutto qui... Se impari ad accettarti potrai gioire della Vita, altrimenti diventerai serio, teso e infelice. Sta a te scegliere.
[La tendenza a diminuire l'avversario] È di per se stessa un documento dell'inferiorità di chi ne è posseduto; si tende infatti a diminuire rabbiosamente l'avversario per poter credere di esserne decisamente vittoriosi. In questa tendenza è perciò insito oscuramente un giudizio sulla propria incapacità e debolezza.
Noi vogliamo essere necessari, inevitabili, ordinati da sempre. Tutte le religioni, quasi tutte le filosofie, perfino una parte della scienza, sono testimoni dell'instancabile, eroico sforzo dell'umanità che nega disperatamente la propria contingenza.
L'adulazione non viene mai dalle anime grandi, è appannaggio degli spiriti piccini, che riescono a rimpicciolirsi ancor più per meglio entrare nella sfera vitale delle persone intorno a cui gravitano.
Quando fai qualcosa, sappi che avrai contro quelli che volevano fare la stessa cosa, quelli volevano fare il contrario e la stragrande maggioranza di quelli che non volevano fare niente.
Ciò che mi colpì nei comunisti russi, anche in personalità veramente eccezionali come Lenin e Trotsky, era l'assoluta incapacità di discutere lealmente le opinioni contrarie alle proprie. Il dissenziente, per il semplice fatto che osava contraddire, era senz'altro un opportunista, se non addirittura un traditore e un venduto. Un avversario in buona fede sembrava per i comunisti russi inconcepibile.
I campi si manifestano in forma granulare: particelle elementari, fotoni e quanti di gravità, ovvero "quanti di spazio". Questi grani elementari non vivono immersi nello spazio: formano essi stessi lo spazio. Meglio: la spazialità del mondo è la rete delle loro interazioni. Non vivono nel tempo: interagiscono incessantemente gli uni con gli altri, anzi esistono solo in quanto termini di incessanti interazioni; e questo interagire "è" l'accadere del mondo: "è" la forma minima elementare del tempo, che non è né orientata, né organizzata in una linea, né in una geometria curva e liscia come quelle studiate da Einstein. È un interagire reciproco dove i quanti si attualizzano nell'atto stesso di interagire, rispetto a ciò con cui interagiscono.
...capisci che se mettete in primo piano la ghigliottina e con tanto entusiasmo è semplicemente perché tagliar teste è la cosa più facile, mentre avere un'idea è la più difficile!
Londra abbonda troppo di nebbie e di gente seria. Se siano le nebbie che producono la gente seria o se sia la gente seria che produce le nebbie non saprei dire.
Cosa vorrei sulla mia epigrafe? Data di nascita, data di morte. Punto. Le parole delle epigrafi sono tutte uguali. A leggerle uno si chiede: ma scusate, se sono tutti buoni, dov’è il cimitero dei cattivi?
Nel mondo attuale per libertà s'intende la licenza, mentre la vera libertà consiste in un calmo dominio di se stessi. La licenza conduce soltanto alla schiavitù. La libertà, nella sua più alta espressione consiste nel dare tutto e nel servire gli altri. L'uomo capace di questo, capace d'essere padrone di sé sino a tal punto, è libero come nessun altro. È questa la più elevata manifestazione del libero arbitrio. Prima di predicare altrui, date voi stessi l'esempio. Sarete seguiti. Il segreto del primo passo è questo: dominare se stessi e agire senza attendere.
Duemila anni di cristianità e che abbiamo ottenuto? poliziotti che cercano di tener insieme una merda che va in putrefazione, e che altro? guerre a non finire, bombardamenti, grassatori per le strade, rapine, gente accoltellata, tanti pazzi che ne hai perduto il conto, non ci fai più caso lasci che vadano in scorribanda per le strade, in divisa, poliziotti oppure no.
Il Tutto appartiene a te e tu appartieni al Tutto. Qualsiasi altra cosa non può essere vera. Con questa comprensione la presa che l’ego ha su di te diventa sempre meno salda, finché un giorno ti accorgi che puoi usare l’ego senza essere usato dall’ego.
Se uno ti viene a dire che un tale parla male di te, non cercare di difenderti, ma rispondi: "Senz'altro costui ignora gli altri miei difetti, altrimenti non avrebbe parlato solo di questi".
La nostra vera storia non è quasi mai decifrata da altri. La parte principale del dramma è un monologo, o meglio un dibattito intimo tra Dio, la nostra coscienza, e noi stessi. Lacrime, dolori, depressioni, delusioni, irritazioni, buoni e cattivipensieri, decisioni, incertezze, deliberazioni: tutto questo appartiene al nostro segreto, e sono quasi tutte incomunicabili e intrasmissibili, anche quando cerchiamo di parlare di loro, e anche quando le scriviamo.
