Citazioni su Soledad

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Il talento lo si sviluppa nella solitudine, mentre il carattere si consolida nella corrente della vita.
 
Quando si ha paura della solitudine qualunque compagnia è accettabile.
 
Non sono a mio agio fra la gente.
 
Si resiste a stare soli finché qualcuno soffre di non averci con sé, mentre la vera solitudine è una cella intollerabile.
 
La massima sventura è la solitudine.
 
Condividere il tempo significa fare esperienza delle stesse cose alle stesso momento con altre persone; significa partecipare, cioè far parte, insieme ad altri, di uno stesso accadimento; significa essere in un processo insieme ad altri, non da soli. La solitudine è infatti mancanza di condivisione del tempo. L'evento che viene condiviso può essere più o meno favorevole e più o meno gradito a ciascun partecipante, per questo a volte si preferisce la solitudine nonostante il bisogno di condivisione.
 
L'io è solo, gli altri sono raggruppati.
 
La solitudine genera l'originalità, la strana e inquietante bellezza, la poesia, ma anche il contrario: l'abnorme, l'assurdo, l'illecito.
 
La solitudine è per me una fonte di guarigione che rende la mia vita degna di essere vissuta. Il parlare è spesso un tormento per me e ho bisogno di molti giorni di silenzio per ricoverarmi dalla futilità delle parole.
 
Nessuno è veramente solo a questo mondo: ognuno ha il proprio dio, il proprio dolore o il proprio orgoglio a fargli compagnia.
 
Solo stando solo un uomo è libero, cioè è lui.
 
Si è tristi perché si è soli, o si è soli perché si è tristi?
 
Non siamo mai mentalmente soli perché anche nella solitudine la nostra mente si prepara ai prossimi incontri o scontri con gli altri. Tutto si fa per gli altri, con loro, per servirci di loro o difenderci da loro.
 
Chi ama davvero ama il mondo intero, non soltanto un individuo particolare.
 
E se tu sarai solo, tu sarai tutto tuo.
 
Perché, in generale, si sfugge la solitudine? Perché pochi si trovano in buona compagnia seco.
 
Ciò che rende socievoli gli uomini è la loro incapacità di sopportare la solitudine e, in questa, se stessi.
 
La solidarietà è la forza dei deboli. La solitudine è la debolezza dei forti.
 
Perché, in generale, si fugge la solitudine? Perché pochi si trovano in buona compagnia seco.
 
Quando un uomo sa più degli altri diventa solitario. Ma la solitudine non è necessariamente nemica dell’amicizia, perché nessuno è più sensibile alle relazioni che il solitario e l’amicizia fiorisce soltanto quando un individuo è memore della propria individualità e non si identifica più negli altri.
 
..bisogna essere molto forti, per amare la solitudine...
 
Sarei forse più sola senza la mia solitudine.
 
Temperamento piuttosto incline a solitudine, inetto a cicalare con brio, alieno dalla mondanità, io avvicino e frequento i miei simili con una certa fatica e una certa titubanza e con fatica i più virtuosi di essi. Davanti a chiunque rivivo gli attimi di uno scolaro all'esame. Mi diletto invece di chiare algebre alle ore di "loisir". Che non ti snervano quanto una conversazione da salotto; ove, a me, m'incorre l'obbligo di fingermi spiritoso e intelligente, non avendo né l'una né l'altra qualità.
 
Quanto più in alto si vola rispetto alla media, tanto maggiore è la probabilità di restare soli.
 
L'uomo per bene è nella società [...] soltanto il malvagio è solo.
 
La solitudine crea persone d'ingegno o idioti.
 
Paradossalmente, la capacità di stare soli è la condizione prima per la capacità d'amare.
 
Ho sempre pensato che la peggior cosa nella vita fosse rimanere soli. Non lo è. La peggior cosa è stare con persone che ti fanno sentire solo.
 