Nessun sogno si può paragonare alla realtà, perché la Realtà stessa è un sogno dal quale solo una porzione di Umanità si è risvegliata e parte di noi è una Penisola non familiare.
La psicologia delle masse non è suscettibile a nulla che si dimostri esitante e debole... i loro sentimenti non sono esaltati dai ragionamenti astratti, ma da un desiderio di forza... e quindi preferiscono essere dominati piuttosto che supplicati. Le masse, di fatto, sentono di essere state abbandonate da un governo debole, e ne preferiscono uno che non tollera rivali a uno che concede loro un'equa possibilità.
Marx affermava che il lusso è un vizio esattamente come la povertà e che dovremmo proporci come meta quella di "essere" molto, non già di "avere" molto. (Mi riferisco qui al vero Marx, all'umanista radicale, non alla sua volgare contraffazione costituita dal «comunismo» sovietico.)
La vita non sempre va conservata: il bene, infatti, non consiste nel vivere, ma nel vivere bene. Perciò, il saggio vivrà quanto deve, non quanto può. Osserverà dove gli toccherà vivere, con chi, in che modo e che cosa dovrà fare. Egli bada sempre alla qualità della vita, non alla lunghezza.
Dobbiamo capire che con i nostri desideri, attraverso i nostri desideri, si creano nuove forme di relazione, nuove forme d’amore, nuove forme di creazione. Il sesso non è una fatalità; è possibilità di una vita creativa.
La facilità di assimilazione della massa è assai ristretta ed il suo intendimento è piccolo: per contro, la sua smemoratezza è grande. Dunque tutta la propaganda efficace deve limitarsi a dei punti essenziali, poco numerosi, e farli valere a forza di formule stereotipate per tutto il tempo che sarà necessario a far sì che anche l'ultimo degli ascoltatori arrivi ad afferrare l'idea... La grande massa di un popolo non è composta né da professori né da diplomatici. Essa è poco accessibile alle idee astratte. Per contro, la si terrà in pugno pià facilmente nel regno dei sentimenti, ed è là che si trovano i moventi segreti delle sue reazioni, sia positive che negative... In ogni periodo, la forza, che ha messo in movimento le rivoluzioni più violente su questa terra, è stata molto meno la proclamazione di una idea scientifica che si è impadronita delle folle, che non un fanatismo animatore e un vero e proprio isterismo che le eccita alla follia.
Quando dico che la consapevolezza non può essere raggiunta dalla mente, voglio dire che non puoi raggiungerla pensandoci su. Puoi continuare a pensarci all'infinito, ma ti muoverai in un circolo. La devi praticare, la devi "fare".
In una riunione di massa il pensiero è eliminato. E siccome è proprio questo lo stato mentale che io voglio, perché fa della folla una vera cassa armonica che vibra ai miei discorsi, io ordino a tutti di assistere alle riunioni.
Nessuno ha mai dubitato del fatto che verità e politica siano in rapporti piuttosto cattivi l'una con l'altra e nessuno, che io sappia, ha mai annoverato la sincerità tra le virtù politiche. Le menzogne sono sempre state considerate dei necessari e legittimi strumenti non solo del mestiere del politico o del demagogo, ma anche di quello dello statista.
Con la teoria dell’Altro interiorizzato, che illumina la scoperta del Super-Io freudiano, Mead ha fornito alla teoria della personalità un contributo di estremo rilievo.
L'aria malinconica non è di buon gusto; ci vuole l'aria annoiata. Se siete malinconico, è segno che qualcosa vi manca, che non siete riuscito in qualche cosa. È un segno manifesto d'inferiorità. Invece se siete annoiato, è inferiore ciò che ha cercato vanamente di piacervi.
All'uomo di grandi doti intellettuali la solitudine offre due vantaggi: anzitutto quello di stare con se stesso, e, in secondo luogo, quello di non stare con altri.
[... ] non m'importa del corpo – io amo l'anima, la timida, pudica, ritrosa anima – che si nasconde perché ha paura, e il corpo baldo e invadente – scusi signora mi ha chiamato?
Coloro che sperano di diventare filosofi studiando la storia della filosofia dovrebbero, piuttosto, ricevere da essa l'idea che filosofi si nasce proprio come avviene per i poeti, anzi assai più di rado.
Le società moderne devono la loro potenza materiale a quest'etica fondatrice della conoscenza, e la loro debolezza morale ai sistemi di valori, distrutti dalla conoscenza stessa e ai quali esse tentano ancora di riferirsi. Questa contraddizione è fatale, e scava quella voragine che vediamo aprirsi sotto di noi.
Molte volte pensai che la Pace fosse arrivata | quando la Pace era tanto lontana – | come i Naufraghi – che credono di avvistare la Terra – | al Centro del Mare – || e lottano stremati – solo per scoprire | tanto disperatamente come me – | quanto illusorie le Rive – | o un qualsiasi Porto siano.