Solo se hai sconfitto la paura della solitudine sarai capace di amare. Solo se ami la solitudine ogni momento vissuto con l’altro diventa una scelta d’amore.
 
Dove finisce la solitudine, là comincia il mercato; e dove comincia il mercato, là comincia anche il Chiasso dei grandi commedianti e il ronzio delle mosche velenose.
 
La nostra storia è scritta da isolati (...) San Francesco, (...) lo sdegnoso Dante (...), Leonardo, il genio che anticipa il futuro, pensa che per essere veramente se stessi bisogna essere soli (...) Colombo (...) Galileo rivoluziona la conoscenza dell'universo (...) Goldoni (...) Pirandello.
 
Solo quando si è soli si può essere liberi. Ma se lo si è troppo a lungo, si può diventare schiavi del bisogno e della paura degli altri.
 
La solitudine è il prezzo della libertà.
 
Una persona che sa stare da sola non è mai sola. Le persone che non sanno stare sole, sono sole.
 
Nelle arti, nella musica, nella filosofia e in quasi tutta la letteratura seria, la solitudine e la singolarità sono essenziali [...] Testimoniano della ricchezza estatica della solitudine. Affermano che soltanto nella solitudine austera si può percepire la pulsazione della vita nella sua vibrazione più intensa. Identificano la soledad con la possibilità stessa di travagli speculativi e costruttivi di prim'ordine. Come vedremo, è questa la convinzione, spesso ribadita, di Montaigne nella sua torre; ed è quella dello Zarathustra di Nietzsche nella solitudine accecante del sole di mezzogiorno.
 
Quando vedo folle di persone entusiasmarsi per eventi che mi lasciano indifferente o mi irritano, mi sento solo e triste.
 
In ognuno, c'è qualcosa che non sarà mai compreso da nessuno. Questo qualcosa è la causa stessa della nostra solitudine, della solitudine che ci è connaturale. È questa solitudine rudimentale che dobbiamo accettare in primo luogo.
 
Un individuo non è mai solo, ma è sempre interiormente e inconsciamente accompagnato da un Altro ideale, una persona che egli spera sempre di incontrare in uno o più altri individui nella vita reale.
 
Dobbiamo scegliere di quale sofferenza soffrire: quella causata dalla solitudine o quella causata dall'assurdità del comportamento altrui.
 
Nel mondo non si ha altra scelta che quella fra la solitudine e la volgarità.
 
L'unico modo di conservare la propria solitudine è di offendere tutti, prima di tutti, coloro che si ama.
 
Non è parlando degli altri, ma curvandosi su di sé, che ci è possibile incontrare la Verità. Perché ogni cammino che non conduce alla nostra solitudine o non ne proceda, è deviazione, errore, perdita di tempo.
 
Bisogna riservarsi un retrobottega tutto nostro, del tutto indipendente, nel quale stabilire la nostra vera libertà, il nostro principale ritiro e la nostra solitudine. Là noi dobbiamo trattenerci abitualmente con noi stessi, e tanto privatamente che nessuna conversazione o comunicazione con altri vi trovi luogo; ivi discorrere e ridere come se fossimo senza moglie, senza figli e senza sostanza, senza seguito e senza servitori, affinché, quando verrà il momento di perderli, non ci riesca nuovo il farne a meno. Noi abbiamo un'anima capace di ripiegarsi in sé stessa; essa può farsi compagnia; ha i mezzi per assalire e per difendere; per ricevere e per donare; non dobbiamo temere di marcire d'ozio noioso in questa solitudine.
 
Un uomo che non sa stare in compagnia di se stesso per 7 gg, senza distrazioni, amici, cinemini, feste... deve avere qualche problema da risolvere. Chi sta benissimo in questa condizione per più di 7 gg... ne avrà sicuramente di più gravi.
 
Amare qualcuno non è solo un forte sentimento, è una scelta, una promessa, un impegno.
 
Odio coloro che mi tolgono la solitudine senza farmi compagnia.
 