Solo quando il mondo sarà diventato abbastanza onesto da non impartire lezioni di religione ai ragazzi prima del quindicesimo anno di età ci si potrà aspettare qualche cosa da esso.
Ci sono due giovani pesci che nuotano e a un certo punto incontrano un pesce anziano che va nella direzione opposta, fa un cenno di saluto e dice: – Salve, ragazzi, com'è l'acqua? – I due pesci giovani nuotano un altro po', poi uno guarda l'altro e fa: – Che cavolo è l'acqua?
Chi è afflitto e mal sopporta una grave ferita ha diritto per qualche tempo alla comprensione, affinché possa saziare e sfogare il proprio impeto del dolore. Ma chi continua a lagnarsi di proposito dev'essere rimproverato affinché impari che anche le lacrime ad un certo punto sono assurde.
Tutto il senso del libro si potrebbe riassumere nelle parole: Quanto può dirsi, si può dir chiaro; e su ciò, di cui non si può parlare, si deve tacere.
Non è facile distruggere un idolo: richiede lo stesso tempo che occorre per promuoverlo e adorarlo. Giacché non basta annientare il suo simbolo materiale, il che è semplice: si devono anche annientare le sue radici nell'anima.
Qualsiasi cosa è una perdita e spreco di tempo: tranne fottere di gusto o creare qualcosa di buono o guarire o correr dietro a una specie di fantasma-amore-felicità. Tanto tutti finiamo nel mondezzaio della sconfitta: chiamala morte, chiamala errore.
Giunse così alla conclusione che qualcosa in lei non andava: o in lei c'era qualcosa che non andava per via del timore irrazionale che qualcosa in lei non andasse.
Vi auguro una cosa sola: la fortuna di trovarvi sempre in una situazione che vi consenta di mantenere liberamente l'integrità di cui ho parlato – di non sentirvi costretti a perderla per conservare il posto, trovare fondi, o altro. Possiate avere questa libertà
Siamo eccitati dalla novità, dall'imprevisto, dall'imprevedibile, dal non sapere come una forma o una storia vanno a finire. L'eccitazione diventa delusione quando l'esito ci è indifferente, serenità quando l'esito ci soddisfa, repulsione quando l'esito ci disturba.
Occorre invece violentemente attirare l'attenzione nel presente così com'è, se si vuole trasformarlo. Pessimismo dell'intelligenza, ottimismo della volontà.
Quando il sesso era misterioso aveva un certo fascino che ora non ha più. I nostri antenati amavano donne che portavano sei paia di mutande e destavano passioni che oggi non suscitano più.
Il Vaticano rappresenta la più grande forza reazionaria esistente in Italia. Per la chiesa, sono dispotici i governi che intaccano i suoi privilegi e provvidenziali quelli che, come il fascismo, li accrescono.
Ci illudiamo di ottenere un miracolo a Lourdes, benché in centocinquant'anni la Madonna ne abbia ufficialmente concessi solo sessantacinque, a cento milioni di pellegrini. Una media, inferiore a uno su un milione, di gran lunga più bassa della percentuale delle remissioni spontanee dei tumori, che è dell'ordine di uno su diecimila.
La gente tende ad assomigliarsi terribilmente proprio nei suoi interessi volgari, morbosi e stupidi, e a essere estremamente diversa per quanto riguarda gli interessi raffinati, estetici e nobili.
Ascoltami: verso la morte sei spinto dal momento della nascita. Su questo e su pensieri del genere dobbiamo meditare, se vogliamo attendere serenamente quell'ultima ora che ci spaventa e ci rende inquiete tutte le altre.
Nessuna delle due confessioni, protestante o cattolica (che per me sono la stessa cosa) ha speranza di un futuro, almeno fra i tedeschi. Il fascismo italiano può scendere a patti con la chiesa, in nome di Dio. Lo farò anch'io, perché no? Ma questo non mi fermerà dallo sradicare completamente, dalle radici fino ai rami, il cristianesimo in Germania. O si è cristiano o si è tedesco. Essere tutti e due contemporaneamente è impossibile.
Gli istinti sessuali sono quelli che hanno subito la maggiore repressione da parte della società in isviluppo; il loro «regolamento», per le contraddizioni cui dà luogo e per le perversioni che gli si attribuiscono, sembra il più «innaturale», quindi più frequenti in questo campo i richiami alla «natura». Anche la letteratura «psicanalitica» è un modo di criticare la regolamentazione degli istinti sessuali in forma talvolta «illuministica», con la creazione di un nuovo mito del «selvaggio» sulla base sessuale (inclusi i rapporti tra genitori e figli).
Sembra che gli uomini abbiano avuto il dono della parola non per nascondere i pensieri (come riteneva Talleyrand, e già prima di lui Young nelle Notti), ma per nascondere il fatto che non hanno pensieri.
Io pure navigo verso il porto su un mare pateticamente agitato, e se saprò tener fermamente d'occhio la luce del faro, anche quand'essa mi sembrerà cambiar posizione, alla fine toccherò riva risanato.
La testa sbarra il passo a quanto ripugna al cuore: ciò che va contro le nostre ipotesi, i nostri progetti, le nostre speranze e i nostri desideri, noi non lo possiamo vedere né comprendere, laddove viene visto e compreso da tutti gli altri.
Gli uomini, finora, sempre ben lontani dal favorire il proprio sviluppo e dal far valere se stessi, non hanno mai saputo fondare la loro società su di sé, o meglio, hanno semplicemente fondato delle “società” e ci hanno vissuto.
Si sceglie, si decide fintanto che si rimane alla superficie delle cose; appena si va al fondo, non si può più né decidere né scegliere, si può solo rimpiangere la superficie...
Fra poco avrò incontri importantissimi, perciò mi occorrono grandi ambienti e saloni con i quali mettere in soggezione i minuscoli potenti. Allo scopo lei può contare sull'intera Voss-Strasse. Non bado a spese.
La mia anima è una misteriosa orchestra; non so quali strumenti suoni e strida dentro di me: corde, arpe, timpani e tamburi. Mi conosco come una sinfonia.
“Ma sì! è qui tutto,” pensavo, “in questa sopraffazione. Ciascuno vuole imporre agli altri quel mondo che ha dentro, come se fosse fuori, e che tutti debbano vederlo a suo modo, e che gli altri non possano esservi se non come li vede lui.” Mi ritornavano davanti agli occhi le stupide facce di tutti quei commessi, e seguitavo a pensare: “Ma sì! Ma sì! Che realtà può essere quella che la maggioranza degli uomini riesce a costituire in sé? Misera, labile, incerta. E i sopraffattori, ecco, ne approfittano! o piuttosto, s’illudono di poterne profittare, facendo subire o accettare quel senso e quel valore ch’essi dànno a se stessi, agli altri, alle cose, per modo che tutti vedano e sentano, pensino e parlino a modo loro.”
Morii per la Bellezza, e non appena mi ebbero accomodata nella tomba un uomo morto per la Verità venne deposto nella stanza attigua. Mi chiese piano perché fossi morta. "Per la Bellezza", gli risposi pronta. "Io per la Verità", soggiunse lui. "Sono una cosa sola, siam fratelli." Come parenti incontratisi una notte, conversammo da una stanza all'altra, finché il muschio ci raggiunse le labbra, ricoprendo per sempre i nostri nomi.
Nell'attività bancaria e negli affari bisogna mettere fine a condotte che troppo spesso hanno portato istituzioni rispettabili a somigliare alla peggiore delinquenza.
Innanzi tutto è più facile respingere il male che governarlo, non accoglierlo che moderarlo una volta accolto, perché, quando si è insediato da padrone in un animo, diventa più forte di chi dovrebbe governarlo e non si lascia troncare ne rimpicciolire.
Per noi è chiaro che la guerra potrà finire soltanto con la liquidazione delle popolazioni ariane oppure con la scomparsa del Giudaismo dall'Europa [...]. Il risultato di questa guerra sarà [...] l'annientamento del Giudaismo.
Quando non si vuol essere ingannato dal giuoco delle marionette, bisogna entrare senz'altro nella baracca, e non contentarsi di guardare attraverso i buchi della tenda.
Questa ridicola piccola associazione con i suoi due iscritti mi sembrava possedere quell'unico vantaggio di non essersi ancora irrigidita in un''organizzazione', ma di offrire al singolo la possibilità di una vera attività personale. Qui si poteva ancora lavorare, e più era piccolo il movimento più era facile dargli la giusta forma.
C'è un culto dell'ignoranza negli Stati Uniti, e c'è sempre stato. Una vena di anti-intellettualismo si è insinuata nei gangli vitali della nostra politica e cultura, alimentata dalla falsa nozione che democrazia significhi "la mia ignoranza vale quanto la tua conoscenza".
L'uomo coltiva la propria infelicità per avere il gusto di combatterla a piccole dosi. Essere sempre infelici, ma non troppo, è condizione sine qua non di piccole e intermittenti felicità.
L'uomo non sa a quale livello mettersi, egli è visibilmente smarrito e decaduto dal suo vero posto senza poterlo ritrovare. Lo cerca dovunque, inquieto e frustrato in mezzo a tenebre impenetrabili.
La materia ‐ l'esistenza materiale, il mondo ‐ e Dio non sono due cose distinte, due prospettive, due modi di vedere le cose: sono lo stesso fenomeno osservato da due diversi centri dell'essere.
Vi sarà l'uomo nuovo, felice, superbo. Colui al quale sarà indifferente vivere o non vivere, quello sarà l'uomo nuovo. Colui che vincerà il dolore e la paura, sarà lui Dio. E quell'altro Dio non ci sarà più.