Per vivere soli bisogna essere o un animale o un dio, dice Aristotele. Manca il terzo caso: bisogna essere l'uno e l'altro, un filosofo.
 
Dover essere soli è la cosa più difficile, poter essere soli è la più bella.
 
Quando un uomo sa più degli altri diventa solitario.
 
La mia solitudine non dipende dalla presenza o assenza di persone; al contrario, io odio chi ruba la mia solitudine, senza, in cambio, offrirmi una vera compagnia.
 
L'uomo dabbene non dimentica mai che egli è solo perché vede quello che son gli altri.
 
Preferisco stare sola che sentirmi sola in mezzo agli altri.
 
Alla mia età ho fatto il callo alla solitudine. Una solitudine, però, molto relativa, perché il lavoro riesce a riempire completamente la mia esistenza.
 
Tutto il problema della vita è questo: come rompere la propria solitudine, come comunicare con gli altri.
 
Le persone che provano a vivere da sole non avranno successo come esseri umani. I loro cuori inaridiranno se non risponderanno ad altri cuori. Le loro menti si restringeranno se ascolteranno solo l'eco dei propri pensieri senza altra fonte d'ispirazione.
 
Tutto il problema della vita è dunque questo: come rompere la propria solitudine, come comunicare con gli altri.
 
Non visito, né cammino in nessuna società, né nelle stanze, né nei caffè. Farlo significherebbe sacrificare la mia unità interiore, abbandonarmi a conversazioni inutili, rubare tempo se non ai miei ragionamenti e ai miei progetti, almeno ai miei sogni, che sono sempre più belli della conversazione con qualcun altro. Lo devo all'umanità futura. Se spreco la possibile eredità divina degli uomini di domani, diminuisco la felicità che posso dare loro e diminuisco me stesso, non solo ai miei occhi reali, ma agli occhi possibili di Dio. Forse non è così, ma sento che è mio dovere crederci.
 
Un uomo solo è sempre in cattiva compagnia.
 
La solitudine è fonte di felicità e di tranquillità dell'animo.
 
Nel tumulto degli uomini e degli avvenimenti, la solitudine era la mia tentazione. Adesso è la mia compagna. Di che cos'altro accontentarsi quando si è incontrata la Storia?
 
Quanto più s'allarga la nostra conoscenza dei buoni libri, tanto più si restringe il cerchio degli uomini la cui la compagnia è gradita.
 
Chi comunica poco cogli uomini, rade volte è misantropo.
 
Stare da soli, nel senso di "senza un legame sentimentale stabile", offre opportunità di trasformazione, di riposo, di pausa, di intraprendenza solitaria, di riflessione, di contatto nuovo con la natura e con gli altri, di rivisitazione e di messa a punto di modalità relazionali nuove, di archiviazione di vecchi modi di essere.
 
Auguro a ognuno di voi e a me stesso di non sentirci mai soli, perché l'angoscia della solitudine ci spinge a cercare un gregge a cui aggregarci.
 
La mia indipendenza, che è la mia forza, implica la solitudine, che è la mia debolezza.
 
Io mi sento me stesso solamente quando sono solo. Il rapporto con gli altri non mi viene naturale: mi richiede uno sforzo.
 
Ogni comunità rende in qualche modo, in qualche cosa, in qualche momento «volgari».
 
Se sei triste quando sei da solo, probabilmente sei in cattiva compagnia.
 
La cosa peggiore è quando si è soli in due.
 
Alla fine tutti quanti siamo e restiamo soli.
 
La solitudine è la dieta dell'anima, disse sensatamente non so chi.
 
Non esiste peggiore solitudine di quella vissuta in due.
 
Ogni idea che non riesco a condividere con altri mi rende solo e strano.
 
La libertà si paga con la solitudine.
 
La solitudine è una medicina da prendere a dosi che non vanno superate, pena l'emarginazione. Ognuno può permettersi dosi più o meno forti, a seconda delle proprie capacità.
 