Oggi, chiunque abbia un po' di familiarità con le scienze naturali non può prendere sul serio la dottrina della Chiesa in quanto tale: ciò che è in contraddizione con le leggi della natura, non può essere di Dio. Io non so niente dell'aldilà e sono tanto onesto da confessarlo.
Il numero favoloso di ore che ho sprecato a interrogarmi sul "senso" di tutto ciò che è, di tutto ciò che accade...Ma questo tutto non comporta alcun senso, come ben sanno gli spiriti seri. perciò usano il loro tempo e le loro energie in cose utili.
Sì, anche nell'arte domina l'esibizionismo. Gli artisti diventano eroi semiologici che creano pseudo-opere vistose e perciò riconoscibili. Sicché tutto si equivale e si dissolve.
Possa Dio onnipotente concedere la sua grazia al nostro lavoro, orientare la nostra volontà, benedire la nostra intelligenza e colmarci della fiducia del popolo! Perché vogliamo combattere non per noi stessi, ma per la Germania!
Se è vero che bisogna possibilmente pensare come uno spirito grande, bisogna invece parlare la stessa lingua che parlano gli altri. Bisogna usare parole ordinarie, ma dire cose fuori dell'ordinario.
Ogni cosa va chiamata col suo nome. Le cose di cui non si ha il coraggio di parlare francamente dinanzi agli altri sono spesso le più importanti nella vita di tutti.
Dire a qualcuno ciò che si pensa di lui e di quello che fa significa investirsi di una superiorità molto abusiva. La franchezza non è compatibile con un sentimento delicato, non lo è neppure con una esigenza etica.
Il vero banco di prova per il nostro progresso non è tanto se riusciamo a far crescere l'abbondanza di coloro che già hanno troppo, ma piuttosto consiste nel cercare di fornire abbastanza a coloro che hanno troppo poco.
Susie – ci vuole poco a dire quanto si è soli - chiunque può farlo, ma portare la solitudine accanto al cuore per settimane, quando dormi, e quando sei sveglia, con sempre qualcosa che ti manca, questo, non tutti riescono a dirlo, e mi sconcerta. Ne dipingerei un ritratto che indurrebbe alle lacrime, se avessi la tela per farlo, e la scena sarebbe la solitudine, e le figure – solitudine – e le luci e le ombre, ciascuna una solitudine. Potrei riempire una stanza con paesaggi così solitari, la gente si fermerebbe là a piangere; poi andrebbe di fretta a casa, per ritrovare una persona amata.
E a me sembra che la vita, questa breve vita, non sia che questo: il grido continuo di queste emozioni, che ci trascina, che proviamo talvolta a chiudere in un nome di Dio, in una fede politica, in un rito che ci rassicuri che tutto alla fine è in ordine, in un grande grandissimo amore, e il grido è bello e splendente. Talvolta è un dolore. Talvolta è un canto.
Pensare è molto difficile. Per questo la maggior parte della gente giudica. La riflessione richiede tempo, perciò chi riflette già per questo non ha modo di esprimere continuamente giudizi.
Di tutte le grandi religioni, la giudeo-cristiana è indubbiamente la più primitiva, grazie alla sua struttura storicistica direttamente connessa alle gesta di una tribù beduina, prima di essere arricchita dall'avvento d'un profeta divino.
La Pratica dello Scetticismo è pericolosa per il potere costituito. Lo scetticismo minaccia le istituzioni. Se noi insegniamo a tutti, compresi per esempio gli studenti delle scuole superiori, abitudini di pensiero scettico, essi non limiteranno il loro scetticismo agli ufo, alla pubblicità degli analgesici, e a presunti personaggi vissuti 35.000 anni fa che ci parlano attraverso medium. Essi potrebbero cominciare a porsi domande sulle istituzioni economiche, o sociali, o politiche, o religiose.
Da loro [gli analfabeti] c'è sempre da imparare. Possiedono alcuni concetti fondamentali, quelli che contano. Purtroppo, pare che ne siano rimasti pochi.
Così scorre tutta la vita; si cerca la quiete affrontando gli ostacoli ma, quando li abbiamo superati, il riposo diventa insopportabile per la noia che procura; dobbiamo uscirne mendicando un po' di agitazione...
Che cos’è che chiamo “idea fissa”? Un’idea che ha soggiogato l’uomo. Se voi riconoscete che una tale idea fissa è sintomo di pazzia, rinchiudete chi ne è schiavo in un manicomio .. la verità di fede .. la maestà del popolo .. la virtù .. la moralità .. Tutte le chiacchiere idiote dei nostri giornali [oggi, con la diffusione dell’università, anche i giornalisti sono migliorati – rendendo forse più insidioso il loro insinuarsi] non sono discorsi da matti, da maniaci delle idee fisse, della legalità, della cristianità ecc.? Se sembra che questi matti circolino liberi è solo perché il manicomio in cui si trovano è grande quanto il mondo.