Chi ha troppe parole non può che essere solo.
 
Colui che non sopporta la solitudine non ama la libertà, poiché solo quando si è soli si è veramente liberi.
 
La solitudine è la sorte di tutti gli spiriti eminenti: talvolta essi ne sospireranno, ma la sceglieranno sempre come il minore di due mali.
 
Anche quando siamo soli interagiamo con gli altri dentro di noi.
 
I corvi vanno a schiere, l'aquila vola sola.
 
Ciò che vedeva era soltanto questo: comicità e miseria, comicità e miseria.
E allora, insieme con la pena e l'orgoglio della conoscenza, venne la solitudine, perché gli riusciva intollerabile la vicinanza degli inetti con lo spirito gaiamente ottenebrato, e il marchio che lui recava sulla fronte li respingeva.
 
La solitudine è bella, ma abbiamo bisogno di qualcuno che ci dica che la solitudine è bella.
 
Tutto il nostro male viene dal non poter stare soli.
 
L'uomo che va da solo può partire oggi; ma chi viaggia con un altro deve aspettare che l'altro sia pronto.
 
[Stare da soli con se stessi è] l'esperienza più decisiva della vita.
 
Non è mai solo chi è in compagnia di nobili pensieri.
 
La solitudine non ci lascia mai soli.
 
La solitudine è la libertà completa.
 
La solitudine crea persone d'ingegno o idioti.
 
Quanto più una persona è solitaria, tanto più viene vista con sospetto dalla gente comune, a causa della sua maggiore libertà dal reciproco controllo sociale.
 
Guai a chi è solo, perché quando cade non avrà nessuno pronto a sollevarlo.
 
Quando pensi che a nessuno importa se sei vivo, prova a non pagare per due mesi la rata della macchina.
 
Uomo solitario, o angelo o demone. -- Proverbio italiano
 
Nessuno è il solo ad essere solo.
 
Solitudine: Situazione di chi ha il difetto di dire la verità e di essere dotato di buon senso.
 
La solitudine ci farà anche soffrire, ma quanto tempo ci fa risparmiare.
 
Non basta stare insieme a qualcuno per non sentirsi soli. Ciò che conta è il reciproco desiderio di stare insieme.
 
Bisogna essere molto forti per amare la solitudine.
 
Chi sa star solo non si sente mai solo.
 
C’è una solitudine... “portatile” una convinzione così abituale della propria particolarità, un tale punto di dissomiglianza raggiunto, che l’uomo arrivato fin lì può impunemente mescolarsi al mondo, sentirsi continuamente, in mezzo agli altri, distinto da quell’uomo che offre loro, e che ogni volta non è che il loro prodotto. Un simile uomo non ha bisogno del deserto. Porta con sé, sempre a sé congiunto, l’inesistenza dei discorsi e delle opinioni altrui, dei valori dati dagli altri, e dei valori che gli altri ricevono in cambio da lui.
 
La solitudine triste è dovuta a una carenza di interazioni soddisfacenti.
 
Tutti coloro che prendono seriamente se stessi e la vita, vogliono stare soli, ogni tanto. La nostra civiltà ci ha così coinvolti negli aspetti esteriori della vita, che poco ci rendiamo conto di questo bisogno, eppure la possibilità che offre, per una completa realizzazione individuale, sono state messe in rilievo dalle filosofie e dalle religioni di tutti i tempi. Il desiderio di una solitudine significativa non è in alcun modo nevrotico; al contrario, la maggior parte dei nevrotici rifugge dalle proprie profondità interiori, ed anzi, l'incapacità di una solitudine costruttiva è per se stessa un segno di nevrosi. Il desiderio di star soli è un sintomo di distacco nevrotico soltanto quando l'associarsi alla gente richiede uno sforzo insopportabile, per evitare il quale la solitudine diviene l'unico mezzo valido.
 
Tutto il nostro male viene dal non poter stare soli
 
Ci sono persone che, se non fingessero di essere normali, sarebbero sole come cani randagi (a volte mi sento come uno di loro). Il problema è che gli "anormali" lo sono tutti in modi diversi per cui un anormale è "normalmente" incompatibile non solo con i "normali", ma anche con tutti gli altri anormali. Un'amicizia tra anormali è dunque molto improbabile, per cui essi sono condannati alla solitudine a meno che, ogni tanto, non fingano di essere normali o che la loro anormalità sia uguale a quella della persona con cui vogliono avere una relazione.
 
Solo i fortunati sociali possono ambire alla solitudine con arie d'idiota superiorità.
 
Tutti coloro che prendono seriamente se stessi e la vita, vogliono stare soli, ogni tanto. ... Il desiderio di una solitudine significativa non è in alcun modo nevrotico; al contrario, la maggior parte dei nevrotici rifugge dalle proprie profondità interiori.
 
Chi vola alto è sempre solo.
 
La solitudine è il risultato della impossibilità, o della non volontà, di condividere cose con altre persone.
 
L'unica compagnia gradevole è quella che ci facciamo da soli.
 
Io sono una persona che sta molto sola; delle mie sedici ore di veglia quotidiane dieci almeno sono passate in solitudine. E non potendo, dopo tutto, leggere sempre, mi diverto a costruire teorie le quali, del resto, non reggono al minimo esame critico.
 
Per diventare scrittore pazienza e fatica non bastano: si deve anzitutto provare l'impulso irresistibile a fuggire la gente, la compagnia, la quotidianità, e a chiudersi in una stanza.
 
Si preferisce la cattiva compagnia alla solitudine e qualunque cosa alla compagnia di sé stessi.
 
La solitudine non è consigliabile a tutti, perché bisogna essere forti per sopportarla e per agire da soli.
 
D'altra parte, ciò che rende le persone socievoli è la loro incapacità di sopportare la solitudine e, in essa, di sopportare se stessi.
 
Solitudine, lusso dei ricchi.
 
Qualunque compagnia è meglio di una solitudine durata più di un certo numero di giorni, numero diverso da persona a persona.
 
Essere soli è il destino di tutte le grandi menti.
 
È importante sapersi ritirare in se stessi: un eccessivo contatto con gli altri, spesso così dissimili da noi, disturba il nostro ordine interiore, riaccende passioni assopite, inasprisce tutto ciò che nell’animo vi è di debole o di non ancora perfettamente guarito. Vanno opportunamente alternate le due dimensioni della solitudine e della socialità: la prima ci fa farà provare nostalgia dei nostri simili, l’altra di noi stessi; in questo modo, l’una sarà proficuo rimedio dell’altra. La solitudine guarirà l’avversione alla folla, la folla cancellerà il tedio della solitudine.
 
La solitudine è insopportabile. Per evitarla siamo disposti perfino a farci indottrinare.
 
Chi non ama la solitudine, non ama neppure la libertà, poiché soltanto quando si è soli si è liberi.
 
Puoi coltivare il vizio della solitudine, il più delizioso di tutti i peccati. Oh sì. Il vizio della solitudine: poter fare a meno di chiunque.
 
Vi sarà sempre solitudine per coloro che ne sono degni.
 
Chi non ama la solitudine non ama la libertà, perché non si è liberi che essendo soli.
 
Per questo me ne vado nella solitudine, per non bere nelle cisterne di tutti. In mezzo a molti io vivo come molti e non penso con il mio io: dopo qualche tempo mi accade sempre, come se mi si volesse esiliare da me stesso e derubare l'anima, e me la prendo con tutti e temo tutti. Il deserto mi è allora necessario per ridiventare buono.
 
Scrivere è un lavoro solitario. Leggere è un lavoro solitario. La letteratura è una forma di solidarietà fra solitari.
 
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