Era necessario farci strada con la violenza, con il sacrificio, con il sangue; era necessario stabilire un ordine e una disciplina voluti dalle masse, ma impossibili da ottenere con una propaganda all'acqua di rose, con parole, parole e ancora parole e con ingannevoli battaglie parlamentari e giornalistiche.
Il nostro tornaconto, quale che sia, esercita un'autorità segreta sul nostro giudizio, sicché ciò che gli è in qualche modo conforme subito ci appare conveniente, giusto, ragionevole, mentre ciò che gli si oppone ci si presenta in tutta serietà come ingiusto, riprovevole, assurdo o inopportuno - il che dà origine a innumerevoli pregiudizi di ceto, di nazione, di setta e di religione.
La gente ama mettersi a nudo per autorappresentarsi. Una volta non era così, ma oggi con i media vecchi e nuovi c'è un'orgia del vedere e del voler essere visti. Il che tocca non solo le masse ma anche le elites, i pensatori, gli imprenditori, i banchieri, per non dire degli artisti
La mente vuole certezze, ma la vita è incertezza. Per questo la mente è contro l'amore e a favore del matrimonio, perché il matrimonio è una cosa fissa: è una certezza.
Non può valere il principio di sottrarsi a una soluzione dei problemi mediante adeguamento alle circostanze; bisogna al contrario adeguare le circostanze alle esigenze.
Stavo riflettendo su quella specie di filantropo che sembra repellente sul piano umano non malgrado la sua carità, ma per via di essa: a un certo livello si capisce che lui vede coloro che ricevono la sua carità non come persone, ma piuttosto come strumenti attraverso i quali può sviluppare la sua virtù.
Non vi è nulla che abbia maggiormente rilevanza, in qualsiasi circostanza, dell'intromissione di un terzo. Ho visto amici, fratelli, innamorati, coniugi i cui rapporti sono completamente cambiati, le cui condizioni si sono del tutto invertite a causa dell'intervento casuale o deliberato d'una terza persona.
Ma il piacere è sempre utile, e il sentimento di disporre di un potere assurdo e sconfinato su qualcuno — fosse pure su una mosca — ci dà un certo piacere. L'uomo è un despota per natura e ama infliggere tormenti.
Chi ha fede, chi solo alla realtà attinge l'energia necessaria per combattere le lotte sociali deve rimanere sul terreno della violenza contro la violenza e non subirà umiliazioni.
Vivere è affrontare continuamente il rischio di errore e di illusione nella scelta di una decisione, di un'amicizia, di un habitat, di un coniuge, di un mestiere, di una terapia, di un candidato alle elezioni ecc.
Ognuno chiama barbaro quello che non è nei suoi usi. [Nel proprio paese,] ivi è sempre la perfetta religione, il perfetto governo, l'uso perfetto e compiuto di ogni cosa.
Paradossale è la condizione umana. Esistere significa «poter scegliere»; anzi, essere possibilità. Ma ciò non costituisce la ricchezza, bensì la miseria dell'uomo. La sua libertà di scelta non rappresenta la sua grandezza, ma il suo permanente dramma.
Proprio come sceglierò la mia nave quando mi accingerò ad un viaggio, o la mia casa quando intenderò prendere una residenza, così sceglierò la mia morte quando mi accingerò ad abbandonare la vita.
Chi è insicuro tende a cercare febbrilmente un bersaglio su cui scaricare l'ansia accumulata e a ristabilire la perduta fiducia in sé stesso cercando di placare quel senso di impotenza che è offensivo, spaventoso e umiliante.
Ciò che avviene, non avviene tanto perché alcuni vogliono che avvenga, quanto perché la massa degli uomini abdica alla sua volontà, lascia fare, lascia aggruppare i nodi che poi solo la spada potrà tagliare, lascia promulgare le leggi che poi solo la rivolta farà abrogare, lascia salire al potere gli uomini che poi solo un ammutinamento potrà rovesciare.
Un libro, dunque, è come riscritto in ogni epoca in cui lo si legge e ogni volta che lo si legge. E sarebbe allora il rileggere un leggere: ma un leggere inconsapevolmente carico di tutto ciò che tra una lettura e l'altra è passato su quel libro e attraverso quel libro, nella storia umana e dentro di noi.
Lo sforzo è necessario per tutte le cose del mondo. Se vuoi fare qualcosa nel mondo, qualsiasi cosa, è necessario lo sforzo. Ma se vuoi fare qualcosa nella dimensione interiore, non è necessario alcuno sforzo. Il semplice rilassamento è sufficiente. Il non fare è l'arte necessaria in questo contesto, così come il fare lo è nel mondo esterno.
Se potrò impedire a un cuore di spezzarsi, non avrò vissuto invano. Se allevierò il dolore di una vita o guarirò una pena, o aiuterò un pettirosso caduto a rientrare nel nido, non avrò vissuto invano.
Il nostro atteggiamento razionalistico ci porta a credere di poter operare meraviglie con organizzazioni internazionali, legislazioni e altri sistemi ben congegnati. Ma in realtà solo un cambiamento dell'atteggiamento individuale potrà portare con sé un rinnovamento dello spirito delle nazioni. Tutto comincia con l'individuo.
La maggior parte della gente era matta. E la parte che non era matta era arrabbiata. E la parte che non era né matta né arrabbiata era semplicemente stupida.
Chi giudica, quasi sempre, non ha consapevolezza che i presupposti da cui muove il suo giudizio sono finalizzati non già a capire l’umano nella sua complessità bensì piuttosto a convalidare la visione del mondo cui essi fanno capo.
Un male che ci rode sono i nostri preti delle due confessioni. Attualmente non posso dar loro la risposta che si meritano, ma essi non perderanno nulla ad aspettare. Ogni cosa è trascritta nel mio registro. Verrà il momento in cui regolerò i miei conti con loro e non prenderò vie traverse.
O Dio, dacci la serenità per accettare quello che non si può cambiare, il coraggio di cambiare quello che va cambiato, e la saggezza per distinguere l'uno dall'altro.
Tutto ciò che ci trasporta fuori di noi ha qualcosa di sublime. E il sublime consola delle brutture della vita volgare al disopra della quale ci libra.
Bisognerebbe saper scrivere – e persino vivere – con leggerezza, spontaneità e sicurezza. Ma la leggerezza, perché non scada nel banale, richiede profondità; la spontaneità, perché non appaia stravaganza, richiede misura; la sicurezza, perché non si confonda con l’ottusità, richiede grande consapevolezza. È forse per questo che scrivere bene – come vivere bene – è cosí difficile?
Uno dei grandi problemi della filosofia è il rapporto tra il mondo della conoscenza e quello dei valori. La conoscenza è ciò che è; i valori sono ciò che dovrebbe essere.
Si salva l'uomo che supera il proprio egoismo d'individuo, di famiglia, di casta, e che libera la propria anima dall'idea di rassegnazione alla malvagità esistente.
Sono i bravi bambini che fanno i rivoluzionari più terribili. Non dicono nulla, non si nascondono sotto la tavola, mangiano un cioccolatino per volta. Ma, poi, lo fanno pagar caro alla Società. Diffidare sempre dei bravi bambini.
Il Tantra afferma che non puoi raggiungere l'uno lottando nella dualità, non puoi giungere a un punto non-duale scegliendo uno dei due poli. Non sarà la scelta a condurti all'uno, ma l'osservazione priva di scelta: una testimonianza imparziale.
La nostra immaginazione è tesa al massimo; non, come nelle storie fantastiche, per immaginare cose che in realtà non esistono, ma proprio per comprendere ciò che davvero esiste.
Dispiacersi per alcuni morti e non per altri, spesso vittime innocenti della stupidità altrui, politica o religiosa che sia, è come dare un colore diverso alla merda.
Andrebbero insegnati valori comuni a credenti e non, il perdono, non fare del male agli altri, la solidarietà. Ma, soprattutto, bisognerebbe imparare a dubitare, a diventare scettici.
Nel momento in cui credi di essere venuto a capo di qualcosa, tutto è perduto. Non veniamo mai a capo di qualcosa, i nostri problemi si spostano di continuo, vanno sempre più lontano.
Non sapete che moltissime persone sono malate appunto della loro salute, cioè di una smisurata sicurezza della propria normalità, e perciò stesso contagiate da una terribile presunzione, da una incosciente autoammirazione che talvolta arriva addirittura all’infallibilità? […] Questi uomini pieni di salute non sono così sani come credono, ma, al contrario, sono molto malati e debbono curarsi.
Una grande quantità di cattivi scrittori vive unicamente della stoltezza del pubblico, che non vuol leggere se non ciò che è stato stampato il giorno stesso: ? sono i giornalisti.
A me sembra fuor di dubbio che, se lasciaste a tutti questi alti maestri contemporanei la piena possibilità di distruggere la vecchia società e ricostruirla di nuovo, ne verrebbe fuori una tale tenebra, un tale caos, qualcosa di talmente volgare, cieco e inumano, che tutto l'edificio crollerebbe sotto le maledizioni dell'umanità prima di essere compiuto.
«Allora dovresti dire quello a cui credi», riprese la Lepre Marzolina. «È quello che faccio», rispose subito Alice; «almeno credo a quello che dico, che poi è la stessa cosa.» «Non è affatto la stessa cosa!» disse il Cappellaio. «Scusa, è come se tu dicessi che vedo quello che mangio è la stessa cosa di mangio quello che vedo!»
Se un autore, un artista, un semplice parlante risulta di primo acchito del tutto incomprensibile, proprio per questo va ascoltato, guardato o letto con la massima attenzione. È da lui o lei che può nascere la mutazione del futuro.
L'istinto ci dice che dobbiamo cercare la felicità fuori di noi. Le passioni ci spingono fuori di noi, anche quando non ci fossero stimoli per eccitarle. Gli oggetti esterni ci tentano per se stessi e ci attirano anche quando non ci pensiamo. Hanno un bel dire i filosofi. «rientrate in voi stessi, lì troverete il vostro bene», nessuno crede loro, e quelli che ci credono sono i più vuoti e i più sciocchi.
Non siamo in primo luogo esseri ragionevoli. Lo possiamo forse diventare, più o meno, in seconda istanza. In prima istanza siamo portati dalla sete di vivere, dalla fame, dal bisogno di amare, dall'istinto di trovare il nostro posto in una società umana... La seconda istanza non esiste neppure senza la prima.
Dal momento che non si è mai liberi di amare o di non amare più, l'innamorato non ha ragioni per lamentarsi dell'incostanza della sua amante, né lei della leggerezza di lui.
L'esistenzialismo è un ottimismo, una dottrina d'azione, e solo per malafede − confondendo la loro disperazione con la nostra, − i cristiani possono chiamarci «disperati».
Mi sono voltato a guardare all'epoca in cui con sei altri sconosciuti fondai [il partito nazista], quando parlavo davanti a undici, dodici, tredici, quattordici, venti, trenta, cinquanta persone. Quando ricordo che dopo un anno ero riuscito a convincere sessantaquattro persone ad aderire al movimento, devo confessare che quello che oggi è stato creato, mentre milioni di persone affluiscono nel nostro partito, rappresenta qualcosa di unico nella storia della Germania.
Tanto precipitò nella mia stima che lo sentii battere per terra e farsi in mille pezzi sulle pietre in fondo alla mia mente. Diedi la colpa al fato che lo spinse ma ancor di più rimproverai me stessa d'aver tenuto oggettini placcati sulla mensola dell'argenteria.
Non solo come condottieri si conquista il mondo sottomettendolo, ma anche come filosofi, compenetrandolo, e come artisti, assumendolo in sé e ricreandolo.
Ma l'uomo dove va? Quanto meno, ogni volta si nota in lui un che d'impacciato nel momento in cui raggiunge cosiffatti fini. Il fatto di raggiungerli gli piace, ma averli raggiunti non proprio, e questo, certo, è straordinariamente ridicolo.
Ironia della sorte, un uomo, il cui istinto d'amore è quanto più forte e naturale e istintivo possibile, è incapace di trovare qualcuno da poter veramente amare.
Com'è triste avere una natura fiduciosa, speranze e sentimenti sono in balia di tutti quelli che passano; e com'è desiderabile essere un individuo impassibile, le cui speranze e aspirazioni sono al sicuro nel taschino del panciotto, e quella è una tasca ben fatta, e uno non può essere derubato!
Perciò la psicologia occidentale in realtà è solo terapeutica, è solo una branca della medicina. Cerca, ti aiuta a riadattarti. Non è un andare oltre. Lo sforzo orientale è diretto a trascendere la mente, perché per noi non esistono malattie mentali, ricordalo! Anzi, la mente è la malattia. Per la psicologia occidentale la mente non è la malattia. La mente sei tu: non è la malattia. La mente può essere sana, la mente può essere malata.
Giravo per la biblioteca in cerca di libri. Li tiravo giù dagli scaffali, a uno a uno. Ma non erano granché. Erano molto noiosi. Pagine e pagine di parole che non dicevano niente. O se dicevano qualcosa ci mettevano troppo a dirla e quando l'avevano detta uno era così stanco che non aveva più nessuna importanza.
Lasciateci soli, senza libri, e ci confonderemo subito, ci smarriremo: non sapremo dove far capo, a che cosa attenerci; che cosa amare e che cosa odiare, che cosa rispettare e che cosa disprezzare.
Questo istante, ancora mio, eccolo scorrere, sfuggirmi, eccolo inabissato. Mi comprometterò con il successivo? Mi decido: è qui, mi appartiene, e già è lontano. Da mane a sera a fabbricare passato!
La Bibbia è un Volume antico – | scritto da Uomini dissolti | su suggerimento di Sacri Spettri – | Soggetti – Betlemme – | l'Eden – l'antica Dimora – | Satana – il Generale – | Giuda – il Grande Malfattore – | Davide – il Trovatore – | il Peccato – un distinto Precipizio | a cui altri devono resistere – | i Ragazzi che "credono" sono molto soli – | gli altri Ragazzi sono "perduti" – | avesse il Racconto un armonioso Narratore – | tutti i Ragazzi verrebbero – | il Sermone di Orfeo affascinava – | non condannava.